Incominciamo a mettere i puntini sulle i: 500m di cavo bipolare da 2,5 sarebbero 8 Ohm, 3m 0,048, ma vabbè …
E per fortuna che hai scelto il 2,5 perché sebbene la resistenza si misuri in km, come qualcuno faceva anche notare, 1mmq, per dire la classica piattina rosso-nera da supermarket, da circa quanto, 17 Ohm al km appunto? sui 10m di distanza come qualcuno ipotizzava, farebbe già uno 0,34 Ohm, che per certi altoparlanti rappresenterebbe non di meno che il 10% della loro impedenza (come dire, il 10% di volume in meno?), perchè qui i valori in gioco possono essere di pochi Ohm, sperando che non abbia conseguenze sulla linearità che è quello che ci interessa.
Ma a parte questo, gli stessi amplificatori hanno anche loro una certa resistenza tipica di uscita, che ai nostri tempi puo’ essere notevolmente bassa (lo è per esempio negli amplificatori digitali e di norma in quelli capaci di erogare alte correnti). È quell'altra cosa che alcuni tengono ad ignorare e altri invece ad elogiare, e si chiama dumping factor (ma lo sapete…). Anche a livelli meno esasperati dell’esempio sopra è molto facile che la resistenza del cavo superi abbondantemente quella dell’amplificatore. Il risultato non è per nulla chiaro, c’è chi dice che non ha alcuna controindicazione, altri che potrebbe inficiare sulla linearità di risposta, ma certo è che gli sforzi del produttore per progettare tali caratteristiche vengano meno e che l’ampli potrebbe lavorare in condizioni diverse da quelle con cui è stato progettato. come dire, compro lo stato solido per non soffrire del valvolare e poi vado ad emularlo?
Poi c’è il discorso dell’effetto pelle (molto sfruttato da una parte e rinnegato dall'altra... e qui qualcuno si scalderà), dove già a partire da frequenze relativamente basse, e non solo megahertz, il cavo tende ad essere utilizzato solo in parte, si parla di qualcosa come una profondità di conduttore pari a 1,25 mm a 1KHz, 0,6 mm a 10KHz, e via dicendo, per ridursi col salire della frequenza, modificando di fatto nuovamente il comportamento dei parametri del cavo stesso. quindi, metto un cavo di spessore ma in realtà a certe frequenze solo una parte viene utilizzato.
Anche qui, di quanto di fatto questo incida sulla risposta è parere discordante e per onor della semplicità, preferirei non contemplarlo, ma tant’è che c’è anche quello.
Per non parlare che non ci è dato sapere come un produttore decida di utilizzare e in che quantità questi parametri (alcuni intervengono addirittura con componenti aggiuntivi sul cavo stesso per variarne le caratteristiche, nel bene e nel male).
Per cui, in virtù del fatto che un cavo non può’ essere semplicemente definito come un componente passivo che non introduce alcunché per le ragioni già elencate e che è meno di un conduttore perfetto (se lo sarebbe non saremo qui a discutere di valori e problematiche...), la vedo abbastanza dura definire senza ombra di dubbio e in modo totalmente indiscriminato che tutti i cavi suonano esattamente uguali in tutte le condizioni possibili.
Tra l’altro, anche delle piccole variazioni di risposta dell’ordine di 0,5db sarebbero assimilabili al peggior stadio RIAA (e quindi mi chiederei il perché taluni spenderebbero cifre folli in stadi phono ma non considererebbero per nulla i cavi...).
Certo che se ho le casse dell’HT appiccicate al muro per generare una scena tridimensionale attraverso 11.2 canali e fare bassi e alti a vanvera dall’audiseey del compattone, un bel chissene... ci sta pure, ma c’è anche gente che all’hi-fi 2ch ci tiene e ci crede veramente, per cui vale anche la pena fare ricerche ed esperienze, con tutto il rispetto per tutti gli appassionati di ogni genere.