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27-06-2011, 15:24 #1
[Fonorivelatore] Ortofon Vivo Red (MC a bassa uscita)
Caratteristiche Ortofon, insieme ad altri mostri sacri come la Stanton e la Shure è una di quelle case che hanno fatto la storia dell'HiFi analogica: credo che tra gli "over 35" nessuno possa dire di non avere mai avuto una testina di questa marca nel suo setup analogico oppure di averne sognata una in particolare. Negli anni '80, avevo una particolare adorazione per la serie "MC" (10, 20, 30), delle MC a bassa uscita che offrivano prestazioni sonore molto elevate ad un costo tutto sommato accettabile... ma non per uno studente squattrinato.
Ortofon ha poi prodotto delle "ever green" come la SPU, che insieme alla Denon DL103 può essere definita come un vero e proprio pezzo di storia nel mondo dei fonorivelatori.
Era da un poco che la famiglia di testine MC della serie Vivo mi stava stuzzicando: avevo letto delle ottime recensioni nei vari forum europei ed oltreoceano, e poi da parecchi anni non montavo una testina Ortofon nel mio setup, che recentemente si è arricchito di uno stepup autocostruito attorno ai trasformatori Cinemag 3440A. E' stato in particolare il paragone con la Denon DL160 che mi ha spinto ad ordinarla dall'amico Gianmarco di MagicSound (visto che ha il prezzo migliore sulla piazza), che in una settimana me l'ha fatta avere.
La confezione della Vivo Red è molto semplice: una scatolina con all'interno un cubetto di polistirolo apribile a metà, con all'interno due cilindri di plastica trasparente: nel primo la testina, mentre nel secondo troviamo un cacciavite amagnetico ed alcune viti. Nella confezione è presente anche il manuale con i dati tecnici, ma manca la misurazione della risposta in frequenza su grafico.
Tralasciamo la risposta in frequenza, per osservare che la cedevolezza rende la Vivo Red perfetta in abbinamento con bracci di massa media e medio alta, mentre la forza di appoggio consigliata è di 1.8 gr, con un massimo di 2 gr. Il corpo della testina è in un materiale chiamato Lexan DMX, che dovrebbe garantire un elevato smorzamento dalle vibrazioni. Lo stilo è ellittico, mentre l'impedenza consigliata e' maggiore di 10 Ohm.
Installazione e setup: la Vivo Red è fornita con una protezione dello stilo che può essere ruotata in avanti durante l'ascolto: come sempre, consigli di mantenerla solo durante le operazioni di montaggio, per toglierlo poi definitivamente una volta terminate, salvo casi particolari (presenza bambini, donne di servizio ad alto rischio e cose simili).
Il montaggio è abbastanza semplice: le ghiere di fissaggio sono aperte, e quindi conviene fissare prima una vite sullo shell, inserire la testina e poi inserire la seconda vite e procedere al fissaggio. Il montaggio sul braccio del Project RPM5 (il 9C) è semplicissimo, dato che la regolazione perfetta si ottiene con tutta la testina spostata in avanti. Una attenzione particolare deve essere data al VTA, dato che la Vivo Red sembra essere particolarmente sensibile a questo parametro: quindi fate attenzione affinchè il braccio sia perfettamente parallelo al piatto durante la lettura, dato che una angolazione aperta o chiusa potrebbe inficiare in maniera sensibile il risultato finale.
[Continua...]Ultima modifica di Marlenio; 27-06-2011 alle 15:33
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27-06-2011, 15:25 #2
[Continua...]
Ascolto: Come sempre con le testine, ho installato la Vivo Red regolandola al meglio e mi sono "scordato" di ascoltarla: essendo composta da parti in movimento, una testina ha delle componenti che richiedono un minimo di rodaggio prima di arrivare a fornire le prestazioni migliori. In particolare, la sospensione richiede alcune decine di ore di lavoro. Alcuni appassionati consigliano di velocizzare l'assestamento di questo componente facendo scendere e risalire su un disco il fonorivelatore (simulando la lettura di un disco), ma francamente si tratta secondo me di una procedura non corretta per via dello stress che viene fatto accumulare allo stilo in poco tempo.
Il mio rodaggio consiste semplicemente nel mettere un disco ed ascoltarlo distrattamente mentre si fanno altre cose (computer, libri...). Passata qualche decina di ore, si può passare all'ascolto vero e proprio. Con la Ortofon Vivo Red è successa una cosa che mi era già capitatat con la Denon DL160. Stavo leggendo un libro mentre un disco stava girando ("Stationary traveller" dei Camel) e ad un certo punto sono stato come "catturato" dal suono che usciva dalle casse... il rodaggio era finito, dopo poco più di 30 ore.
Prima di iniziare, una sommaria descrizione del setup di ascolto (quello principale): giradischi Project RPM5 (modificato nel motore) con braccio 9C, stepup MC autocostruito con trasformatori Cinemag 3440A (low gain caricato a 40 Ohm), pre-phono Lehmann Black Cube Statement settato a MM 47 kOhm. Il giradischi appoggia su una base in marmo da 3 cm e su un mobile HiFi molto rigido riempito di sabbia.
Per prima cosa, vale la pena di giustificare il perchè del carico a 40 ohm: per un semplice motivo che il mio stepup era caricato con questo valore e perchè cambiandolo il suono variava di molto poco.La Vivo Red suona molto bene anche saltando il trasformatore ed entrando nel Lehmann settato su MC, ma mi sto sempre di più convincendo che gli stepup donino una "vitalità" maggiore alle MC, almeno a quelle che ho provato.
La prima cosa che ho fatto e' stata la prova di tracciamento con disco test Philips: l'ultima traccia in particolare ha visto decollare verticalmente alcuni nomi rinomati, tra cui la Grado Gold e una Goldring. La Vivo Red traccia invece abbastanza bene, con solo un poco di distorsione ma senza perdere il solco. Si tratta di un test al llimite, dato che nessun disco presenta dei solchi di questo tipo (tranne forse "1812" della Telarc).
Per l'ascolto, ho usato esclusivamente vinile della Mobile Fidelity, della Vinyl180, della ToneFloat e della CBS (Half Speed). In tutti i casi, si tratta di dischi con incisioni al di sopra di ogni sospetto stampati su vinile di qualità tra il molto elevato e l'elevatissimo.
Ho iniziato con un classico dei Supertramp, "Breakfast in America", incisione MFSL e CBS a confronto: entrambe half speed mastering. In alcuni brani il sassofono deve essere graffiante senza essere però distorto. La voce del cantante, forse una delle più particolari in circolazione, con alcune testine viene resa granulosa sulla parte alta. La Vivo Red restituisce una scena ampia orizzontalmente con una focalizzazione straordinaria della scena decisa dall'ingegnere del suono. Il sax viene reso con una grande dinamica, la voce naturale con il leggero timbro nasale tipico del cantante. Eccellente la resa delle basse frequenze, profonde e rotonde senza invasione nella parte superiore dello spettro.
Parliamo di dinamica, e quindi cosa c'e' di meglio di Thelma Houston, "I've Got The Music in Me" incisione direct to disc della Sheffield Lab? Un disco letteralmente esplosivo, che fa capire esattamente quanto possano essere elevati i limiti della dinamica del vinile quando il "manico" (leggi l'ingegnere del suono) conosce il suo lavoro. Complice anche un missaggio che ricostruisce esattamente una scenza sonora reale (senza panning assurdi), il gruppo si materializza davanti a me: forse vorrei solo una maggiore altezza della scena, ma si tratta di una considerazione che passa in secondo piano di fronte alla velocità con cui questa testina riproduce i transienti. La batteria ed i piatti sono a pochi metri da me, così come La Houston, con la sua incredibile estensione vocale.
Rimango quindi sulle voci: la Tonefloat incide i No-Men, un duo creato dal cantante dei Porcupine Tree Steven Wilson. In questo caso però Wilsono si limita a suonare, mentre la voce è affidata a Tim Bowness. Si tratta di un gruppo che amo particolarmente, sia per il tipo di musica che per lo stile del cantante. Una voce usata come uno strumento, senza particolari estensioni ma comunque affascinante. I loro dischi sono da tempo un test per la riproduzione della voce maschile, anche per via di un notevole effetto presenza.
Anche in questo caso, sono rimasto particolarmente soddisfatto: quando l'incisione è fatta in maniera corretta, la Vivo Red tende a rendere uno stage veramente emozionante e di grande impatto senza però risultare "ruffiana" o stancante a lungo termine. Riesce contemporaneamente ad essere potente e delicata, dando il giusto risalto ad un soffio in un flauto come ad una potente rullata di batteria.
Passo quindi alla musica elettronica, con quella che secondo me è una delle migliori registrazioni analogiche disponibili: Oxygene di Jean Michel Jarre edizione MFSL. In questa edizione i panning dei sintetizzatori sembrano saltare per la stanza, e sono presenti frequenze estremamente basse così come altissime. Anche in questo caso la resa è emozionante: oltre alla sempre grandissima dinamica, continuo a notare la straordinaria velocità di questa testina nel restituire i transienti: per intenderci, siamo oltre la resa della DL160, mentre la DL103 non è proprio paragonabile. Non ho mai attivato il filtro subsonico sul Lehmann, e in questo disco la sua mancanza si sente chiaramente... senza che la Vivo Red si scomponga minimamente.
Ho quasi finito, mi mancano solo due cose: la prima, "Spleen adn Idea" dei Dead Can Dance su incisione Vinyl180: master originali su vinile da 180 gr di qualità molto elevata. In questo caso posso verificare facilmente l'estensione (artificiale) della scena sonora nelle tre dimensioni: l'apertura orizzontale è ottima, come anche la profondità. In quest'ultimo caso, in particolare, a volte si ha la sensazione di essere letteralmente all'interno della scena sonora. L'estensione verticale si conferma invece non come un punto debole della Vivo Red, ma sicuramente come un punto in cui non brilla particolarmente: buona, ma a volte leggermente compressa.
Finisco con la massa orchestrale, e quindi con "Also prach Zarathustra" sempre sul disco test della Philips: in questo registrazione (effettuata con 4 microfoni) alcune testine, come la AT95 della Audiotechnica, non riescono a restituire una immagine coerente e tendono a comprimere la scena rendendola confusa. La Vivo supera l'esame, avvantaggiata sempre dalla sua straordinaria dinamica e velocità.
Conclusioni: La Denon DL160 è una testina che è rimasta nel mio cuore, e che ancora oggi considero una delle mie preferite. Quando la Denon ha deciso di metterla fuori produzione, non dico di essermi messo a lutto, ma sicuramente ho lanciato parecchie maledizioni ai responsabili del marketing.
Non dico che fosse una testina unica, ma il suono e le sue caratteristiche erano veramente straordinarie in rapporto al suo (irrisorio) prezzo. Per quanto motivo, quando ho letto che la Vivo Red la ricordava e la superava in alcuni parametri, è stato per me naturale acquistarla e provarla per vedere se le impressioni fossero vere o si trattasse dell'ennesima "sparata" da audiofilo.
Cosa devo dire? Personalmente, la Vivo Red è una testina che non passa inosservata, come succede alla DL103 e come invece NON succede alla DL160. Dopo il rodaggio, il suo suono è potente, dinamico, veloce. Continuando ad ascoltarla, si nota però che queste caratteristiche non si accompagnano ad un suono "personalizzato" (leggi: "ruffiano") e che al contrario, come la DL160, si tratta di una testina molto piacevole e neutrale. Ecco, direi che la Vivo Red ricorda una DL160 al quale è stato aggiunta una straordinaria velocità e una potenza nella riproduzione prima sconosciute. Il tutto però senza mancare della delicatezza nel porgere all'ascoltatore i passaggi più delicati, le sfumature più nascoste. Questi pregi personalmente mi fanno dimenticare quella che è la (piccola) mancanza più evidente, e cioè una leggera riduzione dell'immagine verticale.
La quadratura ideale del cerchio? Per 200 euro chiederei troppo... comunque, per quanto mi riguarda ho trovato chi può degnamente succedere alla DL160.
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28-06-2011, 12:53 #3
ortofon vivo red
Mannaggia mi sta prendendo la fissa delle testine,dopo aver acquistato la D.dl160 ora mi è appena arrivata la dl 103 e già penso a questa Vivo Red.Con il mio tech.1210 andrebbe bene?La Ortofon oltre la Vivo Red ha in catalogo anche la Vivo Blu che costa poco più,che differenze ci sono tra le due? Suona meglio la blu?
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28-06-2011, 12:58 #4
Sono praticamente identiche, cambia il taglio dello stilo.
Più che collezionare testine, io ti consiglio di "giocare" con l'interfacciamento. Sia con le MM che con le MC infatti, variando capacità (nelle prime) e carico (nelle seconde) ottieni risultati molto diversi.
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05-09-2011, 17:51 #5
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[QUOTE=
La quadratura ideale del cerchio? Per 200 euro chiederei troppo... comunque, per quanto mi riguarda ho trovato chi può degnamente succedere alla DL160.
E' ancora cosi ? ......Ultima modifica di vinilomane; 05-09-2011 alle 19:02
Imp.1 : Thorens TD 321 mk2 + braccio Mission Cyrus Arm - Audiotechnica AT F7 MC - JVC XL Z441 - ampli ibrido Solen/Ensemble Tiger B50 con pre fono separato Solen/Ensemble PA 2 , MM/MC - diff. Synthesis LM 210 by Conrad & Johnson
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06-09-2011, 07:47 #6
Che intendi dire?
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07-09-2011, 09:21 #7
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Mi riferisco ad una ''inserzione ''
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07-09-2011, 09:30 #8
Sì, infatti l'ho messa in vendita, dato che ho anche una Vivo Blu. Poi ho anche una DL103, una DL103 sgusciata da Audiosilente, una AT95, una Stanton 681 EEE mk III, una Grado Gold1 (e un'altra l'ho messa in vendita) e una DL160 (e ne ho già rivenduta un'altra).
E quindi dov'è il problema?
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07-09-2011, 10:07 #9
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E quale problema ! Penso pero' che sia normale dopo aver letto che avevi trovato la sostituta dell tua pressocche' insostituibile DL 160 , meravigliarmi della messa in vendita della Vivo Red . Tutto qui.
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07-09-2011, 10:14 #10
Avendo sottomano la Vivo Blu che è differente dalla Red solo per un taglio più sofisticato, era inutile tenere entrambe anche perchè suonano in maniera praticamente identica.
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07-09-2011, 13:08 #11
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Tra Vivo red e Blue il taglio dello stilo e' identico , ellittico per entrambe ed anche come dimensione , quello che varia e' che il fissaggio al cantilever per la Blue che e' '' nudo '' con vantaggi per la massa totale inerziale alla punta , e conseguente miglior capacita' di lettura.
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07-09-2011, 13:20 #12
Sulle dimensioni non ho ancora capito se è veramente uguale o meno: su un pdf della Ortofon quello della Blu veniva paragonato ad un micro ellittico, mentre il sito ufficiale lo riporta come identico.
Ai fini pratici (ascolto), praticamente non è che per ora abbia sentito differenze particolari, dovrei fare qualche ascolto in più. Ma adesso mi sto divertendo con la Stanton. In ogni caso, vorrei evitare di riempirmi l'armadio di testine. Più che altro, è una rottura montare e smontare testine su bracci a shell fisso: a breve cambierò piatto, e sto pensando di prendere un braccio con shell EIA (forse un accoppiata Acoustic Solid).Ultima modifica di Marlenio; 07-09-2011 alle 13:31
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07-09-2011, 13:47 #13
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Lo stilo e' delle stesse dimensioni , come succede anche tra le 2M Red e Blue . La Stanton ti sta divertendo ?
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07-09-2011, 13:55 #14
Abbastanza: tra le altre cose stavo provando carichi differenti da quello consigliato (275 pF), senza che ci siano particolari stravolgimenti sonori.
Dal punto di vista sonoro, ha una scena sonora estremamente ampia.
E' una bella testina, peccato che la Stanton ormai sia più orientata verso gli "aratri" da DJ.
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07-09-2011, 14:13 #15
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Si , non molto variabili al carico . La 681 lo dovrebbe essere un po' per valori altini : impedenza interna 1200 ohm misurati , induttanza 966 mh ; La 881 misurati 880 ohm , 542 mh induttanza e quindi quasi insensibile al carico . La Stanton WOS 1 , e' praticamente insensibile per impedenza ed induttanza ancora piu' basse . NB . oltre ad una WOS 1 , dovresti provare una Audiotechnica AT 155 LC , mitica storica del 1981 ! Osannata da chi la conosce , anch'essa una delle migliori MM prodotte . Anch'essa ricercata dai collezionisti , ma purtroppo introvabile . Io ebbi la fortuna , circa quattro anni fa , di trovarla , intonsa , completa di scatolo originale , e che scatolo , manuale , e grafico di risposta individuale , una riga retta da 20 a 20 Kz ! con firma originale del tester Audiotechnica !
Eh... le MM Audiotechnica sono una brutta bestia per le concorrenti MM , finan'anche a dare fastidio alle MC ed anche a quelle della stessa Casa ! Un forumer di altro forum vecchissimo appassionato , possessore fra altre della Stanton 681 , quando per curiosita' ha acquistato una AT 95 ne e' rimasto talmente impressionato da preferirla alla 681 tanto piu' costosa ! Ed io sono dello stesso parere . Tutto soggettivo ovviamente .
Ultima modifica di vinilomane; 07-09-2011 alle 21:26
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