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  1. #1
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    Corso di elettronica di base per costruire HIFI, è possibile?


    Ciao,mi rendo conto che l'idea dell'autoprogettazione e costruzione di elettroniche,è una cosa che interesserebbe veramente a moltissima gente.Ma tanti purtroppo,non ci provano nemmeno,perchè ovviamente bisogna conoscere la materia e capire ciò che si sta facendo...
    Secondo voi,è impraticabile fare di questo nuovo 3d,una sorta di corso a puntate (sarà eterno ),spiegando i principi dell'elettronica, e come applicarla per l'auto costruzione? Almeno i fondamenti,gli elementi,e le pratiche di base,senza perdersi in sperimentazioni e virtuosismi vari.Tutto questo,per permettere a chiunque abbia voglia di mettersi in gioco,risparmiando non poco denaro,di potersi costruire ad esempio un amplificatore.Partire proprio dal progettare una scheda stampata e realizzarla,i trasformatori,l'alimentazione, le schede di potenza,differenze e i perchè dei vari componenti,finali :Mos-fet,J-fet,discreti e molto altro.Ponti raddrizzatori,fusibili,valvole,tutto tutto....
    E' possibile?

  2. #2
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    Citazione Originariamente scritto da Baudaffi Pasquale
    tutto tutto....E' possibile?
    Questo no...

    E' sicuramente un argomento molto ampio, e ci vorrebbe mooolto tempo per scriverlo a mio avviso

    Ciao

    Andrea

  3. #3
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    Da semplice diplomato in Elettronica e telecomunicazioni ti dico che dovresti studiare almeno x un annetto TUTTA la componentistica ( io lo feci x 3 anni alle superiori) .
    Devi avere ben chiare cosa siano le leggi:
    - Ohm, teoremi di Thevenin, Norton, Kirchoff ( o come si scrive) ,
    - Poi devi sapere il comportamento della Resistenza, capacità ,induttanza ( elementi base di tutta l'elettronica) sia in presenza di tensioni continue che alternate,
    - devi saper fare i conti con i numeri complessi ,
    - e poi devi sapere cosa è Un DIODO ,
    - poi il Transistor ( non solo il componente fine a se stesso , ma sopratutto le reti di polarizzazione ...senza quelle niente da fare)
    -e poi parti con i Fet , prosegui con tutte le altre derivazioni possibili ( es: Mosfet, IGBT,se vuoi pure le Valvole)
    , poi ci metti che dovresti conoscere le configurazioni + usate in campo audio.
    -LE classi di funzionamento ( A, AB, B, e l'ultima nata D oppure T). -Techinche applicate agli stadi di alimentazione,
    - Reti di filtraggio ( filtri passa basso/alto/banda/notch, dal 1° al n° ordine , in configurazione di BEssel, Butterworth , Chebicev, me ne manca qualcuno all'elenco che non ricordo)
    -Se poi ci vuoi aggiungere anche un pò di AMPLIFICATORI OPERAZIONALI , male non fai.

    dammi retta... qui non bastano delle lezioni per arrivare a fare quello che dici tu.. partendo da 0 , sarebbe proprio la DEVASTAZIONE fatta TOPIC..

    Quello che mi sento di co cono coonsigliarti è di apprendere le basi , leggendo un pò quà ed un pò là.. incomincia a spulciarti "IMPARARE L'ELETTRONICA PARTENDO da ZERO ", della rivista Nuova elettronica.

    Oppure aspetta di fartela spiegare bene da qualche ingegnere elettronico che circola all'interno del forum...

    max996

  4. #4
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    Rimembriti di Pier da Medicina, se mai torni a....
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    Max_996 (benchè qualche volta debba aver bigiato qualche lezione: Kirchhoff, Chebicheff ) ha chiaramente elencato quali sono le difficoltà che sorgerebbero nel cercare di realizzare tale impresa.

    Se il tuo intento è quello di imparare a progettare un amplificatore partendo da zero è giocoforza conoscere tutta l'elettronica di base più quanto attiene in particolare a questa tipologia circuitale.

    La cosa non è sicuramente breve, in pratica ci sarebbe da scrivere un libro.

    I trucchi e le varianti poi che ci possono essere nella realizzazione di un circuito esulano inoltre da quello che normalmente si trova nei libri di testo.

    Mi viene in mente un articolo di molti anni fa, ad opera del grande Peter Baxandall su Wireless World (al tempo la rivista n.1 al mondo in campo elettronico) sul punto migliore dove inserire il controllo di volume in un amplficatore, con relativi vantaggi e svantaggi; sono cose che si imparano leggendo articoli a tema o simili; oppure, sempre sulla stessa rivista, la descrizione dettaglia fatta da Peter Walker in persona circa il funzionamento del Quad 405.

    Purtroppo, con l'avvento dei computer e con il grande sviluppo dell'integrazione nei circuiti le riviste di elettronica sono drasticamente diminuite di numero e la qualità di molte non è elevata, l'interesse delle stesse si è spostato verso il digitale e, per le migliori, sui circuiti gestiti da microprocessori.

    La citata Wireless World è ancora presente ma ha cambiato quasi totalmente tipologia, non ci sono quasi puù articoli descrittivi o informativi e realizzativi, Electronics Today International non esce più e l'editore ha dirottato il tutto sull'altra pubblicazione che è Everyday Practical Electronics, comunque molto valida, l'americana Radio Electronics credo non ci sia più neanche lei, c'è Nuts & Volts, non male e, per chi è più orientato al digitale ed ai microprocessori, c'è Circuit Cellar, quasi dimenticavo quella che attualmente è forse la più venduta al mondo, avendo edizioni in varie lingue: Elektor, ottima sotto l'aspetto informativo e sulle novità del settore, sull'elettronica digitale, sovente pubblicano articoli costruttivi di B.F., sul numero di Aprile c'è la descrizione della realizzazione di un ampli particolare, basato su alcuni concetti interessanti (non ho ancora avuto tempo di leggere l'articolo).

    Qualcuno avrà notato che non ho citato riviste italiane, personalmente ritengo che siamo un po' carenti in tale settore.

    C'è ElettronicaIn, che spiega abbastanza anche la teoria alla base dei circuiti, Fare Elettronica, più o meno simile, anche se le spiegazioni poi si arrestano ad un certo punto, ad esempio non sempre vengono forniti i firm impiegati dai vari PIC, quanto meno ne viene illustrata una parte, viene comunque offerta la possibilità di scaricarseli, a volte anche i sorgenti.

    Ci sono un paio di riviste dedicate più all'Alta Frequenza, ma che non interessano al nostro discorso.

    Esiste però Costruire Hi-Fi, che potrebbe fare al caso nostro: è dedicata esclusivamente alla Bassa Frequenza e ci sono sempre degli articoli di teoria, più o meno approfonditi, che potrebbero essere utili per cominciare a capire qualcosa.

    Ha il difetto di sconfinare, ogni tanto, nell'esoterico, ma ci può stare, essendo scritta da appassionati.

    Non ho citato Nuova Elettronica, in quanto non la si può considerrae una rivista di elettronica nel senso che dovrebbe avere tale termine, ma solo una pubblicazione di supporto alla vendita dei loro kit, che è l'attività principale; infatti non viene mai descritto in profondità un circuito, per non parlare dei firm: non viene neanche offerta la possibilità di scaricarsi il firm per pogrammarsi in proprio il chip, ma viene venduto solo il chip già programmato (e questo la dice lunga sull'intento "didattico" della rivista).

    Ritengo che se uno iniziasse a leggere un po' di riviste serie, qualcuna di quelle in inglese che ho citato per prime e anche la nostrana Costruire Hi-Fi, pian piano riuscirebbe a intravedere qualche spiraglio di luce, l'importante è iniziare, poi le cose diventeranno più facili.

    Ciao
    Ultima modifica di Nordata; 07-04-2008 alle 19:21
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).

  5. #5
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  6. #6
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    Citazione Originariamente scritto da nordata
    (benchè qualche volta debba aver bigiato qualche lezione: Kirchhoff, Chebicheff )
    Grazie per la segnalazione. Purtroppo dopo 10 anni dal diploma , di queste "nozioni" mi rimane ben poco ... quanto mi piacerebbe rimetterci le mani sopra..sto tentando di provvedere

    adesso che ci penso mi ricordo anche la rete Linkwitz-Riley

    @ Nordata: su Chebichev , o ChebicHEFF...ci siamo sbagliati entrambi. è CHEBYSHEV... ( wikipedia docet).

    Per quanto riguarda le riviste ..ho sempre conosciuto N.E. e poche altre..quelle di stampa americana il mio prof ne parlava in maniera entusiasta. ma parliamo degli anni '90

    max996

  7. #7
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    Quando i nomi vengono tradotti da una lingua straniera, per di più scritta in alfabeto diverso, ci possono essere varie versioni, una è quella segnalata da te, ma se fai una ricerca con quella inserita da me trovi ugualmente riferimenti ai filtri (siti di varie università e simili), io però ho sbagliato a battere la Y. Diciamo 1 a 1.

    Per quanto riguarda le riviste indicate da me, Wireless World e Everyday Practical Electronics (EPE) sono inglesi, Elektor è olandese con edizioni nella varie lingue, Nuts & Volts e Circuit Cellar sono americane.

    Le prime tre si trovanio facilmente anche nelle edicole internazionali o librerie delle grandi città.

    Ciao
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).

  8. #8
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    Grazie per le risposte.
    Con un pò di tempo comincerò a guardare con calma i link postati.
    Nel frattempo,cosa molto importante,credo sia necessario riuscire a leggere uno schema elettronico,per tanto bisognerebbe conoscere tutti i simboli che solitamente troviamo sui disegni dei progetti.Sapete dirmi dove posso trovare a colpo sicuro,un indice o una lista o quel che è,con tutti quei simboli e relativa spiegazione? grazie

  9. #9
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    Vedo di postare un elenco dei simboli di uso normale, un attimino di pazienza.

    Ciao
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).

  10. #10
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    grazie nordata.
    In caso questa va bene?
    non so perchè,ma mi sembra incompleta...

    http://www.freedreamer.it/wp-content...11/simsimb.jpg

  11. #11
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    Citazione Originariamente scritto da Baudaffi Pasquale
    grazie nordata.
    In caso questa va bene?
    non so perchè,ma mi sembra incompleta...

    http://www.freedreamer.it/wp-content...11/simsimb.jpg
    Mi permetto di risponderti io: quella lista è moooolto vecchia. Ci sono alcuni simboli ancora oggi utilizzati ma tanti di loro sono ormai desueti o relativi più all'elettrotecnica che all'elettronica. Mancano, ad esempio, tutti i simboli relativi ai semiconduttori. In compenso ci sono l'esodo, la cuffia stetoscopio e l'indicatore di sintonia al neon (il mitico "occhio magico")!

    Nordata saprà fornirti qualcosa di più aggiornato.

    Ciao, Marcello
    "...Tutte le cose sono collegate. Tutto ciò che accade alla terra accade anche ai figli. Non è l’uomo che ha tessuto la trama della vita: egli ne è soltanto un filo. Tutto ciò che egli fa alla trama lo fa a se stesso..." Capo Indiano Seattle - 1854

  12. #12
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    Citazione Originariamente scritto da Baudaffi Pasquale
    ...perchè ovviamente bisogna conoscere la materia...
    Comuque tra i link segnalati da questo penso più "elementare" puoi iniziare dalle "Cariche elettriche"
    http://www.scuolaelettrica.it/elettr...a/volume1.html

    poi ci sono i vari sotto argomenti

    Un saluto
    Domenico
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  13. #13
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    Citazione Originariamente scritto da Baudaffi Pasquale
    Sapete dirmi dove posso trovare a colpo sicuro,un indice o una lista o quel che è,con tutti quei simboli e relativa spiegazione?
    Mandami la tua mail, che ci penso io...te ne invio una mezza valangata

    Ciao

    Andrea

  14. #14
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    Come annunciato, ecco un piccolo elenco di simboli di uso più comune negli schemi elettronici, ho tralasciato quelli dei componenti digitali, dei microprocerssori, display o di uso limitato, quanto meno per quelli che credo siano i tuoi interessi.



    R1 e R2 sono i due modi per indicare le normali resistenze, RV1 è una resistenza variabile (potenziometro, trimmer), al posto del rettangolo si può utilizzare il simbolo di R2 più la freccia.

    C1 è un nprmale condensatore, C2 è uno dei modi utilizzati per il condensatore elettrolitico, al posto del rettangolino nero si può anche trovare un segno ad U che racchiude il rettangolino bianco, opure un trattino ricurvo verso il basso; da tenere presente la polarità (che può non essere indicata, ma il rettangolo bianco è sempre il positivo).

    VC1 è un condensatore variabile (sintonia circuiti di AF), VC2 è un condensatore variabile, ma solo per utilizzo in fase di taratura (compensatore).

    L1 è una bobina, impedenza, avvolgimento, avvolta in aria, L2 la stessa cosa, ma con nucleo.

    TR1 è un trasformatore, con un Primario ed un unico Secondario; solitamente, nel caso di alimentatori, il Primario è collegato alla tensione di rete e il Secondario fornisce la tensione del valore necessario al circuito.

    Esistono anche trasformatori per altri usi, tipo per uso negli ingressi bilanciati oppure di uscita negli ampli a valvole, ma il simbolo non cambia.

    TR2 ha invece un Secondario con presa centrale, ad esempio può essere un 6+6 Volt, TR3 ha due Secondari separati, solitamente di tensioni diverse.

    SW1 e SW2 sono due tipi di pulsante: il primo a pressione, il secondo con due posizioni stabili (commutatore), possono poi esistere pulsanti/commutatori a più vie e posizioni, ma il simbolo base è quello.

    RL1-2-3 sono varie tipologie di relè, ad una via e normalmente aperto - a una via con due posizioni stabili - a due vie due posizioni; anche qui possono esistere anche a più vie.

    Passiamo ora ad alcuni componenti attivi.

    D1 è un diodo per uso generico, la lettera K contraddistingue il Catodo, fisicamente sull'involucro esiste una fascetta bianca vicino a tale terminale.

    D2 è un diodo zener, che ha la caratteristica di mantenere ai suoi capi una tensione fissa (il cui valore varia con il singolo modello) ed è utilizzato principalmente negli alimentatori.

    D3 è un diodo LED (quelli luminosi), perchè funzioni il Catodo deve essere collegato al polo negativo e in serie al diodo stesso va inserita una resistenza per limitare la corrente che scorre nel diodo al valore ottimale, pena la sua distruzione.

    BR1 è un ponte di diodi, in pratica 4 diodi riuniti nello stesso involucro ed è utilizzato negli alimentatori.

    U1 è un diodo SCR, ovvero che conduce, in un senso, solo quando viene applicata una tensione al suo piedino di controllo; U2 è un TRIAC, fa la stessa cosa ma nei due sensi, per cui si utilizza in alternata, principalmente per controllare l'accensione o lo spegnimento di carichi (motori, lampadine) oppure per regolare la luminosità di lampadine o la velocità di motori.

    BAT1 è una batteria ad una cella, quindi con tensione di 1,5 V, BAT2 a più celle (ma si può benissimo trovare solo il simbolo BAT1, basta indicare la tensione).

    FU1 è un fusibile, si può trovare anche un simbolo formato da una S in orizzontale posta tra due parentesi ().

    LS1 è un altoparlante e l'ultimo simbolo è una antenna (non ti interesserà, ma l'avevo sottomano vicino al simbolo precedente)

    Torniamo ai componenti attivi.

    Q1 è un transistor (bipolare) di tipo NPN, quelli solitamente più usati, poichè si adattano meglio a circuiti con il negativo dell'alimentazione a massa, cosa più standard; E=Emettitore, B=Base, C=Collettore; Q2 è la stessa cosa ma è di tipo PNP, quindi per circuiti con positivo normalmente a massa.

    Q3 e Q4 sono transistor ad Effetto di Campo (FET), il primo a canale N ed il secondo a canale P (stesso discorso dei bipolari); S=Source, G=Gate, D=Drain.

    Q5 e Q6 sono MOS-FET, anche qui stesso discorso per quanto riguarda la polarità.

    Da tenere presente che i transistor NPN/PNP o gli analoghi MOS-FET vengono usati in coppia negli stadi finali di potenza degli amplificatori, utilizzandone due che hanno le stesse caratteristiche elettriche ma polarità contrarie (complementari).

    U3 è il sinbolo generico degli amplficatori operazionali, ci sono due ingressi, uno invertente (-) e uno non invertente (+) ed una uscita, più i terminali di alimentazione ed altri per eventuali reti esterne di compensazione.

    U6 è il simbolo per i regolatori di tensione monolitici a tre terminali.

    Poichè le hai nominate:

    U4 è un Triodo: F=Filamento, K=Catodo, G=Griglia, P=Placca (Anodo)

    U5 è un Pentodo, stessa cosa del Triodo, con in più un'altra Griglia Schermo, solitamente collegata alla Placca tramite una resistenza o ad una apposita presa posta sul Secondario del trasformatore di uscita, tipicamente al 43%, nel il famoso circuito "Ultralineare".

    Tanto per mettere assieme nella pratica alcuni simboli, ho disegnato un semplice circuito di alimentazione, da 230 a 12 V, dove si trovano, partendo da sinistra: un interruttore di accensione, il fusibile, il trasformatore con Secondario di 12 V, il ponte raddrizzatore, un elettrolitico di filtro, il regolatore a tre terminali, un altro condensatore di piccolo valore per evitare autoscillazioni del regolatore, un diodo LED per controllo del funzionamento in serie alla sua resistenza limitatrice, più un terminale cui collegare il circuito da alimentare.

    Per ora credo basti.

    Ciao
    Ultima modifica di Nordata; 09-04-2008 alle 01:01
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).

  15. #15
    Data registrazione
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    grazie ragazzi,e un grazie Nordata.


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