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Risultati da 1 a 2 di 2
  1. #1
    Data registrazione
    Mar 2002
    Località
    chieti
    Messaggi
    1.991

    Chieti - Testina Koetsu Black A Prezzo Super-affare!!!!


    CONDIZIONI BUONE, LISTINO € 1.890, VENDESI A 390€.
    Koetsu è la parola d’ordine per poter accedere nel territorio dell’Olimpo analogico, la chiave che permette di entrare nelle stanze riservate all’hi-end, il componente di alto livello che completa (o che inizia) la catena di apparecchiature che hanno velleità di prestigio assoluto.
    Koetsu è il fonorivelatore MC che prima o poi ogni analogista prende in considerazione come possibile acquisto, possibilità questa che spesso viene mortificata dal prezzo che bisogna pagare per possedere una di queste testine ormai mitiche. È comunque necessario tener presente che l’ostacolo principale a che si compia il passo fatidico dell’esborso del vil denaro non sia di per sé il copioso dissanguamento in termini di euro, ma la consapevolezza di poter godere in modo assoluto della qualità della puntina giapponese solamente se accoppiata a un adeguato step up passivo che ne assecondi i 5 Ohm di carico interno capacitivo che, tra l’altro, caratterizza tecnicamente tutta la linea Koetsu. Insomma, gli appassionati devono sapere che è necessario essere davvero degli amanti ed esperti conoscitori del mondo analogico per poter essere in grado di sopportare lo stillicidio dei numerosi accorgimenti, delle svariate prove e sedute di ascolto, dei successivi aggiustamenti, delle mille accortezze da valutare attentamente. Bisogna quindi essere in grado di poter superare tutti gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento della magia, che si realizza solo con la perfetta messa a punto meccanica ed elettrica di questo tipo di testine. Assolutamente sconsigliato questo tortuoso cammino a tutti coloro che prediligono il plug and play e che non desiderano perdere intere giornate dedicando pazienza e amore a un piccolo oggetto qual è il fonorivelatore. Visto che siamo in argomento, rivisitiamo l’intera vetrina Koetsu il cui posto principale è occupato dalla Onyx Platinum, seguita dalla Rosewood Platinum, tutte e due contraddistinte dall’ostica uscita a 0,2 Volt che necessita in senso assoluto del trasformatore elevatore idoneo. La carrellata prosegue con i modelli Urushi, Rosewood Signature, Rosewood Standard e, last but not least, la Black che, con i suoi 1.890,00 euro di targa, chiude in basso l’ordine economico seguito nell’excursus del suddetto listino. Tutti questi pick up della Koetsu, rigorosamente fatti a mano, devono il perdurare della loro esistenza al lavoro dei figli dell’ormai anziano (e non ancora deceduto come in molti sostengono) Yosiaki Sugano, creatore del marchio Koetsu che, curiosamente, prende spunto dal nome di Honami Koetsu singolare personaggio, artista-artigiano e guerriero che fa parte della cultura e della storia giapponese del diciassettesimo secolo, alla cui filosofia di vita Sugano San si è sempre ispirato.
    Si può affermare con tranquillità che le Koetsu sono le testine più conosciute al mondo, soprattutto grazie alla raffinatezza dei materiali utilizzati in ogni loro parte, a cominciare dal motore composto da magneti in alnico e, nel caso della Onyx Platinum, in pregiatissimo samario-cobalto. Per proseguire con la delicata smaltatura in argento dei finissimi cavi interni e i corpi in legno di palissandro o in marmo di onice costruiti da artigiani specializzati e dai figli di Sugano. Dipaniamo subito i possibili dubbi che si possono essere creati nel pur breve “pistolotto” iniziale. La Koetsu Black, oggetto di questa prova, possiede un’uscita di 0,6 Volt che, in termini elettrici, non costituisce un ostacolo in senso assoluto all’interfacciamento con i pre phono MC comuni, i quali in genere cominciano ad avere qualche problema solo in presenza di segnali di solito inferiori ai 0,3 Volt. Ecco spiegato il motivo per cui sovente le Koetsu vengono impiegate dagli appassionati senza lo step up ottenendo comunque risultati sonori soddisfacenti. Ciò che vogliamo constatare in questa sede è quanto margine di miglioramento è possibile ottenere inserendo un trasformatore idoneo, in questo caso il Koetsu MCR-1, con i filamenti del trasformatore smaltati in argento, lungo la linea del segnale e, inoltre, con il Kiseki MCT-2 da 5,3 Ohm con avvolgimenti in rame. Durante questa prova non verrà tenuto in alcuna considerazione il rapporto qualità prezzo e ciò per due motivi: primo perché si sta parlando dell’estremo superiore della fascia qualitativa, fascia nella quale diventano meno rigidi quei parametri che solitamente si prendono in considerazione per stabilire un giusto prezzo, secondo perché il trasformatore (e i trasformatori in genere) sono diventati di difficile reperimento sia lungo i canali ufficiali (spesso ci si deve rivolgere al mercato estero anche via internet), sia nel mercato dell’usato con la conseguenza di non poter definire un listino prezzi preciso e attendibile.
    Ma torniamo all’oggetto della nostra prova, vale a dire la Koetsu Black che, con il corpo in metallo color nero, risulta creare un affascinante effetto estetico pendant con il J. A. Michell Girodec e lo SME IV color alluminio che costituiscono la sorgente analogica di riferimento. Quindi, la prima prova valutativa è stata affrontata collegando la Black direttamente al pre phono MC. Il peso di lettura è stato regolato sui 2,1 grammi, un valore di pochissimo superiore al limite massimo, ma necessario ad eliminare alcuni riscontri di distorsione che affliggevano gli estremi banda nel caso di una regolazione canonica del peso di lettura. Niente di più normale, infatti bisogna ricordare che la particolare gomma che realizza la sospensione del cantilever è molto sensibile al cambiamento del microclima, in questo caso però è necessario avere a disposizione una bilancina di assoluta precisione come la Cartridge Man per poter effettuare una taratura di precisione estrema.

    L'ascolto
    Partiamo allora con la voce di Billie Holiday che acquista una vena di calore nell’emissione, e un vellutato fluire del canto che sgorga dalla gola con molta naturalezza, anche gli strumenti assumono una compostezza esemplare e appaiono presenti e decisi nel soundstage ma senza voler dimostrare con forza la loro fisicità, anzi sembrano rotondi e timidi ma molto credibili e convincenti nel carattere timbrico. L’orchestra sinfonica assume colorazioni ambrate che mettono in risalto la ligneità degli archi giustamente ruvidi e dinamici. I transienti non appaiono pronti e veloci in senso assoluto ma, come succede anche con l’ascolto della musica jazz, espressi con un andamento sinuoso che arrotonda e smussa i passaggi dinamici più impegnativi. In questo modo è facile riuscire a discernere le armoniche di contorno che affascinano e coinvolgono nell’ascolto donando all’appassionato una sensazione di rilassatezza dettata soprattutto dall’istintiva consapevolezza di assistere a un evento sonoro molto naturale e spontaneo. Le parole chiave di questa prima configurazione della sorgente analogica sono naturalezza di emissione, dinamica rotonda con estremi banda corretti ma appena levigati.
    La seconda configurazione prevede l’ingresso nella catena dell’impianto del trasformatore Kiseki MCT-2 e del cavo XLO100, con la sostituzione del pre phono AM Audio MC02 con l’MM20 della stessa marca. Le cose cambiano in modo radicale. Innanzi tutto la dinamica diventa più sicura e pronta, nel senso che alla rotondità manifestata in precedenza si sostituisce la velocità nella risposta ai transienti che in effetti mancava. Anche l’immagine trae giovamento dalla presenza del trasformatore esprimendosi con un bassorilievo che mette in evidenza i chiaroscuri tipici delle lavorazioni artistiche in avorio di cui ne acquisisce anche l’aspetto cromatico. La voce di Billie Holiday è sempre naturale e spontanea ma maggiormente ricca di particolari della registrazione come i respiri della cantante che sono più intelligibili e netti, la sensazione è che una luce più chiara illumini la scena che precedentemente era in leggera penombra. Più agili sono i transienti dell’orchestra che gode di maggior respiro allargando il quadro sonoro e donando anche lucentezza agli ottoni e snellezza ai contrabbassi. Anche la musica jazz, se perde un pizzico di intimismo tipico del locale denso e scuro, acquista di contro una trasparenza assolutamente necessaria allo scopo di delineare un’immagine precisa dei contorni strumentali, un risultato sonoro che, solitamente, viene espresso con la caduta di alcuni veli che offuscavano in precedenza l’immagine. Infatti si assiste al realizzarsi della magia. La voce di Billie Holiday è sempre molto naturale, dinamica, definita ma maggiormente raffinata e circondata da un alone di luce soffusa che rischiara tutte le nuance, le inspirazione ed espirazioni della cantante mettendo in risalto anche l’interpretazione intima dell’artista che sembra soffrire mentre socchiude gli occhi nell’intensa ricerca della nota perfetta, del tempo ideale, della sublime ispirazione mentre la sua lingua, probabilmente impastata dagli abusi di droga e alcool, schiocca densamente alla ricerca di un po’ di saliva. Con la musica sinfonica si può godere della pienezza di emissione che l’orchestra è capace di offrire, nessuna compressione, nessun tentennamento, solo tutta la timbrica propria dei singoli strumenti come nel caso degli ottoni che si esprimono con vigore ma anche con larghezza facendo risuonare con gli squilli tutta la sala, oppure i timpani che vibrano e con loro anche l’epidermide di chi ascolta sollecitata dalla pressione sonora. L’utente rimane rapito da un’immagine solida, fatta di particolarità cromatiche varie e assolutamente naturali e credibili. Il coinvolgimento psichico è totale aiutato dalla sensazione di individuare tutti i riverberi propri della sala in cui avviene l’evento sonoro originale. Nasce anche spontaneo il pensiero e la convinzione che, nei solchi del nostro amato vinile, ci sia davvero tutto; bisogna solo tirarlo fuori! Le parole chiave sono: estrema naturalezza tonale e timbrica, forte sensazione di veridicità dell’evento registrato, coinvolgimento intimo durante l’ascolto, estrema cura nell’emissione dei microdettagli. La magia si è compiuta ancora.
    Oppure si può lasciare tutto come sta e decidere di affrontare la spesa di una Koetsu più nobile come la Onyx o la Rosewood, ma non basta. Sì perché poi ci vuole l’amore e la passione per far in modo che la magia avvenga, ci vuole la cura dell’audiofilo, la delicatezza dell’amante, la sensibilità del cultore, l’esperienza di chi ha dedicato molti anni alla pratica, all’ascolto ed alla sperimentazione. Il risultato che ci si pone di fronte è alla fin fine parte di noi, è una nostra creatura, è il nostro suono, la nostra blue note, in questo caso l’impianto è lo strumento che interpreta, che suona e noi ne siamo gli artefici principali, i motori primi dell’evento musicale che si libera nella nostra sala d’ascolto. Il vinile può permettere tutto questo, ma può anche far infrangere le nostre attese in cocenti delusioni e amarezze, è necessario quindi avere un po’ di pazienza, soprattutto i neofiti e chi, con molti sforzi, sta cercando di comporre un primo impianto e di sistemare al meglio la propria sorgente analogica anche se di modesto lignaggio. Certo, per molti questa splendida testina rimarrà solo un sogno, ma è comunque importante sapere che questo sogno è una meravigliosa realtà.

  2. #2
    Data registrazione
    Mar 2002
    Località
    chieti
    Messaggi
    1.991

    venduta, grazie.


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