|
|
Risultati da 1 a 7 di 7
Discussione: Curiosità su Onkyo DV-SP1000
-
10-11-2004, 08:54 #1
Curiosità su Onkyo DV-SP1000
...ma com'è possibile che in USA costi 1999 dollari (di listino, quindi non escludo che si trovi a meno) e qua in europa 3500 € nei migliori dei casi e 4000€ nel peggiore???
Va bene che la conversione dollaro/euro non viene mai fatta regolarmente... ma qui si esagera!
Saluti,
zan.
-
11-11-2004, 13:31 #2
Zanarduz,
purtroppo i fattori che causano queste differenze sono molti, e raramente sono trasparenti.
Intanto cominciamo con il dire che, in linea di massima, tutti i prezzi USA sono sempre al netto delle tasse di vendita ( l'equivalente della nostra IVA) che varia da stato a stato ma di solito è tra il 6,5 ed il 9%: per cui, il listino corretto USA è di circa 2150 dollari.
I prodotti, da noi, sono gravati di una aliquota che sfiora, tutto insieme, il 25% (se non oltre), costituita da dazi doganali di ingresso e IVA. Con una tassazione analoga agli USA, i 3,500 euro diverrebbero circa 3,000, e scusate se è poco.
I discorsi valutari, poi, lasciano il tempo che trovano: le case madri difficilmente adeguano al ribasso in caso di valute vantaggiose, e di solito cercano di evitare rincari in caso di valuta svantaggiose: gli italiani che vendono negli USA, ad esempio, non hanno certo rincarato i prezzi del 40%, anche se negli ultimi 18 mesi questo è l'effettivo shift occorso tra dollaro ed euro...un produttore orientale media i propri risultati tra le vendite in dollari ed euro, per cui ci si ritrova, a volte, con scompensi apparentemente ingiustificabili dal punto di vista dell'utente, ma assolutamente razionali dal punto di vista del produttore.
Una grossa voce la determinano anche i volumi di vendita: per capirsi, l'Italia ha certamente, in termini di mercato audiovideo, una dimensione molto piccola se paragonata agli USA, e la concorrenza, soprattutto nel segmento alto, è per certi versi meno sfrenata che laggiù.
Molto poi, infine, deriva dalle politiche commerciali della casa madre prima e dell'importatore poi. Succede in questo settore come nel mondo dell'auto, dove i veicoli hanno prezzi radicalmente diversi a seconda del paese: se una casa di "riferimento" ha determinati prezzi su un certo mercato, i concorrenti, valutate le debolezze/vantaggi del proprio prodotto, lo prezzano in funzione del "riferimento".
Se un "top player" vende a , diciamo, 5,000 euro ed io produco un oggetto equivalente o superiore, lo porrò sul mercato ad un prezzo vicino a quei 5,000 euro, indipendentemente da quanto mi costi effettivamente. Se poi la richiesta di top players dovesse incrementarsi, sarà la crescita della domanda che spingerà i produttori a presentare proposte sempre più accattivanti ed appetibili.
Noi siamo svantaggiati dal punto di vista audiovideo rispetto agli USA, ma siamo avvantaggiatissimi per decine di altri prodotti, soprattutto alimentari ed abbigliamento: ci ho vissuto, e ti assicuro che comprare scarpe o vestiti italiani ha del ridicolo, rispetto ai prezzi cui noi siamo abituati, ed anche in questo caso non sussistono ragioni oggettive di tali differenze, ma solo "posizionamenti" commerciali diversi.
Nulla vieta, comunque, al consumatore che ritenga inaccettabile il sottoporsi a tale logica, il trovare modi per sfuggire (sempre nell'ambito della legalità) a tali politiche, ricercando migliori condizioni od optando per l'astensione dall'acquisto, se ritenuto non conveniente.
Ciao,
Andrea...Una scrivania pulita ed ordinata e` il primo sintomo di una mente malata...
-
11-11-2004, 13:37 #3andrea aghemo ha scritto:
od optando per l'astensione dall'acquisto, se ritenuto non conveniente.
1) scegliendo italiano (ove possibile)
2) scegliendo marchi che abbiano politiche diverse
Abbiamo solo questo strumento, perchè rinunciarvi?
ciaoMauro Cippitelli
-
11-11-2004, 22:59 #4maurocip ha scritto:
Questo soprattutto, ed aggiungerei:
1) scegliendo italiano (ove possibile)
2) scegliendo marchi che abbiano politiche diverse
Abbiamo solo questo strumento, perchè rinunciarvi?
ciao
Mauro, hai ragione, anche se:
1) dopo un consiglio del genere, se passi di qua ti faccio sbranare dai cani, visto che io distribuisco SOLO marchi americani;
2) Assolutamente sì.
Il mercato è fatto da una serie di leggi non scritte ma il cui rigore è assoluto. Ovviamente, chi vende cerca di farlo
a) al prezzo più alto accettabile dal mercato stesso
b) cercando di ottenere il massimo del profitto.
Volente o nolente, non esiste azienda che non segua questa regola: se qualcuno dichiara il contrario o si tratta di una fondazione benefica (ma non mi risulta ne esistano, nell'Audio/Video) o sono bubbole.
Tuttavia, da operatore del settore, devo riconoscere che, a volte, mi è capitato di valutare l'opportunità di importare oggetti che, seppur validi, non avrebbero potuto essere proposti a prezzi analoghi a quelli del paese d'origine...io ho deciso di soprassedere, ma non è detto abbia fatto la cosa giusta.
Insomma, tutto questo per dire che è tutto sommato sterile la considerazione del valore aggiunto intesa in senso generale, mentre ha molto senso se effettuata in modo soggettivo, ed orientata alle nostre tasche.
Ovvero: il punto non è se sia o meno sensato proporre a 100 qualcosa che nel paese d'origine costa 50, perchè chi propone la cosa si è fatto certamente i suoi calcoli, ed ha sicuramente delle valide motivazioni per agire in un certo modo (a chi si lamenta, basta dire: e perchè non ti metti ad importarlo tu?).
Il punto è piuttosto: per me e per le mie esigenze, vale la pena spendere 100 per l'oggetto x? Se la risposta è sì, bene, altrimenti ci si orienta su altro...
Ciao,
Andrea...Una scrivania pulita ed ordinata e` il primo sintomo di una mente malata...
-
11-11-2004, 23:42 #5andrea aghemo ha scritto:
Il punto è piuttosto: per me e per le mie esigenze, vale la pena spendere 100 per l'oggetto x? Se la risposta è sì, bene, altrimenti ci si orienta su altro...
Ciao,
AndreaIvan
-
11-11-2004, 23:57 #6
Certo, Ivan, hai perfettamente ragione: quello che dico è che l'utente non può colpevolizzare un operatore perchè, apparentemente, i prodotti da lui distributi "sembrano" avere un ricarico maggiore di quello di un altro distributore.
Il consumatore non ha modo di capire quali logiche o necessità vi siano alle spalle della determinazione di un prezzo, e non può effettuare con discernimento una analisi circa quale sia l'importatore più "corretto" od "onesto".
Volumi di vendita, campagne pubblicitarie, costi di distribuzione, di acquisto e di trasporto...tutti dati non noti all'utente finale! Insomma, per chi sta dall'altra parte del bancone, l'unica analisi possibile, in buona coscienza, è "sono disposto a spendere questa cifra per questo prodotto?".
Se poi si ritiene di non trovare giustificato un certo ricarico è lecito non procedere all'acquisto, ma un ricarico elevato non vuole necessariamente dire che l'operatore stia cercando il "quattrino facile", tutto qua.
Io ho acquistato, come privato cittadino, delle cose negli USA (quando l'ho trovato più saggio e sobbarcandomi i rischi connessi) e delle altre in Italia se il prezzo mi appariva adeguato alle mie esigenze ed alle mie saccocce: ma l'ho fatto in base al mio metro di misura, che non necessariamente è valido per altri!
Ciao,
Andrea...Una scrivania pulita ed ordinata e` il primo sintomo di una mente malata...
-
12-11-2004, 08:47 #7andrea aghemo ha scritto:
Mauro, hai ragione, anche se:
1) dopo un consiglio del genere, se passi di qua ti faccio sbranare dai cani, visto che io distribuisco SOLO marchi americani;
2) Assolutamente sì.
Il mercato è fatto da una serie di leggi non scritte ma il cui rigore è assoluto. Ovviamente, chi vende cerca di farlo
a) al prezzo più alto accettabile dal mercato stesso
b) cercando di ottenere il massimo del profitto.
.
Scherzi a parte, secondo me hai pienamente ragione.
E' il consumatore che deve decidere come spendere i suoi soldi.
Io una scelta l'ho fatta, premiando marchi che abbiano accorciato la catena di distribuzione (sono in meno a doverci mangiare) oppure scegliendo prodotti che hanno caratteristiche peculiari non offerte dalla concorrenza, a prescindere dalla catena di distribuzione.
Vedi Andrea, io sono un ex progettista informatico migrato nel marketing da poco: ebbene mi è MOLTO chiaro come a volte la catena sia giustificata e a volte molto meno. Non sono rari i casi di offerte in cui l'offerente margina su un prodotto triangolando con un altro fornitore: il cliente paga anche il 30-40% in più semplicemente perchè ha chiesto il servizio al fornitore sbagliato....
Tornando all'audio, l'intelligenza di un consumatore si sposa all'intelligenza di un distributore: in questo caso la soddisfazione sarà reciproca....
ciaoMauro Cippitelli