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Crossover elettronico: seconda parte
Crossover elettronico: seconda parte
Nella prima puntata abbiamo parlato delle caratteristiche che deve possedere un buon crossover elettronico per poter lavorare correttamente. In questa puntata vedremo come operare degli incroci acustici corretti utilizzando le “curve guida”.
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Scissione | stagione 2 | la recensione
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Cinque mesi dopo il risveglio che ha portato gli interni fuori della Lumon, Mark viene reintegrato al lavoro insieme a Helly, Irving e Dylan, e si prefiggono di trovare Casey e salvarla. Ma quando le cose sembrano mettersi per il verso giusto si palesa una realtà molto più pericolosa di quanto tutti potessero immaginare.
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Risultati da 1 a 10 di 10
  1. #1
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    Feb 2006
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    dedicato a chi non ama le B&W


    Non mi piace utilizzare un’espressione del tipo “suono di riferimento”, ma è innegabile che in 30 anni di ascolto i diffusori Bower & Wilkins hanno rappresentato un parametro sonoro sempre attendibile e coinvolgente. Giampiero ed io eravamo rimasti senza parole ai tempi della presentazione della nuova serie “800”, impressionati anche per la mole di informazioni fornita alla stampa (chiara, trasparente, esaustiva), che illustrava una dotazione tecnica di tutto rispetto e andava a centrare la realtà di una linea di produzione basata su ricerca e sviluppo, investimenti e volontà di cimentarsi con la realtà sonora offerta dalla discografia. Proprio qui sta il nocciolo della questione. Quando abbiamo a che fare con un impianto di riproduzione sonora, non si ascolta musica in senso astratto, quasi che per magia un determinato evento sonoro entrasse nella catena hifi per giungere sino ai diffusori per la ritrasformazione da segnale elettrico in vibrazioni dell’aria. La sorgente musicale è sempre e comunque il disco (qualunque sia il formato che andiamo a considerare). Noi ci occupiamo della più o meno corretta riproduzione di un supporto che è già di per se una riproduzione. L’evento musicale è stato infatti registrato in un dato momento in un certo ambiente, con una microfonazione più o meno complessa e con l’intervento determinante in sala regia sui livelli delle singole tracce, equalizzazione e quant’altro. Questa è la realtà del supporto musicale, una sorgente sonora che non ci è dato modo di conoscere nella sua realtà effettiva, un evento “fotografato” in un certo momento in base alla visione artistica dell’interprete e tecnica del responsabile dell’incisione.
    “This being the state of affairs” (come gli inglesi direbbero “stando così le cose”) il concetto di riproduzione sonora, in senso letterale, sembrerebbe un’impresa destinata al fallimento. È chiaro, tuttavia, che c’è un possibile compromesso, nel senso che con un po’ di esperienza non è difficile individuare gli impianti più o meno “attendibili” nella riproduzione di un disco, o meglio della media di quelle incisioni che fanno parte del piacere musicale di ciascuno. Audio Review è stata tra le pochissime riviste che si è presa la briga di andare a visitare orchestre e le sale da concerto nel momento in cui erano impegnate ad incidere dischi, curiosando dietro le quinte per raccontare la nascita della vera fonte della riproduzione sonora. Vi assicuro che ben pochi giornalisti hanno avuto al fortuna (la voglia e la possibilità) di poter seguire in prima persona delle sessions di incisione. Ne abbiamo viste e sentite delle belle, a Londra come a Milano, ad Amsterdam come a Berlino. In tutte queste circostanze, assieme al sound engineer abbiamo ascoltato il master nel momento in cui veniva realizzato. Prima di esso abbiamo ascoltato il segnale mentre veniva captato dai microfoni, senza mancare il suono “reale” fuori dalla sale di regia, direttamente in “presa diretta” senza filtro alcuno di fronte all’orchestra, respirando la stessa aria degli esecutori. Da tutto questo deriva che se l’hifi è una (bella) finzione, anche il disco lo è…anzi, lo è per primo. Ho ascoltato a lungo seduto accanto a John Dunkerley, il mitico sound engineer Decca (quello che come vi raccontavo era in grado di sentire che il direttore aveva lasciato qualche monetina in tasca), responsabile di alcune registrazioni che sono state considerate le migliori. Dunkerley, tuttavia, non ascoltava musica, ma ascoltava un impianto, un sistema di elettroniche terminato…con una bella coppia di B&W 801. Vi siete mai chiesti perché buona parte dei dischi suona bene proprio attraverso questi sistemi di altoparlanti? Non perché siano i migliori del mondo…quali lo sarebbero? Ma perché con essi sono stati ascoltati e decisi dal direttore e dal tecnico tutti i livelli, tutte le manipolazioni che il disco ha subito al momento del suo concepimento. Offrono quindi una sorta di “interpretazione autentica” del messaggio sonoro, un dato di fatto sul quale è inutile discutere più di tanto.

  2. #2
    mixersrl Guest
    ...se non ci fosse stato realmente un prodotto/azienda/etc validi e che si confermassero così nel lungo periodo sicuramente non stavo lì dove stanno adesso.......purtroppo a molti non è chiaro il concetto che in questo ambito non ci si improvvisa in quattro e quattrotto ma ci vuole tutto un cursus per assurgere a certi livelli......per questo mi convinco sempre più....come ho affermato anche altre volte....che un'azienda per avere l'appelativo di costruttore HI-FI deve avere almeno una ventina d'anni di storia seria sul mercato altrimenti tutti possono essere definiti costruttori o pseudo tali ma non contributori allo sviluppo della cultura Hi-Fi vera e propria.

  3. #3
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    Dec 2005
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    propongo un cambiamento del titolo di questo thread con:
    "B&W Official Club"

    mi sembra che non potesse avere un 1° post migliore
    OLED: Panasonic TX-77MZ2000E | Ampli: Pioneer VSX 417-S | Frontali: B&W 601 S3 | Masterizzatore DVD: Panasonic DVD Rec EH-57

  4. #4
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    Feb 2007
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    Torre storta
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    Allora nei dischi dovrebbero mettere con che diffusori andrebbero ascoltate...
    Per quanto siano irrealizzabili,la gente ama i sogni. Il sogno ci dà forza e ci tormenta,ci fa vivere e ci fa morire.E anche se ci abbandona,le sue ceneri rimangono sempre in fondo al cuore,fino alla morte...
    (Bersek)

  5. #5
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    Jan 2005
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    Citazione Originariamente scritto da mixersrl
    un'azienda per avere l'appelativo di costruttore HI-FI deve avere almeno una ventina d'anni di storia seria sul mercato
    beh ma un'azienda è comunque costituita da persone... l'azienda può essere giovane, ma le persone che la compongono di esperienza possono averne parecchia. in questo settore sinceramente non saprei fare esempi, ma in tanti altri settori ci sono state persone a guida di un marchio che poi hanno venduto "il nome" ad altri che hanno continuato la produzione senza avere più "l'esperienza ventennale" e la passione di cui parli tu... e stessa cosa queste persone hanno aperto una nuova azienda, apparentemente giovane ed inesperta, ma in realtà mossa da chi di esperienza ne ha da vendere.

    qualcuno sa fare esempi simili in ambito hifi?!

    ciao...
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    Stereo: McIntosh MA6500, Marantz SA-15 S1, iTunes, AirportExpress, DacMagic, B&W 804N, Klipsch RF7, Empire PS-2050, AKG K551, Sennheiser HD598

  6. #6
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    Jun 2004
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    Sorry ... ma io finche' ho lavorato come musicista compositore e girato svariati studi italiani tedeschi e americani non mi sono mai imbattuto nelle B&W che almeno fino agli anni '80 erano note prevalentemente in campo Hifi .... poi dopo a causa di mode e latitanze, cambiamenti vari ... sono apparse prima in Inghilterra e poi via via ....
    Io in primis ho sempre lavorato principalmente su Tannoy che trovavo nella maggior parte degli studi romani ma in genere ovunque senza scordare che furono per anni i monitor ufficiali di BBC.
    Poi, trovavo impianti Westlake con i 1000 e passa watt a canale, specie in Usa e al Music Land Studios di G.Moroder a Monaco di Baviera ... Anche la 4333a di Jbl era abastanza diffusa per lo scopo e poi ... si sono cominciate a vedere prima le Electrovoice ( una serie particolare che non ricordo ..) e le gigantesche Genelec. E si ... perche' c'e' stata mano a mano l'esigenza del cliente di wattaggi sempre maggiori e si e' andati da monitor che potevano essere tranquillamente pilotate da valvolari a mostruose creature avare di efficienza e in grado di sopportare wattaggi notevoli sulla scia delle costosissime installazioni Westlake ...
    Posso dire per esperienza personale che ogni volta che ho mixato e realizzato un master di un mio prodotto su Tannoy, lo sentivo proprozionalmente bilanciato e corretto su qualsiasi diffusore, con tutti gli altri menzionati c'era il rischio di tagliare o esaltare un qualcosa che invece non andava toccato ....
    Non mi e' mai capitato di lavorare con le famose ora B&W 800 o 801 che cmq dopo averne ascoltato in diverse occasioni la colorazione timbrica che hanno sulle medio-alte mi avrebbero portato a mixaggi scuri avendo sicuramente tagliato quelle frequenze in fase anche di regstrazione della singola traccia ... Questo per dire che una cassa monitor deve essere anche timbricamente quanto piu' neutra possibile e B&W come JBL, chi per un verso, chi per un altro per me e al mio orecchio NON lo sono.
    Ma la prova del 9 l'ho avuta quando Michel Hutckinson engineer del Sigma Sound Studio di New York, durante il mixaggio di un mio Album mi fece sentire il master di The Nightfly di Donald Fagen
    Spettacolo ! Mise il 1/4 di pollice su un ATR100 Ampex e via patchbay invio' il segnale allo Studio 5 ( 2 piani piu' sopra ) a detta sua perche' lui aveva l'orecchio piu' "tarato" su quegli ascolti ( WestLake anche quelli ).
    Prendemmo l'ascensore e nello studio 5, dopo una citofonata al recordista per far partire il nastro, comincio' l'ascolto di quel "paradiso" di master Appena tornato in Italia, la prima cosa che feci fu proprio quella di rimediare il supporto. Bhe, ogni volta che ho ascoltato il suddetto sulle mie Tannoy Arden ho ritrovato la stessa sensazione lo stesso corpo, punch, dettaglio e scena di quella meravigliosa notte del Sigma Sound.
    Ecco perche' mi fido di quello che Tannoy Arden restituisce ! Non solo con materiale mio, che conosco e che fu fatto e missato sulle Arden ma anche con materiale che ho avuto l'onore di ascoltare dove e stato prodotto e che riascoltato sulle Arden e' riuscito a ricreare la stessa credibile sensazione di ascolto. Poi Tannoy e' cambiata ....i tempi cambiano .... vabbe' ... oramai sono quasi una voce fuori dal coro ...
    Buon B&W a tutti

  7. #7
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    Mar 2006
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    E non può essere che tutti gli altri suonano come le tannoy perchè non sono in grado di essere altrettanto trasparenti in gamma medio alta?

    Ti dico questo perchè in un negozio ho avuto modo di misurare alcuni diffusori di fascia media e alla fine le b&w cm7 sul grafico della risposta in frequenza sono sempre risultate un po' più indietro in gamma medio-alta ma all'orecchio suonavano più aperte e trasparenti. Non che la prova che ho fatto io, tra l'altro molto velocemente, sia esaustiva ma può essere indicativa di come la linearità non porti a medesimi sensazioni in ascolto.

    Visto che sei del settore, credo che puoi comfermarmi come i mixaggi si facciano anche in base al pubblico a cui il prodotto aspira di arrivare e come quindi è molto probabile che si cerchi un monitor che porti ad avere un suono che vada bene per tutti e non solo per chi ha impianti di un certo livello. Mutatis mutandis sto dicendo che chi ha b&w di fascia medio-alta con lettori adeguati e ampli adeguati non sta ascoltando quello che i fonici volevano far ascoltare. A me questo ragionamento non convince molto!

    Ciao.

  8. #8
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    Non ho mai avuto modo di misurare professionalmente in anecoica dei diffusori ... anzi ... se qualcuno conosce un service serio che conto terzi ( quindi non una struttura interna a un Brand ) riesca a fornire il servizio mi interesserebbe molto !
    Indi, gli unici grafici sono quelli delle case che nel caso delle Tannoy Arden trovavi all'interno della confezione insieme all'opuscolo e manualetto.
    Fermo restando che in campo HiFi B&W serie 800 rimane una gran cassa, io sinceramente ho difficolta' ad assimilarla prettamente in uso Monitor ... sara' un mio limite ....
    Cio' probabilmente e' dovuto a una dispersione eufonica di quella fascia medio-alta, che varia molto poi in funzione dell'ambiente, e che caratterizza il diffusore ( infatti puo' piacere o meno ) ma porta un ex addetto ai lavori come il sottoscritto a tagliare come frequenze cio' che non gli piace sbagliando l'equilibrio del risultato. Sicuramente ci sono persone molto piu' preparate di me che hanno scavalcato questa caratteristica e hanno un orecchio abituato a quel suono riuscendo a mantenere risultati equilibrati Io non ci sono riuscito e non solo con B&W come scritto nel primo post.... come non riesco a rinunciare alla scena creata da un coassiale rispetto alle verticalizzazioni spinte di un multivia a torre .... ma ripeto ... questi sicuramente sono mie abitudini e miei limiti .. e un mio sentire, interpretare la scena sonora..

    Per rispondere alla tua domanda ... io i suoni li facevo in base a quello che rappresentava il brano, a come lo sentivo io e alle sonorita' che volevo trasmettere. E' molto importante, imho, il timbro e la sonorita' di uno strumento sia esso reale o elettronico al fine di trasmettere una sensazione. Ci sono frequenze contenute in alcuni brani che ascolto di sovente, (al di la del genere musicale che puo' essere uno qualsiasi ... parlo di suono registrato ) che mi genarano i brividi lungo tutta la colonna partendo dal midollo, dal basso, come una sorta di vibrazione che sale e esce dal centro del cranio verso l'alto dandoti persino la sensazione che i capelli stiano vibrando ... La mia sorta di Nirvana !! ...
    Ovviamente, producendo brani che alla fine devono essere commerciali, una mediazione la devi sempre operare....
    Non puoi fare una pop hit con un bass drum che normalmente si usa sul rock anche se artisticamente magari ti potrebbe ispirare il paradosso anche a livello di ricerca .. cmq .. ti ho fatto un esempio al limite ...
    Ciao

  9. #9
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    molto interessante il tuo punto di vista highlander...

    ciao...
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  10. #10
    mixersrl Guest

    Citazione Originariamente scritto da Pippeis
    beh ma un'azienda è comunque costituita da persone... l'azienda può essere giovane, ma le persone che la compongono di esperienza possono averne parecchia. in questo settore sinceramente non saprei fare esempi, ma in tanti altri settori ci sono state persone a guida di un marchio che poi hanno venduto "il nome" ad altri
    qualcuno sa fare esempi simili in ambito hifi?!
    Giusto....ma mentre nel caso dei vecchi che fanno nuove aziende costruttrici la storia di questo settore ci insegna che hanno fatto ciò più volte nel caso dei giovani che sotituiscono i vecchi in un'azienda di solito si ritrovano il know-now, le strutture e il personale che proprio nulla non sono.


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