L'esorcista: la sfida tra HD e DVD

Alessio Tambone, Emidio Frattaroli 05 Maggio 2005 Media, HD e 4K

Da aprile è disponibile in DVD L'esorcista: la genesi, prequel del celebre film del 1973. I nostri giudizi sul film, sull'edizione DVD a risoluzione standard e anche sull'edizione in DVD ROM in formato WMV-HD ad alta definizione.

L'analisi tecnica

Partiamo dal presupposto che questo film non ha niente a che vedere con l'indimenticata pellicola di Friedkin, a parte il titolo ed il nome del protagonista. Il punto di forza di quel film era la presenza non visibile del Male, che incuteva timore anche senza essere visibile sullo schermo. Ma la decisione della produzione di puntare sullo splatter ha portato necessariamente ad un allontanamento da queste teorie. Scelta forse "giustificabile" come un tentativo di avvicinarsi ad un genere horror cambiato negli ultimi anni, un tentativo di venire incontro ad una nuova società.

Basti pensare che l'età media del pubblico in sala durante la proiezioni era piuttosto bassa: circa 16 anni. Evidentemente il cambiamento non ha premiato. Non ha premiato neanche la sfumatura da thriller che si è cercato di dare alla pellicola, che ha portato ad una trama completamente insensata a causa dei colpi di scena. Il tutto condito dalla totalità di simbolismi e situazioni della miglior tradizione horror/satanica: croci capovolte, iene affamate di carne umana, bambini ricoperti di vermi, nugoli di mosche e corvi della malora. Non mancano addirittura i soliti stereotipi militari, con i nazisti cattivi e gli inglesi dalla parte dei buoni, più o meno.


Padre Merrin e il piccolo Joseph in cammino

La regia di Harlin e il montaggio di Mark Goldblatt (XXX 2: the next level, Bad Company - Protocollo Praga, Bad boys II) cercano di fornire piccoli momenti di tensione, giocando però unicamente con l'alternarsi di primissimi piani e campi totali. Quasi assente l'uso di steady-cam. Da segnalare un'ennesima (presunta) scena di tensione durante la doccia della protagonista femminile. Chissà per quanto altro tempo ancora troveremo una doccia in un thriller...

Ad interpretare il giovane Padre Merrin c'è l'attore scandinavo Stellan Skarsgard, visto in Dogville e King Arthur e che vedremo l'anno prossimo nei panni di Turner (padre) nel sequel de La maledizione della Prima Luna. Anche in questo caso c'è poco in comune con il film del 1973. Questa volta Padre Merrin è un archeologo, somigliante più a Indiana Jones che ad un religioso. La discutibile crisi religiosa è accompagnata da una prova mediocre, avvalorata da un doppiaggio italiano non eccellente.

Qualcosa in più la offrono gli altri due protagonisti della pellicola: Izabella Scorupco nei panni della dottoressa Sarah e James D'Arcy (Master & Commander - Sfida ai confini del mare) in quelli del giovane prete idealista. Sulla stessa linea è il bimbo Joseph, interpretato dal piccolo Remy Sweeney.


Izabella Scorupco e James D'Arcy in azione

Direttore della fotografia è Vittorio Storaro, uno dei più illustri rappresenti italiani della categoria. Ha collaborato con Dario Argento in L'uccello dalle piume di cristallo, Francis Ford Coppola in Apocalypse now (Oscar come Miglior fotografia) ma soprattutto con Bertolucci (Prima della rivoluzione, L'ultimo imperatore, Ultimo tango a Parigi, Novecento). Ma in questo film anche la sua è un'opera opaca. Le scene di giorno in esterno sono di sufficiente qualità, con tonalità mediamente sature tendenti al giallo e al rosso, che si rifanno direttamente alle sfumature sabbiate dei precedenti film di Storaro.

Diverso il parere per le scene buie, specialmente quelle realizzate nella chiesa sepolta e nel tempio sottostante. Un utilizzo non verosimile di fari crea un effetto poco realistico, illuminando troppo il set e gli attori con con colori poco saturi. Nota negativa anche per il effetti speciali visivi. Realizzati dalla società italiana Proxima (la stessa che ha curato gli effetti di Natale sul Nilo!) risultano molto poco credibili e non si inseriscono per niente bene nelle scene reali. In questo caso segnaliamo in particolar modo la realizzazione delle iene, delle mosche e dello sfondo della città del Cairo.


Durante il film Joseph ha un incontro irreale con le iene

Il contributo dell'Italia al film non finisce però qui. L'intero film è stato girato a Cinecittà, con le ricostruzioni dello scenografo italiano Stefano Maria Ortolani (Nora, Le avventure acquatiche di Steve Zissou). I costumi sono invece stati realizzati da Luke Reichle (Un semplice desiderio). Entrambe le realizzazioni risultano sufficienti. Infine un rapido sguardo alla colonna sonora, realizzata da Trevor Rabin (Torque - Circuiti di fuoco). Abbastanza anonima, non suffragata evidentemente dalle immagini, non regala emotività particolari o situazioni di tensione. Insomma: il Rabin di Armageddon - Giudizio finale, Fuori in 60 secondi e Bad boys II era un'altra cosa.

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