SIM2 M.150 e degustazioni audio a Roma
Lo scorso 10 novembre, presso Musical Cherubini a Roma, c'è stata una edizione speciale delle degustazioni musicali, caratterizzate dalla presentazione del nuovo proiettore SIM2 M.150 a cura di Emidio Frattaroli, un confronto tra vinile, CD e musica HD a cura di Marco Benedetti e dimostrazioni di musica classica a cura di Marco Cicogna.
Il triello tra vinile, CD e HD di Marco Benedetti
Questa edizione delle degustazioni musicali da Cherubini è stata l'occasione per presentare un nuovo programma alternativo al solito valzer delle testine e all'arte dell'interfacciamento; l'idea è di mettere a confronto la stessa registrazione in qualità CD, alta risoluzione e vinile. Ovviamente sono confronti che per certi versi possono lasciare il tempo che trovano e in ogni caso sono legati alla qualità di "quella" specifica rimasterizzazione; ciò nonostante i risultati sono stati piuttosto consistenti, forse più del previsto. Siamo andati a braccio, senza una scaletta rigida, un po' perché questo genere di performance è un continuo divenire, se vogliamo un affinamento continuo, e un po' per adattarsi ai gusti del pubblico; voglio dire, capita pure che all'inizio sei pronto a far ascoltare l'Uccello di Fuoco, ma in un raro attacco di cortesia chiedi se preferiscono ascoltare musica classica o un po' di sano progressive e ti rispondano: "oddio, veniamo da un'ora di "cicognate", non ne possiamo più della grande orchestra, ti prego mettici i Pink Floyd!"
C'è ancora molto da mettere a punto, come del resto credo sia normale per uno spettacolo nuovo, soprattutto non ci siamo ancora con i tempi; ho evidentemente sottovalutato il tempo dedicato alle chiacchiere, spiegazioni tecniche e commenti sulle differenze (per inciso un bel problema, considerato che uno delle necessità contingenti del nuovo programma era inventarsi qualcosa che non duri 2 ore come il valzer, da cui tipicamente non sono il solo ad uscire stremato ma pure il pubblico...); di fatto la sessione migliore è stata quella delle 16, in cui siamo andati avanti fino alle 18, approfittando dell'ora di buca nel programma... Risultati consistenti, dicevo: abbiamo avuto la conferma che con un impianto di qualità l'alta risoluzione surclassa il CD senza discussioni.
Abbiamo avuto anche la conferma che il vinile è ancora inarrivabile, il digitale ad alta risoluzione ha però colmato buona parte del gap, con miglioramenti evidenti soprattutto agli estremi di gamma; in un caso - The Great Gig in the Sky - addirittura abbiamo avuto la sorpresa di notare che per molti aspetti il BD 24/96 della recente rimasterizzazione "Immersion" fosse preferibile alla leggendaria stampa Mobile Fidelity; che poi sulla naturalezza e la presenza della voce non ci fosse comunque partita a favore del vinile è un altro discorso. Poi bisogna anche dire che da un lato la sezione analogica utilizzata era prossima all'eccellenza assoluta: Lyra Atlas, EAT con braccio Ikeda, Tango MCT-999, ARC Reference Phono 2... Fanno quasi 40mila euro (!); la sola testina costa più di tutta la sezione digitale, compresi tutti gli ammennicoli accessori del computer.
Dall'altro lato però abbiamo la consapevolezza che il digitale oltre un certo livello di spesa offre migliorie alquanto marginali; il DAC utilizzato, l'eccellente Vuaghan di M2tech è uno dei migliori in circolazione, costa intorno ai 5-6mila euro; l'esperienza mi dice che se avessimo usato il DAC più costoso in circolazione, arrivando a una sezione digitale dal costo paragonabile a quello della sezione analogica, avremmo avuto si piccole migliorie, probabilmente una scena più ampia e profonda, un po' di dettaglio in più, un pizzico di naturalezza, forse, ma non sarebbe cambiato il verdetto finale. Insomma, non voglio dire che il digitale è "plafonato", oltre un certo livello non si va, (oddio, forse sotto sotto ho proprio voglia non di dirlo ma di urlarlo! :-) ), ma è incontestabile che spendendo di più, oltre una certa soglia con l'analogico si ottengono risultati molto più consistenti rispetto al digitale: il miglioramento che, per esempio, si ottiene passando da un'ottima testina da mille-duemila euro a un top di gamma come la Atlas non è neanche paragonabile a quello che si otterrebbe dedicando pari investimento all'upgrade del DAC.
Se vogliamo abbiamo la conferma che il digitale è più democratico: un Mac Mini (con Windows 7!) da 600 euro e un buon DAC di fascia medio-bassa offrono prestazioni del tutto soddisfacenti e superiori a quelle di un sistema analogico dello stesso prezzo: l'analogico di alta qualità richiede investimenti non indifferenti. A parte questo, credo che la grande forza della musica liquida vada cercata nel lifestyle, nella maggiore comodità, nel legame diretto fra il database della nostra collezione e la riproduzione; la musica liquida ci riavvicina alla musica ridimensionando l'attenzione sull'impianto. Da quel che si legge sui forum, pochi audiofili di quelli duri e puri l'hanno capito e preferiscono continuare a martellarsi sugli zebedei cercando differenze dal giorno alla notte cambiano un cavo USB... Non so più che farci, diciamo che dichiaro persa questa battaglia. Per fortuna non era il caso del pubblico presente sabato da Cherubini; un pubblico attento e appassionato; addirittura qualche baldo giovinotto; torno a casa stanco morto ma felice; eventi come questo rinfocolano la passione anche per noi coinvolti prefessionalmente nell'hi-end.
Marco Benedetti
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personalmente ho seguito solo la parte audio, era tardi e quindi non ho avuto modo di vedere il SIM2
è stato tutto molto interessante, ma per poter apprezzare fino in fondo certe installazioni sarebbe opportuno fare sessioni da 2-3 ore minimo...
un grazie a marco cicogna e marco benedetti