Pioneer TAD Reference One
Le grandi Reference One di TAD, arrivate nel nostro Paese solo lo scorso anno, sono considerate dalla stragrande maggioranza dei pochi fortunati che le hanno ascoltate un ottimo candidato come miglior diffusore al mondo
Il berillio delle TAD-R1
I punti deboli di una unità coassiale sono in genere due: il diametro elevato della bobina mobile del midrange per far entrare il corpo del tweeter, con conseguente massa elevata; la criticità di collegamento tra la membrana del mid e la cupola del tweeter con l'insorgere di anomalie della risposta all'incrocio. L'utilizzo del berillio scongiura sul nascere la massa elevata della membrana, concedendo un po' di margine al peso maggiore della bobina mobile del midrange. Il berillio utilizzato dalla TAD già sui suoi driver professionali è ottenuto per vaporizzazione ad alta temperatura, un processo messo a punto con la NGK dai tecnici della Pioneer. Il berillio vaporizzato su un supporto probabilmente morbido consente, secondo il costruttore, uno smorzamento interno che il berillio puro non può avere (vuoi vedere che si riferisce a Focal?), con una densità pari alla metà di quella del diamante cristallizzato (vuoi vedere che si riferisce a B&W?). Come al solito comunque non occorre guardare ad un numero per stabilire la qualità sonica di un materiale. Il diamante ha una velocità del suono che lo attraversa maggiore di un terzo mentre la rigidità è tre volte quella del berillio. Alluminio, titanio, e ceramica sono inferiori sotto tutti i punti di vista. Se lo smorzamento interno è veramente elevato possiamo affermare con certezza che musicalmente questo materiale avrà pochi rivali in termini di dettaglio e contrasto, sia micro che macro.
Per la riduzione delle interferenze tra l'emissione del midrange e quella del tweeter è stato adottato una sorta di collare metallico ed ovviamente fissato al polo centrale del midrange. La sua forma svasata è stata attentamente disegnata dopo molte simulazioni in modo da non produrre interferenze degne di nota alla frequenza di incrocio, che approssimativamente è posta a circa 2000 Hz. Un altro elemento venuto fuori dalla ricerca della massima prestazione è costituito dall'interazione tra il midrange, il tweeter e le vibrazioni della gamma bassa trasmesse dalla struttura messa in moto dai woofer. La soluzione a questo inconveniente, che genera una sorta di coda del segnale è stata quella del fissaggio disaccoppiato, in modo che nella trasmissione delle vibrazioni nella struttura si crea un accoppiamento capace di assorbire tutta questa energia indesiderata.
Il disegno della sezione dell'unità medioalti inviatoci dal costruttore mostra tutta la complessità della realizzazione, con i due anelli magnetici in neodimio e la struttura intermedia che realizza i due traferri. In particolare devo dire che la forma del polo centrale del tweeter ricorda appena il complesso super-lineare adottato dalla Scan Speak, anche se non è presenta alcuna cavità posteriore, ma ovviamente è chiaro che risultati simili si ottengono con soluzioni che vagamente si somigliano. La cupola del tweeter è realizzata anch'essa in berillio, con le stesse modalità di preparazione di quella del midrange e come quest'ultima presenta uno smorzamento notevole. Il decadimento della risposta nel tempo è infatti molto elevato sia in gamma media che in gamma alta, senza quelle caratteristiche code sonore che si portano dietro le cupole metalliche, specialmente ad alta frequenza.