Raya e l'ultimo drago | la recensione

Fabrizio Guerrieri 30 Marzo 2021 Cinema, Movie e Serie TV

Il film Disney sulla ragazza alla ricerca della creatura che riporti la pace nel suo regno, non è solo un intrattenimento di alta qualità. Rappresenta pienamente quello che è il mondo circostante, tra la paura del virus e il desiderio che le cose ritornino a com'erano quando tutto sembrava semplicemente normale


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Il regno di Kumandra in cui umani e draghi vivono in armonia, viene colpito dall’arrivo dei Druun, spiriti maligni che trasformano gli esseri viventi in pietra. Sisu, l’ultimo drago rimasto, racchiude tutti i poteri in una pietra che caccia via i Druun e riporta in vita gli umani ma non i draghi. Cinquecento anni dopo, Kumandra è divisa in cinque sottoregni, Coda, Artiglio, Dorso, Zanna e Cuore, a simboleggiare il corpo degli indimenticati draghi. Il sovrano di Cuore, Benja, addestra la figlia Raya all’arte del combattimento per difendere la Gemma Drago dalla cupidigia degli altri popoli. Durante un incontro in cui vengono riunite le varie tribù al fine di trovare un modo per tornare un unico popolo, la piccola Raya resta vittima dell’inganno di Namaari, figlia della sovrana di Zanna, che tenta di portar via la Gemma. Giungono anche gli altri e nel tentativo di accaparrarsi la pietra la rompono liberando ancora una volta il potere dei Druun. Sei anni dopo, Raya si mette in cerca di Sisu col fido Tuk Tuk, un incrocio tra un cane e un armadillo che rotola sulla propria corazza come un mezzo di locomozione. Una volta trovato l’ultimo drago inizia per loro un’avventura per riunire i cinque pezzi della Gemma e con essi i gruppi che un tempo formavano la florida Kumandra.


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Dai creatori di Oceania e Frozen, arriva questo film d’animazione flagellato distributivamente come tanti altri dalla pandemia, uscito in alcune sale e in contemporanea sulla piattaforma streaming Disney+. Un vero peccato data la grande cura nel mettere in scena gli elementi che lo compongono, a partire dalle sontuose scenografie cui la casa di Topolino ci ha da sempre abituati. Anche la storia è all’altezza di un prodotto, non solo per bambini, che arriva in un momento in cui credere e resistere sono le parole d’ordine in un mondo in cui un ordine normale delle cose pare essere smarrito.


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Anche se con uno spirito positivo e una grazia regale, Raya è diventata una guerriera che ha perduto qualsiasi fiducia nel prossimo. Oltre ad aver perso l’adorato padre pietrificato dai Druun, ha commesso l’errore di mostrare, a un’altra bambina come lei, la cosa più preziosa del regno. Sente il peso della colpa, come se tutto ciò che è seguito sia stata una sua responsabilità e per questo non cede di un passo sulle proprie convinzioni. Tuk Tuk è il suo amico tuttofare. Animale da compagnia, motorino monoruota e soldato impavido, rappresenta la parte dolce della ragazza. Ha l’aspetto dei due scoiattoli Cip e Ciop e la medesima simpatia, con quel pizzico di ingenuità che lo rende ancor più adorabile.


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Il resto dei componenti del gruppo che si forma per supportare Raya è tanto variegato quanto ben caratterizzato. In testa a tutti c’è Sisudatu, l’ultimo drago sulla faccia di una terra martoriata, che viene raccontato come parte leggera della storia. Sisu non solo ha perso i due fratelli e le due sorelle, è rimasta l’unica della sua specie, ma nonostante questo mantiene uno stoico coraggio nel credere che un’alternativa sia ancora possibile. Associato solitamente al fuoco, il drago è qui rappresentato dall’acqua in tutte le sue forme e mutazioni meteorologiche. Così come, al contrario della visione occidentale che lo vuole portatore di morte e distruzione, appare nel film nella versione della cultura orientale, come creatura portatrice di fortuna e bontà.


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Gli unici veri cattivi della favola sono i Druun, gli incontrollabili e filamentosi spiriti viola che possono sbucare ovunque senza preavviso. La giovane Namaari, rivale di Raya, farebbe di tutto pur di portare gioia e prosperità al suo popolo. Per questo è disposta a ogni bassezza, ogni possibile imbroglio. Ma al cospetto di Sisu i suoi propositi vacillano e uno spiraglio di luce inizia a farsi largo suo malgrado. In fondo le due ragazze sono le due facce di una stessa medaglia. Così come lo sono Virana, madre di Namaari, e Benja, padre di Raya, insieme agli altri capitribù.


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La sceneggiatura del film ha una qualità e ricchezza invidiabili, anche se con qualche minima sbavatura. Non mancano diverse citazioni a Indiana Jones, tutte più che esplicite, come se la protagonista volesse essere la sua versione al femminile. Qui non è tanto l’unione a fare la forza quanto piuttosto la fiducia, che manca proprio alla protagonista. Il suo sforzo di restare salda si contrappone al bisogno di conciliare le esigenze di tutti, unica modalità per rimettere insieme i cocci di un passato che rischia di restare tale. Le chiavi di lettura si moltiplicano proprio a partire da questo apparentemente semplice presupposto che scardina convinzioni e convenzioni laddove anche la personalità più aperta farebbe fatica.


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Un film che sarebbe stato bello vedere nelle sale, dove ha incassato molto tenendo presente le limitazioni dovute alla pandemia. In un periodo tanto lacerato, Raya e il suo universo sono davvero necessari per ricordare quanto sia fondamentale resistere sempre e comunque, una metafora profonda, piacevole e a tratti allegra dei nostri tempi oscuri. Così come la paura di un virus ha destabilizzato la percezione della realtà, così il ritorno degli spiriti maligni a Kumandra alimenta instabilità, violenza e prevaricazione. I Druun sono la rabbia collettiva che serpeggia sotterranea e subdola in attesa di essere liberata, il drago Sisu rappresenta la pace interiore, il traguardo da raggiungere con ogni mezzo. Raya siamo noi, insicuri, spaventati, ma col desiderio che tutto ritorni a com’era quando ogni cosa appariva semplicemente normale.


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VALUTAZIONI

Regia 7,5 Sceneggiatura 7 Musiche 8
Film 7,8

Raya e l'ultimo drago (Raya and the Last Dragon)
animazione, avventura, fantastico | USA | 2021 | 107 min

regia Don Hall, Carlos López Estrada sceneggiatura Qui Nguyen, Adele Lim musiche James Newton Howard

critica IMDB 7,5 /10 | Cinematografo 3 /5 | Rotten Tomatoes 7,7 /10 | Metacritic 75 /100
incassi cinema $ | 69 MLN

formato 4K Ultra HD, Dolby Vision, HDR10
aspect ratio 2,39 : 1
formato audio 5.1

 

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Commenti (1)

Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - Info
  • bradipolpo

    30 Marzo 2021, 15:59

    Ovviamente, quando uscirà su disco, scordiamoci l'edizione 4K italiana: un bel BD+DVD, tanto per non perdere l'abitudine.....

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