Yuja Wang, virtuosismo e sensualità
Yuja Wang suona davvero bene altrimenti come perdonarle gonne corte e audaci scollature? Molte ormai le incisioni dedicate al talento della Wang, in audio soprattutto, ma anche in video. Ascoltiamone qualcuna
Avevo assistito con qualche immeritato scetticismo il lancio discografico di Yuja Wang ormai più di dieci anni fa. Al pari dell'altro fenomeno pianistico Lang Lang, si presentava nel catalogo Deutsche Grammophon come la più recente acquisizione tra i giovani prodigi provenienti dalla Cina. Senza nulla togliere ai grandi nomi della discografia passata, la Wang ha al proprio attivo numerose incisioni che indicano senza mezzi termini non soltanto un virtuosismo straordinario, ma una “presenza scenica” nel proporre (quando non “imporre”) una propria visione musicale, che colpisce l'ascoltatore lasciandolo senza fiato. L'innegabile prestanza fisica le consente inoltre di affrontare il repertorio più impegnativo in un quadro sensualmente ammiccante, in questo offrendo una cornice scenica nuova (inopportuna forse per qualche musicofilo parruccone) alla tradizionale figura un po' ingessata del musicista classico.
Per quegli audiofili che ancora non hanno scoperto il fascino della grande Musica, segnalo che la sua lettura del celebre Preludio in sol minore di Rachmaninov è tra i miei pezzi di riferimento per il suono del pianoforte. Intanto potete averne un assaggio qui (ma c'è il file in alta risoluzione disponibile):
Chi apprezza la musica in video probabilmente conosce il Blu Ray in cui la Wang esegue il Terzo di Prokofiev con Abbado. L'abbinamento è con la Prima di Mahler in occasione del Festival di Lucerna dell'estate 2009, una delle prime apparizioni della Wang in un contesto di altissimo livello.
Più recentemente la sua esecuzione del titanico e percussivo concerto n. 2 di Bartok fa parte del box “Asian Tour” dei Berliner Philharmoniker. Ovviamente lo trovate anche come file audio alta definizione (etichetta Berliner Philharmoniker), ma qualcuno potrà apprezzare il video, peraltro con una ripresa che si avvale anche di una telecamera collocata in “audace” inquadratura.
La vediamo qui impegnata con il concerto di Ravel e il n. 2 di Bartok, due pagine davvero toste del repertorio del XX secolo. La segnalo perchè oltre che bravissima è anche sensuale. La maliziosa telecamera inquadra all'altezza dello sgabello la tastiera per avere un primo piano grandangolare, ma anche lo spacco del vestito, con pericolose...risalite. Non sto scherzando, è tutto documentato e se non ci credete date uno sguardo al finale del concerto di Bartok. Poi spegnete il video e ascoltate il corrispondente SACD (solo audio, s'intende); ascoltate anche la musica.
Per le pagine di AM Magazine mi sembra doverosa la segnalazione di un Blu Ray di buona fattura pubblicato appena nel 2018. Si tratta in effetti di un documentario che segue l'attività frenetica della pianista (oltre 100 concerti in un anno) in una sorte di “dietro le quinte” abbastanza insolito per un musicista classico. Il titolo dell'album è “Through The Eyes Of Yuja” ed è dichiaratamente un “road movie” realizzato da Anaïs e Olivier Spiro.
Vengono qui colti anche i momenti più difficili di una vita tanto frenetica, i frequenti viaggi, le prove, gli incontri con direttori ed interpreti. Ci si chiede dove questa piccoletta trovi tutte queste energie. Alla tastiera è un vero titano. L'etichetta è la valida tedesca C Major ed il programma comprende anche immagini e audio in alta qualità di due concerti completi della Wang, il Concerto in Sol di Ravel e la “Rapsody in Blue” di Gershwin, in entrambi i casi con il supporto dell'orchestra Camerata Salzburg diretta da Lionel Bringuier. Documentario in stereo, i due concerti in Dts Master Audio stereo e multicanale.
La mia “scoperta” musicale della Wang era avvenuta per caso in rete, nel confrontare diverse esecuzioni di “Erlkonig” (la formidabile trascrizione per solo piano di Liszt) per una recensione. Sono rimasto allibito di fronte all'energia di cui è capace questa pianista e di certo le si perdona volentieri il fatto di apparire (e perchè mai non dovrebbe) talvolta con gonna corta (semmai anche cortissima) e tacchi a spillo. Cercatela su “youtube” in una sua esecuzione degli Studi di Scriabin e lasciatevi affascinare.
Quando ho potuto seguirla dal vivo mi sono reso conto della validissima sostanza musicale di questa interprete. Si trattava del concerto per pianoforte di Tchikovsky (e al secondo tempo una eccellente prova dei Pini di Roma) con la nostra orchestra di Santa Cecilia.
Tra i numerosi album disponibili in casa DG voglio almeno menzionare quelli dal titolo “Fantasia”, raccolta di pezzi originali e trascrizioni che, non a caso, esigono una tecnica straordinaria.
Si tratta di miniature “d'autore” che di certo ha più volte scelto di eseguire come suggestivi “bis” al termine dei propri concerti. La Wang affronta un pezzo impervio come le variazioni di Horowitz sul tema della Carmen con stupefacente scioltezza, sublimando il brano con energia che appare inesauribile. Capriccioso e originale il suo approccio al Valse op 64 n. 2 di Chopin, impeccabili quanto impervi i cinque pezzi di Scriabin. Non manca un brano dalla inarrivabile tecnica come la trascrizione di Staub dell'Apprendista Stregone di Dukas. Sulla stessa scia anche la “Danse Macabre”, nella versione ancora una volta di Horowitz a sua volta basata sulla trascrizione di Liszt. Nella stesura originale sono pagine dalla sfavillante orchestrazione. La versione pianistica richiede uno spiccato senso del colore, oltre ad un respiro dinamico inesauribile per non “appiattire” il senso tridimensionale della complessa struttura sonora. Album generoso nei contenuti che propone anche gli Etude-tableau di Rachmaninov, la sonata K455 di Scarlatti e “Triana” da “Iberia” di Isaac Albeniz.
Incisione di assoluta trasparenza effettuata negli studi Teldex di Berlino nel 2011, con il pianoforte ben collocato in una scena dai contorni netti e definiti. Timbro piuttosto “asciutto”, con ambienza contenuta e dinamica ampia e naturale. La sensazione di presenza mette in ombra tante incisioni “pseudo-audiophile” che peraltro non possono contare su esecuzioni di tale calibro.
In questa breve rassegna non perdiamo il CD in cui la Wang è accompagnata dall'orchestra. Inevitabile il cimento con due tra le più celebri composizioni di Rachmaninov, il concerto n. 2 e le Variazioni su tema di Paganini. La Mahler Chamber Orchestra è diretta da Cludio Abbado, in un concerto dal vivo nell'ambito di “Ferrara Musica”. Yuja Wang viene condotta per mano dal maestro italiano, forse la sentiamo scalpitare e tuttavia persino in questa equilibrata e finemente cesellata lettura non manca di far emergere la brillantezza del fraseggio, un pianismo titanico che non lascia indifferenti. Abbado sceglie tempi alquanto spediti e come sempre ottiene uno smalto prezioso da ogni sezione, con archi morbidi ed espressivi. Il dialogo tra solista e orchestra si mantiene serrato, per una lettura sempre ad alta tensione. La registrazione mette a fuoco il pianoforte, senza mancare di fornire una efficace introspezione all'orchestra, resa con timbro garbato e dinamica esuberante.
La Wang appare anche nel box dell'integrale della musica orchestrale della musica per orchestra di Ravel pubblicata qualche anno fa e disponibile in Flac 24/96 di ottimo livello. L'orchestra è la Tonhalle Orchester Zürich con la direzione di Lionel Bringuier. Ovviamente c'è anche il disco con il concerto in Sol abbinato al celebre concerto per la “mano sinistra”. Esecuzioni davvero ben rese dalla cornice tecnica e sempre bene in evidenza il pianoforte.
Segnalato più volte per la qualità della registrazione è l'album “Berlin Recital” che consente di concentrarsi prima di tutto sul contenuto di pezzi russi di notevole impatto sonoro (Rachmaninov, Scriabin, Ligeti, Prokofiev).
Non mancate qui almeno il Preludio Op. 23 N. 5 di Rachmaninov che apre il programma. Andamento ritmico incalzante, dinamica che conduce al limite tecnico dello stesso pianoforte, ripresa sonora ravvicinata e concentrata che tuttavia non fa venire meno il respiro naturale dello strumento. S'intende che in termini tecnici tutto il disco è su questo standard, una ripresa dal vivo effettuata all'interno della Philharmonie, nella Kammermusiksaal della Philharmonie a Berlino. Questo album in formato di fila audio ha anche un “sequel” che raccoglie i “bis” registrati al termine del concerto. Tra queste brevi pagine voglio segnalare per concludere con una elegante miniatura la trascrizione per pianoforte curata da Earl Wild della “danza dei piccoli cigni” dal lago dei Cigni di Tchaikovsky. Sublime, raffinato e trasparente, lascia cogliere ogni dettaglio in una scena sonora ben presente ma allo stesso tempo naturale. Entra di diretto nei miei venti brani pianistici di riferimento. Per pochi centesimi potreste decidere di scaricare anche solo questa traccia per il sampler audiofilo di musica liquida.
Ora davvero non avete più scuse per trascurare la buona musica.
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