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Il disco del mese - maggio 2018

Recensione di Marco Cicogna , pubblicato il 21 Maggio 2018 nel canale AUDIO

“The Spirit of Turtle è il nome di uno studio registrazione caratterizzato da incisioni di ottimo profilo tecnico ed è anche il nome del sampler della casa che ha festeggiato da poco i 20 anni di attività, disponibile persino in 32 bit/ 352,8 KHz o nel combinato 2/5 canali e in DSD 64, DSD 128 e DSD 256”


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The Spirit of Turtle è il nome di uno studio registrazione caratterizzato da incisioni di ottimo profilo tecnico. In effetti è anche il nome del sampler della casa che mi è capitato tra le mani che ha festeggiato da poco i 20 anni di attività. Ma procediamo con ordine. In occasione di una demo audio di qualche tempo fa che vedeva protagonista il sistema di lettura digitale “Vivaldi” della dCS, il responsabile del marketing internazionale dell'azienda inglese, Raveen Bawa, mi faceva omaggio di un box con due dischetti. Pensavo al solito programma di musiche raccogliticce proposte dal marketing aziendale. Passa un po' di tempo e questo box riaffiora, quasi dimenticato, tra i miei dischi. Apro la confezione e prontamente si accende l'interesse.

I due dischetti sono in realtà due versioni dello stesso programma musicale: l'uno un SACD, l'altro un Blu-ray Audio, ciascuno in due ed in cinque canali. Questo sampler della casa (comprende le incisioni jazz della Turtle e quelle di classica della Challenge Records, etichette olandesi di pregio poco conosciute in Italia) offre una selezione jazz e classica. Pianoforte solo, piccoli gruppi strumentali, orchestra e grande orchestra romantica, anche con coro e solisti vocali. Un ampio compendio sonoro che in due ed in cinque canali appare superlativo per la naturalezza della ripresa sonora. Il bello è che questo sampler non è riservato ai clienti dCS, ma è effettivamente in vendita (assieme ovviamente ad un catalogo davvero ampio) sul sito della casa, in formato fisico e per download in formato liquido. Anche in DSD.

L'apertura del disco è con un paio di pezzi jazz, tanto per scaldare il cuore degli audiofili. Piccole formazioni acustiche il cui suono appare ricostruito senza sforzo nella mia sala. Da brivido. Ma quando passiamo all'estratto da un Americano a Parigi e al "Dies Irae" del Requiem di Britten (un pezzo del 1963 su cui ci sarebbe molto da dire) siamo trasportati in una sala da concerto a pochi passi da ampia sezione ottoni e grandi percussioni sinfoniche. Come piace a me. Lo stimolo di questi ascolti è stato tanto forte da convincermi ad un approfondimento.

  
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Responsabile tecnico di queste produzioni è Bert van der Wolf, che sin dal 1996 realizza incisioni in alte definizione. Già allora in 24/192 e ora anche più performanti. Nella foto allegata vediamo il suo studio (NorthStar Recordings) in configurazione multicanale. Tra le macchine utilizzate troviamo microfoni Sonodore, diffusori Avalon Acoustic, connessioni Siltech Mono-Crystal e convertitori dCS. Ma la musica è più importante. Scorrendo il catalogo si trova una discreta mole di lavori jazz, prevalentemente acustico. Alcuni di questi erano già arrivati da noi alcuni anni fa nel formato fisico SACD proprio su etichetta Turtle Records. Non è proprio il mio genere, quindi vi invito a curiosare nel sito, che offre anche la possibilità di ascoltare la prima parte di ogni traccia di ciascun disco.

Ma c'è molto di più. Gli artisti della Challenge Records sono principalmente di area olandese e fiamminga. Per la musica barocca c'è Kuiken con la sua “Petite Bande”, per l'Ottocento e il Novecento che l'orchestra dell'Aia e la Netherlands Philharmonic. Il repertorio non è quello particolare o di nicchia cui alcune coraggiose etichette indipendenti ci hanno abituato. Nel barocco abbiamo lavori del calibro delle grandi pagine vocali di Bach e Monteverdi e in ambito sinfonico c'è ad esempio una dinamica e brillante integrale delle sinfonie di Beethoven, i concerti per pianoforte di Beethoven, una Prima di Mahler pulsante di percussioni, lavori di Schumann, Bruckner e Mendelssohn.

Il “War Requiem” di Britten è impressionante per la resa sonora ed il realismo nella resa delle voci, degli ottoni e delle percussioni. Le sinfonie di Beethoven in esecuzione “quasi-filologica” sono moderne, incisive nella scelta dei tempi, finemente scandite nel ritmo e con un timbro puntuale ed incisivo in cui anche l'intervento dei timpani (in stile antico) è portato in discreta evidenza. C'è molta musica strumentale da camera, ma avrei piacere che voi stessi possiate scoprire un catalogo che non immaginavo tanto ampio. Tra le ultime uscite un disco in cui finalmente troviamo protagonista il controfagotto, con il suo suono pieno e possente reso in modo assolutamente inedito.

In più, ed qui il consiglio si fa “vivamente caloroso”, una bella lettura delle Quattro Stagioni di Vivaldi giocata con timbri caldi e pastosi e dotata di uno smalto solido. Suono di rilievo assoluto, disponibile persino in 32 bit/ 352,8 KHz o nel combinato 2/5 canali e in DSD 64, DSD 128 e DSD 256. L'esecuzione è quella del gruppo Ars Antiqua Austria capitanata dal violinista Gunar Letzbor. Piccole e grandi dinamiche sono elaborate in modo deciso, a tratti persino drammatico, con un risalto timbrico che seppur suggestivo, non appare mai fuori luogo. Un biglietto da vista importante che invita ad ulteriori approfondimenti. Buon ascolto.

Per maggiori informazioni: www.spiritofturtle.com  -  download

 

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