Huawei Freebuds 3

Fabio Angeloni 16 Marzo 2020 Audio

Abbiamo avuto modo di provare le ultime cuffiette wireless della Huawei, le Freebuds 3, e le abbiamo potute comparare con le precedenti Freebuds 2 Pro. Si tratta delle prime cuffiette wireless del genere con sistema di cancellazione automatica del rumore incorporato. Saltate su a dare un'occhiata!

Introduzione e caratteristiche


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Con la responsabilità di chi affronta per la prima volta su questa rivista l'argomento cuffie wireless compatte, rilevo che si fa presto a dire "buds", dopo che svariati anni fa il solito marchio avanguardista americano commercializzò quel suo primo modello che letteralmente rivoluzionò il nostro modo di ascoltare l'audio di uno smartphone e di altri device portatili. Il riferimento di questo tipo di auricolari, anche solo in quanto primi del genere, ancora oggi rimangono infatti gli Apple Airpods (magari declinati nel loro ultimo ed unico modello a cancellazione attiva di rumore, Airpods Pro, con processore Apple H1 e struttura di tipo in-ear), sulla cui diffusione pochi avrebbero inizialmente scommesso per via di una autonomia piuttosto limitata e di una qualità non eccelsa di riproduzione.


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Ma le innovazioni, si sa, spiazzano sempre l'uditorio. Ben presto quegli auricolari dall'aspetto sinuoso e particolarmente piacevole anche al tatto hanno invece catturato l'attenzione dei consumatori, ammaliando anche coloro che, oltre alle indubbie doti funzionali, hanno iniziato ad apprezzarli quale ennesimo emblema da appuntare alla propria maglia di "valore" estetico, se non addirittura di supponibile solidità economica, considerato il loro costo, certo non esiguo ed allora per molti elevato ai limiti dell'incomprensibile. Negli anni molti marchi si sono cimentati nel difficile esercizio di realizzare auricolari wireless ultracompatti con risultati non sempre eccelsi, anche in relazione al fatto che i costruttori vengono sempre posti di fronte all'oggettiva difficoltà tecnologica di far entrare batteria, circuiti, emettitore/ricevitore radio e (toh!) speaker in uno spazio non solo angusto, ma quasi inesistente.


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Se più in generale esaminiamo rapidamente i vari tipi di cuffie esistenti sul mercato, è indubbio che i modelli over-ear (il tipo più tradizionale), venendo posizionati esternamente al padiglione uditivo e non avendo vincoli dimensionali, generalmente sono in grado di offrire il miglior suono possibile. Qui non ne parleremo semplicemente perché grazie alla libertà dimensionale sarebbe stato troppo facile vederli vincere in souplesse.Tra i modelli di cuffie on-ear - più compatti dei precedenti - citiamo invece le Koss PortaPro che replicano il suono pieno, lievemente eufonico delle antiche e iconiche del 1984 (che devo pur avere nascosto da qualche parte, dannazione!) nella nuova versione wireless, esteticamente sovrapponibile alla ormai datata serie precedente wired (che comunque non ha mai brillato quanto ad estetica) se non fosse per l'archetto di filo che collega gli speaker, che risparmia il doppio collegamento radio ed aumenta l'autonomia dichiarata, pari addirittura a 12 ore in questo caso grazie al Bluetooth 4.1.


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Ancor più piccoli sono poi i tipi in-ear, che comunque riescono a sigillare il padiglione grazie ad appositi gommini in plastica e che quindi generalmente sono in grado di offrire una buona qualità sonora oltre a rimanere solidamente in sede quando si fa sport, ma che indossati a lungo possono risultare meno confortevoli e in rari casi addirittura determinano negli utenti la sensazione di avere nel condotto uditivo un corpo estraneo. Ce ne sono ormai moltissimi, sul mercato, e fra quelli di qualità ritroviamo modelli prodotti da storici marchi di cuffie, qual è Senheiser con le sue Momentum (no, amici audiofili, qui Dan D'Agostino non c'entra alcunché!) true wireless, con 4 ore di autonomia e Bluetooth 5.0 (in grado, quindi, di supportare il "protocollo" audio qualitativo per Android Qualcomm aptX). (Al riguardo informo che è state annunciate le nuove Sennheiser Momentum True Wireless 2 ANC.) Ma vanno positivamente prese in considerazione anche le Bose SoundSport Free, ultima creazione proveniente da un marchio che si è via via guadagnato una meritata nomea nel comparto specifico grazie all'efficacia dei suoi sistemi attivi di cancellazione del rumore, oltreché alla generale qualità sonora: questo modello in particolare garantisce 5 ore di autonomia e adotta il non recentissimo Bluetooth 4.1. Mi risulterebbe poi difficile tralasciare AKG, un brand che costituisce un vero e proprio riferimento negli studi di registrazione, che recentemente ha curato la customizzazione delle in-ear Samsung Galaxy Buds fornite con l'ultimo smartphone Fold recentemente provato dalla redazione, forse anche in relazione alla tiepida accoglienza ricevuta dal modello base per via di una qualità sonora complessiva non eccelsa. (A questo riguardo, anzi, ricordo che abbiamo recentemente dato notizia della presentazione del nuovo modello Galaxy Buds+.)

Segue : Hands On

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