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  1. #1
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    Guida: conoscere il videoproiettore


    Introduzione
    Questa guida ha lo scopo di illustrare in modo semplice e meno tecnico possibile gli aspetti della videoproiezione home cinema casalinga. Ormai il livello qualitativo raggiunto è tale da garantire un'esperienza molto appagante anche nel living di casa propria e sempre più persone si avvicinano a questi oggetti, rendendoli meno di nicchia di quanto non fossero un tempo.
    Dando seguito alla guida sui TV al plasma che scrissi tempo fa, cercherò di fare lo stesso con i VPR, senza la pretesa di togliere tutti i dubbi ma dando qualche risposta a chi si avvicina a questo settore per la prima volta. Sono come sempre aperto ai consigli di chi la leggerà e pronto a correggere eventuali inesattezza che per mia distrazione o incompetenza mi capiterà senz'altro di farvi trovare.
    Preciso che non sono un esperto del settore e che non ho una conoscenza neanche lontanamente paragonabile a persone come Emidio Frattaroli o altri utenti che frequentano questo forum. Ho solo raccolto ciò che si trova sulla rete e in questo stesso sito, spesso proprio grazie al contributo di tanti appassionati e operatori che lo frequentano.

    Grazie a Roby7108 che ha ancora una volta curato l'immagine di apertura




    Guida: conoscere il videoproiettore



    Obiettivo della guida
    Ciò che mi auguro di poter dare a chi leggerà questa guida è una preparazione di base che consenta di affrontare la scelta in modo più consapevole, in modo da comunicare al negoziante in modo più preciso le proprie esigenze e presentarsi ad una prova di visione sapendo già su cosa prestare attenzione. Infatti non sarà mai possibile sostituire l'esperienza diretta e non ci sono parole, frasi o concetti che possano sostituire il proprio occhio e l'analisi in relazione alle proprie esigenze rispetto al risultato che si cerca di ottenere.

    Di seguito troverete delle domande, alle quali ho tentato di dare risposta nel modo più comprensibile e allo stesso tempo esauriente che mi fosse possibile.

    Domande:

    1) Cos'è un VPR e perché acquistarlo?
    2) Cosa guardare tra le specifiche e quanto sono affidabili?
    3) Ci sono tipi differenti di VPR. Quali sono e che tipo di VPR fa al mio caso?
    4) Quali sono le caratteristiche o i difetti delle tecnologie più diffuse? - secondo post
    5) Oltre al VPR cosa serve per la videoproiezione? secondo post
    6) La lampada e gli altri sistemi di illuminazione. Cosa serve sapere al riguardo?
    7) Posso pensare di sostituirlo ad un televisore?
    8) L'installazione. Cosa è importante sapere e che livello di difficoltà comporta?
    9) La qualità di visione come si colloca in relazione a quella di un TV?
    10) Cosa deve tenere in considerazione chi compra un VPR? E per la fascia di prezzo?

    Accenni sul futuro e considerazioni personali.
    Link per fonti e approfondimenti.
    Ultima modifica di nenny1978; 28-10-2013 alle 15:56

  2. #2
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    1) Cos'è un VPR e perché acquistarlo?

    Un VPR, ossia un videoproiettore, è un dispositivo in grado di proiettare l'immagine su una superficie liscia perpendicolare alla sorgente luminosa che è alla base del funzionamento del dispositivo stesso. Ci sono diversi modi di utilizzo, ma qui parleremo dell'Home Cinema e di come viene implementato in questo ambito, tralasciando le finalità business che pure sono uno dei settori dove sono più utili per via di vari motivi, a partire dalla grandezza della superficie di videoproiezione raggiungibile e della facilità con la quale è trasportabile, se paragonata a quella di un comune TV di grandezza anche di molto inferiore come diagonale di schermo. Tornando appunto all'Home Cinema la motivazione che salta subito all'occhio è la possibilità che offre un VPR di ricreare a casa propria la sensazione di stare al cinema, che in effetti si avvale proprio della videoproiezione come sistema di visualizzazione.

    Specie con l'avvento del Full-HD la distanza di visione consente l'adozione di schermi sempre più grandi e ormai non è raro trovarsi nelle condizioni di poter fruire, volendo, anche di diagonali superiori ai 100” in un living casalingo o in un ambiente dedicato di medie dimensioni. Per giustificare una diagonale del genere basta essere al di sopra di 3,5 m di distanza con questa risoluzione, e con l'Ultra HD (e con il 4k) si parla di almeno 1,25 volte la base (oppure 1,5 volte l'altezza per stare a distanza ottimale).

    Ecco uno schema tra i tanti che si possono trovare sulla rete, che aiuta a capire di cosa parlo:

    Questo schema in particolare è tratto dal sito www.fillife.com e l'articolo da cui è tratto è disponibile al seguente link.

    Si capisce subito che rispetto ai tempi del DVD o delle trasmissioni in SD la situazione cambia notevolmente e l'acquisto di un VPR diventa molto più appetibile per una larga fetta di appassionati che prima per motivi di installazione non avevano le condizioni per poterne fruire. In sostanza viene quasi da chiedersi perché non comprarlo, piuttosto che il contrario. Preciso che parlo della visione di film, principalmente. In altre situazioni le condizioni necessarie allo sfruttamento ottimale del VPR non consentirebbero di giovarne in modo completo, ma è certo che anche un evento sportivo può essere visto in modo più appagante specie se si è in compagnia, così come un videogioco può essere più immersivo e coinvolgente.

    Questi sono infatti tra i vantaggi e le motivazioni più valide per l'acquisto di un VPR: la diagonale ottenibile, che porta appunto ad una maggiore immersione e coinvolgimento e la facilità di installazione. Rispetto ai prodotti a proiezione frontale, come i TV LCD o al plasma (non cito i crt perché ormai fanno parte del passato), portano anche meno fatica durante la visione.
    Ultima modifica di nenny1978; 19-10-2013 alle 12:48

  3. #3
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    2) Cosa guardare tra le specifiche e quanto sono affidabili?

    Una volta capito se il VPR può essere un prodotto che interessa viene il momento di cercare di districarsi in un mercato piuttosto vasto, con molte tecnologie coinvolte e fattori che contano in modo specifico per questi dispositivi e con cui una persona che sino ad oggi ha sempre acquistato TV potrebbe non essere a proprio agio.
    Per intenderci, tra le specifiche potrebbe non essere sufficiente badare a chi ha il valore più alto e basta (cosa che in effetti vale anche per i TV) e quindi è il caso di fare conoscenza con i parametri fondamentali per farsi un'idea di massima e poter fare una prima cernita tra i prodotti a disposizione.

    Partiamo con il valore principale, che riguarda la fonte luminosa che andremo a trovare nel nostro VPR: i lumen. Se è vero che più sono e meglio è, bisogna dire che nel caso in cui siano troppi può essere un problema su schermi di dimensioni non generose. Altra cosa importante è la tipologia di illuminazione. Allo stato attuale ci sono quelli a lampada (di diverso tipo), quelli a LED, quelli laser e diversi ibridi che utilizzano più tecnologie cercando di sfruttarne i punti di forza.
    Se disponibile è interessante anche il CLO (Color Light Output), espresso sempre in lumen ma riferito al flusso luminoso dei colori primari, e non al solo bianco.

    La tecnologia di funzionamento è altrettanto importante: ci sono i videoproiettori DLP e quelli LCD, che a loro volta si suddividono in varie declinazioni dovute agli sviluppi che ciascun costruttore ha adottato per migliorarne le caratteristiche o risolverne i difetti. Alcune specifiche sono diverse per ciascuna tecnologia, ma in generale la dimensione della matrice (che è il dispositivo che si occupa di generare le immagini vere e proprie) è un fattore che condiziona in modo determinante la fascia di appartenenza e il costo del prodotto. In seguito vedremo come e quanto questo può influire nel risultato conseguibile.

    Per capire se il prodotto fa al caso nostro è importante controllare anche le specifiche che riguardano gli aspetti di installazione. Parliamo del tiro dell'obbiettivo (che condiziona per la distanza minima e massima in relazione alla diagonale dell'immagine da proiettare), della possibilità di operare con aggiustamenti laterali per poter decentrare il VPR rispetto allo schermo (lens shift verticale e orizzontale), la possibilità di installazione a soffitto (il VPR può essere anche capovolto) oppure di utilizzo nella retroproiezione (con il dispositivo che proietta di fronte allo spettatore su un telo apposito). Anche la possibilità di regolazione trapezoidale è utile nel caso si debba intervenire per compensare l'eventuale inclinazione del VPR.

    Ecco un esempio relativo alle regolazioni lens shift che possiamo trovare su un JVC HD550:


    Riguardo all'affidabilità di altri valori, comuni al mondo dei display in generale, come il contrasto dichiarato, vale lo stesso discorso che si potrebbe fare per un TV. Bisogna affidarsi ai dati che si trovano nelle recensioni piuttosto che quelli che troviamo tra le specifiche del costruttore. Una misurazione ANSI è sempre più attendibile di un contrasto dichiarato (di solito non nativo). Del resto anche il contrasto nativo potrebbe dire poco sulle prestazioni reali in considerazione delle tecnologie che attualmente compensano i limiti che i VPR hanno, diversi a seconda del tipo. Di certo è meglio un contrasto nativo di 5000:1 che uno dichiarato di 15000:1, ma spesso queste tecnologie funzionano abbastanza bene da non far rimpiangere un contrasto nativo importante. Il nostro sistema visivo (cioè il risultato del connubio occhio-cervello) ha infatti un certo funzionamento e ci sono dei sistemi per metterci in condizione di percepire un contrasto elevato, agendo in modo dinamico a seconda di cosa stiamo vedendo, adeguando in modo automatico la proiezione per appagare i nostri sensi similmente a quanto può avvenire con un contrasto nativo molto elevato.

    Per finire poi ci sono le varie funzionalità e caratteristiche, tra cui cito le connessioni, il 3D, la tecnologia di collegamento dei relativi occhiali 3D, la presenza di connettività Wi-Fi o WHDI, la possibilità di regolazioni ISF per una taratura a livello professionale. Talvolta è presente anche il lettore multimediale integrato da USB e la sezione audio.
    Ultima modifica di nenny1978; 23-10-2013 alle 12:34

  4. #4
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    3) Ci sono tipi differenti di VPR. Quali sono e che tipo di VPR fa al mio caso?

    La prima distinzione tra tipologie di VPR riguarda il settore di destinazione. Come già accennato abbiamo proiettori rivolti all'utenza business, che ha esigenze piuttosto diverse da quelle di cui parliamo qui. E poi i VPR Home Cinema qui trattati. Entrambe le tipologie si avvalgono di diversi tipi di illuminazione e di matrici di visualizzazione delle immagini. Delle sorgenti di illuminazione parleremo in seguito mentre ora cerco di elencare e spiegare in modo semplice le differenze tra le varie tecnologie che possiamo trovare sul mercato, sia per quanto riguarda la fascia bassa e media che quella alta.

    Iniziamo dalla ramificazione principale: CRT, LCD e DLP. Queste tre sono le tecnologie a partire dalle quali è possibile ottenere una proiezione dell'immagine.

    CRT: sono i VPR che usano la stessa tecnologia che troviamo sui TV ad tubo catodico. In genere sono legati ad un tempo in cui l'alta definizione non era ancora tra noi. Ma va detto che ancora oggi molti appassionati ritengono che le immagini generate dai loro “tritubo” siano all'altezza dei più recenti VPR HD. Questo genere di prodotto è ed era appannaggio di pochi fortunati, dato il costo molto elevato e le difficoltà nella taratura. Un tritubo da 9” può visualizzare con estrema soddisfazione anche immagini in Full-HD, ma come detto sono oggetti da appassionati e non credo se ne possano trovare nuovi. Li cito perché la videoproiezione è nata con questi oggetti, dei quali illustro brevemente il funzionamento: come l'appellativo “tritubo” suggerisce il VPR è composto da tre tubi crt, uno per ogni componente cromatica: Red, Green e Blue. La dimensione di questi tubi crt varia da 6 a 9 pollici e non hanno una risoluzione massima fissa come i più moderni VPR digitali. La cosa da controllare per vedere se possono visualizzare segnali in HD è il segnale che riescono ad agganciare. Infatti l'immagine non è composta da pixel ma ricostruita linea per linea come accade nei TV CRT.

    LCD: sono i VPR che usano la tecnologia a cristalli liquidi, come nei TV LCD, con lampade come sorgente luminosa e l'ottica per ingrandire l'immagine. Probabilmente è il sistema più flessibile e dal costo più accessibile, infatti buona parte dei proiettori sul mercato utilizza tecniche trasmissive, cioè con la luce che attraversa una matrice LCD prima di arrivare alla lente dell'obiettivo. Possono esserci sistemi a più pannelli (uno per ogni componente cromatica, come il 3LCD di Epson) oppure a matrice unica. Ci sono poi le varianti riflessive, in cui la luce invece di attraversare la matrice viene riflessa da uno strato di silicone posto sul retro del pannello LCD. Ci sono diversi produttori che adottano questo sistema per i loro prodotti di fascia più elevata, ciascuno con una propria variante e tecnologia, che però in sostanza adotta proprio questa tecnica detta LCoS, ossia Liquid Cristal on Silicon (JVC con D-ILA, Sony con SXRD, Epson con il 3LCD Reflective, Canon con AISYS). Il costo è proporzionato alle prestazioni elevate e per massimizzare i vantaggi la soluzione più diffusa prevede l'adozione di tre matrici.

    DLP: in questo tipo di VPR si usa una matrice Texas Instrument, composto da microspecchi in grado di deviare la luce che viene dalla sorgente luminosa. La velocità di movimento estremamente elevata permette a questa matrice di comporre l'immagine similmente ai subfield della tecnologia al plasma, inviando le riflessioni in più tempi fino a comporre l'immagine. Proprio la grande velocità consente di utilizzare una ruota che filtra la luce per comporre i colori in vari step, che sono talmente rapidi da non essere percepiti dall'occhio (vedremo come questo non sia sempre vero). Questa variante viene utilizzata nei VPR DLP di fascia bassa perché più economica, mentre la fascia alta è occupata da DLP a tripla matrice, che sfruttano così una matrice per ogni componente cromatica.

    Di seguito approfondiremo le caratteristiche di ciascuna tecnologia e relativa variante, ma possiamo dire che a seconda del modo in cui viene implementata sono tutte valide per l'Home Cinema. In genere chi ha bisogno di una grande luminosità si rivolge alla tecnologia LCD trasmissiva, mentre chi ha a disposizione un ambiente da poter oscurare ed è poco propenso all'uso del 3D (che richiede molta luminosità) preferisce i DLP, che al momento occupano la fascia bassa con prodotti molto convincenti seppur a matrice unica e con ruota colore (vedremo a breve cosa comporta l'adozione di questa tecnologia). I VPR CRT come accennato in precedenza non sono più sviluppati ed appartengono all'era pre-digitale, per cui non rappresentano una reale alternativa presente sul mercato, ma chi predilige l'analogico, e quindi non ama la composizione in pixel dell'immagine ma preferisce la compattezza data dal modo in cui questa tecnologia compone i vari frames, nonché il movimento che non soffre delle problematiche relative alla tecnologia LCD (che invero sono state affrontate e risolte parzialmente o del tutto), ricerca ancora nell'usato questi VPR, che in questo modo sono anche più accessibili a livello di prezzo, pur richiedendo passione e competenze maggiori della media.
    Ultima modifica di nenny1978; 11-10-2013 alle 13:37

  5. #5
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    4) Quali sono le caratteristiche o i difetti delle tecnologie più diffuse? - 1a Parte

    Veniamo ora ad una descrizione più approfondita delle tecnologie più diffuse, non in senso tecnico ma per capire quali sono le relative caratterizzazioni, o difetti che dir si voglia.

    Partiamo dalla tecnologia LCD.
    I VPR LCD, in particolare nella versione trasmissiva, soffrono degli stessi difetti dei TV. Infatti i pannelli a cristalli liquidi attraverso cui passa la luce hanno gli stessi limiti in velocità di risposta e contrasto nativo. Ne consegue che anche nel caso dei videoproiettori sono servite tutta una serie di contromisure, atte ad aumentare il contrasto ed eliminare le scie durante i movimenti.
    Allo stato attuale la prestazione è arrivata ad ottimi livelli, in particolare per la versione a tripla matrice.

    Il vantaggio di avere una ottima luminosità di punta li rende particolarmente adatti per tutte le situazioni in cui la luminosità ambientale non è facilmente controllabile e l'ambiente non è trattato adeguatamente (su questo torneremo in seguito). Di contro il livello del nero è scarso, data l'incapacità di impedire totalmente il passaggio della luce.

    I colori sono invece potenzialmente piuttosto fedeli e le sfumature sono ben riprodotte. L'immagine risultante è piuttosto ben definita ma i pixel hanno una determinata distanza tra l'uno e l'altro. Questo introduce un effetto detto a “zanzariera” che a seconda della matrice può essere più o meno visibile. Ovviamente l'incidenza della caratteristica va valutata dalla corretta distanzi di visione. Questo spazio tra i pixel è responsabile anche del passaggio di luce in condizione di minima trasmissività (nel senso di trasparenza) dello stato dei cristalli liquidi del pannello. Anche se il pixel tenta di impedire più possibile che la luce filtri attraverso lo stesso, tra un pixel e l'altro non c'è modo di impedire che ne passi almeno un po'.

    Per porre rimedio all'impossibilità da parte della matrice (che è a tutti gli effetti un pannello LCD) di produrre un nero convincente molti produttori hanno fatto ricorso ad un iris automatico. In genere esiste la possibilità di regolarlo in modo manuale, per ottimizzare la luminosità rinunciando ad un picco elevato in favore di un nero migliore, ma attualmente ci sono a bordo dei migliori VPR dei sistemi che attuano questa regolazione in modo dinamico, permettendo in questo modo di non rinunciare alla luminosità elevata nelle scene che lo richiedono. Il punto debole sono le scene che richiedono una grande dinamica.
    Per intenderci se a schermo abbiamo un nero molto intenso e contemporaneamente anche delle zone molto luminose, queste ultime non saranno luminose come dovrebbero, oppure viceversa.
    Il fatto che il contrasto percepibile dal nostro sistema visivo sia relativamente poco esteso (di norma non supera i 1000:1 in contemporanea) rende meno limitante questo sistema. In sostanza i VPR dotati di iris automatico possono risultare molto appaganti anche nelle situazioni estreme.

    Come detto in precedenza esistono proiettori a tripla matrice LCD, che per convogliare l'immagine e la luce in un singolo punto di entrata (lampada o sorgente luminosa) ed uscita (ottica) del flusso luminoso si usano dei sistemi composti da specchi dicroici (che filtrano i colori che li attraversano riflettendone alcuni e lasciandone passare altri) e prismi, che deviano o convogliano la luce verso punti prefissati.
    Bisogna porre attenzione all'allineamento di queste matrici, che a volte possono essere regolate per porre rimedio a delle aberrazioni e ad una inferiore nitidezza delle immagini.
    Inoltre a differenza dei sistemi riflessivi a tre matrici, in quello trasmissivo non è sigillato il sistema attraverso cui si svolge il percorso della luce. A causa di questo può filtrare della polvere, e accumularsi con il passare del tempo. Il problema noto come Dust Blobs è stato oggetto di varie discussioni, ma all'atto pratico non inficia la visione in modo invalidante. In generale tutte le matrici non sigillate possono soffrire di problemi di questo genere, ma l'uniformità può essere compromessa da vari fattori, tra cui il sistema di ottiche, di illuminazione e di percorso del flusso luminoso all'interno del videoproiettore.

    Ecco lo schema rappresentativo di come funziona un VPR a 3LCD a tecnologia trasmissiva, preso dal sito 3LCD.com:


    Riguardo ai limiti nel movimento diversi produttori utilizzano sistemi di frame interpolation, in modo da eliminare le scie, le sfocature e ridurre la scattosità. Sono molto apprezzati i sistemi di Sony e Epson e di recente c'è stata l'introduzione di queste interpolazioni anche nell'ambito del 3D.
    Ultima modifica di nenny1978; 19-10-2013 alle 12:46

  6. #6
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    4) Quali sono le caratteristiche o i difetti delle tecnologie più diffuse? - 2a Parte

    Alla luce di queste caratteristiche si può avere un'idea di cosa aspettarsi e su cosa basare la propria attenzione nella scelta di un VPR che funzione con tale tecnologia. Come spesso capita in ambito audio/video si parte dall'ambiente che deve ospitare il prodotto, non solo a livello di installazione fisica (ad esempio i VPR a tripla matrice sono più ingombranti a causa del sistema a prismi) ma anche a livello di fabbisogno di luminosità e scelta degli accessori necessari allo sfruttamento ottimale del VPR che si possiede o acquista. Di norma questi VPR offrono ottime possibilità di regolazione della direzione del flusso luminoso (lens shift).

    Un trafiletto a parte meritano i VPR LCoS, derivati direttamente da quelli LCD, ma a tecnologia riflessiva e non trasmissiva. In questo derivato dalla tecnologia LCD troviamo una diversa composizione della matrice, che genera l'immagine sempre con il pannello a cristalli liquidi ma al di sotto dello strato che si occupa dei colori presenta un ulteriore strato riflettente composto da silicone. In questo modo la luce non passa attraverso il pannello ma viene riflessa, permettendo a seconda del tipo di implementazione di agire anche sulla luminosità dell'immagine e non solo sulla composizione cromatica. Quelli più utilizzati sono a tripla matrice e analogamente ai DLP è previsto un sistema a specchi dicroici e prismi per instradare il flusso luminoso e comporre l'immagine unendo le varie componenti cromatiche.

    Ecco una bella immagine tratta da una recensione del sito www.cine4home.de:

    Possiamo vedere come sia complesso il sistema, in questo caso presente in un VPR JVC HD550.

    Ne consegue che anche in questo caso è importante tenere d'occhio o poter regolare il corretto allineamento delle matrici. Inoltre, sempre a seconda del modo in cui viene implementata questa versione di LCD, può esserci una morbidezza delle immagini causata dall'arrotondamento degli spigoli dei pixel che compongono la matrice, se paragonata con una matrice LCD tradizionale.



    Passiamo ora ai VPR DLP.
    Come già accennato in precedenza si tratta di un sistema composto di una matrice che per ciascun pixel ha un microspecchio, in grado di muoversi per deviare la luce. A seconda di quanto è inclinato il microspecchio si avrà una minore riflessione della luce e quindi una luminosità man mano più bassa. Quando lo specchio raggiunge la massima inclinazione la luce è alla sua intensità minima.

    Anche la matrice DLP ha il difetto di soffrire dell'effetto zanzariera, ma le distanze in gioco sono più ridotte e trattandosi di una tecnologia riflessiva il problema della luce che filtra attraverso questo spazio non c'è. Infatti il nero prodotto da una matrice di questo tipo di solito è molto convincente e offre un contrasto nativo migliore dei VPR a LCD, anche nella fascia bassa del mercato che si contraddistingue per l'utilizzo di una singola matrice.

    Per generare i colori la luce viene fatta passare attraverso una ruota colore che ha una velocità di rotazione tale da consentire la composizione dell'immagine in modo abbastanza rapido da non essere scorto dal nostro sistema visivo. Purtroppo non è sempre così dato che la persistenza nella retina di alcuni soggetti fa in modo che se la velocità a cui la ruota si muove non è abbastanza rapida sia visibile un effetto, detto rainbow, che rende visibile vari colori durante il passaggio di un colore all'altro. Per essere sicuri di non soffrire di questo problema, che come detto è soggettivo e presente solo con alcune persone, è auspicabile ancora più che di solito la visione in prima persona del VPR che si intende acquistare. In realtà man mano che la velocità della ruota colore diventa più elevata la presenza del fenomeno si riduce e si è al riparo dal difetto quando questa è contraddistinta da un x6 come fattore di moltiplicazione. I VPR DLP di fascia bassa di solito non raggiungono tale velocità, ma man mano che si succedono i vari modelli di anno in anno la situazione va via via migliorando anche tra quelli meno costosi.

    In genere la ruota colore deve essere composta da minimo 3 sezioni (una per ogni componente cromatica), ma l'introduzione di una sezione bianca o di sezioni di colore complementari è sempre più diffusa e permette di porre rimedio sia alla inferiore luminosità che questi dispositivi offrono che alla riproduzione dei colori, che pone dei limiti alla varietà di sfumature visualizzabili.

    Ecco uno schema che illustra abbastanza chiaramente e in modo elementare il processo di funzionamento DLP con ruota di colore a 4 segmenti, preso dalla rete (sito gadgetblog.it):


    I migliori proiettori DLP hanno tre matrici proprio per non incorrere ai problemi appena citati, ma come si può immaginare i costi salgono moltissimo data la complessità di costruzione di queste matrici. Similmente al quanto avviene con i proiettori a tripla matrice LCD per convogliare l'immagine e la luce in un singolo punto di entrata (lampada o sorgente luminosa) ed uscita (ottica) del flusso luminoso si usano dei sistemi composti da specchi dicroici (che filtrano i colori che li attraversano riflettendone alcuni e lasciandone passare altri) e prismi, che deviano o convogliano la luce verso punti prefissati. Questi complessi sistemi occupano spazio e sono delicati da mettere in pratica, di conseguenza contribuiscono anch'essi al lievitare dei costi necessari alla produzione di tali videoproiettori. Anche in questi VPR il corretto allineamento delle riflessioni è fondamentale per la resa finale e può variare da esemplare ad esemplare.
    Ultima modifica di nenny1978; 19-10-2013 alle 12:45

  7. #7
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    5) Oltre al VPR cosa serve per la videoproiezione? - 1a parte

    Parleremo ora di cosa ci occorre per allestire una sala per la videoproiezione casalinga, oltre al VPR. In prima analisi bisogna prendere in considerazione l'ambiente. Le cose su cui concentrare l'attenzione sono varie, ma prima di tutto il nostro approccio dipenderà dalla destinazione d'uso dell'ambiente stesso: sala home cinema dedicata o living-spazio condiviso con altri scopi?

    I più fortunati, che vorranno allestire una vera e propria sala home cinema, ricavata da una stanza in casa propria, potranno avere un approccio più estremo, ad esempio con schermi di tipologia diversa da quelli che andremo a prendere in considerazione se, al contrario, vorremmo attrezzare un living in modo che a luci spente si possa avere il piacere di uno schermo gigante come al cinema.

    Ma andiamo con ordine.
    La condizione di illuminazione ambientale.
    Per prima cosa bisogna valutare se il nostro ambiente è completamente oscurabile e se si pensa di guardare i film completamente al buio oppure no. Per intenderci, da questo dipenderanno varie cose, a partire dal livello di nero ottenibile (che ricordo è strettamente legato alla luminosità minima dell'ambiente stesso, visto che il VPR di suo non può “proiettare” il nero ma solo una teorica assenza di luce, che in realtà è semplicemente un livello di luminosità il più basso possibile), ma anche dalla luminosità necessaria a dare un contrasto alle immagini, per non farle apparire slavate.

    Come accennato in precedenza chi deve allestire un ambiente dedicato può usare un approccio più estremo e fare un trattamento alle pareti in modo da ridurre il più possibile le riflessioni dell'ambiente. Infatti tutta la luce che viene proiettata verso lo schermo verrà poi riflessa nell'ambiente, e tornerà ad esso, aumentando la luminosità complessiva dell'ambiente stesso. La prima ripercussione è proprio sul livello di nero. Immaginiamo di guardare una scena di un film, come ad esempio può essere Batman: il cavaliere oscuro (entrando più nel dettaglio si può osservare ad esempio l'immagine del cielo notturno nell'inquadratura al minuto 6:33, oppure la scena 7, dal minuto 26:10 dove sul di notte sul tetto di un palazzo ci sono dettagli che si distinguono solo se il nero che possiamo visualizzare è sufficientemente basso), oppure Harry Potter e i doni della morte.
    Molte scene che si possono trovare in film di quel genere sono scure, potremmo dire a basso contrasto, e per ottenere una buona profondità delle immagini il livello del nero deve essere più basso possibile, e nel nostro caso parlando di VPR abbiamo il problema di cercare di impedire che l'ambiente peggiori in modo eccessivo questo livello. Ovviamente è essenziale anche che l'immagine sia settata a dovere, meglio ancora che il VPR sia calibrato.

    Nelle sale non dedicate questo approccio non è possibile, e dovremo cercare di limitarci alla riduzione di riflessi nelle zone prossime allo schermo, con attenzioni quali la copertura di mobili bianchi o in generale troppo riflettenti. Oltre al livello del nero è infatti importante anche non essere distratti da zone illuminate al di fuori di quelle verso cui dovrebbe essere rivolta la nostra attenzione. Se nel campo visivo riusciamo a mettere solo il quadro dello schermo avremo un risultato più coinvolgente ed appagante. Oltre a questo bisogna considerare una variazione al bianco di proiezione che può avvenire se ad esempio le pareti della stanza restituiscono riflessi di un determinato colore. Queste condizioneranno (anche se in maniera minima) il risultato della proiezione, e per essere corrette richiederanno regolazioni colore avanzate sul sistema di taratura del VPR. Nulla di invadente e a cui non si pone rimedio con una calibrazione con sonda.

    Altra cosa importante è la distanza di proiezione e la distanza di visione. Entrambe vanno messe in relazione con la dimensione dello schermo che vogliamo ottenere e ci vengono in aiuto le varie tabelle che ci ricordano quali sono gli standard per le varie risoluzioni, a partire dall'ormai classico Full-HD, al futuro Ultra HD.

    In sostanza un VPR in relazione alla dimensione avrà bisogno via via di più potenza luminosa man mano che cresce la diagonale dello schermo. Inoltre c'è da considerare anche il 3D, per cui servirà una adeguata riserva di lumen, che se il VPR è già al limite porterà a mancanze che rendono più faticosa e meno piacevole la visione stereoscopica, che come sappiamo è condizionata dagli occhiali 3D, che portano via circa l'80% della luminosità nella versione stereoscopica attiva. Anche in questo caso influisce la condizione di luce in ambiente. Infatti nel caso di proiezione in ambiente illuminato si rinuncia al nero ma per recuperare un contrasto appagante serve spingere sul pedale della forza luminosa. Una situazione che in effetti è più votata ad evento sportivo e ad una visione in ambiti diversi dell'Home Cinema.

    A questo punto entra in gioco uno dei componenti più importanti: lo schermo di proiezione, detto comunemente telo.
    In realtà è possibile anche proiettare a parete, ma per ottenere gli stessi risultati consentiti dai teli serve applicare vernici speciali e costose, dato che la superficie di proiezione deve avere determinate caratteristiche, come ad esempio un certo guadagno.

    Ne esistono di vari tipi, sia come formato che come materiali e genere di installazione.
    I formati possono essere il classico 16:9 o il sempre più diffuso 21:9, con la possibilità anche di passare da un formato all'altro attraverso vari sistemi detti a “mascheratura”. Il PVC da cui è composto il telo può avere la superficie più o meno assorbente o riflettente. Nel primo caso si parla di guadagno inferiore a 1, mentre nel secondo caso di guadagno maggiore ad 1, tenendo presente che 1 è riferito ad una condizione di normalità in cui il telo non aggiunge né toglie nulla alla normale luminosità del VPR.

    Entrando più nello specifico il guadagno è ottenuto direzionando più luce verso lo spettatore. Questo implica che spostandosi lateralmente l'effetto viene meno e sia avrà una percezione di abbassamento della luminosità. Questo effetto non si avrà con teli a guadagno unitario o inferiore a 1. Normalmente i teli sono bianchi e opachi, ma quelli a guadagno 0,8 sono grigi per fare in modo di disperdere più luce e mandarne di meno verso lo spettatore.

    Tornando alla scelta di quest'ultimo, togliere luminosità può essere utile appunto in condizioni in cui il proprio VPR è molto luminoso e portato per le grandi diagonali da distanza considerevole (diciamo superiore ai 5 metri). Per poterlo usare da più vicino senza ottenere una luminosità eccessiva e non controllabile è meglio optare per uno schermo a gain 0,8. Questo dipende anche dal “tiro” del VPR, che ci da' la distanza entro la quale lo zoom dell'ottica ci permette di stare per ottenere una dato polliciaggio. A questo link trovate una tabella di esempio.

    Il guadagno maggiore al contrario serve se il nostro VPR è al limite con la propria forza luminosa, o magari per avere una resa migliore in 3D e anche, volendo, in funzione della durata della lampada, che con meno sforzo risulterà più luminosa e durerà di più perché meno sfruttata. Ovviamente in entrambi i casi avremo dei sacrifici da fare, rinunciando o ad un nero migliore o a luminosità di picco elevate.

    Ci sono anche teli particolari, come ad esempio quelli Silver, oppure alcuni sperimentali che all'apparenza sono addirittura neri, ma in grado di risultare bianchi se sopra viene proiettata luce. Con le nuove tecnologie di produzione, in particolare le nanotecnologie, si aprono traguardi impensabili fino a pochi anni fa, ma per ora talmente costosi da essere appannaggio solo di fiere dimostrative. Vedremo il futuro cosa ci porterà a tal riguardo.

    In genere si scegli in base al risultato che si vuole ottenere tenendo presente il VPR che si intende installare, che verrà scelto condizionati da molti fattori, per alcuni dei quali quasi sempre si è costretti a scendere a compromessi, specie se dobbiamo tenere sotto controllo i costi.

    Per venire in contro a chi deve procedere con l'acquisto di un VPR e deve tener conto di tutti questi parametri, esiste il calcolatore del sito Projector Central. Inserendo il modello che intendete acquistare è possibile ricavare i parametri di installazione e il luminosità che si ottiene. Si può anche impostare il guadagno del telo, oltre alla distanza di proiezione e la diagonale che si vuole ottenere.


    Oltre al formato e al tipo di telo c'è da prendere in considerazione il tipo di installazione, se avvolgibile o fisso.
    Ad esempio in una saletta possiamo prenderci il lusso di installare un telo fisso, potendo impiegare il budget badando più alla qualità del telo che non ad altre cose, come ad esempio la tensionatura che potrebbe essere necessaria in caso di telo avvolgibile. Quest'ultimo è il tipo di telo che permette l'installazione meno invasiva possibile in un living. In questo caso il telo sarà alloggiato in un cassetto montato a soffitto o incassato, che potrà essere azionato a mano o motorizzato e provvisto di tensionatura oppure no. La soluzione più economica è quella manuale senza tensionatura, mentre la più costosa è quella motorizzata con telecomando e con tensionatura (anche se poi conta molto anche il telo nella definizione del prezzo).
    Ultima modifica di nenny1978; 19-10-2013 alle 12:27

  8. #8
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    5) Oltre al VPR cosa serve per la videoproiezione? - 2a parte

    Interessante anche la possibilità di avere il bordo nero adattabile a diversi formati di aspect ratio, detta mascheratura.
    La mascheratura può essere automatizzata nel caso dei teli fissi, e permette di passare da un formato all'altro anche stando seduti comodamente sulla poltrona, ma ci sono soluzioni manuali anche molto economiche che si possono applicare ai teli avvolgibili, rinunciando ad un po' di comfort e facendo un minimo di esercizio fisico .
    Ci sono diversi tipi di mascheratura, che tengono invariata l'altezza oppure la base dello schermo. Nel primo caso si evita di perdere in diagonale di schermo visibile, mentre nel secondo si perde qualcosa nel passaggio da 16:9 a 21:9. Come si può immaginare è molto più complicato mantenere l'altezza costante e si dovranno attuare delle variazioni anche nel modo di proiettare e non solo nel telo stesso.
    Trovate un ottimo esempio di questo genere di installazione in questa discussione: link.

    Sempre per quanto riguarda il genere di installazione può essere utili impiegare teli microforati, che consentono l'installazione di diffusori audio dietro al telo, cosa utili in particolare per il canale centrale, ma anche per i frontali nelle sale home cinema dedicate, che spesso vengono dotate di impianti audio che fanno impallidire la maggior parte dei cinema. Questa soluzione può limitare la definizione delle immagini, per cui la scelta del telo va effettuata con cura, sapendo che spesso i costi lievita molto per le soluzioni migliori.

    Un altro accessorio che può essere necessario è la staffa per l'installazione a soffitto. Ce ne sono anche di universali e a seconda del tipo di installazione e del VPR (peso e ingombro variano parecchio da modello a modello). Si può decidere anche di installare su ripiani o mobili, e in caso di salette dedicate si può prevedere un apposito alloggiamento ricavato in uno spazio ottimale, che deve tener conto di un fattore molto importante: l'areazione. Alcuni si avvalgono di sistemi a scomparsa, motorizzati in modo da scendere dal soffitto grazie a carrelli elettrici.

    A questo punto ci si inizia a rendere conto anche della necessità di prendere in considerazione il collegamento della sorgente video. Infatti può esserci anche una notevole distanza da percorrere per il cavo HDMI necessario a portare il segnale HD, e sappiamo come la lunghezza sia direttamente collegata con la qualità. Trasportare un segnale 3D 1080p richiede molta banda e un segnale elettrico stabile. Alcune sorgenti hanno un segnale meno forte di altre e sono più schizzinose per quanto riguarda la distanza da percorrere. In questi casi ci sono varie soluzioni che si possono adottare. Extender HDMI, anche via Ethernet, oppure anche trasmettitori WHDI, in grado di portare senza fili il segnale HDMI senza aggiunta di compressione video al segnale. In realtà se si trova un buon cavo HDMI e la distanza da percorre non è superiore ai 5 metri il problema è relativo. Non entro nel merito di cosa sia un “buon” cavo perché non è il luogo per farlo, ma sappiate che la certificazione High Speed serve appunto a dire cosa è in grado di trasportare il cavo. Se un cavo ha una certa lunghezza ed è certificato non dovrebbero esserci problemi.

    Un altro accessorio che potrebbe essere necessario sono gli occhiali 3d, che non è scontato trovare inclusi nella confezione. Oltre a quelli che ciascun marchio vende abbinati al proprio VPR, ci sono vari modelli universali. Bisogna però tenere sempre presente sia la tecnologia di collegamento tra il VPR e gli occhiali (e l'eventuale trasmettitore che a volte non è integrato) che la velocità di refresh e la sincronizzazione degli otturatori, visto che parliamo di stereoscopia attiva. A volte è necessario prendere opzionalmente il trasmettitore IR o RF, che mette in sincronia le immagini con l'otturazione degli occhiali attivi.

    Esiste anche la possibilità di dotare un VPR (che deve essere compatibile con questo sistema) di un dispositivo che si occupa di polarizzare in modo sequenziale le immagini, stando davanti all'ottica del videoproiettore. In questo modo il lavorare che di solito effettuano gli occhiali verrà fatto a monte e sarà possibile usare occhiali polarizzati come quelli per il 3D passivo, molto più economici. Questo rende più facile dotarsi di un maggior numero di occhiali, dato il costo elevato degli occhiali attivi.

    Un accessorio che in realtà è una vera e propria elettronica, dal costo non trascurabile e spesso superiore a quello di una buona sorgente, è il processore video. Data la complessità dell'argomento vi consiglio di cercare in qualche discussione già esistente. Lo scopo di questi prodotti è il miglioramento dell'immagine, sia a livello di definizione e nitidezza che come colori, ma anche la disponibilità di regolazioni di fino che consentono una taratura più accurata in fase di calibrazione. Non trascurabile anche la migliore capacità di upscaling, in genere superiore a di quella di un comune VPR e anche della maggioranza delle sorgenti in commercio.

    Concludo dicendo che molti proiettori, specie se non entry level, non sono dotati di alcun altoparlante per l'audio e necessitano di una soluzione esterna. Di solito infatti i VPR vengono inseriti in catene audio-video che hanno una sezione audio di rilievo. Esistono anche VPR dotati di altoparlanti similmente ai TV, ma specie in fascia bassa.
    Ultima modifica di nenny1978; 17-10-2013 alle 00:27

  9. #9
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    6) La lampada e gli altri sistemi di illuminazione. Cosa serve sapere al riguardo?

    Data l'importanza della sorgente luminosa presente nei VPR, che ne determina in modo importante sia la resa che durata, ma anche alcune caratterizzazioni da tenere presenti in fase di calibrazione, facciamo anche un cenno alle lampade e agli altri sistemi di illuminazione usati in ambito Home Cinema. Per chi volesse approfondire gli aspetti sulla fotometria c'è questo interessante articolo di Emidio Frattaroli: link. Segnalo anche quest'altro articolo sempre di Emidio, sulle misurazioni del flusso luminoso dei colori: link.

    Le lampade al mercurio UHP sono la fonte più comunemente usata e ne esistono di vari tipi, varia potenza e generalmente ciascun proiettore o serie è compatibile con un determinato tipo di lampada prodotta dal marchio che ha a catalogo il VPR. La durata di una lampada in genere si estende a qualche migliaio di ore, ma è giusto precisare che la resa luminosa nell'arco della vita della stessa varia, anche di molto, se si prendono come riferimento le prime 500 ore, messe a confronto con le ultime 500.

    Molto spesso infatti anche se una lampada è in grado di durare 3000-4000 ore, essa viene sostituita molto prima, circa a metà del ciclo di vita ma anche prima ancora, se si è particolarmente esigenti oppure se si è in condizione di doverne sfruttare la luminosità in modo consistente.

    Analizziamo ora gli aspetti che influenzano la resa luminosa di un VPR.
    A seconda del particolare modello che prendiamo in esame ci sono delle variabili che influenzano l'effettiva luminosità, che per una giusta resa secondo gli standard SMPTE dovrebbe avere un target di 54 cd/mq. In realtà il target in sé non è un valore fisso da conseguire ma un riferimento, dato che a seconda delle situazioni per avere una resa appagante potrebbe essere necessaria una luminosità differente. Se pensiamo che la condizione di luce minima in ambiente condiziona non di poco la questione, si capisce che spesso sia preferibile essere più flessibili e tenere in considerazione un range di valori, che varierà nel tempo proprio a causa dell'usura della lampada, ma al di fuori del quale non bisogna andare.
    La luminosità minima deve attestarsi a 41 cd/mq mentre la massima a 75 cd/mq.

    Entrando più nel dettaglio se all'inizio della vita della lampada di un VPR impostiamo la calibrazione (che non dovrebbe essere effettuata troppo presto, diciamo dopo le prime 200 ore) su valori più spinti sappiamo che prima che si renda necessario passerà più tempo. Per questo motivo si potrebbe calibrare in Eco Mode, tenendo come riferimento un valore prossimo ai 60-70 nit (che è l'equivalente del cd/mq). Per un tempo ragionevolmente lungo la luminosità non scenderebbe al di sotto dei 41 nit consigliati. Solo a quel punto si dovrebbe procedere con una ri-calibrazione passando da Eco Mode a Normal, sfruttando di più le potenzialità della lampada.

    Tanto per fare un esempio concreto, un VPR a lampada come un Sony HW50-ES nella maggior parte dei casi non ci si trova a dover spremere le sue capacità di illuminazione, vista la notevole riserva che lo mette in condizione di essere utilizzato anche con schermi notevolmente grandi. Con uno schermo da 100-120” è possibile che sia sufficiente provvedere a più di una calibrazione per poter arrivare con molta soddisfazione alle 2000 ore, senza avvertire in alcun modo il calo di luminosità fisiologico per le lampade.

    In altri casi può capitare di avvertire la necessità di cambiare la lampada già a 1000 ore, ma bisogna dire che le lampade UHP attualmente in uso nei VPR usciti sul mercato nel 2012 e soprattutto nel 2013 hanno una durata di base maggiore, che consente di superare le 2000 ore senza problemi, e in alcuni casi arrivare anche alle 3000-4000 ore se ci si trova nelle giuste condizioni di utilizzo. Alcuni VPR sono infatti così luminosi che se gli schermi non sono molto grandi possono essere calibrati inizialmente in modalità ECO e solo ad una seconda calibrazione sfruttandone in modo più massiccio le potenzialità, massimizzando nel modo migliore la durata e permettendo di godere di immagini notevoli durante un periodo molto maggiore rispetto ai modelli di qualche anno fa.

    La luminosità è influenzata anche dal tiro che ci troveremo ad utilizzare, che a sua volta è strettamente legato alla distanza tra telo e VPR, alle dimensioni dello schermo e al tipo di ottica. I VPR più costosi prevedono persino la possibilità di cambiare ottica adeguandola al tipo di installazione che si predilige, ma parliamo di prodotti decisamente Hi-End.
    In pratica più lontano siamo dal telo, e più grande è l'area che volgiamo illuminare, più luminosità ci occorre per stare entro il range di riferimento. Trovandoci poi a dover sfruttare lo zoom dell'ottica per adattare la dimensione alla distanza di proiezione, potremmo togliere ancora luce alla lampada, visto che si perderà una certa quantità di luce allungando il percorso di attraversamento della luce attraverso l'obbiettivo.

    Ecco un esempio, anche stavolta relativo ad un VPR JCV:


    Oltre alla modalità Eco o Normal, c'è anche la possibilità di agire direttamente sull'iris, che è l'apertura attraverso la quale passa il fascio luminoso. Si può decidere di regolarlo, entro degli step previsti dal produttore (di solito almeno 3), oppure se utilizzarlo in automatico, ove previsto dal VPR. Può essere utili chiudere l'iris se ci troviamo a dover proiettare su superfici che sono piccole in base alle potenzialità della lampada che abbiamo, o se ci troviamo ad usare un telo con un guadagno maggiore di 1, che mette in condizione il telo di restituire una maggiore quantità di luce verso lo spettatore, direzionando il fascio luminoso e in questo modo risultando più luminoso.

    Da considerare anche il tempo di accensione, che nel caso delle lampade è relativamente lungo, anche alcuni minuti (in certi casi di più) per raggiungere la piena potenza di emissione, e l'elevato calore da dissipare, che rende necessario l'utilizzo di ventole di raffreddamento, le quali sono spesso fonte di rumore udibile (in genere al di sotto dei 30db, ma a volte anche di più). Per lo stesso motivo (il raffreddamento) i tempi tra uno spegnimento e la successiva accensione possono essere relativamente lunghi.

    Ecco una lampada UHP Epson:

    All'atto pratico la sostituzione è un'operazione piuttosto semplice ma che va fatta con cautela, data la delicatezza delle stessa. Di solito la procedura è indicata molto chiaramente nei foglietti illustrativi e non richiede particolare perizia. Non è raro che ci si debba aiutare con utensili per lo smontaggio come un cacciavite e a volta anche particolari accessori in dotazione con la lampada di ricambio.

    Altro tipo di illuminazione che sempre più spesso si trova a bordo dei VPR è la sorgente luminosa a LED. Il pregio principale del LED è la durata, che consente di usare un VPR come fosse un TV, portandolo a fine ciclo di vita senza mai sostituire la fonte luminosa. Parliamo di un ciclo molto lungo, anche fino a 20000 ore, e che ha un tempo di decadimento della luminosità massima più esteso nel tempo. Infatti una usura ci sarà comunque, ma avverrà in modo più graduale e permette di non ricorrere in modo frequente a ricalibrazioni. Riguardo a queste va detto che date le particolari caratteristiche di questa sorgente luminosa ci sono da prendere degli accorgimenti in fasi di taratura, per compensare la diversa natura della luce emessa. Non tratteremo qui questo argomento poiché richiederebbe approfondimenti, ma ci limitiamo a dire che ha caratteristiche diverse dalla luce emessa da una lampada UHP.

    Ecco un esempio del tipo di lampada LED che si può trovare in un VPR:

    Nel caso delle lampade a LED non vi è necessità di raffreddamento attivo e quindi non vi sono ventole, dato che la loro maggiore efficienza ne riduce notevolmente il consumo, in confronto ad una comune lampada. Anche il tempo di accensione è rapido, tanto da essere più veloce persino di un TV.

    Esistono in commercio anche VPR a laser, che al momento in cui scrivo in ambito Home Cinema sono spesso solo prototipi ma che iniziano ad affacciarsi sul mercato in modo concreto. Ad esempio troviamo in commercio alcuni ibridi, a LED e Laser, utilizzati per lo più in ambito pro e business, ma si parla già di modelli per il settore Home Cinema.
    Ultima modifica di nenny1978; 23-10-2013 alle 12:32

  10. #10
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    7) Posso pensare di sostituirlo ad un televisore?

    Lo dico subito, di norma un VPR non è concepito per sostituire un TV.
    Intanto non è dotato di sintonizzatore TV, per cui più che ad un televisore è paragonabile ad un monitor. Inoltre ci sono vari motivi per cui, almeno fino a poco tempo fa, era impensabile questo genere di utilizzo. In particolare i VPR a lampada hanno durata complessiva molto inferiore e quindi un certo costo di esercizio negli anni che li rende poco convenienti. Poi ci sono i temi di accensione, la differenza di luminosità nel tempo più accentuata, la necessità di un ambiente oscurato e la più limitata disponibilità di ingressi e uscite. Anche il fatto che lo spegnimento non può essere seguito da una accensione in tempi rapidi da' l'idea di come sia differente l'interazione tra questi prodotti e gli utilizzatori.

    In realtà l'avvento dei VPR a LED ha eliminato in un colpo solo buona parte dei problemi succitati, visto che questi proiettori hanno una durata paragonabile a quella di un TV, tempi di accensione brevi, con possibilità di spegnimento e accensione in rapida successione.

    Rimane la necessità di oscurare l'ambiente e di dotarsi di un decoder esterno per la visione dei programmi televisivi. Specie la seconda è una problematica di poco conto, ma oscurare l'ambiente di giorno può essere più difficoltoso e poco pratico per un utilizzo giornaliero.

    D'altro canto iniziano a diffondersi anche VPR con una luminosità tale da poter essere utilizzati in ambienti illuminati, ma è chiaro che la resa delle scene a basso contrasto è davvero poco piacevole. Si può pensare di utilizzarli per eventi sportivi e determinati videogames, in cui per l'appunto non devono esserci ambientazioni con scene scure. Anche in questo caso lo sport appare il genere più indicato.

    Per tutti questi motivi un VPR va preso in considerazione per l'uso specifico di un certo tipo di materiale e in certe situazioni.
    Ultima modifica di nenny1978; 11-10-2013 alle 15:20

  11. #11
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    8) L'installazione. Cosa è importante sapere e che livello di difficoltà comporta?

    L'installazione di un VPR in genere presenta alcune difficoltà, da tenere a mente quanto si procede all'acquisto.
    Innanzitutto il posizionamento influenza il risultato per quanto riguarda la dimensione massima e minima e a seconda del tipo anche lo scarto che si può avere rispetto al centro dello schermo. In molti casi infatti si può evitare di centrare il VPR allo schermo, approfittando delle regolazioni sia fisiche che elettroniche che permettono di aggiustare il quadro di visione con vari spostamenti.
    Questo però è possibile solo entro determinati limiti, ed in alcuni casi addirittura impossibile da mettere in atto.

    Ad esempio i DLP di fascia bassa spesso non hanno lens shift né orizzontale che verticale e di conseguenza devono essere posizionati al centro rispetto allo schermo, con la possibilità solo di translare l'immagine con regolazioni software, ad esempio per adattare in senso trapezoidale una immagina proiettata inclinando il VPR (questa regolazione si chiama keystone).

    Bisogna poi tenere conto della luce in ambiente, che deve essere portata al minimo possibile in ambiente living, mentre in ambiente dedicato si può procedere in diversi modi anche trattando le pareti per evitare riflessioni e massimizzare il potenziale di riproduzione del nero. Non dimentichiamo infatti che la resa in questo particolare e importante parametro è sempre influenzata dalla quantità minima di luce ambientale raggiungibile.

    In genere i VPR presentano tutti varie possibilità di installazione: a soffitto capovolti, a soffitto in piano e su ripiano. In molti casi è possibile anche la retroproiezione, con appositi teli, posizionando il VPR rivolto verso lo spettatore. Questa installazione naturalmente richiede molto spazio sul retro al telo.

    Le difficoltà da affrontare non richiedono più un tecnico specializzato, come poteva essere per i proiettori tritubo, ma in alcuni casi serve installare staffe e prevedere il passaggio di eventuali cavi e prese di corrente e il relativo telo. Una volta centrato il VPR fisicamente o tramite lens shift le regolazioni, calibrazione esclusa, riguardano essenzialmente l'adattamento del quadro di proiezione attraverso lo zoom dell'ottica e la messa a fuoco. Non è semplice come installare un TV ma volendo ci sono installazione realmente alla portata di tutti, specie se si decide di proiettare a parete e posizionare il VPR su un piano. La difficoltà quindi dipende più che altro dal livello della realizzazione che si intende mettere in pratica. Basto pensare ad esempio ai vani di cui alcuni si servono per nascondere il VPR ala vista quando non è in uso. Attraverso sistemi che fanno fuoriuscire il VPR dalla controsoffittatura e servendosi della domotica si possono fare cose sorprendenti, che via via richiedono sempre più capacità e professionalità nell'installare il necessario. Per fortuna molti negozi specializzati offrono un servizio di progettazione completo e possono soddisfare tutte le richieste, entro i limiti del budget e dello spazio che si dispone.
    Ultima modifica di nenny1978; 16-10-2013 alle 14:39

  12. #12
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    9) La qualità di visione come si colloca in relazione a quella di un TV?

    Riguardo alla qualità di visione, per la quale il contrasto ottenibile, il nero e la resa colorimetrica sono parametri fondamentali. Se prendiamo come riferimento un TV di fascia alta, per ottenere (ovviamente in stanza completamente oscurata per non inficiare le prestazioni massime ottenibili) un risultato del tutto simile e avere nel contempo uno schermo molto più grande, ci dobbiamo rivolgere a VPR dal costo generalmente superiore a quello ci un TV top di gamma da 65 pollici.

    Dai 3000 euro in su si raggiungono risultati sovrapponibili nella maggior parte dei parametri, anche se il vantaggio sostanziale nel poter riprodurre il nero che ha ad esempio un plasma di fascia alta è al momento insuperabile da questo genere di prodotti. Forse qui c'è ancora un vantaggio dei VPR crt, ma in ogni caso avere l'ambiente adatto in tal senso è prerogativa di chi dispone di una saletta.

    Detto questo la grandezza dello schermo compensa in gran parte questa pecca, offrendo un coinvolgimento che un TV non potrà mai dare, in considerazione delle difficoltà oggettive sia per la produzione che per il commercio e l'installazione di TV di polliciaggio paragonabile. Esistono TV di dimensioni così generose, ma sono poco più che prototipi.

    Ad onor del vero con l'Ultra HD iniziano ad esserci TV di 84”, che per un TV è una dimensione incredibile.
    Ma immaginiamo di dover mettere un oggetto di questa dimensione in un salotto, e capiremo subito che conviene scendere a qualche compromesso per poter godere di quella risoluzione in modo molto più semplice ed economico. Infatti il costo di un TV di quelle dimensioni è paragonabile a quello di un VPR 4k (Ultra HD), che ha innegabili vantaggi di installazione e possibilità di estendere molto di più la dimensione dello schermo, avendo come limite solo le dimensione della stanza in cui decideremo di posizionarlo.

    Per quanto riguarda il 3D invece il VPR è decisamente da preferire, specie se si ha a disposizione una sufficiente riserva di luminosità da utilizzare in tal senso. La grandezza dello schermo regala un coinvolgimento che ben si presta a questo genere di fruizione, rendendo l'esperienza senz'altro superiore.

    In sostanza un VPR difficilmente potrà essere paragonato direttamente ad un TV, ma le dimensioni giocano un ruolo molto importante, e sono decisamente a favore dell'utilizzo dei VPR come affiancamento dei TV in salotto e utilizzo come schermo principale nelle sale dedicate.
    Ultima modifica di nenny1978; 11-10-2013 alle 15:34

  13. #13
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    10) Cosa deve tenere in considerazione chi compra un VPR? E per la fascia di prezzo?

    Cerco ora di riassumere cose si dovrebbe tenere a mente e su cosa cercare di basare la propria scelta quando ci si accinge all'acquisto di un prodotto di questo genere.

    Innanzitutto, come spesso accade, l'ambiente di installazione dovrebbe rappresentare il primo cardine per decidere i parametri entro i quali muoverci. Infatti, a prescindere dal budget che si decide di impiegare, è molto importante capire quanto grande sarà lo schermo, da che distanza lo guarderemo e dove potremo posizionare il VPR.

    Per entrare nel concreto se le nostre possibilità ci impediscono di andare oltre i 2,4-3 metri di base dello schermo sappiamo già che il flusso luminoso di cui avremo bisogno non è necessariamente grande, se non per esigenze diverse dall'utilizzo al buio e dalla visione in 2D.

    In genere infatti un VPR calibrato in queste condizioni soddisfa già stando al di sotto dei 1000 lumen, e anche se i valori dichiarati dalla case spesso sono lontani dalla resa in condizioni di utilizzo normale, ormai la stragrande maggioranza dei VPR da Home Cinema in commercio arriva a soddisfare pienamente le richieste di luminosità di chi ha schermi di quelle dimensioni, in tutti i range di prezzo.

    Oltre all'ambiente poi vanno presi in considerazione gli utilizzi, che se coincidono con quelli verso cui è orientata la guida potrebbero essere prettamente per la visione di film, ma anche di altri materiali e fruizioni di diverso tipo. Nel nostro caso specifico diventa chiaro che più si tende ad esigere in termini di qualità, fedeltà della resa cromatica e assenza di compromessi nella visione, e più si deve puntare in alto con la fascia nella quale ricercare il proprio VPR.

    Qui ovviamente entra in gioco il parametro più vincolante per la maggior parte delle persone: il budget.
    Se si dispone di una cifra limitata, intorno ai 1000 euro o poco più, il mercato offre una serie di soluzioni in grado di restituire una qualità di buon livello su schermi di base non elevata. Molto spesso sono a tecnologia DLP a singolo chip, con tutti i sopraccitati limiti, che hanno un contrasto considerato accettabile e una resa più che soddisfacente.

    Per avere prestazioni maggiori, che si traducono in un contrasto maggiore, un nero ancora più soddisfacente, un flusso luminoso più robusto, elaborazioni delle immagini più sofisticate (anche in relazione al movimento), ci si deve rivolgere alla fascia in cui troviamo buona parte dei VPR LcoS, nelle varie declinazioni introdotte dai produttori.
    Parliamo di VPR dal costo di listino che parte dai 3000 euro in su.

    Come ponte di congiunzione tra i DLP e gli LCD LcoS, troviamo quelli a tecnologia trasmissiva 3LCD, che si trovano facilmente anche al di sotto dei 3000 euro e spesso concorrono anche con i DLP di fascia bassa, offrendo spesso una maggiore luminosità e prestazioni di tutto rispetto anche negli altri comparti.

    Man mano che saliamo di prezzo troveremo soluzioni sempre più sofisticate, orientate ad innalzare sempre di più il contrasto, sia con un nero migliore che ampliando verso l'altro l'estremo di luminosità ottenibile senza rinunciare ad una corretta riproduzione. Attualmente le soluzioni più costose e con meno compromessi sono a triplo chip DLP, ma non possiamo trascurare l'ingresso sul mercato dei primi VPR 4k (o Ultra HD) a tecnologia LCoS, che dimostrano l'altissimo potenziale della tecnologia stessa e delle risoluzione elevata di cui dispongono, sia con le elaborazioni e le ottime capacità di upscaling dal Full-HD che soprattutto con materiale nativo in Ultra HD. Man mano che questa risoluzione diventerà più affermata nel mondo della produzione di contenuti sia di cinema che di televisione, sempre più avrà senso rivolgersi a VPR di questa risoluzione, che via via diventeranno sempre più accessibili di costo. Al momento sono ancora in via di definizione alcune questioni relative agli standard che saranno legati alla diffusione di questa evoluzione, sia per quanto riguarda le connessioni, la banda necessaria e gli standard di protezione, sia per quanto riguarda le trasmissioni televisive o i supporti ed in generale i modi di fruizione dei contenuti in definizione Ultra HD. Alcuni punti già fissati permettono di avere le basi su cui sono ancorate le specifiche dei TV e VPR attualmente in commercio ma presumibilmente è dal 2014 che si avranno tutti i presupposti per poter acquistare a costi più contenuti e con maggiori certezze sugli standard.
    Ultima modifica di nenny1978; 20-10-2013 alle 22:23

  14. #14
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    Accenni sul futuro e considerazioni personali

    Man mano che l'evoluzione seguirà il suo progresso verso l'aumento della risoluzione, che pare una strada già presa e che all'orizzonte vede una ulteriore conquista con l'avvento dell'8K, sarà sempre più importante poter disporre di un grande schermo per poter trarre pieno giovamento dalle possibilità che queste risoluzioni ci offrono. Parliamo di una maggiore quantità di dettagli, che una volta elaborati dal nostro cervello ci rendono l'immagine più tridimensionale, restituendo una resa sempre più simile al realismo della visione che abbiamo dai nostri occhi mentre osserviamo ciò che ci circonda.

    Anche se per avere già un parziale giovamento dall'Ultra HD può essere sufficiente un TV grande ma non gigantesco, a seconda della distanza di visione, è innegabile che per questo genere di esigenza è più adatto un VPR, che con i teli avvolgibili ci permette una invasività ridotta e molto meno vincolante per l'arredo in un living, rispetto ai televisori dalle dimensioni generose.

    Vale già attualmente, ma ancora di più se pensiamo a come possa essere diversa la visione di contenuti Ultra HD, rispetto a quelli Full-HD, da 3 metri su uno schermo di 2,4 (108” di diagonale in 16/9). Queste dimensioni e questa distanza sono parametri piuttosto diffusi e fruibili davvero da una grande quantità di persone. Ad oggi, con la risoluzione dei contenuti ancora vincolata al Full-HD, il discorso è un po' differente, e uno schermo da 108” da 3 metri è un estremo a cui pochi arrivano, potendo essere già considerato soddisfacente un TV 65” dalla stessa distanza.



    Per quanto il rapporto costo/pollici sia decisamente a vantaggio dei VPR sono proprio le condizioni di utilizzo che rendono questo prodotto molto meno diffuso di quanto presumibilmente potrebbe diventare in futuro.

    Come da titolo di questo paragrafo, queste sono considerazioni personali e pertanto la si può vedere diversamente. La sfera di cristallo per poter scrutare il futuro ed avere certezze potrei anche usarla , ma al momento preferisco basarmi su delle ipotesi personali, molto più divertenti da fare e che donano più soddisfazioni, nel caso si dimostrino azzeccate .
    Ultima modifica di nenny1978; 19-10-2013 alle 12:41

  15. #15
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    Ultima modifica di nenny1978; 23-10-2013 alle 12:37


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