Nuovo standard DVB-I per la TV lineare in streaming

Riccardo Riondino 15 Dicembre 2022, alle 11:03 Media, HD e 4K

Partirà il prossimo aprile la sperimentazione in Italia dello standard di nuova generazione DVB-I, progettato per la ricezione dei canali televisivi in streaming da internet insieme a quelli terrestri e satellitari, caratterizzato da una latenza ridottissima, una qualità superiore e l'adattabilità alle condizioni della rete


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Il consorzio DVB ha annunciato il nuovo standard DVB-I (Digital Video Broadcasting over Internet), progettato per la fruizione lineare dei contenuti televisivi. La stessa modalità quindi del satellite o del digitale terrestre, trasmettendo però in streaming invece che con onde radio. DVB-I ricorda per alcuni aspetti servizi IPTV come Samsung TV Plus, ma a differenza di questi non richiede un'applicazione proprietaria. Il DVB-I si affianca, senza sostituirli, al DVB-T/T2, DVB-S/S2 e DVB-C. Lo stesso vale, pur essendo profondamente differente, per HbbTV (Hybrid Broadcast Broadband TV), lo standard europeo per trasmissioni ibride terrestre/IP. HbbTV utilizza il segnale del digitale terrestre per veicolare il flusso dati trasmesso via internet, come avviene ad esempio con Rai 4K sul canale DTT 101, e richiede una piattaforma dedicata.


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Con DVB-I invece i dati vengono riconosciuti direttamente dal TV o altri dispositivi come un flusso IP, decodificati e organizzati secondo la numerazione LCN, al pari delle emittenti terrestri o satellitari. Tutti i canali ricevibili vengono elencati insieme in un'unica lista ibrida, indipendentemente dalle modalità di trasmissione, terrestre, satellite o IP. Nonostante le differenze, le due tecnologie possono lavorare insieme utilizzando lo stesso canale di trasmissione. Le future versioni di HbbTV (dalla 2.0.4 in poi) sono già predisposte per l’utilizzo congiunto con DVB-I, non avendo più bisogno di un flusso di trasporto dedicato (terrestre o satellitare), ma completamente autonome per integrarsi con il flusso IP. Lo standard DVB-I può intervenire anche a sostegno dei canali DVB-T/T2 quando il segnale via antenna è scarso o disturbato.


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I broadcaster potranno dare in questo caso la priorità al DVB-I, oppure scegliere il digitale terrestre se la rete IP è troppo congestionata. Uno dei vantaggi più significativi del DVB-I è una portante molto più ampia e veloce del digitale terrestre, garantendo una qualità maggiore e una latenza inferiore. Con il DVB-I sarà possibile, avendo una connessione broadband abbastanza veloce (almeno FTTC via cavo o 5G), ricevere programmi Ultra HD 4K / 8K HDR e audio AC-4, anche in surround 3D Dolby Atmos. Non servirà nemmeno trasmettere lo stesso canale con formati differenti, ad esempio SD in MPEG-2 e HD in MPEG-4, come avviene adesso con il DTT, ma sarà sufficiente uno solo. IP è infatti un sistema bidirezionale, quindi il formato è negoziabile con il singolo TV in qualsiasi momento, cosa impossibile per le tramissioni broadcast unidirezionali via etere. La qualità finale della trasmissione (da SD a 8K), dipenderà dal formato nativo, la risoluzione del televisore e la banda disponibile al momento.


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La ricezione in DVB-I inoltre avviene praticamente in tempo reale, mentre il digitale terrestre ha un ritardo di circa 3 secondi rispetto alla trasmissione, che sale a 5 secondi via satellite. Nulla a che vedere quindi con gli attuali canali in streaming, come ad esempio quelli di RaiPlay, oppure le dirette di Amazon Prime Video o DAZN, dove il ritardo può arrivare anche a decine di secondi. DVB-I permette infine di affiancare ai canali televisivi in tempo reale quelli in differita (time shift), posticipando la programmazione di una, due o ventiquattro ore. Per sfruttarne le potenzialità tuttavia serviranno reti appositamente progettate per raggiungere contemporaneamente decine di milioni di utenti con bassissima latenza, dato che quelle attuali supportano un traffico anche intenso, ma diversificato per singoli utenti.


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L'implementazione del DVB-I richiederebbe in teoria un semplice aggiornamento del firmware per gli smart TV, decoder e altri dispositivi dotati di connettività Ethernet / Wi-Fi. Al momento comunque sembra più probabile che vengano aggiornati solo i televisori di fascia alta usciti nel 2021, 2022 e 2023. Questo comunque dipenderà da diversi fattori, tra cui la roadmap e l'esito della sperimentazione, che in Italia partirà da aprile 2023 per iniziativa di Mediaset. Secondo fonti ufficiose invece la Rai, nonostante abbia partecipato attivamente allo sviluppo del DVB-I, sembra al momento intenzionata a proseguire con HbbTV.

Per ulteriori informazioni: dvb.org

Fonte: 01 Smartlife, Newslinet.it

Commenti (6)

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  • mau741

    15 Dicembre 2022, 11:26

    Basta che non chiedano nuovamente di cambiare tv (o decoder) perchè hanno francamente stufato.
  • pace830sky

    15 Dicembre 2022, 11:48

    Se solo ci provano a chiedere di cambiare Tv in cambio dello streaming 5.0 avranno il vffncl 5.0... e senza bisogno della connessione internet!

    Il punto è che se se ne interessa la mano pubblica è sicuramente per incassare altri soldi dalla riassegnazione delle bande di frequenza (film già visto...)
  • oceano60

    15 Dicembre 2022, 12:27

    Grazie per la news.

    Esattamente sà tanto di Dèjà Vu (già visto), poi esprimendo un parere personale, ma confortato dai dati e dalle prove di visione, continuano a spingere su servizi in streaming, futuro e presente, quando sistematicamente abbiamo servizi con qualità migliore attraverso altre tecnologie, le quali peraltro considerate impropriamente Obsolete.
  • Franco Rossi

    15 Dicembre 2022, 12:38

    Secondo me se vogliono passare anche la tv generalista gratuita sulla rete, dovrebbero prima pianificare investimenti consistenti per potenziare dorsali e nodi di distribuzione della rete, visto che gia oggi basta una partita di cartello per rallentare gran parte della rete, figuriamoci se gli utenti attuali del digitale terrestre passassero in massa verso la fruizione su rete che affollamento ci sarebbe, crollerebbero tutte le connessioni.
  • giannia

    15 Dicembre 2022, 20:37

    Originariamente inviato da: Franco Rossi;5224887
    Secondo me se vogliono passare anche la tv generalista gratuita sulla rete, dovrebbero prima pianificare investimenti consistenti per potenziare dorsali e nodi di distribuzione della rete, visto che gia oggi basta una partita di cartello per rallentare gran parte della rete, figuriamoci se gli utenti attuali del digitale terrestre passassero in mas..........[CUT]


    Se sono intelligenti la fruizione sarà in Multicast e quindi non sovraccaricheranno affatto nè mix, nè dorsali. Dovranno solo fare accordi con tutti gli operatori di rete per abilitare questa modalità che va necessariamente concordata ed abilitata.
  • pace830sky

    16 Dicembre 2022, 07:18

    Originariamente inviato da: Franco Rossi;5224887
    ... tv generalista gratuita sulla rete...


    Da centinaia di canali (200? 300? per non parlare del satellite...) a zero mi sembra una previsione avventata.

    Non dimentichiamo che almeno 6 canali dei primi 9 sono stabilmente occupati dai talk show di propaganda politica, e che da 30 anni non ci si riesce a levar di torno i canali locali per il supporto appoggio di questi ai politicanti locali...

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