Confindustria: pirateria limita crescita e innovazione

Gian Luca Di Felice 27 Ottobre 2011, alle 10:51 Media, HD e 4K

Confindustira Cultura Italia ha fatto il punto sulla situazione della pirateria in Italia e chiede un confronto con il Ministro per i Beni e le Attività Culturali Giancarlo Galan per mettere la tutela delle proprietà intellettuali al centro dell'agenda politica del Governo

"L’industria culturale esiste in virtù della tutela del diritto d’autore. Senza di essa le nostre aziende non potrebbero restare sul mercato e verrebbe meno fatturato, occupazione e chiaramente produzione culturale. L’appello che abbiamo rivolto al Ministro Galan è quello di mettere la tutela delle proprietà intellettuale al centro dell’agenda politica del Governo". E’ questa la richiesta rivolta dal presidente di Confindustria Cultura Italia Marco Polillo al Ministro per i Beni e le Attività Culturali Giancarlo Galan nel corso di un incontro che si è svolto presso il Ministero, congiuntamente ad altre realtà associative, tra cui la BSA, Business Software Alliance.

"Siamo soddisfatti – ha continuato il Presidente Polillo, a nome dell’intero sistema federativo delle imprese aderenti a CCI – nell’aver riscontrato nel Ministro disponibilità e attenzione per le problematiche della nostra comunità. L’auspicio è che questo canale di dialogo possa rimanere sempre aperto al fine di costruire insieme una strategia organica per la crescita dell’industria culturale""Il fenomeno della pirateria, soprattutto quella digitale, provoca danni gravissimi alle industrie creative e dell’innovazione, sia in termini di mancati ricavi, sia di perdita di posti di lavoro", ha aggiunto il Presidente di BSA, Matteo Mille. "Salutiamo con soddisfazione l’interesse da parte del Ministro Galan ad affrontare anche in sede internazionale il fenomeno dell’illegalità in rete, senza dimenticare l’iter regolamentare in corso in AGCOM".

In base alla ricerca condotta dalla società indipendente TERA Consultants, le industrie creative dei cinque principali mercati europei nel 2008 hanno subito perdite di circa 10 miliardi di euro e di 185mila posti di lavoro. Solo in Italia i danni sono stimati in 1,4 miliardi di euro, con 22.400 posti di lavoro perduti. Il Ministro Giancarlo Galan ha manifestato sensibilità e preoccupazione per i danni sociali ed economici derivanti dalla pirateria, ivi incluso quelli in termini di evasione fiscale. E’ stata apprezzata la disponibilità da parte delle associazioni di categoria del settore della produzione culturale e si è condiviso l’opportunità che il nostro Paese assuma un ruolo di leadership in tema di tutela del diritto d’autore in quanto il nostro patrimonio artistico e culturale è tra i principali al mondo. Il tema della pirateria digitale è transnazionale ma anche in ambito nazionale si può intervenire per contrastare il fenomeno. A tal riguardo, l’auspicio avanzato nel corso dell’incontro è che l’AGCOM possa fare quel passo in avanti per inibire quelle piattaforme estere pirata che tanto male arrecano alle nostre imprese, ai nostri autori e alla nostra cultura.

A voi i commenti! Qualche dubbio su come è stata gestita la filiera distributiva in tutti questi anni (vedi prezzi, politiche commerciali, ecc...) ce l'ho e sono certo che se ci fosse meno avidità e un po' più di coraggio, nonché consapevolezza della direzione che sta prendendo il mercato, la pirateria verrebbe in gran parte stroncata!

Fonte: Confindustria Cultura Italia

Commenti (42)

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  • nenny1978

    27 Ottobre 2011, 20:01

    Io credo che il problema abbia diverse sfaccettature.
    Da una parte abbiamo un sistema di regole che si adegua in modo lento ai bisogni. Succede per molte cose e in un certo senso è fatto così perché di solito i cambiamenti all'interno della società non sono veloci. Il problema è la rapidità di diffusione permessa dai mezzi tecnologici odierni. Il Diritto in pratica non è fatto per reagire rapidamente, e in questo contesto la pirateria ci sta' sguazzando.
    Poi c'è il modo scelto per affrontare questi problemi, che è indice di scarsa conoscenza delle dinamiche di diffusione e di fruizione del materiale.
    E infine c'è il problema che nessuno vuole rinunciare alla sua fetta di guadagno in tutta questa storia.

    In realtà la struttura stessa dei diritti d'autore è ormai inadatta all'epoca in cui ci troviamo. Se io acquisto del materiale, ci dovrebbe guadagnare l'artista, la casa discografica e lo Stato (con l'IVA). In più ci sta' il costo di produzione dei supporti (che diventa costo di gestione dei server e della vendita/distribuzione online). La SIAE io non ce la vedo più, a gestire l'ingestibile.
  • Pistoccu

    27 Ottobre 2011, 23:25

    Originariamente inviato da: ev666il
    Se usassero software freeware il risultato finale sarebbe ugualmente un mancato introito per chi realizza quello a pagamento. Ergo, il problema resterebbe tale e quale - al massimo l'industria morirebbe in un modo eticamente sano, ammesso che la cosa possa importarle.


    Si ma si tratta di rimanere nel mercato, se sei fuori per colpa della pirateria è un conto, se sei fuori a causa della concorrenza leale il problema risiede nel tuo modo di agire nei confronti del mercato.
    Secondo me si nascondono dietro la pirateria quando ultimamento è il prodotto (spesso) ad essere di bassa qualità.
  • dexter769

    28 Ottobre 2011, 20:56

    ma questi hanno proprio la faccia tosta..intanto la siae vuol fare pagare i siti che trasmettono trailer.....chi sarebbe il ladro?
  • nenny1978

    28 Ottobre 2011, 21:04

    A pensarci bene qui la pirateria fa' innovazione, mentre i contenuti legali sono meno facili da reperire e pure meno di qualità... Se fosse il contrario scommetto che la pirateria ne uscirebbe molto ridimensionata.
  • dexter769

    28 Ottobre 2011, 21:36

    Solo in Italia i danni sono stimati in 1,4 miliardi di euro, con 22.400 posti di lavoro perduti.
    E sarebbe colpa della pirateria? Qualcuno può spiegare a questi pagliacci che siamo in piena crisi? c'è gente che non arriva a fine mese a cui non frega una cippa dei loro bd a 30 euro!!
  • nenny1978

    28 Ottobre 2011, 21:48

    Eppure secondo me tutto sommato i BD si salvano. I CD musicali invece sono destinati a soccombere. I posti di lavoro in questo settore sono molto più a rischio. Dovrebbero aggiornarsi e puntare sulla qualità, anche nel digitale. Invece l'offerta da questo punto di vista non è all'altezza. I grandi negozi online, quelli più conosciuti e di facile accesso, offrono gran parte delle canzoni a 256kb. Non che sia pessima, come qualità. Solo che su canali pirata lo stesso brano si trova FLAC (e alla fine pure gratis). Se ad esempio Amazon o IBS o Feltrinelli fossero più aggressivi con i prezzi e proponessero un ampio catalogo di musica di qualità il discorso sarebbe diverso. Solo che questo non salverebbe i posti di lavoro.

    Alla fine secondo me questa cosa andrebbe legata con l'abbonamento ADSL. Se uno vuole, si fa' un'apposita opzione con una decina di euro al mese, e si ha a disposizione un catalogo di qualità, senza DRM e senza esclusive.
    Ovviamente per farlo la linea ADSL dovrebbe avere costi in linea con l'Europa e le case produttrici dovrebbero essere meno avide. Senza contare che la SIAE non rinuncerà mai alla sua fetta. Per cui questa è tutta aria fritta.
  • ev666il

    29 Ottobre 2011, 11:45

    Originariamente inviato da: dexter769
    Qualcuno può spiegare a questi pagliacci che siamo in piena crisi?


    Non hanno mai capito e non capiranno mai... oppure hanno capito anche fin troppo bene...
  • grng

    30 Ottobre 2011, 13:15

    Questo è un problema che può essere analizzato da moltissimi punti di vista.
    In ogni caso se vogliono migliorare le vendite devono ripensare completamente i servizi e il concetto di diritto d'autore vecchio di un secolo, adeguare un mercato all'era digitale.
    Questi vogliono continuare a navigare nell'oro indipendentemente dalle condizioni economiche mondiali, proteggendosi dietro a paroloni come arte e cultura, di cui guardando le produzioni recenti in ogni ambito (sia musicale, che cinematografico e letterario) non conoscono nemmeno le basi.
    Sono solo mediocri mestieranti mossi dal profitto, quei pochi che si salvano grazie a talento e qualità stranamente sono coloro che non si lamentano degli aspetti monetari

  • seba93

    31 Ottobre 2011, 00:09

    @nenny1978: tu hai mai visto il casino di carte che deve compilare un dj o uno qualsiasi che suona dal vivo in pubblico? Ti passa la voglia di fare sti lavori.. La siae è il primo organismo da togliere dai piedi. E' una istigazione alla pirateria... Leggevo tempo fa, all'epoca dell'arrivo dei film su iTunes Store, quanti ostacoli hanno trovato davanti per aprire quel servizio. Occorre un rinnovamento, questo è certo.
  • nenny1978

    31 Ottobre 2011, 00:44

    Ho un locale e anni fa' gestivamo anche la sala da ballo. Conosco bene queste questioni, e già all'epoca era una cosa piuttosto gravosa. Ora oltre alla burocrazia è proprio inadatta ad affrontare il cambiamento. Prima prendevano una percentuale sui biglietti di ingresso, e ora prendono una percentuale praticamente Su tutto, persino Su supporti nati per altro e a prescindere dall'uso che se ne fa'... Penso che i diritti d'autore vadano tutelati, ma tramite lo sfruttamento diretto delle loro opere. Devono trovare un modo per farlo, cambiando le regole e innovando. Dalla SIAE stessa, però non mi aspetto nulla di tutto questo. Secondo me bisogna riformare tutto e ricominciare con un'istituzione moderna e veloce ad adattarsi ai cambiamenti tecnologici. Insomma, serve un punto e a capo.
    Almeno aprissero un foro di discussione per accettare proposte... Se si lavora per aprire un dibattito costruttivo al riguardo, prima o poi si risolve.
    Peccato sia utopia.
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