Gianluca,
non è che gli Stati Uniti siano cosparsi di pensionati alla fame e di moribondi abbandonati fuori dagli ospedali: sono i casi estremi, certo possibili, ma che non rappresentano la norma. La maggioranza dei pensionati, anzi, direi campa assai meglio dei nostri. Se ci sono ancora circa duecentomila domande di green card all'anno (e mica di stramiliardari, eh, non è MonteCarlo), tanto male non si deve poi forse campare da quelle parti, ti sembra?
Dal punto di vista sanitario, come ti ho detto, da dipendente, tolti i primi "sballottamenti" iniziali, alla fine mi sono ritrovato ad apprezzare una qualità di servizio direi decisamente superiore alla nostra media, ed a costi analoghi:e la cosa mi ha fatto riflettere non poco.
Certo, i loro grandi sistemi hanno dei problemi, diversi dai nostri, ma non necessariamente peggiori o migliori. Il discorso sanità è comunque un ritornello delle Presidenziali da cinquant'anni, laggiù, e non lo risolveranno sicuramente nell'arco dei prossimi cinquanta, proprio come qui da noi!
Il punto, piuttosto, è che si tratta di un modo diverso di intendere la vita in senso generale, e che chiaramente è difficile fare proprio se non si appartiene a quel paese sin dall'infanzia.
Personalmente preferisco un modello di tipo deterministico ad uno più garantista (e nota bene che te lo dice uno al quale di diventar ricco importa davvero poco). nel senso che secondo me di garanzie vere non ve ne sono da nessuna parte, oggi come oggi, e semplicemente gli Americani sono un pò meno ipocriti nel dirselo sin dal primo giorno, ossia "affidati a te stesso". Certo, punti di vista, diamine, mica verità assolute.
Pensione? Se la vuoi te la fai, se non ci pensi o non sei in grado di riuscirci, peggio per te. Crudele, forse, ma anche molto più realista....e comunque non ci dimentichamo che l'assistenza sociale rifila più quattrini ad un barbone USA di quanto rifilino le pensioni minme sociali qua da noi, tant'è vero che in molte grandi città "to be a tramp" è davvero una scelta di vita di chi ha deciso di "chiamarsi fuori" dal sistema. Preferisco questo a uno stato che oggi esige comunque del denaro (e parecchio) da me ma che comunque non è assolutamente in grado di garantirmi, con certezza, di avere un domani una pensione: qantomeno, scelgo io se rischiare di farmi infinocchiare o meno da una Enron, non mi ci obbliga nessuno.
Per contro, il sistema USA offre delle opportunità al singolo che qui da noi sono decisamente utopistiche, per cui chi vuole e ci mette impegno il pane in tavola non ha soverchi problemi a metterlo: tutto sta in una visione della vita profondamente diversa, sul piano culturale, dalla nostra. Noi mediterranei suoniamo dolci ed esotici, agli americani, proprio per questo: sono affascinati dalla nostra "leggerezza" e dalla mancanza di quel micidiale spirito competitivo che la cultura USA impone costantemente: sii migliore, prevali, insegui il successo!
"Vivi e lascia vivere" lascia gli Americani perplessi e un pò sorpresi, come se avessero appena sentito una battuta che dovrebbe far ridere, ma che non sono sicuri di aver capito.
Il fatto che la stragrande maggioranza dei cittadini americani guardi alla borsa in modo sostanzialmente diverso da quello dei cittadini italiani, dice molto su quanto questo tipo di "modello" sia potentemente inculcato nel cranio sin dalla più tenera età.
Peraltro, qui non si discute sul giusto o sullo sbagliato, sarebbe off topic: si parla di andare a vivere laggiù per scelta, e non per obbligatorietà, e quindi se non si preferisce una simile modalità di vita, basta restarsene a casa.
Personalmente, come ti ho detto, guardo all'America con molto rispetto da un lato ed un pò d'invidia per tante sue valide caratteristiche, ma siccome vivo più d'emozioni e sentimenti che di puro desiderio di possesso, preferisco il male minore, che è vivere in Italia....ma un certo, piccolo rimpianto per non essere stato capace di adattarmi meglio, forse, mi rimarrà sempre dentro.
Ciao,
Andrea