Nicholas Van Orton
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Amo il cinema d'essai. Il cinema che ti fa riflettere. La pellicola che non necessariamente ti stampa il sorriso sulle labbra. Ma questa "opera" di Pablo Larrain descrivendo la vita (se tale si può definire) di un improbabile ballerino di mezza età che sogna di sfondare come sosia di Toni Manero nel Cile di Pinochet raggiunge ed oltrepassa i (miei) limiti nel metabolizzare il male. Crudo, osceno, abietto. Nessuna concessione alla speranza. L'uomo che ritorna alle sue origini animali. Un film nauseante.