Nordata
Moderatore
Senza il "quasi".Credo tutti gli integrati o quasi hanno una sezione pre
In un "amplificatore" audio, usando il termine nel suo significato più generico, esiste una parte che amplifica il segnale in tensione per portarlo, se necessario, al livello sufficiente a pilotare la parte che invia il segnale al carico (solitamente degli altoparlanti) che oltre a lavorare a tensione più alta della parte precedente deve erogare anche una corrente più o meno elevata.
Questa prima parte che può essere composta da almeno uno o più componenti attivi, valvole o transistor, viene chiamata pre(amplificatore) per distinguerla dalla seconda parte di amplificazione di potenza detta anche stadio finale.
Questa parte la si chiama pre anche se è nello stesso mobile della parte finale, è il modo per distinguerle negli schemi e nelle descrizioni.
Nella prima parte, quella di amplificazione in tensione del livello del segnale, sono anche inserite tutte le eventuali funzioni accessorie: selezione degli ingressi, controllo del volume, eventuali toni, filtri ed altre cose.
Ad un certo punto, già nei primi anni gloriosi della Hi-Fi si è pensato di dividere fisicamente queste due parti, per tutta una serie di motivi, alcuni validi (maggior cura nella realizzazione, vera o supposta che sia, possibilità di scegliere il pre tra tanti modelli, anche di marca diversa dal finale), altri puramente di marketing.
Solitamente gli apparecchi divisi in due parti sono meglio di quelli integrati, ma non è detto, ci possono essere degli ampli integrati di qualità sonora elevata e pre+ampli che suonano mica tanto bene.
Se una sorgente ha uno stadio di uscita in grado di fornire una tensione sufficiente a pilotare i vari finali in circolazione ed ha anche un controllo di livello lo stadio di uscita di questa sorgente diventa la parte pre del finale esterno, non è che la circuitazione di un pre sia diversa o deve avere certi requisti che possiede solo un pre.
Forse c'è un errore di base: lo scopo dell'Hi-Fi è quello di riprodurre nel modo per quanto possibile uguale all'originale un evento che si è svolto da un'altra parte ed è stato registrato.jakob1965 ha detto:anche un cd (o vinile) inciso bene o male può influire sull'alta fedeltà no?
Nella parte che riguarda la ripresa sonora dell'evento non possiamo metterci mano, ci viene fornita sotto varie forme: vinile, CD, file, quello che noi possiamo fare è cercare di far arrivare al nostro orecchio il contenuto del vinile, CD, file in modo inalterato.
Se l'evento è stati ripreso o inciso da cani la nostra catena sarà (e dovrà essere) comunque Hi-Fi.
Certo, se magari l'incisione ha bassi troppo elevati (perchè piacciono di più o è stata equalizzata con in mente le cuffiette del cell.) si potrebbe cercare di migliorarla un pochino tramite i controlli d tono, ah già, dimenticavo, non ci devono essere "deteriorano" il suono", così come se ascolto a livello normale, da appartamento condominiale, quindi mi perdo un pochino per forza di cose la gamma bassa e quella alta posso compensare un pochino con Loudness, ah già, dimenticavo, non c'è, meglio ascoltare in modo completamente non lineare, con la risposta alterata, piuttosto che inserire quel comando; è vero, se trovo la marca e il modello giusto ci sarà certamente quella spina di rete che correggerà accuratamente queste manchevolezze, intervenendo in modo mirato e con precisione solo nei punti giusti.
Non ho capito cosa c'entri il riferimento dell'essere abituato a lavorare dal vivo o in una regia.
Nella maggior parte dei casi non si cerca la perfetta linearità, ma il suono che può piacere di più all'artista, se gli piacesse il suono che esce da un microfono a carbone si userebbe quello (motivo per cui in live o in studio si usano ancora anche apparecchi a valvole: perchè può piacere per quella tale occasione un certo suono), nel caso invece delle regie radiofoniche si cerca di ottenere il "timbro" caratteristico di quella radio, il sound che la rende riconoscibile.
Esiste un prodotto pro (ergo costoso) di una ditta americana, quanto meno uno dei più famosi, che serve proprio a questo, è un insieme di limitatore, compressore, filtri su varie bande, ecc, anche il generatore MPX, il tutto interagente che, regolato opportunamente, tira fuori il sound che interessa.
Mi ricordo che sul manuale erano riportate le impostazioni usate da alcune radio americane specializzate in vari generi: classica, rock, jazz, country, ecc., giusto per non partire da zero, praticamente un DSP.
Come si può vedere, tutto fuorchè Hi-Fi, però il nostro impianto deve essere invece lineare per riprodurre senza alterare quanto l'emittente ha deciso di irradiare, o il sound engineer e/o il produttore hanno deciso nel caso degli eventi live o in studio.