Io si, per pura nostalgia e senza sciocche speranze, tutti insieme, bolsi canuti e rattrappiti, li andrei a vedere in capo al mondo … eccome!
Ho avuto l'immensa fortuna di assistere al concerto del 20 giugno '71 a Brescia (serviti a domicilio

).
Finita l'era Barret dopo
Ummagumma e i brani di
Zabriskie Point avevano pubblicato
Atom Heart Mother, erano da poco concluse le registrazioni di
Meddle e a settembre avrebbero girato
Live At Pompeii.
Erano in piena effervescenza creativa.
Eseguirono:
Atom Heart Mother (Atom Heart Mother).
Careful With That Axe Eugene (Ummagumma).
Fat Old Sun (Atom Heart Mother).
The Embryo.
Return Of The Son Of Nothing (titolo provvisorio di
Echoes in Meddle).
Set The Controls For The Heart Of The Sun (Ummagumma).
Cymbaline (More)
Bis:
A Saucerful Of Secrets (Ummagumma)
Il concerto si tenne a Brescia perché sia a Milano che a Bologna le autorità non diedero il permesso per questioni di ordine pubblico. Per capire che aria tirava all'epoca: due settimane dopo ci fu il concerto dei LedZeppelin al Vigorelli di Milano (ospiti del Cantagiro) ed il velodromo venne distrutto!
A Brescia era disponibile il palazzo delle Esposizioni degli Industriali Bresciani, EIB appunto, che è un grande ciambellone con attorno una corona di spazi espositivi sui quali corre una balconata che vagamente mi ricorda quella di Deep Space 9. Anni dopo per un certo periodo fu trasformato in palazzetto dello sport e ci misero tribune prefabbricate e un campo da basket. In quella condizione si tennero molti conceti e con gli Inti Illimani ci stettero 15000 spettatori, ma nel '71 era completamente vuoto ed in 4000 seduti accucciati o stesi sul pavimento raso occupavamo si e no metà del cerchio centrale.
Il palco fornito dai magazzini comunali era una scarna pedana di qualche decina di metri quadri senza fondale e alta un metro. Sopra c'erano poche casse spia ed il grande gong svettava su tastiere batteria ed apparecchiature varie. Sul mug visibilissima stupiva una cosa stranissima per l'epoca ma che oggi tutti riconosceremmo come un grosso joystick. Dov'erano finite quelle decine di casse e leslie che poi sarebbero state la scenografia in Live At Pompeii? Le avevano disposte sulla balconata divise in quattro gruppi ai 4 punti cardinali del ciambellone e Wright con quel joystick pilotava la distribuzione dei suoni.
Ho assistito a tanti concerti in vita mia ma una situazione, un'atmosfera come quella non l'avevo e non l'ho più percepita. Oggi ai Pink Floyd è associata l'immagine di torri di amplificatori, proiezioni su megaschermo circolare e parchi luci fantastici. Allora quella musica fu fatta in una situazione scenografica che più dimessa non si sarebbe potuto e con un'illuminazione che un registra teatrale definirebbe “luce da cucina”.
4000 fan venuti da tutta Italia Austria e Svizzera, facendo da tappeto a quell'ambiente in un religioso silenzio avvolto da una nube bassa ed azzurrognola che stonava chiunque entrasse, ascoltarono per ore quei suoni che arrivavano da direzioni assolutamente inusuali e con un respiro che poche volte ho sentito da una tale potenza.
Indescrivibile e visceralmente sconvolgente l'esplosione di suoni e urla in
Careful With That Axe Eugene
Indescrivibili le suggestioni sonore di
The Embryo. La batteria di Mason sembrava spostarsi ed ingigantirsi in quello spazio mentre rullate o colpi di piatto sorprendevano da dietro le spalle o da destra e sinistra in modi assolutamente irripetibili e casuali così come gli accordi di piano di Wright che suonava tastiere e manovrava il joystick contemporaneamente e freneticamente.
Chiusero (ci provarono) con
Cymbaline. Il suono dei passi che s'allontanano partì dal palco e letteralmente scavalcò quella particolare platea per raggiungere gli ingressi dove con un realismo folgorante si sentì la porta che s'apre e si chiude cigolando.
È stato tutto talmente particolare che “indescrivibile” è il termine che mi viene più spontaneo nonostante sia qui a provarci.
Scusate se mi sono lasciato prendere, per me è sempre un ricordo entusiasmante. Per anni ho pure ingenuamente coltivato il sogno che si potesse chiedere ai Pink di ripetere quell'esperienza che sui giornali dell'epoca anche loro definirono notevole.