OT ON
Batteristi da paura ce ne sono molti...
Fra quelli che suonano in un gruppo fisso citerei per primi Danny Carey dei Tool, Daniel Erlandsson degli Arch Enemy e Tim Alexander dei Primus: sono da paura dal vivo e sull'album. Ma ce ne sono molti altri come Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers, John Otto dei Limp Bizkit, il batterista degli Inflames, dei Soilwork, dei Katatonia, degli inglesi Oceansize, degli Isis...
In Italia va nominato Christian Meyer degli Elio e le storie tese e del Trio Bobo.
Fra i solisti John Blackwell, Vinnie Colaiuta, Dave Weckl, Duduka da Fonseca, Akira Jimbo.... e poi Billy Cobham naturalmente ma qui si va sul vintage...
Questi sono i primi che mi vengono in mente e sono tutti parecchio superiori a Portnoy che non e' di certo un neofita ma neppure si merita gli osannamenti di molte persone che non hanno ascoltato altro.
OT OFF
Riguardo al tipo di suono di cassa che compare in molte produzioni va detto che spesso la batteria non e' neppure vera ma tutta programmata (cioe' scritta in midi che poi pilota campioni reali) oppure tutta triggerata (il colpo sul tamburo fa scattare uno switch che riproduce un campione reale) o mixata con suoni triggerati.
Cio' viene fatto per pura comodita' e convenienza visto che suonare alla perfezione un pezzo di 5 minuti a 220bpm con la cassa che fa i sedicesimi non e' facile, neppure impossibile per alcuni dei mostri sopracitati ma comunque faticoso e inutile.
In certi generi dove l'headroom e la dinamica vengono esauriti da decine di chitarre, armonizzate, voci armonizzate e synths, una cassa che va veloce non puo' portarsi dietro tutta la dinamica e tutte le armoniche del corpo e della coda; quindi si cerca solo la punta, l'attacco.