Io, traumatizzato dalla gestione del DRM in Vista, ho cominciato ad usare Linux a marzo scorso, prima sul portatile aziendale, per prova, poi sul PC di casa, quindi sull'HTPC, lasciando sempre il dual boot con XP.
Dall'esperienza che ho fatto finora, e che mi sta portando ad usare, lentamente ma progressivamente, sempre più Linux e sempre meno Windows, ho tratto le seguenti convinzioni:
- Linux è sotto molti aspetti ancora poco user-friendly; per controbilanciare questo handicap è opportuno orientarsi verso una distribuzione molto supportata e frequentemente aggiornata, come Ubuntu/Kubuntu;
- non vedo grosse differenze fra Ubuntu e Kubuntu (escluderei Xubuntu per HTPC); forse è più utile che alcuni provino Gnome e altri KDE; io uso Ubuntu;
- ho sperimentato invece grosse differenze sull'hardware, su cui bisogna fare molta attenzione; molti dispositivi sono inusabili o quasi: ad esempio, le schede SAT Firewire o quelle DVB-S2 non hanno driver per Linux; ma basta anche una MoBo con controller SATA non standard (come certe Intel) per produrre gravi problemi;
- per l'HTPC, il problema più grosso è la scheda video: allo stato le ATI sono sconsigliabili; le migliori sono le nVidia, con le Intel nel mezzo.
- sempre per l'HTPC, cose apparentemente semplici con Windows possono diventare complicatissime con Linux: per attivare l'uscita S/PDIF sulla mia MoBo ho dovuto consultare decine di forum per giorni;
- in compenso, la comprensione dei meccanismi di riproduzione audio/video è molto più profonda in Linux; solo adesso sto veramente comprendendo cosa succede nel PC quando vediamo un film.
astigmatico ha detto:
partendo da zero e avendo linux come obiettivo, ci sono particolari dritte hardware più adatte a linux... O dove posso trovare qualche info?
Questo sito è il più accreditato e consultato per le hardware reviews:
http://www.phoronix.com/
da consultare assolutamente prima di comprare un pezzo hardware.
Michele
P.S. Chi ha provato LinuxMCE (c'è un thread su AVSForum) è riuscito solo a incasinare la macchina. E' altamente immaturo e gestito da un individuo isolato: da lasciar perdere
