Come sempre, se si parla dell'"ottimo" la risposta è piuttosto ovvia: l'ottimo è avere tutti diffusori esattamente uguali, pilotati da finali uguali e soprattutto collocati in una stanza che permetta una risposta assolutamente omogenea da tutti.
Quando poi però ci si cala nella realtà di tutti i giorni, i limiti del mondo ideale vengono fuori: probabilmente nessuno al mondo ha una stanza studiata così bene da consentire una risposta esattamente omogenea in ambiente, è già abbastanza raro trovare una stanza che risponda in maniera "speculare" tra lato destro e sinistro... e già uno dei requisiti del "mondo ideale" viene meno.
Poi ci mettiamo di mezzo i vincoli di budget... nessuno (o quasi) ha a disposizione un budget infinito, pertanto quando si devono scegliere i componenti si deve giungere ad un compromesso, tagliare da una parte per allargarsi un po' di più dall'altra.
In questo ci viene incontro un'idea chiara dell'utilizzo che vorremmo fare dell'impianto: se lo usiamo esclusivamente (o quasi) per guardare film, dove i surround sono utilizzati nel 90% dei casi soltanto per degli effetti di ambienza, è una follia dedicare lo stesso budget a frontali (che riprodurranno gran parte del messaggio musicale delle colonne sonore), centrale (che riprodurrà la stragrande maggioranza dei dialoghi) e surround (che si ricorderanno di esistere per 10 minuti in tutto su 2 ore di durata di un film, e probabilmente lo faranno soltanto per far sentire un "ting" o una porta che sbatte). Se poi ci aggiungiamo che gran parte delle sale home theater sono configurate per tagliare tutti i diffusori a 80Hz, l'utilità di un full range diventa ancora più dubbia.
Diverso è il discorso per chi ascolta musica in multicanale, perchè in quel caso la coerenza timbrica tra fronte anteriore e posteriore diventa molto più importante... ma le registrazioni di qualità in questo formato sono ben rare