Sulle opinioni, nulla da ridire, naturalmente.
Ognuno ha legittimamente le sue.
Ma, oggigiorno, per avere un'esperienza il più possibile simile a quella della sala cinematografica, è giocoforza rivolgersi ancora ad un videoproiettore. Perché oltre ad una certa diagonale i TV non vanno e, soprattutto, perché l'immagine "autoemessa" del display è diversa da quella riflessa del vpr. Diversa non è sinonimo di migliore è, appunto, diversa. Dalla sua nascita ad oggi, il cinema, prima con l'analogico, poi con il digitale, si è sempre basato sulla proiezione di un'immagine sullo schermo.
Preferenze personali a parte, credo che su questo non si possa discutere: siamo di fronte ad un fatto, non ad un'opinione.
Il futuro non so quello che ci riserverà, nessuna preclusione verso l'innovazione, però oggi la situazione è ancora questa.
Per quanto riguarda il rispetto della resa del media con cui un film è stato girato, personalmente sono affezionato all'idea di preservare il più possibile la fedeltà filologica. Non amo le rivisitazioni in chiave "aggiornamento digitale", spesso giustificate dietro l'alibi che, una volta, il regista non poteva scegliere in quanto non aveva altra possibilità se non quella di girare in pellicola. Non condivido la tesi secondo la quale la scelta del regista era in realtà un semplice obbligo. Ammesso e non concesso fosse davvero così semplice, ormai l'opera girata in pellicola è tale, quindi va rispettata per quello che è, mantenendone la tipica resa. Alcune label, nel loro modo di lavorare, mantengono questo tipo di approccio, conquistandosi così tutto il mio apprezzamento.
Queste ultime, però, sono mie opinioni, quindi del tutto discutibili
