Trovo molto curiosa la diversità di opinioni espresse in questo forum (più che varie, spesso piuttosto opposte). Cercherò di rispondere a quelle più interessanti.
Poi, visti alcuni commenti, ho come l’impressione che qui ancora viviamo nel periodo dell’Inquisizione, e che alcuni fatti scientifici o tecnici vengono ancora vissuti come eresia. Speriamo che in futuro le cose possano cambiare...
Mi scuso in anticipo con tutti per la lunghezza di questo post (sarà veramente lungo - se questo viola qualche regolamento del forum, mi dispiace). Chi non fosse interessato a leggerlo per intero, ovviamente lo può saltare subito. Il mio tempo disponibile è molto limitato, mi piacerebbe partecipare di più e più spesso a questo forum, ma purtroppo non posso. Cercherò comunque di dedicare abbastanza tempo per rendere le mie risposte/chiarimenti il più argomentati possibile.
johnmup ha detto:
Zarga, lei sarà tutto quello che dice, ma questo non è il posto per presentare un curriculum (sta cercando lavoro?)
Grazie per il consiglio, questo proprio non mi è venuto in mente: se rimango senza lavoro, comincerò a cercarlo proprio partendo da un forum!
Credo che dichiarare le competenze e le esperienze professionali di una persona possa essere un’informazione utile per valutarne la preparazione e decidere quanto peso dare alle sue affermazioni. Poi, se ritenute non interessanti/pertinenti, si può decidere di scartarle immediatamente.
SUPERSLIDE1965 ha detto:
Li per li' ho pensato che fosse una tattica di marketing,in effetti chi vuole pubblicizzare il prodotto e' giusto che dica che sia il migliore a priori,ci mancherebbe altro.
E’ se tutto quello che ho detto/scritto fosse semplicemente l’opinione sincera di un tecnico appassionato, e non qualcosa che è uscito dall’ufficio marketing? (Notare l’ovvio conflitto d’interessi - ognuno è ovviamente libero di pensare quello che vuole...).
Un’altra cosa che trovo curiosa è l’apparente assoluta suddivisione tra il misurare e l’ascoltare, da alcuni ritenuta una scelta obbligata tra le due.
Leggendo i vari commenti, mi sono accorto che certe persone pensano che io esegua le misurazioni così: entro in una stanza con qualche microfono, mi tappo le orecchie per non sentire niente, accendo gli strumenti di misurazione, faccio un’equalizzazione per ottenere una linea della risposta in frequenza piatta e boom: fatto!
A questo punto mi verrebbe da dire: “Potrei farlo anche via internet, senza neanche essere sul posto...” Anzi, facciamo un ulteriore passo: adesso utilizzerò tutti i miei poteri dello Jedi per equalizzare a distanza tutti i vostri impianti insieme.........fatto!
Adesso, scommetto, se andate ad ascoltare i vostri impianti sentirete un netto miglioramento. Certamente il miglioramento ottenuto è più grande di alcuni “accessori” che fanno parte degli impianti multicanale o stereo che siano. Basta essere convinti e crederci...
massimagnus ha detto:
I settaggi saranno perfetti e professionalmente calibrati ma probabilmente è proprio questo il limite che sono TROPPO calibrati.
Un impianto è o calibrato correttamente o non è calibrato.
massimagnus ha detto:
A MORTE LE TARATURE STRUMENTALI!
Complimenti! Questo si che è un’attegiamento giusto..
Vorrei chiarire il concetto di calibrazione: non si tratta di sola equalizzazione. Data per scontato la scelta di componenti di una certa tipologia, prestazione e qualità (adeguati all’ambiente), la calibrazione vuol dire:
Coretto posizionamento (fondamentale)
Corretto orientamento
Verifica che il sistema si comporti secondo le specifiche (es. capace di pilotare correttamente i diffusori alla loro minima impedenza).
Verifica che tutti i driver siano collegati correttamente (fase non necessariamente uguale per tutti)
Corretto settaggio di livello, fase e ritardi
Eliminazione delle vibrazioni della stanza/mobili/oggetti
Misurazioni, equalizzazione (processo abbastanza lungo con i sistemi più evoluti)
Ottimizzazione dell’integrazione SUB/SAT
Eventuali interventi dal punto di vista acustico, se possibile
La parte finale FONDAMENTALE: ascolto (guarda caso...)
Aggiustamenti finali in base all’ascolto
Per quanto riguarda le misurazioni strumentali:
E’ molto semplice farle.
E’ molto difficile fare le misurazioni che hanno un significato.
E’ ancora molto più difficile interpretare correttamente le misurazioni effettuate.
Qui vorrei citare Albert Einstein: “Non tutto quello che è misurabile conta e non tutto quello che conta è misurabile”.
Detto questo, vorrei dire che fino ad oggi abbiamo fatto grandi passi nelle tecniche di misurazione e equalizzazione. Alcune aziende (io ne conosco una, anzi due), attraverso una miriade di misurazioni e sezioni di ascolto in condizioni “double-blind” (eliminando quindi qualunque preconcetto di brand/prodotto preferito), hanno raggiunto una correlazione sorprendentemente alta tra le misurazioni effettuate e le sensazioni percepite di quello che ci piace sentire. E la cosa più sorprendente è l’uniformità di opinione su quello che piace alla stragrande maggioranza delle persone in condizioni di ascolto “double-blind”...(cosa fortemente assente in questo forum).
Guardando le misurazioni acustiche dei diffusori effettuate nelle camere anecoiche, oggi non è ancora possibile dedurre con certezza, ad esempio, quale tra due ottimi diffusori sia il migliore. Per questo è necessario l’ascolto in condizioni “double-blind”. Quello che si può fare guardando queste misurazioni è scartare subito, senza la necessità di ascoltarli, tutti i diffusori che non sono candidati per garantire le prestazioni di riferimento. Ed è sorprendente il numero di diffusori, anche di marchi molto, ma molto blasonati, che possono essere scartati in questo modo.
Giusto per chiarire, il semplice grafico della risposta in frequenza sull’asse di un diffusore da sola è una cosa quasi completamente inutile per dedurre la qualità e le prestazioni di un diffusore. Così come quasi tutti i dati dichiarati sulle schede tecniche di TUTTI i produttori di diffusori residenziali (ci sono molti dati tecnici più utili sul lato di una gomma, che su una scheda tecnica di un diffusore - come saggiamente detto dal dr.Toole). Poi ci sono alcune (poche) aziende disposte a darvi tutti i risultati delle misurazioni: basta chiederli direttamente al produttore. E’ giusto aggiungere che ci vuole anche una competenza tecnica sufficiente per interpretarli. E’ interessante l’ultima iniziativa della CEDIA USA di organizzare i corsi per i professionisti del settore sulle misurazioni non anecoiche dei diffusori e di pubblicarli su un forum dedicato. Questo risolverebbe l’ostinazione della maggioranza dei produttori a pubblicare questi dati (potrei intuire la ragione per cui non vogliono pubblicare i loro dati - premesso che esistano...).
Per quanto riguarda le misurazioni ed equalizzazioni, il miglior strumento di cui disponiamo oggi sono le nostre orecchie (premessa: collegate a un cervello funzionante...). Ogni sessione di misurazione ed equalizzazione termina con l’ascolto e con le relative ultime modifiche e aggiustamenti. Le misurazioni servono a portarci molto più velocemente verso il risultato finale, e senza di esse è impossibile raggiungere la miglior performance di un impianto audio.
Ci sono stati alcuni commenti sull’equalizzazione legata a un suono “troppo processato”. Vorrei cercare di chiarire un pò questo concetto.
equalizzazione = rendere le cose uguali (un processo sempre presente in natura), eliminare le distorsioni.
Un evento musicale dal vivo (ad esempio un concerto di musica classica) viene registrato posizionando il microfono in un spazio riverberante (con lo spazio sonoro diffuso), preferibilmente vicino alle posizioni reali di ascolto (se si cerca di ricreare il realismo di una prestazione dal vivo). In questo caso, l’energia delle riflessioni (diffusa) è molto più alta, significante e importante del suono diretto che arriva dagli strumenti musicali. A causa della grossissima approssimazione di un campo sonoro tridimensionale, che in questo caso facciamo posizionando 1 microfono (mono o stereo che sia), è proprio qui che finisce qualunque collegamento con l’evento reale e la futura assoluta impossibilità di riprodurlo in maniera identica all’evento live con qualunque impianto audio.
Le registrazioni multicanale possono migliorare di molto questo risultato (rispetto alle tecniche stereo), preservando in maniera più fedele la provenienza delle riflessioni laterali, fondamentali nel creare la sensazione di grandezza della sorgente acustica (ASW - Aparent Source Width) e la sensazione di essere circondati da uno spazio acustico diverso (LEV - Listener Envelopment).
Chi non crede nella necessità e nell’importanza di avere le riflessioni laterali (sia dalle sole pareti laterali negli impianti stereo, sia quelle aggiuntive, e dalle angolazioni più favorevoli dei diffusori surrond) è invitato ad ascoltare un diffusore/uno strumento musicale nella camera anecoica. Inoltre le riflessioni laterali rendono il coefficiente IACC, uno dei parametri di qualità principali per le sale da concerto, più basso (migliore).
Poi ci sono le distorsioni (equalizzazione) e il rumore di fondo introdotti dallo stesso microfono, il mixer, il DSP, che introducono ulteriori distorsioni (equalizzazione?). Poi il segnale arriva in qualche modo a casa nostra e noi introduciamo due delle più significanti distorsioni: la conversione tra il segnale elettrico e acustico (diffusore è un componente equalizzato) e l'interazione tra il diffusore e il nostro ambiente (la distorsione più alta di tutta la catena). Oltre all’ulteriore processamento del nostro DSP, amplificazione ecc.
La questione è: vogliamo lasciare tutte queste distorsioni o vogliamo equalizzare il nostro impianto per renderlo in grado di riprodurre, in maniera più fedele possibile, l’evento registrato?