Inside Out

Emidio Frattaroli

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Staff Forum
Ne ho parlato tra i commenti della news di ieri, a proposito dell'anteprima assoluta, con una copia renderizzata con codifica REC.BT.2020:

http://www.avmagazine.it/news/4K/ibc-inside-out-in-rec2020_10494.html

Ed ecco il mio commento:

Un capolavoro.

Assoluto.

Che prescinde il Rec BT.2020, la tecnologia laser e quant'altro vi possa venire in mente.

Vi consiglio di lasciar perdere trailer e recensioni. Lasciate stare.

Inside Out è grande Cinema. Ed è necessario vederlo, possibilmente con tutta la vostra famiglia.

Esattamente come Up e gli altri capolavori di Pixar.

E probabilmente Inside Out - per il momento - è il più grande di tutti.

Tornando alla tecnica e allo spazio colore, devo dire che in alcune parti del film la profondità dei colori arriva a livelli inauditi, come ad esempio all'interno della "prigione", con dei "rossi" e - soprattutto - dei "blu" con una profondità pazzesca e con una ricchezza di sfumature che soltanto i 12 bit per componente possono raggiungere.

Aggiungo che purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista), Inside Out non è probabilmente il miglior film per fare un'analisi su aspetti tecnici. Perché il film è talmente bello che il mio cervello è stato preso per mano da Pixar ed è entrato letteralmente nel film, nella storia, senza preoccuparsi più degli aspetti tecnici.

Un paio di aspetti, al di là del colore, all'inizio mi avevano lasciato l'amaro in bocca. Prima di tutto c'è il livello del nero troppo elevato, sia per "colpa" della sala (si tratta più che altro di un auditorium, con arredamento un po' troppo chiaro per una sala cinema, che favorisce quindi le riflessioni), sia per colpa della tecnologia del proiettore: si tratta pur sempre di un DLP a 3 chip, con un rapporto di contrasto nativo che non può andare oltre gli 11 stop (ovvero circa 2.000:1). Se poi ci mettiamo anche le lenti dell'obiettivo, la finestra di proiezione e - soprattutto - la sala, ecco che il rapporto di contrasto sarà sceso probabilmente nella zona dei 9 stop di gamma dinamica, ovvero circa 500:1 di rapporto di contrasto intra-frame.

Gli altri aspetti che non mi hanno convinto sono il dettaglio e la risoluzione. Stasera abbiamo visto molto probabilmente un 2K e non certo tra i migliori. Eravamo in settima fila, con un rapporto di visione di circa 1,2:1, con immagini in rapporto d'aspetto di circa 1,85:1. Quindi in ottima posizione per poter giudicare questi due aspetti. Certo, il rapporto di contrasto così basso ci avrà messo del suo, ma non basta. Cercherò di approfondire anche se penso che sarà impossibile.

Prima del film sono passato dallo stand di Christie per chiedere lumi sull'installazione. In particolare ho chiesto: visto che il vostro sistema laser 6P (con sei primari distinti), prevede due proiettori distinti, ovvero un proiettore con R1, G1, B1 e un secondo che invece proietta con R2, G2 e B2, e visto che si tratta di un sistema pensato principalmente per proiezioni 3D con sistema INFITEC-DOLBY (e che funziona in maniera STRAORDINARIA), questa sera che invece proietterete in 2D, userete quindi un solo proiettore?

Mi hanno risposto di no, che avrebbero usato comunque due proiettori. E allora mi son cadute le braccia.

Ma come??? Andate a rovinare dettaglio e risoluzione con la convergenza delle due immagini? Poiché è senza dubbio che per sovrapporre perfettamente pixet-su-pixel le due immagini, una delle due deve essere riscalata digitalmente. E questo comporta sicuramente una perdita di risoluzione e dettaglio. Mi hanno risposto che la perdita è comunque impercettibile.

E infatti, all'inizio della proiezione, con risoluzione e dettaglio molto bassi, mi sono detto: "è proprio vero, stanno usando due proiettori..."! Ma la delusione è durata davvero poco: il Grande Cinema di Inside Out ha preso il sopravvento, grazie anche ad un audio eccellente, con la dimensione verticale un po' meno sfruttata di quanto mi aspettassi, sicuramente per i limiti della sala, con la galleria che uno dei tecnici Dolby avrebbe voluto far saltare con della dinamite...

E invece, al termine della proiezione, sono andato vicino allo schermo e ho guardato in alto, verso la cabina di proiezione, e ho visto un solo fascio luminoso... Un solo proiettore. Mah! Non so che dirvi. Cercherò di indagare.

Però, al di là di tutto, rimane il Grande Cinema di Inside Out. Uscirà domani, 16 settembre, in circa 700 sale italiane.

Andate a vederlo, senza guardare trailer, senza leggere recensioni sulla storia.

E scegliendo un'ottima sala. La migliore che potete raggiungere.

Emidio[CUT]
 
visto domenica a Cerro Maggiore...che dire, forse mi ero creato una aspettativa maggiore visto il pensiero di Emidio.
non che sia brutto per carità, ma lo vedo poco per bambini e più per adolescenti e genitori.
sicuramente da rivedere con calma, magari a casa, però(mio parere personale) proprio un capolavoro non lo vedo, è un po come Walle che ci fa riflettere su come stiamo trattando il nostro pianeta cosi Inside out ci fa riflettere sulle emozioni...
per me il capolavoro assoluto sotto tutti i punti di vista della Disney è Toy Story sopratutto il 3.(anche quello fa riflettere)
mi ripeto, considerazione assolutamente personale...
 
Concordo pienamente con Emidio, un CAPOLAVORO.

Forse i bambini più piccoli lo apprezzeranno solo dal lato cartone animato e con i simpatici personaggi inventati da Pixar, ma per gli adolescenti e gli adulti si tratta di un film pieno di contenuti sulle emozioni e sulla personalità umana che sarebbe bello riscoprire appieno nella vita di tutti i giorni.

Questo film dimostra che per fare grande cinema non occorre stupire gli spettatori con strabilianti effetti speciali o scontri all'ultimo sangue, basta una storia normale che trasmetta le emozioni ed i sentimenti.

Cesare
 
visto il 18 in sala energia all Arcadia di Melzo.
bel film,anche se me lo aspettavo molto piu leggero e comico,forse per via dei promo e degli spot incentrati proprio sulle parti scherzose.
in ogni caso non difficile come l inizio del gia citato up.
dal punto di vista audio,anche se il film non presenta situazioni estreme,ho ascoltato la "solita" sala energia,dolce,piena e mai sopra le righe.ottimo!
dal punto di vista video,qualita notevole,colori saturi e profondissimi e la solita pastosita di quella sala che fa sembrare tutto naturale,anche nei prodotti di cg.
non conosco i dati di cio che è stato trasmesso,a differenza dell inarrivabile Emidio,ma posso consigliare a tutti la visione,specialmente in sale come l Energia dell Arcadia che non delude mai. :)
 
Visto il film... purtroppo non in sala Energia a Melzo ma più semplicemente al Big di Marcianise :eek:
Bel film, trama impegnata (a mio avviso non da doppia lettura, per bimbi e per adulti) e forse non proprio fluida la narrazione ma con vari spunti geniali... comunque non mi è parso spettacolare o con scene audio estreme
 
Pare che anche Inside Out non sia esente da critiche, le più interessanti che fanno riflettere sul film, sono queste:

Infanzia troppo spensierata. Ma l'uomo non è un cyborg:

E' attraente e seduttivo Inside Out, il nuovo bellissimo film della Pixar, così capace di suscitare un unanime entusiasmo che ne parlano tutti. Toccando sapientemente le corde giuste sa infatti commuovere e divertire, ammicca ai grandi e ai piccini con riferimenti studiati per i diversi target di età.

La vicenda che fa da sfondo è ormai nota: Riley, felice undicenne del Minnesota, si trova a fronteggiare il disagio di un trasferimento a San Francisco legato alle vicende lavorative di suo padre. Ma chi sono i veri protagonisti del film? Ce lo chiediamo perché se apparentemente si tratta di Riley e della sua famiglia, in realtà le vere protagoniste sono le cinque emozioni che letteralmente si agitano nella sua testa: Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia e Disgusto.

Possiamo a questo punto decidere se lasciarci emozionare (appunto) dal film e farci ammaliare dalla sua godibilità oppure se fermarci un attimo a chiederci che idea di bambino, e di uomo, vi è sottesa. Perché se ci pensiamo bene, ci affezioniamo solo alle emozioni di Riley che nella loro accentuazione ed esasperazione sanno suscitare in noi un affetto contrario alla loro natura: Gioia alla lunga annoia con il suo entusiasmo ostinato, Tristezza fa tenerezza, Paura fa ridere, Rabbia diverte e Disgusto attira con la sua ironia e il suo sarcasmo. Il punto è qui: ci affezioniamo a loro, non a Riley. La bambina è infatti inesistente così ridotta a poco più di un cyborg, una macchina certo perfettamente funzionante, ma pur sempre una macchina. Un involucro, carino e dolce, ma ultimamente incomprensibile dall’esterno, da quell’Out così distinto dall’Inside. Le emozioni non sono altro che puri dispositivi di comando che le fanno adottare un comportamento piuttosto che un altro, la manovrano come un videogioco con il joystick.

Non c’è pensiero in questa infanzia, e nemmeno in questa umanità. Tanto è vero che cani e gatti, nei godibilissimi titoli di coda, sono descritti muoversi secondo gli stessi identici meccanismi. Quindi emozioni-istinti che regolano il moto degli esseri animati, indistintamente. Ecco l’errore dei creativi della Pixar, che non fanno altro che registrare e amplificare un’idea diffusissima nel nostro mondo: ritenere che le emozioni siano forze e non forme. Le emozioni non sono elementi autonomi che tirano la giacca dei nostri comportamenti, ma sono le forme che assumono i nostri pensieri. È proprio il pensiero il grande assente di questo film e la sua assenza segna la sconfitta dell’infanzia. Il bambino che si arrabbia, che gioisce, che ha paura, che si rattrista e che scarta qualcosa lo fa sempre perché ha pensato. In Inside Out i pensieri sono rappresentati correre su un treno, nessuno sa dove viene e dove va, soprattutto è un treno che di notte si ferma.

Ma cosa sarebbero i sogni se non proprio il nostro pensiero che, restiamo pure nella metafora del treno, viaggia libero di notte, per andare dove vuole e costruire immagini magari bizzarre, ma sempre sensate? Questa concezione dell’infanzia, così spensierata, non rende giustizia ai bambini e apre la porta alla questione della gestione delle emozioni, al loro equilibrio reciproco: delle forze così potenti, e soprattutto così capaci di vita propria, devono necessariamente essere controllate e incanalate. Della rabbia ci sarà pertanto solo il problema della sua gestione, della strategia per contenerla, non l’analisi del perché è venuta e che cosa l’ha suscitata. Viene in questo modo escluso anche il giudizio, quella potente attività del pensiero che individua cosa è accaduto, se ne fa un’idea e permette di concludere. Povera Riley, è condannata a essere una bambina senza pace, perché la pace ha a che fare con il pensierogiudizio e la conclusione.

di Luigi Ballerini


Il secondo elemento, è la rappresentazione dei personaggi che pilotano le emozioni di Riley, con degli stereotipi: un uomo basso e grasso è la Rabbia, una ragazza bella magra e snella è la Gioia, una ragazza cicciotta occhialuta è la Tristezza, una ragazza dall'aria snob sarcastica e cocciuta è il Disgusto, un uomo brutto e magro è la Paura..

di Blogers e Youtubers (molti utenti fanno notare ciò)
 
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