Il senso delle stampe speciali su vinile

Marlenio

New member
Avrete notato che -sulla falsariga della rinascita del vinile- ormai nei negozi fisici e in quelli online è un fiorire di ristampe da 140, 180 e 200 gr. Oltre a questo, abbiamo remaster, pulizie sonore dell'originale, reinterpretazioni e così via.

Volevo condividere e scambiare qualche opinione a questo proposito con gli altri forumer.

Negli anni 80, quando ero uno squattrinatissimo studente appassionato di HiFi, esistevano alcune case che producevano vinili di qualità elevatissima: parlo della Mobile Fidelity Sound Lab, della Sheffield Record, della Telarc. La prima era famosa per le sue stampe dai master analogici originali effettuate da famosi tecnici del suono, che venivano eseguite su vinile giapponese della JVC (visto in controluce era color ambra). La Sheffield invece eseguiva delle incisioni Direct To Disc, in pratica la registrazione era un "one shot" direttamente su lacca. Era necessario eseguire una esecuzione ed una registrazione perfette, ma il risultato erano dischi con una dinamica impressionante. Telarc invece produceva vinili con delle incisioni eseguite con i primi registratori PCM a 16 bit/44.1 kHz. Non pensate male: erano incisioni veramente eccellenti, che ancora oggi possono dare parecchi punti ai CD: del resto, anche in quel caso, i tecnici del suono erano in grado di sfruttare al massimo gli strumenti a disposizione.

E adesso arriviamo ai nostri giorni: come dicevo all'inizio del post, la rinascita del vinile ha creato un "indotto" di produttori che cavalcano l'onda immettendo sul mercato ristampe ad alta grammatura, alcune da master originali ed altre da copie al massimo di seconda generazione (almeno così dicono), su vinile speciale, ripulite e così via. Ovviamente, i prezzi sono allineati con la presunta qualità del prodotto... ma è tutto oro quello che luccica?

Vorrei evitare di fare nomi, ma vi riporterò la mia esperienza e quella di alcuni miei amici, anche loro appassionati di vecchia data di questo supporto. Recentemente ho acquistato due rispampe che -sulla carta- eran ointeressanti: "Who's Next" e "Tommy", entrambe degli Who. Stampa su vinile da 140 gr, vinile silenzioso, uso dei master originali.
Bene: a livello di master effettivamente il lavoro è fatto bene. In entrambi i casi viene rispettata l'incisione originale senza stravolgerla. Ma... vinile rumoroso (scarsa qualità) e ondulato (indice di tempi stampaggio sbagliati). Il lato A del primo disco di Tommy poi presenta un evidente difetto nel materiale usato sotto forma di un fastidioso fruscio di circa mezzo che parte dal 4 minuto fino a 2 minuti dalla fine. Il tutto alla modica cifra di 30 euro. :(

Viene quindi da fare alcune considerazioni: MFSL, Telarc e Sheffield stampavano su grammatura normale e i loro dischi erano perfettamente planari. Avevano un controllo di qualità impressionante e le matrici non venivano usate oltre un certo numero di stampe per garantire un livello qualitativo perfettamente uguale dalla prima all'ultima copia. Il vinile usato era VERAMENTE silenzioso: le loro incisioni -anche dopo 30 e passa anni- sono ancora ascoltabili con il massimo piacere.

Troppe volte le ristampe attuali sono delle vere e proprie fregature, molto meglio cercare stampe originali in condizioni EX, NM o M: considerate che la grammatura elevata ha una ragione di essere esclusivamente quando il tempo di stampaggio è corretto. In caso contrario, l'unica cosa che avrete tra le mani sarà un disco ondulato su un paio di etti di vinile... ma pagato molto di più.
Io personalmente preferisco andare solo su etichette che -ancora oggi- mi garantiscono standard di produzione molto elevati: tanto per citare sempre lo stesso produttore, MFSL ha fatto tre serie differenti di stampe, e tutte sono a livelli elevatissimi. Per il resto, preferisco andare su stampe originali, magari a grammatura normale ma almeno acquistabili a costi "umani". Sui vinili "pesanti" (180 gr.) vogli citare anche la Vinyl180, che usa un ottimo vinile e master originali.
Considerate poi che il vinile di una volta in alcuni paesi era eccellente: inghilterra, germania, america, giappone, vinili silenziosi e stampati in maniera ottima. Lasciamo perdere -tanto per cambiare- quello italiano, che troppo spesso era di qualità infima.

Abbiamo poi altri produttori che invece hanno come scopo quello di produrre dischi nuovi usando metodi di stampa e vinile eccellenti: i dischi della Tonefloat (Porcupine Tree, Steve Wilson ed altri) ad esempio nei momenti di pausa tra un brano e l'altro hanno un livello di rumore incredibilmente basso, tanto che li considero a livello della straordinaria e mai dimenticata prima serie della MFSL.

Quali sono le conclusioni di questa mia lunga riflessione: nulla che i "vecchi" appassionati di vinile non conoscano, ma alcuni consigli per le "nuove leve":

a) se volete avere un'idea delle potenzialità di un setup analogico acquistate un disco della MFSL, Sheffield, Telarc, Vinyl 180 o -andando sul nuovo- della Tonefloat: cercando su eBay e su Internet ne trovate anche a buoni prezzi in condizioni EX, NM, M o S. Avrete un'incisione perfetta su un supporto creato per esaltare al massimo le caratteristiche del vostro apparecchio.
Per quanto riguarda invece le nuove etichette, vi consiglio invece di rivolgervi a negozi "fisici", in modo da poter restituire il disco in caso di eventuali difetti... che purtroppo sono molto facili da trovare;

b) non pensate che l'equazione "disco pesante=suono eccellente e disco piatto" sia sempre vera. Troppe volte negli ultimi anni si tratta solo di uno specchietto per le allodole;

c) internet, eBay, i mercatini dell'usato e i negozi di dischi con reparto usato: non avete idea di quanti dischi, anche molto rari, si possano trovare in condizioni eccellenti e prezzi alla portata di tutti;

d) non è detto che un vinile derivato da un master digitale sia necessariamente inciso male: del resto, il supporto analogico per sua natura è forse molto più adatto a ricevere un master 24/96 di quanto non lo sia un CD dove sarà effettuato un downsampling 16/44.1. Certo, se poi il master originale rende omaggio alla "loudness war", allora tanto vale prendere il CD;

e) considerazione finale: al di là di tutto, e questo vale per qualsiasi supporto, ricordate che l'impianto è il mezzo per raggiungere il fine, ovvero ascoltare la musica: non cadete nell'errore di invertire le cose. :)
 
Marlenio, come al solito leggo sempre con piacere le tue "opere divulgative". Per certi versi la ragioniamo alla stessa maniera. Essendo novizio di vinile , putroppo mi risulta ancora difficile capire quando un disco è inciso bene.Intendo dire, che se fà i Click , Pop in continuazione c'è qualcosa che non và . Per esempio mi trovo la ristampa di Magical Mistery Tour dei Beatles, ad un certo punto veso la fine di un lato ( mi pare il B), noto che un canale ha una forte distorsione...e qui capisco che c'è qualcosa che non và ... ma per il resto ancora è un mistero.

Ho scoperto con molto piacere che per quello che riguarda i Vinili della MFSL sono spettacolari.. sono arrivato ad una conclusione personale del tipo che è meglio spendere i soldi per i Vinili piuttosto che SACD e GOLD DISC (anche se incisi molto bene )...ma i loro vinili hanno qualcosa di diverso...non sò cosa ma hanno qualcosa in più. Della Telarc conosco FLESH ON FLESH by Al di Meola,bella incisione , ma tra le etichette particolari io ci metto pure Chesky, purtoppo però , queste sono specializzate su generi musicali non tanto di mio gusto, ecco che allora , possono essere stampate bene quanto vuoi , ma se non mi piace quel genere di musica...niente da fare.

a proposito , ho comprato un cofanetto di Alison Krauss +Union Station di MFSL , ancora lo devo scartare...come suona?

max996
 
Sempre grande Marlenio..ora mi spiego perchè molte stampe 180gr. ballano e pensavo fossero migliori.
Nonostante utilizzi come lettore cd il Denon 2010..il gira resta superiore.
 
Purtroppo ormai sono pochi i produttori che eseguono dei controlli di qualità decenti. Se una volta si scartavano le prime ed ultime copie delle matrici, in modo da avere stampe praticamente perfette, adesso si mette tutto in vendita, sbagliando spesso il tempo di stampa.

Il punto è che etichettare un disco come 180 0 200 gr. "fa fiko": e tutti gli audiofili "polli" a comprare 2 etti di vinile sperando che sia effettivamente migliore... cosa che non sempre accade.

Ieri mi è arrivato l'MFSL di "The Dark Side of the Moon" dei Pink Floyd: avendone una decina tra CD e vinile, ho avuto modo di fare dei confronti. Beh, è una stampa di quasi 25 anni fà che è LETTERALMENTE STREPITOSA: vinile (JVC) silenziosissimo, dinamica incredibile, si sentono particolare che sembravano quasi in secondo piano. Ah: grammatura normalissima, disco perfettamente planare senza la minima ondulazione.

Alla fine, credo che sia molto più conveniente andare sul "vintage" piuttosto che stare a incavolarsi (quasi) ogni volta che si acquista un vinile nuovo... a meno che non si compri da produttori come MFSL, forse uno dei pochi ancora dotato di controlli di produzione degni di questo nome.
 
Leggevo che il problema attuale dei nuovi vinili stà tutto nella qualità della materia prima, non a livello di quella del passato.
Ho anch'io dei vinili 200gr che suonano da schifo, un Miles Davis in un "A kind of blue", ha un lato che gia al secondo ascolto ha iniziato a palesare evidenti problemi di fruscio, mentre ho dei dischi Jazz degli anni d'oro, che sembrano appena usciti dallo stampo.
Tra la produzione attuale, trovo le nuove "rimasterizzazioni" della Riverside di buon livello qualitativo e le si trovano anche a grammatura pesante a prezzi che raramente superano i 13,90€, mentre le versioni "normali", generalmente stanno a 8,90€

Ciao
Antonio
 
Remasters

Scusate se mi intrometto, però io ho comprato una ristampa di The Dark Side Of The Moon, uscita per il trentennale, da 180gr.

Ora, poichè non ho ancora un giradischi, l'ho ascoltato un paio di volte a casa di un amico (che tra l'altro ne ha la prima stampa) e vi posso garantire che suonava da dio, e sicuramente non faceva rimpiangere la prima stampa. Certo, se tra altri 3 ascolti si smonta, questo non lo so, ma non mi sembra ce ne siano i presupposti.

Potrebbe darsi che in molti casi queste crociate contro le ristampe siano soltanto il grido di battaglia di qualche collezionista un po' rancoroso, che magari ha speso 80 euro per comprare un album usato in buone condizioni che fino a ieri era introvabile, e che oggi qualcun altro ascolta, nuovo di pacca, a 20 euro?

Fermo restando che la sola è sempre dietro l'angolo, sia per il nuovo che per l'usato, non si può dire a priori che una ristampa sia per forza una ciofeca :D
 
Come se fosse Antani ha detto:
Scusate se mi intrometto, però io ho comprato una ristampa di The Dark Side Of The Moon, uscita per il trentennale, da 180gr.

Anche io la possiedo, stampa inglese. Molto buona, ma quella MFSL è veramente un altro pianeta.


Come se fosse Antani ha detto:
Ora, poichè non ho ancora un giradischi, l'ho ascoltato un paio di volte a casa di un amico (che tra l'altro ne ha la prima stampa) e vi posso garantire che suonava da dio, e sicuramente non faceva rimpiangere la prima stampa.

[...]

Potrebbe darsi che in molti casi queste crociate contro le ristampe siano soltanto il grido di battaglia di qualche collezionista un po' rancoroso, che magari ha speso 80 euro per comprare un album usato in buone condizioni che fino a ieri era introvabile, e che oggi qualcun altro ascolta, nuovo di pacca, a 20 euro?

Per poter dire che un vinile suona da Dio devi avere altre edizioni, compresa la prima stampa in modo da poter verificare se sono stati fatte alterazioni. Il 30ennale di TDSOTM ad esempio, ha un certo "rigonfiamento" sulle medio basse, ma non eccessivo.

Se il "rancoroso" è riferito a me (:) ), considera che sono il primo a dire che alcune ristampe sono buone... ma troppo poche. Che il vinile attuale non sia nulla di particolare dal punto di vista qualitativo è risaputo: la stessa MFSL purtroppo non usa più quello vergine della JVC (quello ambrato), dato che le scorte sono finite.
Troppo spesso si usa vinile di scarto oppure anche quello di copie invendute: i risultati sono sotto le... orecchie di tutti: stampe "speciali" che di speciale hanno solo il peso, che dopo pochi ascolti (quando non subito) presentano difetti intollerabili e/o fruscio.

Considerato che ci sono parecchi audiofili cresciuti a digitale che si stanno avvicinando al magico mondo dell'analogico, non mi stupirei se -ascoltando queste "nuove" edizioni- rimanessero più che perplessi.
 
Faccio ul altro esempio: del capolavoro dei King Crimson, "In the court of the Crimson King" possiedo la prima stampa inglese "pink label), la stampa promo americana (non gatefold), la rarissima edizione MFSL, un paio di edizioni giapponesi e quella italiana.
A parte l'edizione MFSL, come al solito proveniente da un altro pianeta, è interessante ascoltare le due stampe giapponesi, veramente più che ottime come qualità del vinile... e -soprattutto- recenti. Perfettamente piane anche se di grammatura normale, vinile straordinariamente silenzioso... un vero piacere all'ascolto.

A questo punto, viene da chiedersi perchè alcune rinomate case specializzate su stampe in vinile tirino invece fuori delle mezze ciofeche, come ad esempio il "Tommy" della Classic Records che mi è capitato di ascoltare: vinile rumoroso, stampa ondulata... insomma, un titolo che non fa onore a questa casa. Quando poi quello che potrebbe essere un episodio isolato (copia difettosa) si ripete, allora mi viene da pensare che il vinile usato sia veramente pessimo e i tempi di stampaggio siano completamente sballati.

Quindi, ai nuovi arrivati nel mondo analogico, ripeto sempre di considerare le stampe "vintage" di un disco che interessa, possibilmente EX o M: si spende (molto) meno e si hanno identiche soddisfazioni.
Se invece volete veramente qualcosa di "speciale", anche a costo di spendere qualcosa di più, andate sul sicuro, come la prima serie di MFSL.
 
Ovviamente non mi riferivo a te, ma al fatto che spesso voci di questo tipo partono da qualcuno che, volendo elevare al massimo il valore della copia che possiede, getta fango (a volte, devi ammettere, piuttosto ingiustamente) su nuove edizioni che magari poi andrebbero ad inficiare il valore di quello che era un "pezzo raro".

Si deve considerare che per noi "neofiti" riconoscere un usato che sia valido e tenuto bene non è il massimo della semplicità, e spesso le ristampe sono l'unico modo che abbiamo di comprarci un vinile che sia sicuramente in buone condizioni. L'altroieri ho trovato a Madrid un Tommy prima stampa edizione tedesca, 120 euro. Certo che pareva tenuto bene, copertina, vinile, tutto a posto. Ma non ce l'ho fatta.
 
Tra l'altro ho ordinato un remaster di Cosmo's Factory dei Creedence Clearwater Revival, uno dei miei album preferiti da sempre, mai trovato sull'usato (solo su internet, ma non mi fido). Non è che mi sapresti dire se è un sola? :D
 
Il "rancoroso" era ovviamente scherzoso. :)

Hai toccato il punto: le "nuove leve" dell'analogico, cresciute a digitale, sono le prime a cadere in quella che a volte è una vera e propria trappola, ovvero l'equazione:

vinile pesante = qualità superiore

Peccato che non sia sempre vero. Hai anche ragione sul discorso di saper valutare lo stato di un vinile: è una cosa che si impara con l'esperienza, e all'inizio è facile prendere fregature anche di discrete dimensioni. :)
In linea di massima, quando si acquista online conviene scegliere vinili che siano almeno EX o superiore (EX+, NM, M, S). Ma per questo ti rimando alla guida che ho scritto sull'acquisto di vinili usati. Ovviamente può capitare un vinile apparentemente perfetto ma scarso all'ascolto... ma si riducono comunque i rischi. ;)

Per quanto riguarda la tua ultima domanda: mi dispiace, non conosco la stampa. :)

P.S. : "Tommy" prima stampa (immagino inglese, almeno ex/ex) a 120 euro è un poco caro. :)
 
Come se fosse Antani ha detto:
Ovviamente non mi riferivo a te, ma al fatto che spesso voci di questo tipo partono da qualcuno che, volendo elevare al massimo il valore della copia che possiede, getta fango (a volte, devi ammettere, piuttosto ingiustamente) su nuove edizioni che magari poi andrebbero ad inficiare il valore di quello che era un "pezzo raro".
Abbiamo risposto in 4 gatti (contali ;) ), quindi tolto Marlenio, rimaniamo in 3 :(
In vita mia, solo 1 volta ho scambiato due vinili per 1 e ancora me ne stò pentendo adesso :cry: , figurati che ogni tanto, quando giro nei mercatini, mi capita di acquistare copie che già ho e anche di queste non me ne sono mai disfatto ;)
Non riesco proprio a disfarmi dei dischi in mio possesso, è più forte di me :rolleyes:
 
Marlenio ha detto:
Il "rancoroso" era ovviamente scherzoso. :)

Hai toccato il punto: le "nuove leve" dell'analogico, cresciute a digitale, sono le prime a cadere in quella che a volte è una vera e propria trappola, ovvero l'equazione:

vinile pesante = qualità superiore

Semmai l'equazione che mi faccio io è

vinile nuovo = vinile che suona, sola che si allontana

Non è tanto questione di peso, quanto la sicurezza che ti da comprare un disco nuovo di pacca.

P.S. : "Tommy" prima stampa (immagino inglese, almeno ex/ex) a 120 euro è un poco caro.

Lo immaginavo. Ma come fai a conoscere le quotazioni di tutti i dischi che vorresti, in tutte le edizioni di vari paesi? E' che proprio non ci si può improvvisare vynil hunters, per tantissimi motivi. (Cmq se ricordo bene la stampa in questione era tedesca)

Abbiamo risposto in 4 gatti (contali ), quindi tolto Marlenio, rimaniamo in 3

Non vorrei aver dato l'impressione di essermi riferito a qualcuno in particolare su questo forum. Quello che volevo dire è che a volte si creano sterotipi assurdi a partire da una voce di corridoio. Non so neanche se sia questo il caso, ma se mi dite a priori che il nuovo fa schifo, e sull'usato mi rifilano le sole perchè non sono esperto, a questo punto non so neanche più quanto mi convenga spendere 300 euro di giradischi se poi non so come "nutrirlo"...
 
Come se fosse Antani ha detto:
[...]
ma se mi dite a priori che il nuovo fa schifo, e sull'usato mi rifilano le sole perchè non sono esperto, a questo punto non so neanche più quanto mi convenga spendere 300 euro di giradischi se poi non so come "nutrirlo"...

No, assolutamente. Ci sono etichette che stampano in maniera ottima, come laTonefloat, Vinyl180, MFSL, Black Widow (italiana), e tante altre ancora.

Il problema è che -con il ritorno del vinile- stiamo assistendo a ristampe spacciate come "speciali", che di "speciale" hanno solo il costo spropositato. E questo non fa bene al mercato, e soprattutto al portafoglio di chi si avvicina al mondo analogico.

Tieni presente il fatto che un vinile nuovo suoni bene è tutt'altro che vero, ed è il motivo per cui ho aperto questo 3D.

Per quanto riguarda le valutazioni, ottimi strumenti è Popsike ed eBay: lì puoi avere un'idea generale del valore di un vinile. Poi ovviamente ci sono tanti fattori che incidono: lo stato della copertina, del vinile, degli inserti, di quale stampa si tratta e della sua nazionalità e cose simili.

Sicuramente è un moldo un poco più complicato del CD "plug'n'play": questo però perchè il vinile può rappresentare a tutti gli effetti un oggetto da collezionista e quindi un investimento. Alcune stampe MFSL UHQR (tanto per fare un esempio qualsiasi :) ) raggiungono senza problemi quotazioni da migliaia di dollari, così come accade per le prime stampe di grandi classici (TDSOFM ad esempio).
 
Purtroppo sono uno di quelli che ricade nell'equazione sopra citata, lo ammetto per inesperienza in questo settore e per via che lo coltivo saltuariamente. Non sono in grado di valutare ad occhio le condizioni di un vinile usato che anche se lavato sembra buono ma poi...cmq le uniche 'fregature' le ho prese in Italia, roba di poco s'intende max 10€ a disco, però con molto meno ho acquistato vinili sulla baia inglese di qualità elevatissima.
 
riguardo le varie ed. di TDSM sono stato a casa di un amico audiofilo che ne aveva parecchie, di origine olandese, inglese, italiana e l'ultima del 30° anniversario ed altre, e logicamente anche il cd e il SACD.
L'ultima ed. come già fatto notare ha un'aria un pò più ruffiana mentre mi ha molto colpito l'ed. olandese e anche quella italiana, lui mi diceva che sono rari gli lp di stampa nostrana che suonino ma quando lo becchi c'è da leccarsi i baffi, questo a significare che quando le cose si vogliono fare per bene si posson fare.
Logicamente anche la peggiore versione su vinile era più piacevole della versione in SACD.
 
Non sempre ad un grading "visivo" elevato ne corrisponde uno di ascolto altrettanto elevato. Ad esempio, eventuali impurità del vinile si potrebbero vedere solo se il vinile trasparente (capito perchè lo colorano di nero?).
La valutazione visiva si basa sulle condizioni superficiali: eventuali graffi, segni sull'etichetta, strusciate dell'inner sleeve e così via.
Ma un vinile apparentemente perfetto potrebbe benissimo essere rumoroso oppure con depositi di polvere nei solchi. Nell'ultimo caso un lavaggio risolve, ma nel primo... :(
 
Anch'io appena preso il giradischi ho preso alcune ristampe nuove e ne sono rimasto deluso. Ora cerco di stare attento anche alle etichette che ripropongono nuove ristampe ed è vero purtroppo che l'elevata grammatura non è garanzia della qualità del disco.
Ho trovato valide alcune ristampe dell'Ecm anche perchè si trovano a prezzi bassi (sui 12 euro circa) sebbene non siano ad elevata grammatura.
Altra etichetta ottima imho è la italiana Abraxas.
Comunque la "furbizia" nel ristampare con scarsa qualità in un periodo in cui il vinile è tornato di moda rischia proprio di allontanare molti nuovi arrivati.
 
Marlenio ha detto:
No, assolutamente. Ci sono etichette che stampano in maniera ottima,
Condivido tutto in toto ;)
Quello che non sopporto è pagare 50€ per avere una copia con fruscio, perdipiù spacciata come il massimo in circolazione :( e in effetti a l'etichetta incriminata non mi ci avvicino più ;)
 
Puka ha detto:
e in effetti a l'etichetta incriminata non mi ci avvicino più ;)

sarebbe carino che ognuno di noi, scriva una bella Email alla divisione italiana dell'etichetta, dicendo che le loro incisioni FANNO SCHIFO ( da annotare Titolo e nr. di catalogo) e pertanto starò ben lontano dal riacquistare materiale da voi pubblicato , visto che non me lo regalate..

penso che se li incominciamo a "bombardare "di email del genere le varie etichette che se lo meritano , è probabile che qualcosa alla lunga si muova..

max996

Tanto tempo fà , mi ero messo in testa di mandare una mail alla MFSL per dire se potevano ripubblicare alcuni album più Europei , visto che di mercato ne hanno parecchio...
max996
 
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