robertocastorina ha detto:
Non credo sia così, almeno stando a ciò che afferma mia madre (lavora presso l'associazione dei consumatori) e mia moglie (avvocato).
Se fai una veloce ricerca con il termine "diritto di recesso" trovi moltissime info al riguardo e tutte sono concordi nell'affermare quanto scritto da me.
Proprio ai primi posti c'è persino una informativa dell'ADUC (quindi dalla parte dei consumatori) che cita espressamente il D.L. 6/9/2005, n. 206 e inizia poi la disamina così: "Il nuovo Codice del Consumo regola, agli articoli dal 45 al 68, i
contratti conclusi al di fuori degli esercizi commerciali (o per strada o in alberghi o su autobus)
e i contratti a distanza. Le normative sono molto simili, ma con delle distinzioni. Sono comunque contratti particolari per i quali vale
il diritto di recesso entro 10 giorni, previsto a garanzia dei soli consumatori privati[/quote]
Su Wikipedia (che non è la Bibbia, ma sulle cose semplici ci azzecca abbastanza) scrive:
..La Direttiva 85/577/CEE del Consiglio del 20 dicembre 1985 per la tutela dei consumatori in caso di contratti negoziati fuori dei locali commerciali, ha introdotto il diritto di recesso entro un termine minimo di sette giorni, ed è stata recepita dall'ordinamento italiano.
Cambiano i giorni poichè ci sono state modifiche.
La stessa cosa se leggi tutti gli altri riferimenti (direi però che le Leggi citate siano sufficienti).
Rimane da dire una cosa, che avevo già puntualizzato, se il negozio lo applica sono affari suoi, ma è una sua libera scelta, non un obbligo.
Applicano infatti questa politica i grandi magazzini, se si riporta entro tot giorni cambiano senza alcun problema, ma lo fanno perchè a loro conviene di più in questo modo, senza andare a impelagarsi in questioni di Garanzia (che spetta a loro), per cui ritirano la merce riportata indietro, la mettono da parte e poi rispediscono il tutto al loro fornitore con cui avranno accordi particolari.
Ribadisco che
nei negozi fisici non è obbligatorio applicare il diritto di recesso.
Che poi un negoziante davanti a un cliente un pochino rognoso che magari lo minaccia di adire a vie legali (anche se in torto) preferisca (anche se ha ragione) ridargli i soldi o sostituire l'oggetto per non perdere tempo e soldi in spese legali che, pur avendo ragione, non recupererà, è cosa comprensibile, ma non fa Legge.
D'altra parte la motivazione è abbastanza semplice: se acquisto in un negozio normale ho modo di vedere, provare, toccare l'oggetto, farmi spiegare per filo e per segno come utilizzarlo, per cui se acquisto so cosa acquisto, se compro a distanza, solo perchè ho visto una foto o sentito qualche parere, ma quando ho tra le mani l'oggetto fisico vedo che non fa per me, è giusto che possa restituirlo senza problemi.
Ciao