Di che vi stupite? Non c'è bisogno di andare fino in Giappone, quante aziende italiane hanno chiuso i battenti a causa della competizione coreana e cinese? La cosa curiosa è che la Corea del Sud fra dieci anni probabilmente si troverà nella stessa situazione del Giappone di oggi. Adam Smith ne ha spiegato il motivo 250 anni fa, nel suo "La ric..........[CUT]
Concordo: la Corea (del Sud) di oggi sta vivendo una situazione molto simile a quella del Giappone degli anni 70/80, con la sola differenza che le dinamiche moderne sono enormemente accelerate e pertanto la durata media di ogni ciclo economico si riduce di volta in volta.
Come in Giappone gli Zaibatsu e poi i Kairetsu hanno spinto e governato la crescita dei colossi industriali che in Italia abbiamo conosciuto soprattutto negli anni '80, così in Corea lo stato ed i rappresentanti delle famiglie più potenti hanno determinato lo sviluppo delle mega corporations che operano praticamente in ogni campo: Daewoo, Hyundai, Samsung, LG.... solo per citare le più note. La differenza rispetto all'economia occidentale (dalla quale sono stati ormai contaminati anche i giapponesi) è che questi gruppi industriali hanno un unico obiettivo: conquistare il mercato mondiale e porsi ai vertici di esso entro un certo numero di anni, a qualunque costo! Sono disposti a sacrificare gli utili, gli stipendi e la vita privata di ogni lavoratore (dall'operaio al Presidente), ma devono arrivare alla prima posizione, perchè la seconda rappresenta per loro un fallimento! E per farlo lavorano soprattutto sul prezzo, fornendo ai consumatori la miglior combinazione possibile tra prezzo, caratteristiche e qualità (percepita), costringendo i principali competitors a posizioni di nicchia o a soccombere di fronte ad un mercato che non offre più marginalità.
Un po' come stanno facendo gli arabi con il petrolio in questo momento: continuano ad abbassarne il prezzo per arrivare al di sotto del break even di USA, Russia e produttori vari, i cui costi di estrazione sono maggiori a causa delle diverse tecniche di trivellazione. Costringono gli avversari ad abbandonare il campo per impossibilità di guadagno. A quel punto si fanno avanti e rilevano le strutture (se conveniente) o impongono le loro regole (cartelli, collusioni, ecc), divenendo così monopolisti o quasi.
Diverso è il caso dell'industria cinese, che punta quasi esclusivamente sul basso costo in virtù del minor costo industriale (grazie ad un contesto sociale e legislativo che non pone limiti allo sfruttamento indiscriminato di risorse e tecnologie) e sulla crescita occupazionale, anche a scapito dei diritti degli stessi lavoratori. Il governo cinese sa che questa situazione non durerà per sempre e quindi consente una iper-crescita industriale senza preoccuparsi di ciò che essa comporta al fine di assicurare un futuro alla loro economia. In pratica lasciano che la Corea del Sud combatta in prima linea, sapendo che prima o poi anche il suo cadavere passerà lungo il fiume.
Tornando IT.... Sony, ma anche Panasonic, Sharp ed altri grandi players dell'industria elettronica giapponese dovrebbero riuscire a fare un reset e ricominciare da capo, ma ormai la loro economia è troppo legata a quella nord-americana. Non sono più in grado di remunerare gli stakeholders e probabilmente non lo saranno più. Perciò, quando un ramo dell'albero si ammala definitivamente..... lo si taglia!