Ho anch'io l'impressione che per quanto riguarda il video si tratti di un … diciamo "risultato secondario" dello sviluppo del codice di compressione fotografico. Sarà una banalità, ma un frame è in tutto e per tutto una fotografia, solo la quantità dei frame digitalizzati in riferimento alla larghezza di banda per la loro trasmissione impone una loro "approssimazione" allo scopo di ridurre il carico per una qualsiasi connessione. Se limitassimo l'ipotesi d'applicazione di quei risultati ad un video totalmente "RAW", grezzo, già avremmo un bel progresso perché l'algoritmo alla base del Cappelli codec sui file raw dichiara vantaggi che mi paiono notevoli ed incontestabili a meno di una menzogna spudorata.
Sembra una contraddizione accostare i termini "compressione" e "RAW", ma chi usa comunemente file di dati compressi sa che a priori il documento estratto da un .zip, per esempio, è in tutto e per tutto identico a quello d'origine. Nelle compressioni applicate dai fabbricanti di fotocamere questo principio dovrebbe essere altrettanto rispettato (?) per le immagini digitali, ma al momento ogni marca risolve a modo suo e non esiste uno "standard RAW", per cui in realtà ci fidiamo della qualità dichiarata e comunque abbiamo le nostre preferenze, opinioni o … pregiudizi.
Quindi il fatto sostanziale credo sia che l'algoritmo Cappelli potrebbe servire a migliorare ed unificare il prodotto base fotografico: il RAW
È a partira da una questa premessa che do una valutazione positiva del codec video poiché credo che, prima o poi, si cesserà d'inseguire prioritariamente l'incremento di risoluzione ed invece il progresso lo si cercherà maggiormente nella direzione di una minore perdita da compressione. I risultati dichiarati mostrano miglioramenti significativi nelle condizioni critiche mentre non sembrano stravolgenti in quelle normali. Un dato di solidità, quindi, ma tutt'altro che trascurabile.
I riferimenti di tipo legale al valore probatorio attribuibile ad un file raw, similmente a quello di un negativo, mi fanno pensare che alla base della ricerca ci siano solide premesse di tipo teorico/pratico. Non rischiamo di farne un caso Meucci in un eccesso di scetticismo per altro gistificatissimo in Italia.