Cavo ottico digitale in un impianto stereo

l'ho detto sopra: a risolvere problemi maniacali e prevedere errori nel caso di invasioni alliene :-)
il cavo da 18£ va benissimo, probabilmente li fanno anche in oro, perchè la gente li vuole così.
nel campo professionale si usano connettori metallici, per una questione di resistenza (fisica non elettrica, quindi non si spaccano nemmeno se li calpesti) e precisione dell'innesto (che otticamente ha un senso) comunque non viene usato l'oro.
inoltre un produttore di fibre mi diceva che nel caso in cui ci sia un problema nella terminazione, questa comincia a scaldare considerevolmente. Non ricordo le temperature che si possono raggiungere, comunque ben al di sopra dello scarso punto di fusione della plastica. Però stavamo parlando di collegamenti 10G, nei collegamenti SPDIF non viene usato certamente lo stesso laser.
 
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uainot ha detto:
in logica binaria...
Il mondo digitale è un enigma. Per farla breve se fosse così come dici, cioè che gli "0" e "1" non vengono sbagliati o se vengono sbagliati si sentirebbe solo una semplice interruzione o un "ciac" (come a volte mi capita con dischi masterizzati male per fare un esempio), non ci sarebbe nessuna differenza fra un lettore e un altro eppure non è così. A livello audio i lettori sono più o meno trasparenti, dettagliati, gamma alta fredda o artificiosa oppure calda, bassi più o meno estesi e articolati ecc. In sostanza a livello di suono riprodotto si comportano come una qualsiasi elettronica analogica, ed è in questo senso quando mi riferivo ad una "alterazione" del segnale nella conversione ottico/elettrica. Da un punto di vista sonoro ci sono differenze fra un cavo ottico e uno coassiale, sembra impossibile o inconcepibile (considerando che si ha a che fare con degli "0" e "1") eppure è così. Ho un amico che anche lui era convinto che le macchine digitali suonassero alla stesa maniera proprio perchè transitano semplici "0" e "1", ma quando gli ho fatto ascoltare due lettori differenti è letteralmente rimasto semiscioccato, incredulo da come suonavano diversamente (timbrica, immagine, dettaglio, trasparenza ecc...). Come ho già detto non userei (e personalmente no l'ho mai usato) un cavo a fibra ottica bensì coassiale per le differenze che ho più volte riscontrato (più che altro una timbrica leggermente più artificiosa a sfavore dell'ottico). Sulla qualità non scendo sotto i 50€ ma non spendo nemmeno cifre folli (quello che ho se non ricordo male l'ho pagato tra i 60-70€) e personalmente tendo a preferire quelli con connettori WBT. Sul contatto in oro dei Toslink anch'io mi chiedo cosa possa servire (visto che transita della luce...). :)
 
nano70 ha detto:
le macchine digitali suonassero alla stesa maniera
Un momento, una "macchina digitale" ovvero, in parole povere, un lettore di CD/DVD/BD che sia, non è costituita solo da un fotodiodo che legge un raggio riflesso dal disco collegato direttamente all'uscita.

In mezzo c'è un circuito di correzione degli errori, un DAC, una sezione di filtraggio antialias ed uno stadio buffer di uscita analogico.

Direi che c'è abbastanza carne al fuoco per giustificare il fatto che due lettori possano offrire una resa diversa, ma la discussione non è centrata su questo fatto su cui concordo, ma sulla differenza tra un cavo ottico e uno coassiale.

Personalmente ho fatto delle prove, stesso lettore, stesso pre, stesso brano, commutando tra i due tipi di ingresso e differenze non ne ho sentite, ma tant'è.

Poichè mi hanno sempre affascinato certe definizioni, mi potresti fare un esempio pratico, ovvero qualcosa che tutti possano riconoscere come tale, in modo che si sia sicuri di stare parlando delle stesse cose, con la stessa lingua, di: gamma alta fredda e gamma alta calda?

Ovverossia una definizione con termini di base che siano universalmente conosciuti.

Ciao
 
nano70 ha detto:
Il mondo digitale è un enigma.

non per tutti, almeno non completamente ;-)

non ci sarebbe nessuna differenza fra un lettore e un altro eppure non è così.

su questo punto ti ha risposto bene nordata. a mio avviso la differenza più grande tra due lettori la fa il DAC, che è il punto di contatto tra 2 universi paralleli, quello digitale con quello analogico. tutto quello che senti è generato prima di tutto dal DAC. fino al DAC parlare di timbrica ha senso tanto quanto parlarne di timbriche diverse tra schede perforate :-)

Come ho già detto non userei (e personalmente no l'ho mai usato) un cavo a fibra ottica bensì coassiale per le differenze che ho più volte riscontrato

dovresti spiegarci bene che test hai fatto. potresti aver avuto dei problemi di jitter, soprattutto con apparecchi datati. quello che ti consiglio è di riprovare come ha fatto nordata. stesso apparecchio e 2 cavi diversi in buone condizioni e magari qualcuno che te li cambia a tua insaputa :-) vediamo se riesci a fare 10 su 10.
 
Sul fatto del DAC sono d'accordo. Le prove con i cavi le ho fatte parecchi anni fa (sinceramente se volete ragguagli sui dettagli del confronto mi ricordo poco), poi notando leggere differenze scelsi il coassiale (alla fine una scelta bisogna farla). Quantitativamente le differenze erano a livello di leggerissime sfumature quindi niente di trascendentale, tuttavia vorrei sottolineare che non dipende solo dal cambio cavo ma anche dal tipo di lettore e l'impianto in generale. Feci prove con diversi lettori e in alcuni si sentiva leggermente di più altri di meno, inoltre dipendeva anche da quanto "rivelatori" fossero gli ampli e i diffusori e anche in questo caso con alcuni si avvertivano di più le differenze con altri di meno o nulla, quindi bisogna valutare caso per caso. Come ho detto la prova la feci parecchi anni fa e non sono uno che smanetta continuamente con i cavi, per cui ho fatto una scelta e ho optato per il coassiale. Su cosa intendo per suono "freddo" o "caldo" mi riferisco alla timbrica. Ad es. il timbro classico di un valvolare è caldo e rotondo, mentre, altro es., il classico timbro "alla francese" (tipo Focla per intenderci) tende ad essere un pò freddino soprattutto in gamma alta. Inoltre al digitale gli viene spesso imputata la colpa (più una volta che oggi) di avere, come dire, poca personalità, freddo a differenza del "calore" dell'analogico. Col cavo coassiale sentivo un leggerssimo miglioramento proprio sull'aspetto timbrico del lettore, ma ripeto solo piccole sfumature. :)
 
In verita questa discussione era nata da me oer due motivi:
conoscere bene e in maniera piu approfondita la parte digitale di un lettore(ho un dac esterno e parlavo di collegamento meccanica - dac) e sapere se avesse senso investire anche solo 50 miseri euro(miseri se lavori, se studi non sono cosi pochi ma frutto di una serie di sacrifici) su un cavo digitale ottico, cavo che non fa altro che sparare una serie di 1 e 0 secondo un protocollo che mi è stato spiegato sempre in questo post. Era quindi una via di mezzo tra deformazione professionale(io mi fido poco di venditori e sedicenti guru online, preferisco avere un minimo di competenza tecnica supportata alla base dai miei studi per poter quantomeno classificare come attendibile o non attendibile il mio interlocutore) e richiesta di consiglio su uno specifico cavo random.
Se poi vogliamo entrare in tecnicismi, avevo scritto un altro post sulla follia del mondo hifi, su come esso non abbia nessun contatto con la realtà, su come ad esempio:
1) sIANO riusciti a usare la cable theory e una sua versione avanzata per modellizzare la conduzione nervosa su fibre nervose umane(usando maxwell,effetto pelle e quant'altro) e questo già in un modello di 50 anni fa(modello che usa per altro circuiti elettrotecnici per "disegnare" la permeabilità ad ognuna delle 3 speci ioniche che muovendosi creano una corrente, cosa molto simile a un cavo di segnale). Però nessuno riesce a esprimere in maniera oggettiva se un cavo sia migliore di un altro, tanto da arrivare a leggere che usando un saldatore e un cavo CAT5 si possa costruire un cavo migliore di cavi da 300-400 euri al prezzo di 15-20 euri alla coppia di metro(se solo sapessi usare un saldatore e non avessi paura di mandare tutto in corto e rovinarmi tutto)
2) uno scaffold polimerico per ricostruire i tessuti tramite cellule staminali costi 100 dollari mentre un tweeter in cartone e seta anche 2000 dollari
3) I computer che usano al politecnico di milano nella facolta di bioingegneria(quelli ho visto) per fare ricerca vera(roba che salva la vita, come ad esempio un nuovo tipo di esame per trovare tumori assolutamente non invasivo) sia computer della dell che costano il 30% del mio DAC.
E tutta una serie di altre cose(se volete possiamo ricominciare a parlarne).
 
Purtroppo in campo H-Fi, quanto meno in una certa parte di esso, l'argomento "cavi" è sempre foriero di discussioni a volte anche feroci, una vera e propria guerra di religione, nel senso più deteriore.

Ci sarà sempre chi dice che date e rispettate certe premesse a seconda che il cavo sia per segnali, per diffusori, per audio digitale, premesse dettate da sani e robusti argomenti tecnici tutto il resto è grande e sapiente marketing, auto suggestione (in buona fede) e nulla più.

Di contro ci saranno invece sempre coloro che assicureranno che i cavi assumono una importanza fondamentale nella realizzazione di un impianto, sino a spingersi ad affermare che i cavi eliminano risonanze, correggono la timbrica, equalizzano un ambiente e lo faranno affermando che i cambiamenti apportati dal cavo "giusto" rispetto ad un altro (buono solo per i criteri citati al paragrafo precedente) sono drammatici e riconoscibilissimi da chiunque in ogni momento.

Magari richiesti di fare una prova rispettando però alcuni parametri e con metodi statistici rispondono che è inutile farla perchè loro hanno sentito le differenze e non devono dimostralo a nessuno.

Come vedi polemiche a non finire.

Morale ?

Se dai ascolto agli appassionati della prima categoria acquisti un buon cavo dal costo umano, se di lunghezza inferiore al metro ed ottico credo che 10 o 20 € siano più che sufficienti, se dai ascolto agli appassionati della seconda categoria hai solo l'imbarazzo della scelta, i cataloghi di alcuni produttori di grido ne hanno di tutti i tipi, scegli quanto puoi spendere al massimo e dormi poi sonni felici, peggio del cavo del primo tipo non andrà.

Scegli a quale categoria vuoi appartenere.

Personalmente ho autocostruito tutti i miei cavi, di potenza e di segnale e digitali coassiali, usando quelli ottici solo nel caso in cui non erano disponibili uscite/ingressi coassiali; ora poi con la diffusione del protocollo HMDI la necessità di collegamenti SPDIF è diminuita quasi del tutto.

Probabilmente acquisterò un DAC esterno per il mio mediapleyer, posso scegliere tra le due tipologie di trasporto segnale e penso che utilizzerò un cavo coax, realizzato con il solito RG59 (come tutti gli altri), sperando che 30 cm. di cavo non rovinino del tutto il segnale :D.
Nano70 ha detto:
Su cosa intendo per suono "freddo" o "caldo" mi riferisco alla timbrica. Ad es. il timbro classico di un valvolare è caldo e rotondo
Se si vuole dare una definizione di un termine non si possono usare gli stessi termini usati nella frase da definire.

Tu definisci che un timbro "caldo" è quello "caldo delle valvole", al che potrei chiedere: e cosa significa suono caldo delle valvole? E non ne usciremmo più.

Questa digressione solo per far notare una cosa, su cui alcuni anni fa avevo aperto una discussione proprio sull'uso della marea di termini, a volte molto stravaganti, di cui però molte volte non si sa dare un riscontro oggettivo, ovvero ognuno li interpreta come meglio gli aggrada.

Avevo infatti chiesto che venissero spiegati i vari aggettivi usati in questo campo, nessuno era stato in grado di darne una spiegazione, alcune volte le descrizioni cozzavano tra loro (ci fu solo un intervento degno di nota, di Puka, se ben ricordo).

Chiudo la digressione con un pensiero personale sul tema: per me, che sono abituato a ragionare terra terra, se sento dire che un suono è "caldo" penso subito "Mancanza di gamma alta o eccesso di gamma bassa, no buono" idem per il suono "freddo" (viceversa).

Secondo me un impianto/apparecchio/diffusore dovrebbe invece essere neutro e basta, però non sento mai dire: questo ampli/diffusore è favoloso, ha un suono neutro e non modifica in alcun modo il segnale originale.

Che poi un suono caldo sia più piacevole, che la distorsione delle valvole sia più piacevole non discuto, ma non dovremmo stare a discutere di quanto un suono o distorsione (che non ci dovrebbe essere) siano più piacevoli, dovremmo invece discutere di quanto un suono sia reale, ovvero aderente allo strumento sentito dal vero (parlo di musica).

Ciao
 
@ nano70

ti consiglio (ma anche agli altri interessati all'argomento) questa lettura:

http://www.di.unipi.it/~romani/DIDATTICA/IAD/IAD4.pdf

consiglio di leggerlo tutto, non solo il documento, ma anche il corso di Francesco Romani, comunque in mancanza di tempo :-) va a finire sempre così ( e poi si dice che il mondo digitale è un enigma :-) leggi almeno il capitolo "Problemi di interfaccia". Vedrai che è stato eseguito un test scientifico, controllando bit per bit sorgente e destinazione, con diversi cavi.

Approfondimenti (la nuova versione del corso, ma senza l'interessante test) qui: http://www.di.unipi.it/~romani/DIDATTICA/AD/AD 12 jitter.pdf
 
nordata ha detto:
Magari richiesti di fare una prova rispettando però alcuni parametri e con metodi statistici rispondono che è inutile farla perchè loro hanno sentito le differenze e non devono dimostralo a nessuno.

si però quando quello che chiedi viene fatto:

http://mariobon.com/Articoli/cavi.pdf

poi bisogna anche scientificamente smentire o cambiare idea :-)

Scegli a quale categoria vuoi appartenere.

sei troppo binario. a parte il fatto che fai l'errore comune di associare il prezzo alla qualità, ci sono in commercio così tanti cavi che non esistono solo quelli del gruppo 0 di Nordata e quelli del gruppo 1 resto del mondo.
io almeno la distinzione (o almeno mettere in dubbio che ci sia una distinzione) tra i nostri impianti che chiamiamo hi-end, ma sono entry level in questa categoria, i midrange e i veri hi-end, la farei.
Forse, se vogliamo fare confronti in base al prezzo, tra il cavo da 10€ e quello da 100€ tra un impianto da 10'000€ ed uno da 100'000€ si sente.
Dico forse, perchè non ho quello da 100'000 e probabilmente non l'avrò mai ;-) ma prendo atto che il signore che ha scritto il documento linkato sopra lavora con impianti di quella categoria e dice che le cose cambiano.
 
In merito alla prova con cavi diversi anch'io ho proceduto come nordata switchando in tempo reale col telecomando e le differenze aimè le ho sentite (minime a onor del vero ma sacrosante). la differenza nel suono mi risulta non la faccia il dac inteso come chip o quello che è ma la circuitazione che ci sta attorno che trasporta il segnale elettrico (molto più delicato)

in merito al "colore" del suono inteso come caldo, freddo, a volte ho sentito dire ambrato parlando di gamma bassa e altri aggettivi simpatici. Sebbene abbia una mia idea nel merito non vorrei andare ot

Edit: avevo cominciato il messaggio prima di pranzo ma postato solo ora e nel frattempo hanno scritto in molti onde per cui risulterà incomprensibile. chiedo venia
 
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nordata ha detto:
Tu definisci che un timbro "caldo" è quello "caldo delle valvole"
Veramente non ho proprio detto così. Il mio era solo un esempio per esprimere un concetto generico riferito al suono/timbro, ma se si va nello specifico ci sono valvolari e valvolari e non tutti hanno quelle caratteristiche timbriche, quindi sui valvolari non si può generalizzare dicendo valvolare=suono caldo. Sui cavi beh ce ne sarebbe da discutere all'infinito e come hai fatto notare anche tu, come poi è successo innumerevoli volte, non se ne caverebbe un ragno dal buco. Su quanto ho detto che "il mondo digitale" è un enigma chiedo scusa perchè mi sono espresso male, mi riferivo al "mondo audio" in generale, quindi anche teorie pro/contro cavi ecc.
nordata ha detto:
dovremmo invece discutere di quanto un suono sia reale, ovvero aderente allo strumento sentito dal vero (parlo di musica)
Su questo sono d'accordo solo che c'è un "però". Ho preso recentemente una serie di CD Jazz col pianforte come strumento principale (trii, duo ecc..). Beh non ce n'è uno che inciampi nell'altro considerando che motli sono registrati dalla stessa casa discografica! Quindi spiegami come si fa a giudicare un suono neutro a partire da una registrazione che non lo è. Per non parlare poi delle elettroniche e diffusori che non ce n'è uno che non ci metta più o meno un pò del suo. Lo strumento reale va bene come punto di riferimento per avere una linea guida su come è il suono nella realtà, ma poi non deve essere anche il punto d'arrivo, ad es nella scelta di un impianto, perchè si rischia di non arrivarci mai (e più che un rischio è una ceretzza). :)
 
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per caso puoi rifare il test con 2 cavi uguali e switchare da uno all'altro col telecomando come hai fatto per questo test?
 
nano70 ha detto:
Lo strumento reale va bene come punto di riferimento per avere una linea guida su come è il suono nella realtà

io concordo, ma non ho ancora capito cos'e' per voi un suono nella realtà. io ho ascoltato musica nelle sale del conservatorio, a teatro, in piazza, in un castello, in cattedrale, nei vicoli e anche in una foresta. il suono reale per me è quello che arriva da queste esperienze. potrei cercare di modificare la mia sala in modo che suoni come una di queste esperienze vissute, ma non sarebbe suono reale. sarebbe solo l'imitazione di una delle sue tante manifestazioni.
 
Beh, stiamo parlando di impianti stereo, non di concerti o eventi musicali... Gli artefizi degli studi di registrazione sono ben noti ai più e da ex musicista/fonico part time posso dirlo senza timore di smentite e comunque dipende dai generi. In generale gli impianti tendono a essere iper rivelatori dell'evento sonoro più che riproduttori della realtà. Quando ad esempio si registra la voce di un cantante un buon microfono a condensatori riesce a cogliere anche il rumore che deriva dallo schiudersi delle labbra, diversamente dai nostri timpani che non sono così "raffinati"... a meno che non si ascoltino registrazioni molto particolari fatte con l'unico scopo di Riprodurre esattamente quello che è "accaduto", un disco rappresenta quel che ti vuol far sentire l'artista che te lo ha prodotto (non in senso commerciale). Fine della disgressione. se torniamo IT mi piacerebbe capire perché ci sono differenze fra l'utilizzo tra un cavo Coax e uno toslink visto che il segnale che li attraversa (digitale) dovrebbe essere identico....
 
e così la riproduzione del suono reale diventa la riproduzione di quello che avviene in studio di registrazione, che tranne per gli addetti ai lavori, è quello che meno rappresenta il suono reale.

comunque per tornare in topic, il tuo caso è interessante, se è vero che al DAC arriva praticamente la stessa informazione sia con un cavo che con l'altro (piccoli errorini di trasmissione a parte), deve avvenire qualcosa dopo. purtroppo qui enrta in gioco il tuo DAC, che andrebbe testato più a fondo su ogni entrata ed ogni uscita.
alla prima occasione farò lo stesso test con il mio hw per provarlo sulla mia pel.. ehm membrana del timpano.
 
Diciamo che in linea di massima è così. Le registrazioni di musica classica sono le più attinenti alla realtà di ciò che si esegue veramente, ma anche li dipende dai microfoni che si utilizzano dal tipo di prese che vengono effettuate e da molte altre cose non ultimo l'editing che si effettua praticamente sempre in fase di masterizzazione.

Per quanto riguarda invece l'utilizzo dei vari ingressi del pre (due toslink un coax e l'analogico sfruttando quindi il dac del denon) le defferenze ribadisco che ci sono. minime magari ma apprezzabili. ovviamente tra tos link e coax, oltre a quella più marcata ma giustificata fra i dac del denon e del classé
 
nano70 ha detto:
Sul contatto in oro dei Toslink anch'io mi chiedo cosa possa servire (visto che transita della luce...). :)

provo a dire la mia su questo argomento. i motivi potrebbero essere:

1) resistenza: usare un metallo invece della plastica migliora la durata di vita del cavo
2) innesto: l'innesto in metallo sarà più preciso e qualitativo
3) estetica: rispetto al primo qed, il secondo ed il terzo sono esteticamente più belli
4) abitudine: audiofili incalliti potrebbero comprare cavi in oro senza riflettere
5) concorrenza: se una ditta si mette a fare cavi in oro va a finire che li fanno tutti per non restare indietro
6) marketing: i cavi più costosi si devono differenziare da quelli meno costosi
7) produzione: per una ditta che fa cavi in oro da una vita, potrebbe essere meno costoso proporre un cavo ottico con terminazione in metallo con lo stesso sistema dei cavi analogici (quindi in oro) piuttosto che introdurre una nuova linea di produzione ad esempio al tugsteno
 
1) OK
2) OK
3) OK - ma la cosa non ha la minima influenza sul suono
4) purtroppo vero, ma questo, unito al punto precedente, dovrebbe far riflettere molto
5) OK
6) tragicamente vero, anche questo dovrebbe far riflettere
7) non necessariamente, la stessa ditta farà sicuramente anche cavi non dorati, per cui non ha bisogno di implementare ex novo una lavorazione non presente

Da tutto questo emerge che l'unico motivo per dorare i connettori nelle connessioni TOSLINK è solo quello di farli sembrare "più professionali" all'atto della scelta.

Non è un motivo estetico, perchè poi vengono sempre installati sul retro delle apparecchiature in modo da non essere visibili.

Questo, come ho scritto, dovrebbe far riflettere su un certo mondo e su alcune scelte indotte solo dal marketing, anche nei normali cavi analogici, considerando che l'oro ha anche una resistività maggiore a quella del rame.

Per quanto riguarda l'inattacabilità agli agenti atmosferici (vera) può essere raggiunta anche con altri materiali, però meno nobili e importanti nel comune sentire della gente.

Poichè non si sta parlando di prodotti che devono lavorare in modo più che affidabile in condizioni estreme, tipo aerospaziali o su una piattaforma marina o nel centro dell'Amazzonia, si potrebbe benissimo fare a meno di impiegare tale materiale utilizzandone tranquillamente altri.

Ma venderebbero meno, perchè "se non è oro non può suonare bene".

Ciao
 
aggiungo solo che i miei dispositivi tv, decoder, mediacenter, dac hanno tutti il connettore TOSLINK in plastica :-) tanto vale usare un cavo terminato con lo stesso materiale.
se l'uso del cavo è quello da salotto, cioè mai grossi sbalzi di temperatura, praticamente nessuna possibilità di essere calpestato, pochissime modifiche al cablaggio, allora direi che un cavo di plastica con la certificazione medical va ben oltre le aspettative. infine secondo me vale la pena approfittare di qed nella sua fascia a basso costo, perchè qualitativa e non si rischiano brutte sorprese rispetto ai noname, anche se un noname potrebbe dare buone sorprese. andare oltre lo lascio valutare a chi ha impianti di fascia più alta.
 
redhot104 ha detto:
le defferenze ribadisco che ci sono. minime magari ma apprezzabili. ovviamente tra tos link e coax

bastava leggere wikipedia :-)

S/PDIF lacks flow control and retry facilities, which limits its usefulness in applications outside of synchronous playback.
Because the receiver cannot control the data rate, it instead has to avoid bit slip by synchronising its conversion with the source clock. This means that S/PDIF cannot fully decouple the final signal from influence by the analogue characteristics of the source or the interconnect, even though the digital audio data can normally be transmitted without loss. The source clock may carry inherent jitter or wander, and noise or distortion introduced in the data cable may further influence the process of clock recovery.[3][4][5]. If the DAC does not have a stable clock reference then noise will be introduced into the resulting analogue signal. However, receivers can implement various strategies which limit this influence[5][6].
TOSLINK cables are widely reported to introduce jitter (essentially timing errors), which results is a less well articulated sound. However, many humans do not notice any resulting distortions. Time sensitive binary data (such as a pulse code modulated data stream) is sensitive to exactly when a signal, or bit, starts and stops, and variations in timing constitute jitter. Multi-strand glass fiber TOSLINK cables might cause less jitter than larger diameter, single strand cables. Also, TOSLINK cables do not work well (and may even suffer permanent damage) if tightly bent or squished by, say, a misplaced foot, and their high light-signal attenuation limits their effective range to 6.1 metres (20 ft) or so. On the other hand, TOSLINK cables are not susceptible to ground loops and RF interference, like coaxial cables.[7] Another deciding factor for many is cost: any standard 75 Ω A/V cable can be used for coaxial connectivity, while requires a specific cable which, until recently[when?], was not very affordable.

probabilmente, come ho già scritto precedentemente, senti delle piccole differenze dovute al jitering. altri motivi sono leggenda :-)
 
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