Buongiorno, carissimi, un mio parere lo esprimo volentieri, considerando anche che l'argomento mi stuzzica.Tuttavia, se cercate l'autorevolezza, dovete necessariamente rivolgervi altrove
Ad essere sincero, sono andato un po' in confusione

con tutti questi interventi ciclici che si susseguono. Credo che mi limiterò a qualche considerazione spot, tanto per ricapitolare. Anche perché non abbiamo sufficienti informazioni per giungere ad una certa soluzione della questione.
Partiamo dall'aspect ratio. Il processo anamorfico, comunemente conosciuto come Panavision, effettua un unico valore di distorsione, pari a 2:1 (tralasciando le eccezioni che è inutile considerare). Il differire dell'AR quindi dipende esclusivamente da due fattori: le misure della finestrella che incornicia il fotogramma durante lo scorrimento della pellicola nella macchina da presa; e le dimensioni della mascherina applicata davanti al positivo nel cineproiettore, durante la fase di proiezione in sala.
La prima produce un AR di ripresa pari a 2.35:1 (circa), a partire dal 1958 in poi. Ricordiamo che il Cinemascope nasce con proporzioni di 2.55:1 (vedi il film di esordio "La Tunica", ma anche, altro esempio, il film "Giorno Maledetto" di Sturges, datato 1955).
Di conseguenza, il rapporto 2.40:1 è dovuto soltanto alla mascherina di proiezione, che "mangia" parte del fotogramma.
Nei trasferimenti home video, questo AR non può che essere ottenuto tramite un crop del fotogramma e mai variando il fattore di stiramento applicato all'immagine.
Spero che questo aspetto sia chiaro a tutti.
Per quanto riguarda la post produzione - a cui faceva riferimento Marco - non esiste la possibilità di intervenire sul girato anamorfico; almeno prima dell'introduzione del DI.
Questo procedimento è squisitamente ottico; gli aggiuntivi devono rispettare un valore standard. Come si sarebbe potuto intervenire sulla distorsione del girato in fase di moviola? Teoricamente, si sarebbe dovuto applicare un'ulteriore correzione ottica, con aggiuntivi progettati allo scopo, correzione variabile a seconda delle scene oltretutto. Infine creare un nuovo negativo. Impensabile.
Le caratteristiche ottiche del girato anamorfico, nel bene o nel male, subite o artisticamente cavalcate, nascono e muoiono nella macchina da presa.
Le giovani generazioni, abituate alle infinite possibilità del digitale, probabilmente ignorano i vincoli e, in generale, il modo di lavorare permesso dalle attrezzature analogiche. Tutto un altro universo
