Filologicamente, se si parla di fedeltà a quanto visto in sala, il negativo non è fatto per essere proiettato. Quindi quando vediamo un BD con master nuovo derivato dalla scansione dell'OCN, di fatto vediamo un qualcosa che va oltre.
In sala i positivi colore in 35mm difficilmente rivelavano tutti i dettagli che porta fuori una scansione digitale di nuova generazione (se fatta bene) per via dei passaggi ottico/chimici per arrivare alle copie finali. Poi la proiezione meccanica ci metteva del suo.
Ecco, giusto ribadirlo: il negativo non è un supporto da proiezione. Quindi, quando si discute di filologia è bene tenere sempre presente che le scansioni dell'ocn tout court possono rappresentare anche un'esperienza nuova, avulsa da quella restituita nelle sale.
Oltre alle condivisibili motivazioni che hai citato, vorrei aggiungerne una squisitamente tecnica, legata all'ampia latitudine di posa delle pellicole negative. Tralasciando set particolarmente curati e controllati, dal punto di vista dell'illuminazione, non è semplice, a volte proprio impossibile, esporre in modo tale da registrare soltanto le informazioni desiderate. Di conseguenza, oltre ai particolari persi per strada dal delicato processo di sviluppo e stampa analogico, ci sono le informazioni presenti nel negativo che non si devono vedere per pura scelta di linguaggio fotografico, artistica se si vuole.
Questo concetto, importante - "non è detto che tutto ciò che è impresso sul negativo debba essere visibile" - è stato ripreso anche da un famoso retauratore professionista, il tale Harris che ormai tutti conosciamo, pertanto è possibile dormire sonni sereni

ma posso tranquillamente affermare che si tratta di un semplice concetto base di cui hanno dimestichezza tutti coloro che si occupano, con un certo impegno, pure di fotografia amatoriale.
In conclusione, quando si parla di fedeltà al girato, intendendo comunemente corrispondenza fedele a quanto una proiezione impeccabile poteva offrire in sala, la "radiografia" del negativo ed i particolari fini visibili è uno degli ultimi aspetti da considerare nel giudizio.
Certo, se si tratta di qualità di resa in termini assoluti il discorso cambia. Ma la premessa era quella di una valutazione filologica.
Per questo apprezzo moltissimo i trasferimenti ben eseguiti provenienti da IP.