...quindi non è questione di credere o non credere, purtroppo è troppo complessa la faccenda per avere delle risposte definitive in merito.
Incomincio dalla fine.
La questione invece è anche quella. Ovviamente, quando scrivo credere (o non credere) mi limito a semplificare. Perché se si mette in discussione l'approvazione del master - con sospetto pure plausibile, poco importa - converrai con me che il discorso è già chiuso.
A quel punto si entra in un mondo soggettivo e, quindi, di opinione.
Sono d'accordissimo, e l'ho sempre ribadito, che l'argomento sia molto complesso, per le ragioni che anche tu hai citato.
Penso che più o meno stiamo dicendo le stesse cose.
Per esempio, molto tempo fa ho letto un articolo molto interessante, ancorché ostico, sulla tecnica del restauro. In esso si spiegava - lo riporto in modo semplicistico - come sia possibile ricostruire la corretta esposizione del negativo partendo dall'analisi densitometrica delle alte e basse luci, e relazionandola con le caratteristiche tecniche del tipo di pellicola in esame. Questo procedimento teoricamente assicurerebbe una corretta esposizione della stampa, ma non può tenere in considerazione una variabile fondamentale, cioè quella che è invece l'effettiva esposizione pensata dal regista/dop per il film. Un discorso analogo può valere senza dubbio per la colorimetria.
Quindi se si dubita di una dichiarata approvazione di un master - torno a ripetere - ogni opinione è ammessa e lecita, ma probabilmente serve a poco, se non per fare quattro chiacchiere tra appassionati.
...invece siccome l'ha fatto il DOP e/o il regista la cosa ci sta bene...
Stai usando il plurale. Sul discorso generico mi sta bene.
Se entriamo nel campo personale, allora ti dico che per il sottoscritto non è così. Mi colloco tra quanti sostengono che un'opera d'arte (quindi compreso un film, che considero tale), una volta resa pubblica non appartenga più soltanto al suo creatore. Per cui gli eventuali cambiamenti autorizzati o decisi dal regista li accetto, ma non è detto che li condivida. Piuttosto che niente preferisco un piuttosto.
Un dubbio filologico, per quel che mi riguarda, può nascere se invece esistesse già un trasferimento di qualità "accettabile" (convengo sulla soggettività del termine) che potrebbe risultare più vicino alla resa originale del film. Naturalmente il tema è senz'altro generico, non esclusivamente limitato all'edizione di "Dracula".
Per quanto riguarda "Star wars", stendiamo un velo pietoso. Ritengo l'operazione un vero e proprio delirio, che ha partorito pure calcoli commerciali di bassa lega. Ho acquistato egualmente l'edizione blu-ray della trilogia classica - per la questione del "piuttosto" - ma disapprovo senza riserve il trattamento riservato a queste opere.
Se avessi il potere di legiferare consentirei modifiche ai film soltanto se gli stessi fossero poi riproposti con la possibilità di scelta: originale e nuova edizione.
Come dite? Non è democratico? Beh... ma la democrazia è una questione assai complessa, molto più di quella della colorimetria...
