Ciao, alpy, complimenti per il tuo entusiasmo e per la tua tenacia. Hai fatto davvero un'ottima sintesi, un paziente riporto dei commenti sparsi qua e là, anche fuori forum, sull'imminente uscita di una fra le opere fondamentali della Storia del Cinema.
Vince Roth - oggi direttore tecnico di FotoKem- nel 1998/99 (come racconta Robert Harris), salvò quello che rimaneva di un negativo usato fino al limite del sovrastampaggio, unendolo a parti duplicate, cercando il più possibile (dove era possibile) di mantenere l'originale
Tanto tempo fa, mi capitò di leggere (non ricordo la fonte, ma senza dubbio "cartacea") che pochissimi registi hanno la possibilità di operare il montaggio direttamente sul negativo di camera. Tra questi, ricordo che venivano citati, tra gli altri, Spielberg, Coppola e Kubrick, appunto. Non ho del tutto compreso gli effetti di questa notizia, anche se mi sono dato delle spiegazioni, ma, di certo, il concetto può ben spiegare, in questo caso, e considerato il successo del film all'epoca, l'utilizzo intensivo e la relativa usura del negativo originale. Oltre a considerare vari incidenti di percorso.
Per quanto riguarda l'utilizzo dell'OCN, io direi di non mitizzarlo eccessivamente. È assolutamente vero che ogni pellicola "interpreta" la realtà, ma è il lavoro del dop (per semplificare) plasmare alle esigenze artistiche le proprietà di una negativa. E lo fa, naturalmente, in primo luogo, con l'uso calcolato della luce.
Ma, siamo soltanto all'inizio. Non bisogna assolutamente sottovalutare la successiva fase di sviluppo/stampa, la cosiddetta post produzione, in grado di modificare, quando non stravolgere, la resa "standard" di una ripresa.
Vi assicuro che una negativa si può stampare in mille modi diversi.
“You never see behind the camera, so it isn’t that apparent on the screen; but, in fact, the set had no windows or doors in it – there was no way in and no way out. It was built something like twelve feet up from the stage, and the floor was made up of three-foot squares of Perspex—each one with a 5K lamp underneath it. I’ve never seen so many lamps. It was like an oven in there” (Cinefex 116).
La pellicola utilizzata è la Kodak 5251, una emulsione da 50 asa. Non mi meraviglia, dunque, la necessità di un'imponente illuminazione del set, anche perché la varietà di luci e sfumature, avrà di certo reso necessario l'impiego di filtri, che abbattono per loro natura la potenza luminosa delle fonti. Inoltre, il fatto che la 5251 sia una pellicola della serie "T", tarata per una luce di 3200K, e che l'illuminazione utilizzata nella scena specifica, sia di temperatura cromatica superiore (5000), fa presumere l'utilizzo di filtri direttamente sull'ottica, in ripresa. Ciò, esclusivamente per evidenziare le diverse possibilità a cui un tentativo di analisi va incontro.
A tutta la fase di ripresa, come dicevo, occorre aggiungere quella di laboratorio. L'opera è stata prodotta in Technicolor, quindi dal negativo sono state create 3 matrici di stampa. Insomma, ulteriori potenzialità di intervento e molte variabili in gioco.
L' unica certezza la potrebbe probabilmente fornire una "answer print" approvata direttamente dal Maestro, sempre considerando gli effetti del tempo su di essa; anche se il processo Technicolor garantisce una buona conservazione dei positivi, direi che ne è trascorso parecchio....
Al di là di tutte le elucubrazioni, alcune delle quali ormai non meritano neppure considerazione, penso sia davvero difficile, per non dire impossibile, un'edizione migliore e più fedele per questo film. Certo, è possibile che qualche dichiarazione sia un po' forzata e si sia arrivati a qualche compromesso, tuttavia non riesco a immaginare quale coniglio potrebbero estrarre, in futuro, dal cilindro, ragione per cui, direi che questo capolavoro del Cinema possiamo considerarlo archiviato. In bella mostra, nelle nostre preziose collezioni
