nordata ha detto:
...Per essere più esatti lavorano sulla differenza di pressione tra l'ambiente esterno e quello interno della camera, causato dal continuo succedersi delle onde sonore....
Un "contrattempo" mi ha impedito di risponderti prima

.
Riparto dunque da questo tuo post, ed in particolare dalla frase quotata. Essendo argomento piuttosto complesso, credo sia opportuno fare qualche digressione, a costo di apparire un po' prolisso.
E' possibile assorbire energia acustica dall'ambiente
unicamente in 2 modi:
per attrito e per risonanza.
L'assorbimento
per attrito (il metodo più comune) avviene quando l’onda sonora incontra una superficie. In parte viene riflessa in ambiente, in parte viene assorbita. Alcuni materiali (ad esempio i classici “spugnoni”) presentano caratteristiche di assorbimento piuttosto buone. Fra questi materiali possiamo citare la lana di vetro, la lana di roccia, il poliuretano a celle aperte, il feltro ecc.. Tipicamente si tratta di materiali molto porosi, che utilizzano le micro cavità di cui sono composti per frenare il moto delle molecole d’aria indotto dall’onda acustica, trasformandolo in calore appunto per attrito.
L’efficacia e la distribuzione in frequenza dell’assorbimento per attrito dipende da diversi elementi: la porosità, la densità, lo spessore, la superficie, la posizione rispetto alle pareti. Tipicamente per assorbire in bassa frequenza il materiale dovrà essere denso, con superficie il più possibile irregolare (es. piramidi, che aumentano la superficie offerta all’onda), di notevole spessore e posizionato ad una certa distanza dall’angolo (quindi preferibilmente
non in angolo) sulla base della frequenza di assorbimento desiderata.
Una coppella di lana di vetro avrà ottime caratteristiche di assorbimento per attrito e potrà agire in bassa frequenza soprattutto se ben posizionata in ambiente.
Il secondo tipo di assorbimento,
per risonanza, è un po’ più complesso. Esistono 2 tipi di risonanza che possono essere utilizzati ai nostri fini: la
risonanza per cavità e la risonanza di superficie.
L’assorbimento per
risonanza per cavità può avvenire utilizzando dei risuonatori di Helmholtz. Questi risuonatori (delle scatole con un condotto di uscita) sono piuttosto rari, in quanto molto ingombranti. Il loro range di intervento in frequenza è piuttosto ristretto, e dipende dalla dimensione della camera e del condotto di uscita. Forse qualcuno avrà osservato all’ultimo TAV ad esempio un prodotto di Acustica Applicata,
Polifemo, che è a tutti gli effetti un risuonatore di Helmholtz ad accordo variabile.
Per capire come funziona un risuonatore di Helmholtz direi di partire dal suo opposto :O . Infatti non tutti sono familiari con i risuonatori, mentre praticamente tutti hanno ascoltato o possiedono un diffusore con condotto reflex. Un diffusore reflex utilizza una differenza di pressione far camera interna e ambiente esterno, determinata dal moto del woofer, per mettere in movimento la colonna d’aria contenuta all’interno del condotto reflex. Il movimento dell’aria per risonanza genera un’onda acustica. Quindi abbiamo movimento del woofer->differenza di pressione->movimento della colonna d’aria->suono. In un risuonatore di Helmholtz avviene lo stesso, ma con sequenza rovesciata. Cioè l’onda acustica metterà in movimento la colonna d’aria e creerà una differenza di pressione. La differenza di pressione si trasformerà in attrito. Nel primo caso (condotto reflex) abbiamo creato energia acustica, nel secondo (risuonatore di Helmholtz) l’abbiamo eliminata.
Credo sia abbastanza chiaro che una coppella di lana di vetro non può fungere da risonatore di Helmholtz in quanto non è sufficientemente rigida e non vi è una netta separazione fra la camera interna e l’ambiente, così come credo sia intuitivo che un diffusore reflex con le pareti fatte di sola spugna non potrebbe funzionare.
Nella
risonanza di superficie non abbiamo più una colonna d’aria a risuonare, ma un materiale rigido, ad esempio un pannello di legno. L’onda acustica, colpendo il pannello, lo farà vibrare, la vibrazione assorbirà energia dall’onda, trasformandola poi ancora una volta in calore per attrito. Ogni materiale ha una propria frequenza di risonanza, un metodo approssimativo per identificarla consiste nel “bussare” sul materiale. In questo modo si mette meccanicamente in movimento la superficie, che vibrando emetterà un suono intorno alla frequenza di risonanza. Tutti sappiamo che più il materiale è rigido più il suono del mio bussare sarà sordo (in bassa frequenza). Per risuonare in bassa frequenza è quindi necessario utilizzare dei pannelli piuttosto rigidi. Tipicamente si usano delle fibre di legno o dei materiali plastici ad alta densità, oppure sottili pannelli di metallo. Il posizionamento del pannello è tipicamente nei pressi di un muro, in modo da utilizzare la camera d’aria fra pannello e muro per smorzare la vibrazione del pannello e rendere l’assorbimento acustico più efficace. Il range di frequenze di utilizzo può essere esteso ponendo del materiale assorbente all’interno della camera d’aria . Questi pannelli risonanti sono piuttosto interessanti, e io ne utilizzo circa 18 mq come controsoffitto della mia saletta.
I due tipi di risonanza descritti si possono anche combinare, ad esempio utilizzando pannelli forati. I fori funzioneranno da condotto del risuonatore e il pannello da superficie risonante. Molti pannelli assorbenti per l’edilizia sono studiati in questo modo (tavola di legno forata).
I pannelli risonanti (forati o meno) non necessariamente devono essere piani. Possono infatti anche essere più o meno curvati, al limite anche cilindrici, ed utilizzare la camera d’aria all'interno del cilindro come camera di smorzamento.
Anche in questo caso, credo che si possa comprendere come una coppella di fibra di vetro non possa funzionare da pannello risonante, in quanto non è abbastanza rigida, esattamente come non è in grado di emettere un suono se sollecitata meccanicamente (provate a bussare sulla lana di vetro).
Ma allora, questi benedetti pannelli con coppelle sigillate sopra e sotto, come si sono originati? La risposta è piuttosto banale. Sono stati ispirati da realizzazioni basate sul principio della risonanza di superficie (es. DAAD, ma anche altri), a cui
ci si è dimenticati di mettere la superficie risonante.
Questi pannelli funzionano comunque, ma unicamente per attrito. Non sono quindi più efficaci di un grosso cuscino di pari dimensioni. Anzi probabilmente lo sono di meno, essendo cavi internamente.
Ora, non scrivo tutte queste cose per spirito polemico, so di risultare antipatico perché sto criticando una realizzazione che ha impegnato diverse persone, portando comunque notevoli miglioramenti all’acustica delle sale in cui sono stati impiegati (l’assorbimento per attrito funziona!) . Credo tuttavia che prima o poi sia utile fare un minimo di chiarezza.