Audio digitale e teoria sul campionamento

Invece io non sopporto quelli che dicono io vado da Vasto a Pescara (100 km) in 30 min e faccio anche 20 km/l....quindi la cosa è possibile. Non mettendo in mezzo neanche gli amici del quartierino che non sono certo bravi come lui :)

Ciao.
 
chiaro_scuro ha detto:
Invece io non sopporto quelli

Quello che è veramente fastidioso è quando si dice che si corrono i cento metri in 0.8 secondi, però se lo misuri col cronometro non si vede, perché la presenza del cronometro riduce la capacità di correre... :D

Saluti,
 
Principio di indeterminazione di Heisenberg

Ovvero: « Non è possibile conoscere simultaneamente la quantità di moto e la posizione di una particella con certezza » vale in meccanica quantistica.
Quotando brutalmente da Wikipedia: "Si consideri la seguente analogia: supponiamo di avere un segnale che varia nel tempo, come un'onda sonora, e che si vogliano sapere le frequenze esatte che compongono il segnale in un dato momento. Questo risulta essere impossibile: infatti per poter determinare le frequenze accuratamente, è necessario campionare il segnale per un intervallo temporale e si perde quindi la precisione sul tempo. (In altre parole, un suono non può avere sia un tempo preciso, come in un breve impulso, che una frequenza precisa, come in un tono puro continuo). Il tempo e la frequenza dell'onda nel tempo, sono analoghi alla posizione e al momento dell'onda nello spazio."
Naturalmente queste indeterminazioni devono fare i conti con la costante di Planck, quantità a diro poco piccolissima.

SC
 
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sc_ita ha detto:
Naturalmente queste indeterminazioni devono fare i conti con la costante di Planck, quantità a diro poco piccolissima.

Piccolissima per gli eventi quantistici, che non c'entrano nulla con il mondo dell'audio, che opera in regime di fisica più che classica.

Per quel che riguarda il nostro settore esiste comunque un altro "principio di indeterminazione", noto come limite di Gabor:

dt * df > 1/2

E' questo limite a cui si riferisce la citazione che hai preso da Wikipedia. Matematicamente è del tutto equivalente al principio di indeterminazione di Heisenberg, la derivazione è la stessa, ma ovviamente l'interpretazione fisica è del tutto differente.

Tale limite definisce la risoluzione massima con cui è possibile fare analisi in ambito tempo/frequenza, a meno di non tirare ad indovinare, cosa che il nostro orecchio fa abbastanza spesso. Tra l'altro, tornando in tema, è anche un altro modo di vedere il teorema del campionamento, basta girarlo e interpretarlo correttamente e si può leggere come l'intervallo di campionamento massimo utilizzabile per campionare una determinata banda di frequenze.

Saluti,
 
Ultima modifica:
A proposito del limite di Gabor, è curioso notare come i matematici che hanno fondato le basi dell'analisi acustica abbiano fondato anche le basi della fisica quantistica.

In particolare Gabor, con la sua teoria degli ologrammi, crea i presupposti di un pensiero mistico che vede la coincidenza dell'Uno con il Tutto, di noi stessi con l'Universo, chiudendo il cerchio di una ricerca metafisica che abbraccia millenni di filosofia, a oriente come a occidente, a partire da Socrate e Confucio, fino a Kant e Sant'Agostino :eek: .

E se l'audio fosse delocalizzato?
 
antani ha detto:
In particolare Gabor, con la sua teoria degli ologrammi, crea i presupposti di un pensiero mistico che vede la coincidenza dell'Uno con il Tutto, di noi stessi con l'Universo, chiudendo il cerchio di una ricerca metafisica che abbraccia millenni di filosofia, a oriente come a occidente, a partire da Socrate e Confucio, fino a Kant e Sant'Agostino :eek: .

Cambia pusher! :D

antani ha detto:
E se l'audio fosse delocalizzato?

Useremmo il quantum entanglement per ascoltare musica? :confused:

Anta'... torna sulla terra per favore! :cool:
 
Ma io non sto affatto scherzando. Gabor e la teoria degli ologrammi, oltre ad avere implicazioni mistiche, sono state applicate anche all'acustica da Hugo Zuccarelli. Tra l'altro sono studi molto "nostrani", visto che sono stati condotti al Politecnico di Milano.

L'olofonia è stata applicata persino a dischi dei Pink Floyd (che io ho), ed è quindi facilmente ascoltabile.
 
Olografia e olofonia condividono lo stesso principio: la composizione dell'informazione (ottica nel primo caso, acustica nel secondo), avviene per interferenza di onde.

Gli studi di Zuccarelli non esisterebbero senza gli studi di Gabor (anche se chiaramente non sono sullo stesso livello).
 
antani ha detto:
Olografia e olofonia condividono lo stesso principio: la composizione dell'informazione (ottica nel primo caso, acustica nel secondo), avviene per interferenza di onde.

D'accordo sul principio, ma ti voglio proprio vedere a creare le necessarie interferenze con due soli diffusori messi in un stanza più o meno riflettente. ;) L'olofonia, inteso come marchietto markettaro appiccicato ad alcuni dischi, è lontana dal principio anni luce.

Se poi a livello sperimentale hanno realizzato davvero qualcosa che si avvicina al principio, beh, tanto meglio, ma non mi risulta che si sia andati più in la dei laboratori, esattamente come per la Wave Field Sinthesys.

Saluti,
 
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