Anche AUDIOReview e DigitalVideo HT chiudono ...

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Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Non è questione di metodologia di ricerca: alcuni contenuti mancano dalla Rete, per una precisa scelta editoriale. E per quanto si possa essere bravi a cercare, impostare e scaricare, se il contenuto originale manca non puoi condividerlo.
 
Dave76 ha detto:
Figuriamoci...
E' la mia opinione e cortesemente la rispetti.

Quello che scrivi vai tranquillo che non è sempre così, nemmeno quando si tratta di Madre Rete; dalla tua risposta però capisco che stiamo parlando di settori editoriali diversi (e fa differenza parlare di un settore e non di un altro, anche su Internet), quindi il confronto ha davvero poco senso in questo caso.
 
Ma non è sempre sinonimo di qualità.
Certo. Ma questo non cambia di una virgola la questione.

P.S. per inciso: io non mi schiero certo dalla parte del web. Per i primi 30 anni della mia vita ho fatto parte di una famiglia di edicolanti (la famiglia c'è ancora, l'edicola no :p).
 
Ultima modifica:
Peccato, erano le uniche riviste in cui comparivano delle misure rigorose dei prodotti oltre al commento sulla prova. Tra l' altro sul forum chiuso da qualche mese ormai potevi discutere tranquillamente col personale della redazione per chiedere consigli.
 
P.S. per inciso: io non mi schiero certo dalla parte del web. Per i primi 30 anni della mia vita ho fatto parte di una famiglia di edicolanti (la famiglia c'è ancora, l'edicola no :p).

Per inciso: i miei genitori hanno tuttora un'edicola, quindi non parlo per sentito dire...
 
@Dave76: a me è sembrato di capire che si stesse parlando di mercato editoriale in generale, prendendo come spunto sì la chiusura di una rivista di Audiovideo ma applicabile anche ad altri settori.

Il fatto che se a scrivere è una donna facilmente la si associ a schemi mentali quali il punto croce e uncinetto o tutto ciò che il luogo comune vuole intendere potrebbe anche essere visto come offensivo, se non fossse che il punto croce e l'uncinetto sono sacre e rinomate arti purtroppo in estinzione che hanno tutta la mia stima e ammirazione.
Detto questo, credo di essere rimasta in tema. La mia precisazione vuole farti capire che quello che scrivi non è sempre vero e che le distinzioni sono d'obbligo, anche in questo settore; non solo: le soluzioni riuscite di prodotti editoriali diversi o anche lontani dall'Audiovideo credo possano essere ugualmente materia di discussione e indicare una strada potenziale a chi è rimasto in difficoltà.

P.S. Perdona il breve OT ma è un inciso che tengo a riportare in questo post: la tua uscita non mi è sembrata molto pertinente con la mia risposta, lievemente infelice e credo lontana (ma mi posso sbagliare) dall'immagine che penso di aver dato sul Forum: non mi sembra di aver mai dato l'impressione, nel Forum, di occuparmi di uncinetto o di dedicare il mio tempo a smaltare le unghie. Chiusa parentesi :)
 
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Essendo entrambe dello stesso gruppo editoriale sarebbe strano che una chiudesse e l'altra no, infatti è uscito anche il numero di Ottobre di DV con lo stesso editoriale di Roberto Lucchesi in cui si annuncia la chiusura,

in effetti avevo comprato il numero di ottobre ma non l'avevo ancora letto :(
Hai ragione, sarebbe stato strano il contrario, ma mi piaceva immaginare che magari le sorti sarebbero state differenti... mi mancheranno tantissimo le rece dei BD, oltre che dell'HW, ho DVHT dal n.1 e mi sento orfano!! :cry:
 
Veramente un gran peccato...

Dovrebbe comunque far riflettere il fatto che un mercato come quello Video (con grossi nomoi tipo Sony, Samsung, Panasonic....) nion riescano a supportare la vita di una rivista... e dico UNA rivista di settore!!!!!!

Mi sembra quasi ridicolo quando in edicola si trova TuttoLegno, Allevare ragni e costruire barchette di carta :D

Un conto è la crisi... ma qui si va oltre.... si parla di televisori ed elettronica di largo consumo... ed il non avere una rivista che fa prove IN ITALIANO è un impoverimento generale

OK il WEB ma sono 2 cose distinte: soprattutto per quanto riguarda il materiale in italiano...

E poi volete mettere leggere la CARTA in bagno... :p Altro che IPAD!!!!!
 
Mi sembra quasi ridicolo quando in edicola si trova TuttoLegno, Allevare ragni e costruire barchette di carta :D

veramente!! non me lo spiego neanche io!!


non avere una rivista che fa prove IN ITALIANO è un impoverimento generale

quoto... ed a chi dice di utilizzare stampa estera, rispondo che non è solo un discorso di leggere l'inglese, ma comunque ci sono dei canoni e metri di giudizio che sono necessariamente influenzati dalla storia culturale (ad esempio le trame dei film...)


E poi volete mettere leggere la CARTA in bagno... :p Altro che IPAD!!!!!

sante parole!!!
 
Mi ritrovo pienamente in quanto scritto da Nordata. Purtroppo girare in rete o in questo forum, che per me non ha eguali in competenza, argomenti e discussioni, comunque non è come sfogliare la rivista che ti trovi a rileggere più volte per capire meglio o a rileggere una recensione di un bd e che poi almeno a me, puntualmente mi rimanda a consultare questo forum per approfondire le opinioni, i consigli e le sensazioni che si condividono qui. E' un vero peccato:cry:!!!
 
@MDL: sei un mito :)

@grezzo: leggo ora, grazie ;)

b747 ha detto:
ed a chi dice di utilizzare stampa estera, rispondo che non è solo un discorso di leggere l'inglese
Concordo; e se anche fosse un discorso meramente linguistico, non capisco perché l'Italiano debba essere trattato quasi sempre in second'ordine...
Oltre alle critiche, mi farei comunque qualche domanda: perché certe riviste reggono e altre sono state definitivamente chiuse? Probabilmente non tutto si spiega con budget e finanziamenti, e nemmeno con il settore di riferimento.
Se parliamo di Audiovideo mi spiego molto meglio una eventuale uscita dal cartaceo per passare al digitale, molto più probabile rispetto ad altri target. Tutto questo stupore per la chiusura di una rivista cartacea di AudioVideo sinceramente non me lo spiego.
 
Condivido anche io il dispiacere per la chiusura di un'altra, altre?, testata storica dell'AV nostrano, che peccato e che peccato per la forza lavoro. Si spera ancora che rinascano in altra forma editoriale o cmq in qualche forma.

Condivido invece la posizione di Dave, che son sicuro non necessiti di difensori ma che credo che quando ha parlato di tematiche quali uncinetto o calza volesse semplicemente far riferimento a quanto di più distante si possa pensare dagli ambiti qui trattati, cmq è un esempio che anche io farei senza riferimenti particolari di sesso o colore.

Quello che resta da capire, quali sono queste forme editoriali che possono reggere? Non dico non ci siano, ma affermo che sono totalmente ignorante in materia, ma curioso!
 
Neros22 ha detto:
volesse semplicemente far riferimento a quanto di più distante si possa pensare dagli ambiti qui trattati, cmq è un esempio che anche io farei senza riferimenti particolari di sesso o colore.
Se si possono trovare e riportare casi riusciti (sempre nel mercato editoriale, certo) di testate lontane anche anni luce dall'AudioVideo, non potrebbero queste essere un utile esempio per altri? Pensare che la rivista (riuscita, venduta, fatturante) di Taglia&Cuci (per fare l'esempio riportato) non debba essere considerata perché qui si sta parlando di altro mi sembra una posizione abbastanza miope, non trovi? :)

In edicola trovi ancora molti prodotti che reggono alle vendite ma preferisco evitare di riportare alcuni titoli proprio per non deviare la discussione dal tema principale. Prova a fare un giro se ti va e chiedi al primo edicolante quali siano le testate che vende con più costanza: vedrai che qualcosa saprà risponderti :)
 
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non capisco perché l'Italiano debba essere trattato quasi sempre in second'ordine
Se parliamo di Italia, hai ragione, infatti credo che tutte le riviste, di ogni settore, siano tutte scritte in italiano, se però ci spostiamo all'estero, ad esempio in Inghilterra (Paese che avevo suggerito) credo che, sì, l'italiano lì sia poco considerato e suppongo che di riviste scritte in italiano ce ne siamo molto poche, forse nessuna.

Forse il discorso potrebbe essere fatto al contrario: ma perchè in Italia c'è poca propensione ad apprendere almeno una lingua straniera, magari quella più conosciuta in giro per il mappamondo, ossia l'inglese?

Mi è capitato di trovarmi in paesini sperduti in mezzo alle foreste della Norvegia e di chiedere qualche info in inglese a persone anziane e sentirmi rispondere tranquillamente, se avessi fatto la stessa cosa in qualche paesino su qualche montagna qui da noi quante probabilità avrei avuto di essere più o meno compreso?

Se poi si è appassionati di un settore tecnico come il nostro è quasi inevitabile imparare quei pochi vocaboli necessari, non si sta parlando di leggere perfettamente il Times.

Quanto alle cause alla base della chiusura credo siano gli alti costi complessivi, quindi legati a tutte le riviste del gruppo, 4 mi sembra.

E' innegabile che la veste grafica fosse molto bella e curata, con carta lucida e abbondanza di foto (e questo costa), la redazione era abbondante, anche se ritengo che molti fossero pagati a prestazione, il laboratorio sicuramente costava, metti tutto assieme e in un periodo di crisi la cosa ha portato all'epilogo che conosciamo.

Gli appassionati del settore che le compravano, regolarmente, non credo fossero tantissimi, probabilmente diminuiti negli ultimi periodi, se c'è crisi si tagliano le spese superflue e se non si ha intenzione di fare qualche acquisto nuovo non si sta ad informarsi.

Al limite si scrive su un forum e si risolve (si spera nel modo migliore) il problema.

Magari ci sono state anche delle scelte editoriali errate, mi domando, alla luce dei fatti, se sia stata una buona mossa fare uscire una nuova rivista, con relativi costi quando credo sapessero già in che acque stavano navigando, forse è stato un tentativo di allargare il mercato, però era già presente e radicata da anni tra gli appassionati Costruire Hi-Fi.

In questa ottica credo vadano viste anche alcune recensioni a prodotti che di Hi-Fi o Video avevano molto poco.

E' vero che con un telefonino o un tablet si possono fare foto e vedere film, però esistono già in commercio numerose riviste dedicate solo a questi articoli, stesso discorso per gli articoli dedicati alla registrazione audio, apparecchi MIDI, plug-in, per me interessanti, ma esistano già fior di riviste del settore dedicate esclusivamente all'argomento ed ormai facilmente reperibili.

Sicuramente tutti tentativi che non hanno sortito l'effetto desiderato, purtroppo.

Personalmente, anche se lo capisco, non approvavo la scelta di fare moltissime recensioni di prodotti dal costo più che elevato, sempre nell'ottica dei tempi attuali.

E' vero che fare la recensione di prodotti dal costo di qualche centinaio di Euro forse non è molto accattivante e gratificante, ma la grande massa degli appassionati ora come ora guarda a questa fascia, gli interessati all'acquisto di un ampli da 10.000 € non sono tantissimi e non costituiscono certo un grande bacino di utenza.

Questo è un discorso vecchio, affrontato nelle riviste già alcune volte, ma forse le spiegazioni date a suo tempo e anche valide, nei tempi attuali non lo erano più.

Tutte ipotesi e pensieri strettamente personali.

Neanche la chiusura di AF ha portato nuovi lettori, o se lo ha fatto era ormai troppo tardi per rimediare alla situazione creatasi.

Il problema era già sorto tre anni fa, il tentativo di ripartire, con il perdurare della crisi mondiale, non è evidentemente riuscito.

Ciao
 
In edicola trovi ancora molti prodotti che reggono alle vendite ma preferisco evitare di riportare alcuni titoli proprio per non deviare la discussione dal tema principale. Prova a fare un giro se ti va e chiedi al primo edicolante quali siano le testate che vende con più costanza: vedrai che qualcosa saprà risponderti

Forse ti sei persa il post dove dicevo che i miei genitori hanno un'edicola. Sai cosa mi rispondono quando gli chiedo come va? Mi rispondono che l'edicola è piena di roba che non venderesti nemmeno sotto minaccia armata, piena di riedizioni di riedizioni di materiale che non interessava nemmeno nelle loro prime uscite, figuriamoci ora, piena di roba che con l'editoria ha poco a che fare (ma per vendere qualcosina in più si fa addirittura un magazzinetto in garage, perchè tutto in edicola non ci sta); insomma, detta con le parole di mia madre: la distribuzione ci riempie quotidianamente di m***a. E poi lamentiamoci che i giornali non vendono più: nemmeno l'edicolante ormai riesce più a trovare le riviste che gli vengono chieste in mezzo a quel monnezzaio che gli viene imposto di tenere (spesso pagato in anticipo perchè il conto deposito non permette agli editori ed alle distribuzioni di guadagnare una cippa) all'interno di chioschi che, nella maggior parte dei casi, dovrebbero contenere un quinto della roba.

Allora chiediamoci: perchè andare in edicola a cercare questo o quello (perdipiù pagandolo profumatamente, se lo si trova) quando con uno sforzo minimo trovo, nella maggior parte dei casi, quello che mi serve sulla rete? Ecco il perchè chiudono le testate e con loro le edicole.

Quindi, in conclusione, non andate a chiedere ad un edicolante quali siano le testate che vende di più, perchè nella migliore delle ipotesi vi risponderà che non lo sa, ma nella peggiore vi manderà anche a quel paese.
 
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