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Esistono dei criteri oggettivi per definire la qualità di un diffusore? Noi crediamo di si, e dopo migliaia di test effettuati, possiamo partire da ciò che occorre sapere e definire una sorta di scaletta per valutare le prestazioni di un diffusore, alla luce delle nuove misure messe a punto per un nuovo tipo di approccio, quanto più vicino possibile all’ascolto
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Il tema è fondamentale, tanto che mi riservo di rileggere l'articolo con più calma.
Indubbiamente una impostazione razionale di base può aiutare a capire tante cose, anche se credo che ci sia sempre qualcosa che sfugge alla razionalità, è incredibile come siamo riusciti ad arrivare sulla luna già 50 anni fa e nel contempo non siamo riusciti a produrre industrialmente la cassa acustica (o altro, non è detto che la soluzione sia per forza definibile come "cassa") definitiva ma solo una marea di prodotti diversi ciascuno con le sue peculiarità, moltissimi che semplicemente "piacciono", altrettanti "molto buoni" nessuno "definitivo".
Forse dobbiamo aspettare che venga re-inventato l'altoparlante, così come sono state "reinventate" le barche a vela (sì che dopo migliaia di anni sembrava impossibile che in quel campo si potesse ancora inventare qualcosa!) o forse dobbiamo semplicemente trovare una direzione diversa verso cui muoverci, ammettere che semplicità, gradevolezza del risultato, disponibilità per tutti i consumatori sono valori altrettanto importanti che non i quattro gradini della scala.
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il diffusore perfetto magari può essere anche inventato, ma poi va messo nell'ambiente "perfetto"..le due cose sono inscindibili
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Non si può escludere a priori che in futuro nelle casse attive non ci sia una equalizzazione ambientale più evoluta di quella presente ora nei sintoamplificatori.
Ma poi quando dico "reinventare" mi riferisco a qualcosa di completamente inimmaginabile, qualcosa distante da noi come la barca "Luna Rossa" vista da un mastro d' ascia egiziano che al tempo dei faraoni costruiva feluche. Che so, dei raggi laser che fanno vibrare direttamente le molecole dell' aria senza interposizione di mezzi meccanici o chissà cosa altro.
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Citazione:
Originariamente scritto da
pace830sky
... nel contempo non siamo riusciti a produrre industrialmente la cassa acustica [...] definitiva...
La perfezione non esiste. C'è sempre un compromesso da accettare. I diffusori 'definitivi' probabilmente non ci saranno mai ma esistono già diffusori di 'riferimento', molto costosi e anche 'grandicelli'. Questo succede in ogni campo. Non c'è e non credo ci sarà mai il TV definitivo, il proiettore definitivo, lo smartphone definitivo o l'auto elettrica definitiva.
Emidio
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Sì, senz' altro, però dopo cento anni siamo ancora allo schema bobina / magnete / membrana / cestello per non parlare appunto della "cassa", il parallepipedo vuoto (o meglio pieno di aria) che bene o male ci aiuta a governare il fenomeno... l' evoluzione tecnologica si è manifestata quasi esclusivamente sui materiali... è mancata nel campo audio l'equivalente della rivoluzione che c'é stata nel campo video con schermi lcd / led ecc o ne campo dell' elettronica il circuito integrato...
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Probabilmente l'acustica offre meno margini di "scoperta". Per "suonare forte" sotto i 60Hz comunque bisogna muovere tanta aria = una membrana grande ed ampia escursione. La forma a cono è la più conveniente per donare rigidità.
Il mobile è necessario per evitare il cortocircuito acustico. Certo ci sono i grandi pannelli dei dipoli/elettrostatici ma richiedono ampi spazi dietro, proprio per abbassare la frequenza di prima cancellazione.
Per avere meno interazioni con l'ambiente il diffusore "ideale" dovrebbe essere estremamente direttivo. Ma una legge fisica ci dice che quando la lunghezza d'onda emessa è più grande del trasduttore, il suono viene emesso anche di lato e "gira" anche dietro.
Un array lungo dal pavimento al soffitto sarebbe direttivo ma comunque solo fino a 100 150Hz e poi andrebbe ascoltato da parecchi metri per evitare cancellazioni "a pettine" in alta frequenza, etc
Mentre l'aumento di risoluzione, profondità dei colori, codifiche a 9 11 etc canali è solo dovuta alla "bruta" potenza di calcolo dei chip ed alle macchine usate per la creazione dei contenuti
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È sempre un compromesso dato che prima e dopo il diffusore ci sono mille mila incognite che non possono essere tutte gestite
e alla fine il diffusore è quello che deve fare la via di mezzo.
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D'accordo. D'altra parte, nonostante la 'tecnologia' dei diffusori, altoparlanti, cabinet e crossover non sia molto cambiata, anche metodiche e strumenti di analisi sono 'sempre gli stessi' da quasi 40 anni, sempre difficili da mettere in atto e altrettanto difficili da spiegare. Ad esempio, non è detto che una risposta in frequenza lineare 'a spada' si traduca in alta qualità all'ascolto. È questo il succo dell'articolo di Gian Piero Matarazzo, assieme alla sua costante ricerca su nuove misure che offrono una correlazione ancora più diretta con l'ascolto che ci presenterà prossimamente.
Sembra che questo aspetto - il più importante - sia passato inosservato. Sbaglio?
Emidio
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Tornare sui fondamentali è sempre utile, personalmente non mi sento in grado di dibatterne nel merito, il che non vuol dire che l' aspetto pedagogico dell' articolo mi sia del tutto indifferente, anzi.
Tuttavia già il fatto in sé che le competenze degli esperti nel nostro campo durino così a lungo - in altri campi avere più di dieci anni di esperienza potrebbe anche essere un handicap più che un vantaggio, nel nostro campo a quanto pare no, e me ne felicito - mi ha fatto riflettere più del merito dell' articolo ed ho proposto questo come tema di dibattito...
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Citazione:
Originariamente scritto da
pace830sky
... in altri campi avere più di dieci anni di esperienza potrebbe anche essere un handicap più che un vantaggio.....[CUT]
Quali? Mi interessa moltissimo.
Emidio
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Molto interessante.
Anche se e' vero che da cento anni non ci si e' inventati niente oltre il classico altoparlante.
(A parte i trasduttori Elettrostatici o il tweeter di Heil)
Chissa' se succedera' per essi come per la reinvenzione della barca a vela o come il tergicristallo, che non avra' mai (?) un sostituto...
:)
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l'elettrostatico ha il difetto che deve essere enorme per avere pressione in gamma bassa. E' una tecnologia alternativa ma all'atto pratico mi sembra che abbia più svantaggi che pregi. Certo non esclude che possa "suonare meglio"
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Citazione:
Originariamente scritto da
Emidio Frattaroli
Quali? ...
Immagino che sia una domanda retorica. Per carità nelle aziende si trova comunque qualcosa da fare a persone che quando facevano i tecnici hanno maturato competenze manageriali, poi ci può essere il Totti che continua a fare il calciatore ben oltre l'età o la Fracci che ha ballato finché ha respirato ma in linea di massima ad una certa età si smette di giocare a calcio e ci si mette a fare l'allenatore, così un tecnico non si dovrebbe spaventare a sentire parole come obsoleto, cambiare ruolo nell' azienda è un po' una sfida ma soprattutto una opportunità.
p.s. il calcio e la danza ovviamente sono metafore ;)
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Citazione:
Originariamente scritto da
pace830sky
Immagino che sia una domanda retorica....[CUT]
Al contrario!
Visto che l'elettroacustica è una scienza tra fisica ed elettronica, proprio non capivo il perché di una considerazione del genere. E l'esempio di Totti, sembra confermare che fosse una boutade.
Per fare un altro esempio, nel 'mio' settore ultra-specifico della fotometria non è cambiato quasi nulla: spettrometri, colorimetri e compagnia sono praticamente sempre gli stessi.
Però, nel frattempo, io ho accumulato più 20 anni di esperienza e continuo a fare ricerca e misure sul campo. Sarebbe difficile fare ricerca senza un po' di studio e di esperienza.
In altre parole, nel settore scientifico, mi sembra difficile considerare l'esperienza un handicap