Emidio Frattaroli ha detto:
Andrea, non è una guerra di religione. Qui si tratta più che altro di scienza contro fantascienza. ....[CUT]
Perché forse dimentichi quello che ti dissi qualche anno fa. Te lo ripeto. ....[CUT]
Ripeto: si calibra senza iris dinamico. Si misura senza iris dinamico. La misura con l'iris dinamico si fa alla fine non solo per capire qual'è il rapporto di contrasto dinamico ma anche - e soprattutto - per capire quanto interviene e come viene modificata (se viene modificata) la curva del gamma. ....[CUT]
Non è così. Ti ho spiegato che soltanto con l'iris disattivato puoi misurare il gamma di una immagine, all'interno dello stesso fotogramma. ....[CUT]
Possibile mai che non riesci a capire che non ha proprio nessun senso misurare in questo modo? . ....[CUT]
Quando tu invece misuri, lo fai un pattern alla volta e se si chiude il diaframma tra un pattern e un altro, stai SBA-GLIAN-DO. . ....[CUT]
Emidio, ti ricordavo più cortese e meno apodittico. Forse ti starai lasciando prendere dalle misure che stai facendo, dalla presentazioni e dalla tua crescente esperienza che certamente hai in misura assolutamente superiore alla mia, ma credo che un minimo di garbo non guasterebbe. E forse anche un pochino, ma solo una spruzzatina, di umiltà. Molti grandi della storia ne avevano in abbondanza, e forse farebbe bene a tutti non prendersi eccessivamente sul serio. Ma questo è solo un commento di uno che sta invecchiando…
Emidio Frattaroli ha detto:
E infatti non hai ancora risposto alla mia domanda che ti ripeto, sperando che dedicherai qualche secondo in più a rispondermi:
stai calibrando un proiettore, con il colorimetro rivolto verso lo schermo, quindi useremo i NIT. Ebbene sul bianco hai esattamente 50 nit, perfettamente bilanciati in RGB. Come fai a calibrare il 5% della scala dei grigi con l'iris che è in funzione? Qualche deve essere per te il livello di luminanza che devi leggere dal pattern al 5% della scala dei grigi, per dire che hai calibrato correttamente quel proiettore? ....[CUT]
Per rispondere alla tua domanda: io non calibro prendendo un’immagine per il Rec. 709 a 50 IRE cercando il gamut perfetto, non calibro cercando il gamma “a spada” a 2.22, non calibro cercando 50, 80 o 2500 nit. Non cerco il valore perfetto, che non esiste nella pratica ma solo nella teoria, non mi interessa quanti devono essere i nit che qualcuno ha definito essere lo “standard minimo” per un’immagine da cinema. Cerco di tirare fuori il meglio di quel proiettore, in quell’ambiente, senza avere un vincolo preciso al 50 o 100% dell’immagine. Cerco di adattarlo perché, all’interno di un compromesso, dia il meglio GLOBALMENTE, ossia per quello che può fare.
Sono convinto che la calibrazione sia una ottimizzazione di molte cose, tra le quali il posizionamento del proiettore in ambiente. Le misure, insegnano nelle facoltà di Ingegneria e Fisica (e chi le ha frequentate sa cosa voglio dire), vanno effettuate sempre nelle stesse condizioni di ripetibilità. Quindi, che tu stia usando una dark room o un ambiente mediamente riflettente, questo non può dare un riferimento assoluto ai tuoi lettori. Ma un cristiano che si troverà a ricalibrare il proiettore nel suo, di ambiente, non otterrà lo stesso risultato.
Un esempio? Lo STESSO proiettore, con impostata la STESSA funzione del gamma, si vedrà ugualmente in una dark room oppure in una stanza con i muri bianchi e completamente riflettenti? Non credo. Il tuo “gamma a spada” a 2.2222222 non varrà NULLA in una stanza completamente bianca oppure in una completamente nera.
Fai la prova, se già non l’hai fatta, e vedrai che il gamma a 2.22 è una specifica di riferimento per una catena di riproduzione, NON IL RISULTATO DA OTTENERE SEMPRE E COMUNQUE IN UNA CALIBRAZIONE ADATTIVA.
Detto questo, devo confessare che sono rimasto di stucco a leggere questa affermazione:
Emidio Frattaroli ha detto:
Orbene quella a sinistra è quella originale. Da quella a destra ho eliminato le alte luci dai finestrini. Nella seconda molto probabilmente il diaframma interverrà, chiudendosi. Ebbene, se interviene solo l'iris, il gamma dell'intera immagine non cambia, poiché ci sarà sempre la stessa proporzione tra i vari livelli......[CUT]
So bene che la tua formazione universitaria non è di provenienza ingegneristica, ma l’autorevolezza di cui godi deriva da studi approfonditi che hai fatto e continui a fare. Solo che qui, Emidio, hai scritto una castroneria enorme, che potrebbe anche passare ai lettori del forum.
Il gamma è una funzione ingresso/uscita del proiettore. Non è una caratteristica dell’immagine.
Dalla Teoria dei sistemi (quella che chi ha fatto Ingegneria ha studiato) ricaviamo un concetto molto semplice, che ho cercato di sintetizzare in questa slide (non ricordo come si faccia ad inserirla direttamente nel testo e/o se sia possibile, per cui è solo presente il link):
Se dalla nostra sorgente A facciamo transitare un segnale video attraverso il proiettore B, otteniamo un’immagine sullo schermo C.
La funzione di trasferimento (per semplicità lasciamo andare le trasformate di Laplace, Fourier, domini del tempo o della frequenza) si vede nello schematico blocchetto in fondo: Y(s) = U(s) * G(s), dove G(s) rappresenta proprio la trasformazione che il nostro segnale subisce attraversando un sistema. Ossia la sua “fotografia processuale” (nel senso di processamento dell’immagine!), che è una funzione di “come” è fatta la “scatola” che sta tra ingresso ed uscita.
Quindi significa che un proiettore, caratterizzato da un gamma X, restituisce livelli diversi a seconda del segnale in ingresso che riceve. Quindi se alteriamo il gamma, alteriamo il comportamento del proiettore, non stiamo caratterizzando un’immagine.
Ora, se tu pensi quello che hai scritto, cioè che il gamma dell’immagine cambi se cambi una parte dell’immagine, sono costretto a pensare che tu abbia scritto di fretta. Se ne sei convinto, con poca eleganza ti dico che devi andare a STU-DIA-RE!
Emidio, il gamma che misuri è il MODO in cui il proiettore ti restituisce un’immagine. Ossia il suo comportamento, cioè come è in grado di comportarsi con un segnale che porta dall’ingresso (sorgente) all’uscita (schermo).
E lo fa con tutte le limitazioni dei sistemi reali: se cambiamo il valore del gamma (“Se sai già qual è il gamma al 40% e sai qual è il livello del nero (con iris disattivato), sai già qual è il CR40.”) NON SAI quale sia il CR40 perché devi rimisurare il livello del nero, che avrai alterato modificando il gamma DEL PROIETTORE (non dell’immagine!) per vedere quanto vale. E se lo hai abbassato, il livello del nero sarà probabilmente più alto, perché la curva del gamma è funzione del punto di partenza del nero, che non rimane fermo (in un sistema reale e non linearmente perfetto come qualunque proiettore).
I nostri occhi leggono certamente un’immagine in modo istantaneo, ma quella immagine non ha un gamma che varia da sequenza a sequenza, ma è il proiettore che riproduce il gamma che può, ovvero associa una grandezza luminosa in uscita al suo segnale in ingresso, secondo ciò che riesce a fare.
Quindi cerco di impostarlo in modo che reagisca in modo medio alla sollecitazione. Misurare con iris aperto e poi parzialmente aperto o chiuso in una finestra al 20% serve proprio a questo, ossia a dare una SIMULAZIONE della realtà, nella quale il proiettore, che non è un soggetto pensante, ma è fatto di silicio e non ha emozioni, riesce a rispondere secondo come è stato progettato.
Comunque, io continuerò a SBA-GLIA-RE ma in linea di massima trovo dei proiettori che una volta tarati, danno dei risultati abbastanza soddisfacenti. Non sempre li incontro trattati allo stesso modo…
In ogni caso, possiamo rimanere ognuno della propria opinione senza creare alcun danno all’umanità: come ho già detto non ho nessuna intenzione o pretesa di convincerti (tanto so che non cambierai mai idea…

), ma stai sicuro che continuerò a volerti bene!