L'importanza della 220 v casalinga nel suono di un impianto hi fi

Non so se il 1220 faccia qualcosa o niente, ma e' veramente bello.

Concordo al 100%, è bellissimo e dal design accattivante. Sono sicuro che catturerebbe l'attenzione degli ospiti e forse lo si riesce anche a far digerire esteticamente alla propria donna. L'importante è non prendersi per i fondelli circa la sua funzione. Come soprammobile hi-tech, nonché elegante ciabatta, vale tutto quello che costa. Soprammobile, ciabatta. Gli strumenti invece per aumentare la fedeltà del proprio impianto sono ben altri, e fortunatamente costano una frazione di questo elegante soprammobile.
 
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In definitiva, e per tornare in tema, ammesso che uno abbia problemi di linea instabile, ed ammesso che ciò sia deleterio per il suono, o anche solo pericoloso per le elettroniche, la cosa più intelligente da fare è probabilmente rivolgersi ad un elettricista competente e girare alla larga dai negozi di "hi-end".
 
e anche dai santoni mascherati come john tuld....un classico nel web hi end

poi che non ci si ferma mai in questo ambito è la dimostrazione che da una vita si dice che l' hi fi è un bluff e poi tutti a rincorrerlo.
visto che io non li ho esplorati quelli sopracitati dicci tu, dall'alto della tua anonima conoscenza come funge.
 
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Ma quale santone dai.... e poi prova a scrivere come parli normalmente, sennò non si capisce niente.
Visto che non cogli certe cose che sono nell'interesse degli appassionati e anche di chi ci lavora come te, te le provo a suggerire a STAMPATELLO.

Tu che ci vivi di hi-fi (ed hai già nome e parco clienti) potresti fare affari ad altissimo valore aggiunto mettendoti a:
1) modificare diffusori tradizionali, smontando i deleteri cross passivi e andando con cross digitali FIR (compri microfono pro calibrato, vai a casa del cliente a fare le misurazioni come van fatte, gli configuri il pc ed il resto del sistema, etc.)
2) autocostruire diffusori ottimi con driver buoni e a prezzo convenientissimo.
3) autocostruire a qualche migliaiata di euro roba stratosferica che l'hi-end vende a decine di migliaia di Euro, quando non centinaia.
4) autocostruire ampli multivia in classe D pregiati con cui pilotare i diffusori sopra.
5) Usare i programmi di cui ti ho parlato per "disegnare" qualunque colorazione di suono piaccia al cliente, in un modo infinitamente più semplice di come fece il mitico Bob Carver.....

Ma invece ti adegui all'andazzo dell'hi-end e stai qui a magnificare prodotti ridicoli che servono solo a spennare i polli. Ti piace vincere facile? Perché invece non provi un approccio diverso? Visto che il mondo hi-fi sta cambiando (in meglio) e ti offre opportunità migliori per te e per il cliente? Mi sembra una cosa più intelligente del cercare di screditare quelli come me, che scrivono solo cose ragionevoli e di buon senso, e cioè che quel coso Accuphase è una cag*ta pazzesca! Qualunque persona non-fulminata si vergognerebbe da morire se raccontasse a parenti, amici e conoscenti, cos'è quel coso, a cose "serve", e soprattutto quanto l'ha pagato!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
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fallo tu, te la pago io l'apertura della partita Iva......per 80 euro non ci perdiamo e così vediamo...., tu anonimo chiacchierone......, cosa sei capace di fare......., sai, di falliti pronti a sparare a zero su tutto e tutti ne ho conosciuti parecchi e un + 1 fà solo crescere la classifica della conoscenza, però finora tutti a chiacchierare e nessuno mai che scende in campo....chissà perchè......con tutto questo territorio vergine da esplorare
 
Guarda che io non mi occupo di hi-fi, non sono un rivenditore ma solo un appassionato. Gli insulti e le insinuazioni non li segnalo neanche ai mod, non mi fanno né caldo, né freddo perché sono parole un po' insulse messe lì da te nella foga del momento, perché evidentemente sei molto a corto di argomenti, e su di te ricadono.

Vedo che non c'è verso di spingerti verso un modo più serio di trattare l'hi-fi, che non significa necessariamente innovativo come ti ho suggerito; si può tentare di rimanere tradizionali vendendo roba seria, mi viene in mente un noto negozio di Bologna di cui sono cliente... il titolare scommetto che non venderebbe a nessuno certi bidoni....(e lui credo venda molto qui in Italia)
Comunque peggio per te, internet è conoscenza che si diffonde, e prima o poi anche i polli più polli capiranno che è ora di smettere di farsi spennare.

Passo e chiudo
 
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Qualche anno fa, mentre ero al telefono con un amico a parlare del più e del meno questi affermo di dovermi lasciare perchè era arrivato nella sua azienda (niente a che vedere col mondo audio) il "tecnico" che con una strumentazione particolare doveva misurare le armoniche di rete alla modica cifra di 1000 euro per un printout fino a 50 kHz delle porcherie della rete di mamma Enel. Restai stupito assai, sia per la semplicità della misura che, ovviamente, per il prezzo del "tecnico". Ci pensai su e realizzai una scatoletta da collegare all'ingresso del portatile per "vedere" le condizioni della rete fino a 96 kHz, visto che avevo una scheda audio 24/192. Due ore di lavoro, spese più che altro a trovare il piccolo trasformatorino microfonico di disaccoppiamento, con tanto di misure sulla sua banda passante e la sua capacità a tenere una tensione di una cinquantina di millivolt senza saturare. Alla fine montai l'accrocco sul mio portatile e misurai le armoniche di rete sia sullo stabilizzatore professionale del mio banco misure che sul condizionatore di rete che avevo sull'impianto musica. Intanto mi accorsi che le armoniche di rete sin dall'ingresso nel mio laboratorio erano davvero tante, almeno fino a 45-50 kHz, con la distorsione della sinusoide a 50 Hz che Spectralab quantificava in circa il 3%. All'uscita dello stabilizzatore professionale, a fronte di una tensione stabilissima c'erano più armoniche, mentre dall'uscita del condizionatore di rete notai che tutto lo spettro ad alta frequenza delle armoniche era molto attenuato. L'accrocco non costa più di 20 € e fornisce un quadro immediato della situazione. Ho impiegato tempo per rimuovere qualche ulteriore traccia di alta frequenza fino a poter dire di avere una rete mediamente pulita. A questo punto con le dovute precauzioni ho prelevato lo spettro ai capi degli elettrolitici del mio amplificatore di potenza per verificare che una volta filtrata la 220 dal mio Aloia spariva parecchia schifezza. L'elettronica di Bartolomeo sembrava suonare meglio, ma io so che la suggestione tira brutti scherzi, così che sistemai due prese di rete, una filtrata ed una proveniente dal bancone, una vicina all'altra con la possibilità del cambio al volo ed utilizzai come cavia un mio amico audiofilo che non ne sapeva nulla di queste "robe elettroniche" come diceva spesso lui stesso. Quando commutai sulla presa dello stabilizzatore contando sugli enormi elettrolitici dell'amplificatore l'amico si alzò e disse: "Ma che è successo? Si sente tutto piatto! Secondo me si sta rompendo l'Aloia!" E tanto mi bastò per tenere definitivamente il condizionatore di rete Dromos al suo posto. Per quanto riguarda i crossover "digitali" il discorso è molto lungo e complicato, specie se deve essere sfrondato dai luoghi comuni che molti enunciano con troppa facilità.
 
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@Giampy

A te "L'elettronica di Bartolomeo SEMBRAVA suonare meglio", ma non tanto meglio da fugare il dubbio di essere vittima di suggestione.
Il tuo amico addirittura commentò così: "Si sente TUTTO PIATTO :eek: ! Secondo me si sta ROMPENDO :eekk: l'Aloia!".
Bella differenza. Un po' fa pensare. Non saprei a cosa, però.
 
Vedi le stupidaggini perchè le vuoi vedere. Ti ho precisato che anche io ho sentito un miglioramento ma, per eccesso di zelo, non ho dato ascolto ad una sensazione perchè fatta da me che sapevo quello che stavo facendo e per di più fatta a freddo, senza confronto se non con l'ascolto del giorno prima, e con altri brani. Il mio amico ha fatto un raffronto al volo ed è un musicista. Tu in tutto il succo del discorso vuoi vedere solo questo? Liberissimo.
 
Tu in tutto il succo del discorso vuoi vedere solo questo?

Ho detto questo?
Posso comprendere che, se ho dato quest'impressione, la responsabilità di aver comunicato male è mia.

No, era l'unica parte del discorso (interessantissimo) che poteva lasciare aperto qualche dubbio sulla reale entità delle differenze percepite, che poi è quanto interessa in questa sede. Non ho ben compreso in cosa consistano le "stupidaggini", ma non indagherò oltre. :)
Grazie comunque di aver aggiunto qualche dettaglio in più.
 
Ciao Giampy,

grazie dell'esperienza che ci hai raccontato, e di cui non mi permetto di dubitare nel modo più assoluto, anzi personalmente ne farò tesoro quando si tratterà di arrivare agli affinamenti più sottili.

Permettimi però di farti notare che lo spirito e il succo di quanto ci hai scritto potrebbe essere facilmente travisato, mal interpretato. Mi riferisco all'ordine di grandezza degli effetti di questi trattamenti della corrente, soprattutto alla luce poi del tuo criptico accenno ai crossover realizzati con i DSP.
Forse ho letto io male tra le righe, ma sembrerebbe quasi che io, che ho nominato i crossover digitali, ho scritto un bel po' di fesserie, ed i condizionatori di rete invece servono parecchio perché sennò l'Aloia senza sembra quasi rotto. D'accordo, un po' si simpatico colore nel raccontare un aneddoto ci vuole, e ci sta bene. Ma hai letto di cosa discutevo prima con Antonio Leone? Un condizionatore di rete Accuphase da 9.000€!!! Diconsi novemila!


Io sono dell'idea che con quella cifra si accede ad un meraviglioso mondo fatto di pregiatissimi DAC professionali, trasduttori sopraffini, e soprattutto software che consentono di realizzare automaticamente crossover tramite filtri FIR con tutti i driver allineati temporalmente, e saltando a piè pari la marea di vincoli di progettazione che da sempre i crossover passivi hanno imposto.
Per me, e per tantissimi altri, tutto ciò ha effetti (potenziali) sulla qualità del suono di svariatissimi ordini di grandezza superiore ad un condizionatore di rete, e con una cifra forse perfino inferiore. Sei d'accordo? Beh se sì, visti i messaggi precedenti, forse sarebbe meglio precisarlo, non credi?
 
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L'accessorio Accuphase in questione costa da solo più del mio sudatissimo impianto ---- se uno lo acquista penso lo faccia per perfezionismo avendo magari un impianto costosissimo (che so 50000 - 100000 € e più) e per cui le pratiche e più economiche soluzioni proposte da Enzo magari non vengono valutate. C'è nell'umano spesso una ricerca della perfezione che spinge magari un poco oltre la razionalità. Non mi sento comunque di sottovalutare l'oggetto a priori- come anche sono poco propenso a credere che basti qualche software e qualche modulo hypex a costruire un impianto valido -- perdonatemi ma sono scettico forse più su questo.

I grandi quelli che fanno la storia e che contribuiscono alla tecnologia primeggiano solitamente in una virtù primaria: l'umiltà

Jakob
 
Premetto che nulla vale più della soddisfazione personale. Quindi se si è felici dopo un acquisto, di qualsiasi tipo esso sia, va bene così. Però qualora volessimo spostarci dal qualitativo al quantitativo, allora si lascino da parte le opinioni e si parli di parametri più oggettivi che non dipendano dalla bontà dell'apparato uditivo dell'ascoltatore. Dopo aver collegato il pezzo da 9000 al vostro impianto, invece di mandare le magiche note ai diffusori mandatele a qualsiasi strumento capace di fare un'analisi spettrale del segnale (probabilmente anche un oscilloscopio moderno potrebbe bastare). Diamo un "Numero" alla modifica (eventuale) del segnale e poi giudichiamo se 9000 euro siano pochi o tanti. Pero' che poi non ci si inventi "il fenomeno sconosciuto" che la fisica non sa descrivere perchè di quello che esce da due conduttori di corrente si sa tutto (così come si sa tutto delle onde e della loro descrizione e caratterizzazione matematica, dalle onde sonore alle elettromagnetiche fino alle equazioni d'onda della fisica quantistica).

Ultima osservazione: perdonatemi, ma non capisco il perchè di sentirsi offesi quando si parla di suggestioni. Le persone guariscono da malattie per effeto placebo (ovvero ingerendo acqua ma credendo di assumere farmaci) e noi non possiamo essere presi per i fondelli dal suono che producono un paio di diffusori. Ma è anche bello che sia così!
 
occhio che la tensione di rete è 230V

E questa da dove esce fuori ?

Che io sappia la tensione è 220 V +/- 4% che corrisponde ad un range di 211,2 - 228,8 V

Comunque da un apparato digitale non uscirà mai una sinusoide perfetta...
 
L'accessorio Accuphase in questione costa da solo più del mio sudatissimo impianto ---- se uno lo acquista penso lo faccia per perfezionismo avendo magari un impianto costosissimo (che so 50000 - 100000 € e più) e per cui le pratiche e più economiche soluzioni proposte da Enzo magari non vengono valutate.[CUT]
La soluzione pratica ed economica di far ricorso ai filtri anti-disturbo, di cui al mio intervento, è utile per attenuare le armoniche che affliggono la tensione di rete.
Se, invece, la tensione di rete fosse afflitta anche da oscillazioni pesanti, talvolta anche ben oltre il +- 10% contrattuale, allora occorrerebbe fare ricorso anche a stabilizzatori attivi che, se di qualità, sono per forza di cose costosi.
Un mio amico che abita in un gruppo di case isolato vede talvolta la tensione di rete oscillare tra 180 e 240 V circa: lì, più che uno stabilizzatore, occorrerebbe Gesù.
Ciao, Enzo
 
E questa da dove esce fuori ?

Che io sappia la tensione è 220 V +/- 4% che corrisponde ad un range di 211,2 - 228,8 V
Lo era un tempo. Adesso, per utenze domestiche e piccole utenze artigianali, è 230 V ± 10% tra un conduttore polare ed il neutro; 400 V ± 10% tra due conduttori polari.
Ciao, Enzo
 
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Si , hai ragione , ho visto solo ora che la legge 105/49 è stata abolita con il comma 4 art. 21 del decreto legge 24/1/2012 N°. 1

4. A far data dall'entrata in vigore del presente provvedimento, sono abrogate le disposizioni di cui alla legge 8 marzo 1949, n. 105, recante "Normalizzazione delle reti di distribuzione di energia elettrica a corrente alternata, in derivazione, a tensione compresa fra 100 e 1000 volt".
5. Dalla medesima data di cui al comma 4, si intende quale normativa tecnica di riferimento per i livelli nominali di tensione dei sistemi elettrici di distribuzione in bassa tensione la norma CEI 8-6, emanata dal Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) in forza della legge 1° marzo 1968, n. 186.
 
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