Italiano, questo sconosciuto

Riesumo questa vecchia discussione per porre la vostra attenzione sull'utilizzo della parola "gratis".

"gratis" è un avverbio e vuol dire "gratuitamente".
E' corretto dunque dire "ti offro questa cosa gratis", ma è sbagliato dire "questa cosa è gratis"; dovrebbe dirsi "questa cosa è gratuita".

Perché scrivo questo messaggio?
Perché non ne posso più di imbattermi in annucci o articoli scritti da persone che dovrebbero usare correttamente la lingua italiana.
Invece sempre più spesso vedo l'italiano calpestato da chi la lingua la dovrebbe conoscere bene, proprio perché la comunicazione è il suo mestiere...

L'ultimo esempio è l'annuncio di Sky sul servizio Sky-go che recita: "Sky Go è gratis e in esclusiva..." invece che "Sky Go è gratuito e in esclusiva...".
 
questa è bella! Incuriosito dalla questione sollevata, più per conferme che per altro visto che condivido il tuo punto di vista, ho fatto qualche ricerca su internet.
Sono finito sul sito di Zanichelli per cercare la voce sul dizionario e mi è comparsa la scritta
"Registrati, basta un minuto e la prima settimana è gratis!" :D :D :D
http://dizionari.zanichelli.it/dizionari-online/
 
Giusto per riderci un po' sopra (e soprattutto sdrammatizzare), quali sono i più fastidiosi errori ortografici/grammaticali/sintattici che più spesso trovate in questi forum e in generale nei mezzi di informazione?
... E' in pratica un italianizzazione del verbo inglese...
ehm... ehm... :cool:
 
... più per conferme che per altro...
Mi spiace, ma non posso darti alcun link; né sono insegnante di italiano.
Mi è stato semplicemente insegnato a scuola. Il mio professore diceva che, prima ancora della parola "gratuito", in italiano antico si diceva "gratisdato" :)

... sul sito di Zanichelli per cercare la voce sul dizionario e mi è comparsa la scritta
"Registrati, basta un minuto e la prima settimana è gratis!" :D
Eccezionale!!! :D
 
e pure vabbe' andrebbe con l'apostrofo ;)
Dài, non esageriamo.
"Vabbè" è una forma colloquiale che sul vocabolario non ho neanche trovato.
Quindi, secondo me, o scriverla accentata, o scriverla con l'apostrofo per evidenziare il troncameto di "bene", è la stessa cosa.
Se proprio vogliamo trovare il pelo nell'uovo, e se accettiamo di scriverla accentata, si dovrebbe scrivere "vabbé", dal momento che l'accento tonico di "bene" è grave.
 
Béne invece di bène? In Calabria sicuramente sì, in italiano ufficiale credo sia corretto l'accento è ;)

@enrikon, so a cosa ti riferivi stavo scherzando per svicolare ;) Ho evidenziato l'errore comune proprio nella prima pagina del 3d
 
...quali sono i più fastidiosi errori ortografici/grammaticali/sintattici che più spesso trovate in questi forum e in generale nei mezzi di informazione?...[CUT]

Il purismo linguistico (in genere) indica un avanzato grado di senescenza cerebrale (l'anziano lotta contro tutto ciò che gli rende estraneo il mondo che lo circonda), tanto che mi ha stupito di vedere sul tuo profilo che sei relativamente giovane.

Ti invito a riflettere sul fatto che i forum sono ormai uno dei rifugi di una specie in via di estinzione, quella di coloro che riescono ad esprimersi in forma scritta. E, detto per inciso, se veramente volessi assistere a un massacro linguistico, dovresti andare su "certe" chat (scusa l'anglofonia), dove più che le abbreviazioni e lo stupidario pseudo-romantico degli sms alberga l'allusione grugnita, l'intendersi a monosillabi più che a parole, un intendersi basato più che sulla lunga consuetudine reciproca sulla incapacità di esprimersi diversamente.


Quanto a noi in fondo parliamo un modernese tecno-giornalistico, fatto di brutti neologismi, di sgrammaticature più o meno consapevoli, di parole inventate che (come nel mio caso) il correttore automatico di ortografia si ostina a sottolineare in rosso.

Eppure ci si intende con l'idioma scritto, e per quanto si possa non amare ciascuno i tic verbali dell'altro, siamo come i "poeti estinti" di un celebre film, siamo quelli che amici, parenti e colleghi d'ufficio cercano quando c'é da mettere quattro parole in croce perchè ormai questa benedetta lingua non più scritta ma digitata la pratichiamo solo noi.

Con buona pace dei puristi.
 
Per me bisogna fare distinzione tra purismo, orgoglio culturale e esigenza di correttezza grammaticale/ortografica.
Non ho niente in contrario a neologismi autentici e all'evoluzione della lingua. Anzi la continua assimilazione di termini moderni e stranieri sarebbe la dimostrazione di una lingua fiera e viva che sa stare al passo con i tempi.
Il problema è quando i termini stranieri vengono fagocitati più che digeriti, rimanendo nella forma e declinazione originale cosa che ormai capita di continuo.
Il purismo, se inteso come tentativo di ritenere corretta solo la lingua di un determinato periodo storico bollando come inquinante ogni influenza moderna, è per verso opposto degradante.

Sia l'eccessivo purismo che l'imbastardimento della lingua mi suonano come un'ammissione di irrisolvibile inferiorità culturale del nostro presente.
 
Nomina nuda tenemus

...Sia l'eccessivo purismo che l'imbastardimento della lingua mi suonano come un'ammissione di irrisolvibile inferiorità culturale...


E se invece tutto ciò fosse una fattispecie del genere di conflitti naturali che governano l'evoluzione?

Dobbiamo comunque accettare che le nostre vite un giorno saranno raccontante (se mai avremo questo privilegio) in una lingua che non sarà la nostra ma quella dei nostri discendenti, come avviene da sempre e sempre avverrà.

E se del nostro mondo non resterà che il "nudo nome" sui futuri libri di storia non è nemmeno detto che esso suoni "Italia" piuttosto che "Italy", "Italija" o chissà come.
 
Lungi da me perseguire il purismo della lingua, ma...
... siamo quelli che amici, parenti e colleghi d'ufficio cercano quando c'é da mettere quattro parole in croce perchè ormai questa benedetta lingua non più scritta ma digitata la pratichiamo solo noi.
... ti sembra giusto questo?

Ben venga l'arricchimento linguistico. Ma che arricchimento sia. Non sterile digitazione di termini di cui non se ne comprende, forse, neanche il significato.
Quel che credo, invece, è che stiamo andando verso un impoverimento della lingua senza precedenti; che ci porta, inevitabilmente, a non sapere esprimere "a parole scritte" il proprio pensiero.
E non è questione di sbagliare nel mettere l'accento acuto o grave; ma è questione di non conoscere più l'esistenza di molte parole; e non si ha più cognizone di come le parole che conosciamo debbano essere usate in modo corretto per trasmettere in una frase il proprio pensiero.
 
E se invece tutto ciò fosse una fattispecie del genere di conflitti naturali che governano l'evoluzione?

Infatti stiamo dicendo la stessa cosa: come nell'evoluzione delle specie la cultura più debole soccombe. È triste però che la cultura debole oggi sia quella che in passato era il massimo dell'espressione umana ;)
 
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