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    Lo scorso 15 ottobre JVC ha reso disponibile in nuovo firmware per i proiettori DLA-NZ900 e DLA-NZ800 (alias RS4200 ed RS3200) con tecnologia D-ILA: un aggiornamento che ha introdotto una gamma di funzioni avanzate, progettate per offrire immagini HDR più luminose e vivide, dettaglio e risoluzione migliorati, una ricchezza di sfumature ancora più elevata, auto-calibrazione più accurata, dando nuova vita ai due proiettori JVC di fascia alta, in grado di riprodurre immagini a risoluzione 8K. Abbiamo parlato di tutte le nuove funzioni del nuovo firmware in questo articolo.


    L'ultima sessione dello scorso 18 ottobre da Gruppo Garman a Roma, con NZ500 ed NZ800
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    A corollario ci sono anche due altre importanti novità: prima di tutto c'è una operazione di cache-back per l'acquisto dei nuovi proiettori (ne abbiamo parlato in questo articolo) e l'avvio di una serie di eventi in alcuni punti vendita per mostrare all'opera tutti i proiettori. I primi due eventi si sono svolti lo scorso week-end a Roma presso Gruppo Garman con una comparativa tra DLA-NZ500 e DLA-NZ800 e anche da Cinema e Sound a Casalnuovo di Napoli con la dimostrazione di un ottimo esemplare di DLA-NZ700.

    Segnaliamo i prossimi eventi per il prossimo fine settimana. In particolare sabato 25 ottobre a Bologna, presso la show-room di Audio Quality, ci saranno sia il DLA-NZ700 che il DLA-NZ800 che illumineranno uno schermo ALR da 3,2 metri di base in 21:9. Sempre sabato 25 ottobre a Perugia, presso Home Cinema Solution, saranno in funzione un DLA-NZ500 e un DLA-NZ800. Il week-end del 14 e 15 novembre invece sarà la volta di Videosell a Trezzano Sul Naviglio anche se per i modelli che saranno in dimostrazione dovremo aggiornarci.

    Per maggiori informazioni sui proiettori JVC: jvcprojectors.it

    Evento a Bologna: audioquality.it

     


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    Venerdì 14 e sabato 15 novembre, presso la showroom di Videosell a Trezzano sul Naviglio, sarà possibile osservare all'opera il nuovo firmware disponibile da poco per i videoproeittori JVC DLA-NZ800 (alias DLA-RS3200) e DLA-NZ900 (alias DLA-RS4200). Da videosell ci sarà un eccellente esemplare di DLA-NZ900 che illuminerà un gigantesco schermo curvo OS Screen da ben 4 metri di base. Sempre sullo stesso schermo sarà possibile osservare all'opera un esemplare di DLA-NZ500, il prodotto "entry level" di JVC con sorgente luminosa laser che è un campione del rapporto qualità prezzo.

    Non sappiamo ancora come verranno organizzate le dimostrazioni ma possiamo anticiparvi che entrambi i proiettori saranno nella sala Ellipse con impianto Dolby Atmos 7.2.4 con diffusori LCR Perlisten, processore Trinnov Altitude 32 con calibrazione "Waveforming" per un controllo assoluto della gamma bassa e schermo OS Screen fonotrasparente da 4 metri di base in 21:9 (3 metri di base in 16:9). Come anticipato nell'altro focus relativo all'aggiornamento firmware dei proiettori JVC DLA-NZ500 e DLA-NZ900, ci sarà Gian Luca Di Felice di hdblog.it ad occuparsi della calibrazione e della dimostrazione dei proiettori che illustrerà ancohe le novità introdotte con il nuovo aggiornamento firmware.

    Appuntamento quindi a venerdì 14 novembre, dalle 15:30 alle 20:30 con aperitivo "videofilo" gratuito e anche sabato 15 novembre, sia la mattina dalle 9:30 alle 13:30 e poi il pomeriggio dalle 14:30 alle 16:00. Per maggiori informazioni e per prenotare la vostra sessione, potete andare a questa pagina nel sito ufficiale del punto vendita.

    Per maggiori informazioni sui proiettori JVC: www.jvcprojectors.it

     

Preamplificatori: quanto influiscono se collegati in analogico?

Americanbulldog

New member
Chiedo lumi in quanto non mi è chiaro l'argomento:
in una configurazione che prevedere una sorgente "X" collegata in analogico ad un pre "Y", che ruolo dovrebbe avere tale preamplificatore oltre che da selettore (se si hanno più sorgenti collegate) e volume? Quali sono i componenti di un pre che influiscono sulla resa finale in questa situazione visto che le codifiche verrebbero fatte fare alla sorgente? ...e se si collegasse la sorgente direttamente al finale/i (sempre che si abbia una sola sorgente e che questa possa regolare il volume) che differenze ci sarebbero? In meglio, in peggio o nessuna differenza alcuna? Chiedo inoltre, che differenza di resa o qualitativa esiste tra un finale di marca blasonata da mille mila euro rispetto ad un finale identificato come "PRO" (marchi non consumer, estetica poco curata, peso elevato, ventole rumorose ma tanti watt) da "poche centinaia" di euro?
Grazie a chi avrà voglia di rispondere!
 
Ti rispondo per quel che so di certo.
Partiamo dai finali pro: hai detto peso esgerato e ventole rumorose giusto? Ma sei sicuro?
Nel caso fossi sicuro, torna sui tuoi passi:P. Io ho scelto uno yamaha p2500s, e anche ad agosto a milano(40° all'ombra) dopo ore e ore di utilizzo era talmente freddo che non si è mai attivata la ventola per estrarre il calore.
Finale pro== tanta potenza, utilizzo in condizioni estreme(potresti lasciarli accesi per mesi senza problemi), ottima affidabilità. Il mio yamaha poi suonava molto bene.
Sul ruolo del preamplficatore, pure io me lo sono chiesto. La risposta non so dartela, ma ti posso dire che son passato da scheda audio+ finale di potenza (quindi senza un pre) a scheda audio + pre + finale e la qualità del suono è migliorata in maniera palese
 
Grazie brcondor per la risposta :)
Certo, ho voluto estremizzare l'argomento finali PRO ma ovviamente non tutti sono così, anzi, poi ho specificato apposta "marchi non consumer" giusto per sottolineare il divario da quei finali eleganti e costosi di case conosciute da qualcosa di meno commerciale.
Per quanto riguarda il discorso pre, che differenze hai avvertito inserendolo in catena? Hai provato anche con altri pre giusto per capire se il miglioramento avuto era costante a prescindere dalla macchina?
 
Ultima modifica:
no, ho provato un solo pre.
Sai, trovo molto divertenti quelle persone che usano aggettivi fantasiosi per descrivere casse e amplificatori(del tipo quell'ampli è più aperto sulle medie ma ha una rotondità sui bassi meno accentuata, o descrizioni del genere)... ti posso solo dire, nella maniera più condivisibile possibile, che ho notato una maggior ricchezza di dettagli, e in generale una migliore sensazione e piacevolezza durante l'ascolto. Cmq il finale yamaha è entry lvl nel mondo pro, quindi se lui si comporta cosi non voglio immaginare cosa fanno altri.
 
Scusate se mi intrometto ma siccome sto cercando di creare un HT finali+pre, quali sono le marche di finali pro migliori ?
Perchè per le marche "normali" sono abbastanza informato ma per le pro molto meno...
Grazie
 
E' un argomento molto vasto e mi sembra un tantino sbrigativa la risposta di brcondor, senza voler fare nessuna polemica.
Qualche tempo fa c'era una interessante questione sollevata da antani (membro storico del forum) proprio sul tema se il pre serve o no.
In linea teorica dovrebbe in effetti servire solamente per alzare e abbassare il volume e, al limite, cambiare sorgente. Molti finali pro (ne posseggo anch'io uno, un vecchio carver 2.0 da 1200W/ch su 2 Ohm, con alimentazione switching che utilizzavo quando andavo a suonare sull'impianto pa) sono dotati di potenziometri per la regolazione del volume che di fatto rendono l'utilizzo del pre non determinante.
In realtà però emerse su quella discussione che il pre non si limita a fare quello sporco lavoro e basta, ma se ben curato nella progettazione e realizzazione, serve anche a "ottimizzare" la qualità del segnale in arrivo dalla sorgente e a perfezionare la riproduzione (che è poi quello che conta).
A quel punto c'era chi sosteneva che il pre migliore è quello che lascia passare il segnale così com'è senza alcuna edulcorazione, mentre altri sostenevano che i grandi pre sono dei grandi interpreti e che quindi è giusto che "ci mettano del loro".
Dal mio punto di vista e per esperienza diretta (pre ne ho ascoltati e provati direttamente anche di grandi marchi) sostenere che un pre non serva a niente o che non sia determinante per la resa finale dell'ascolto, è un'eresia. Dipende da dove si vuole arrivare: ogni uno ha le proprie caratteristiche, che possono o meno sposarsi col resto della catena.
Quello che riguarda le codifiche e la conversione del segnale da digitale ad analogico è un capitolo a parte che va per conto suo e che meriterebbe uno spazio più ampio. Mi limito a dire che la codifica in linea di massima se l'apparecchio (pre o sorgente cambia poco) la può fare, la fa, altrimenti nisba: cioè non è che la codifica possa essere fatta meglio o peggio a seconda se una macchina è migliore oppure no.
Mentre il discorso della conversione è differente: più che il lavoro del dac in senso stretto è determinante per la riproduzione la qualità di tutta la circuitazione che sta a monte e a valle.
Riassumendo un pre a valvole suona in modo differente rispetto a uno a stato solido, ma in certi impianti è più indicato e in certi meno, a seconda del resto dei componenti e dei gusti di chi ascolta. Sostenere che non sia indispensabile è corretto, ma che sia inutile no.
Infine due parole in merito alle elettroniche pro: é vero che costano molto meno e spesso offrono quasi (o di più) di quelle consumer, ma non di quelle hi-end.
Provai alcuni finali pro (un crown, il mio carver e un altro che ora non ricordo) sul mio impianto in parallelo al mio Mark Levinson, un Proceed Amp2 e un classé ca101 (mi pare) assieme ad alcuni amici appassionati.
Non c'è stata storia.
Il divario era sicuramente minore di quanto le cifre in gioco facessero supporre (il crown nuovo costava un quinto del mio ML usato di 15 anni) ma in termini di raffinatezza e -soprattutto- soundstage era imbarazzante.
@brcondor: parlando di impianti che a volte costano qualche decina di migliaia di euro, non ti sembra un tantino pressopochista dire: "Ha tanti bassi" o "suona molto forte" o cose del genere? E' come dire guardando un picasso "è molto blu e rosso, c'è poco giallo". Ps il tuo yamaha (che non credo tu abbia scelto a caso) non è entry level. Gli altri ampli pro in generale non suonano meglio: suonano esattamente così.
 
@ Redhot
intanto grazie anche per il tuo contributo, ne approfitto per chiedere approfondimento di quanto hai spiegato:
se il pre quindi serve ad "ottimizzare" la qualità del segnale, è possibile stabilire quali sono fisicamente gli elementi/componenti che attuano questo miglioramento? Se si, non sarebbe quindi più semplice cercare direttamente un pre con questi elementi piuttosto che qualcosa che si faccia strapagare per altri componenti e funzioni inutilizzate (restando nell'ottica del pre come switch e controllo volume)? ..ma sopratutto, consapevoli dei componenti che influiscono positivamente sul risultato finale non sarebbe possibile utilizzarli direttamente per moddare qualcosa "low cost"?
Poi leggo che alcuni comunque sostengono essere migliore il pre che lascia passare il segnale senza "colorarlo": ma a questo punto, per questi soggetti, non è più idoneo il collegamento della sorgente al finale? In tal caso si elimina ogni minima possibilità di intervento dovuta dal pre e anche se scrivi di "ottimizzazione" e "perfezionamento" della riproduzione sempre un processo sul segnale ci dovrebbe essere, o sbaglio?

Per quanto riguarda invece i finali vale la domanda di cui sopra: conoscendo quali elementi rendono più "raffinata" un'elettronica rispetto ad altra non sarebbe più semplice orientarsi verso queste ultime o moddarle?
 
Non sono un tecnico quindi quello che scrivo arriva più dalle esperienze dirette che altro. Alcune cose le conosco perché mi sono informato, altre come te le intuisco.
Da sempre mi chiedo quali siano le sinergie che rendono una elettronica migliore di un'altra, ma penso siano il frutto di due componenti:
1) La qualità intrinseca dei materiali usati. Elettroliti, condensatori in testa ma anche tutti i circuiti stampati o le saldature quando gli assemblaggi sono fatti a mano non sono tutti uguali.
2) Il genio di alcune persone (Nelson Pass, Mark Levinson per dire due nomi a caso) nel saper sfruttare appieno le qualità di questi componenti e creare le sinergie giuste.
Le moddature (ma si dice così?) sono pane quotidiano di tante ditte (aurion ad esempio) ma anche di appassionati che identificano quali sono i "punti deboli" all'interno del percorso che fa il segnale all'interno di un'elettronica e che quindi li sostituiscono per migliorare il risultato finale.
Il perché non venga fatto all'origine dagli ingegneri delle varie case va ricercato nel caso delle elettroniche consumer nella banale ricerca del miglior risultato al minor prezzo, mentre in quelle hi-end più nel gusto personale che altro.
Non è semplice arrivare a ottimi risultati in quel tipo di interventi, a meno di spendere cifre significative, perché un'elettronica, se ingegnerizzata per bene, monta tutti componenti "allo stesso livello" e quindi la sostituzione di alcune parti con altre più prestazionali verrebbe castrata dal resto della circuitazione, che rappresenterebbe un collo di bottiglia.
Per assurdo è più probabile avere risultati ecclatanti in elettroniche hi end (dove tutto è certosinamente studiato e quindi ogni modifica sarebbe sensibile) che in elettroniche consumer dove, a meno di sostituire metà componenti, il risultato probabilmente non cambierebbe un granché.
 
Americanbulldog ha detto:
Per quanto riguarda invece i finali vale la domanda di cui sopra: conoscendo quali elementi rendono più "raffinata" un'elettronica rispetto ad altra non sarebbe più semplice orientarsi verso queste ultime o moddarle?

In generale acquistare un finale da 1000 euro e sostituire componenti elettrici per 300 euro non conviene quanto acquistare un finale da 1300 euro, a parità di ingegnerizzazione.
Non c'è una regola fissa. Io personalmente sono abbastanza contrario a quel tipo di pratica, ma conosco tanti appassionati che la pensano diversamente.
 
redhot104 ha detto:
@brcondor: parlando di impianti che a volte costano qualche decina di migliaia di euro, non ti sembra un tantino pressopochista dire: "Ha tanti bassi" o "suona molto forte" o cose del genere? E' come dire guardando un picasso "è molto blu e rosso, c'è poco giallo". Ps il tuo yamaha (che non credo tu abbia scelto a caso) non è entry level. Gli altri ampli pro in generale non suonano meglio: suonano esattamente così.
Pienamente d'accordo, ma proprio al 100%.Ma non capisco a cosa tu ti riferisca. Mi pare di averlo proprio specificato, utilizzare aggettivi a caso è poco utile Piu onesto di dire "il suono era piu piacevole da ascoltare" non saprei che inventarmi.
:cool: :cool:
 
@ adslinkato
grandioso! non avevo scovato quel thread.
Me lo sono letto tutto d'un fiato ma da quello che capisco, le voci più "autorevoli" sembrano smentire la necessità di un pre o perlomeno di un pre attivo se si cerca la purezza (concedetemi il termine) del suono. Anzi, viene sottolineato da chi invece sostiene la necessità del pre un effettivo ed evidente apporto di colore che, da marca a marca, divide l'utenza finale classificando i prodotti in base ai gusti...ma tutto questo non è riconducibile, almeno a livello teorico, a dei semplici DSP? Ragionando per assurdo: 2 pre, uno esoterico ed uno entry level, il resto della catena è identico ed inserito nel medesimo ambiente - il pre esoterico rivela doti dinamiche e maggior tridimensionalità rispetto a quello entry level ma poi sul quest'ultimo viene selezionato un DSP proprietario che enfatizza proprio dinamica e tridimensionalità... cosa succede? O meglio, se nel raffronto si pensava di giustificare l'elevata spesa del pre esoterico con i benefici ascoltati ora si insinua il dubbio: è il DSP del pre entry level ad essere stato sottovalutato oppure il pre costosissimo ad avere una resa pari al DSP di un prodotto di fascia bassa? Oppure entrambi colorano il suono in modo tale da convincere l'utente di una riproduzione quanto più prossima alla reale incisione ma a conti fatti invece si sono discostati più o meno evidentemente?
 
Francamente la questione non mi sembra affatto semplice.

Sono sempre dell'idea che nulla si crei e nulla si distrugga, ma (purtroppo) tutto si trasformi. Ebbene, nella nostra passione sono piuttosto contrario a tutte le trasformazioni. Sono quindi contrario a tutti gli oversampling, vale a dire a quelle apparentemente miracolose operazioni che ricampionerebbero il segnale originariamente campionato digitalmente, lo "tratterebbero" e gli darebbero quindi nuova vita per garantire all'ascoltatore grandiose ed entusiasmanti prestazioni. Credo piuttosto che quanto più si riesca a mantenere il segnale originario intatto, intonso, quanto più ne guadagnerà la correttezza di emissione.

Per molto tempo da appassionato o da musicista dilettante ho frequentato studi di registrazione in cui suonavano miei amici. Ebbene, sono stato presente a tutto quel gran lavoro di editing che si fa lì. Alcuni fonici prediligono un suono quanto più naturale possibile; altri quello quanto più "gradevole" possibile (provandolo anche su monitor tascabili che dovrebbero simulare l'ascolto casalingo). Peccato che questi ultimi lo facciano sulla base dei loro ascolti (i.e. pre, ampli, altoparlanti spesso di marchi specializzati nel pro, diversi da quelli che compriamo noi) e che poi il risultato finisca per suonare in modo molto diverso nelle nostre case. Fatto sta che c'è un lavoro enorme ed attento che vale la pena di salvaguardare.

In generale, quando si applica un "effetto", un "processore" (DSP) l'operazione non è mai indolore, anche quando tutto avvenga nel dominio digitale. (Non parliamo, poi, quando l'operazione comporti un ricampionamento e una rianalogicizzazione...)

Anche per la questione pre sì, pre no dovrebbe valere lo stesso discorso. Non a caso molti (me compreso) pongono una estrema attenzione nell'accoppiare pre e finali dello stesso marchio. Ricordo che una ventina di anni fa ci si impazziva per via delle impedenze di ingresso e di uscita e per trovare accoppiamenti pre e finale migliori di quelli standard garantiti dai vari marchi. Ora questa moda è un po' scemata, perché se è vero che se si individua l'accoppiamento magico questo garantirà senz'altro prestazioni sonore migliori di quello (considerato "pedestre") tra pre e finale dello stesso brand (spesso in realtà attentamente studiato per minimizzare i difetti di almeno una delle due macchine e per amplificare i pregi di entrambe), è vero anche che la ricerca del magico accoppiamento può durare una vita (ed oltre...) ed il cambio dà invece spesso la sola sensazione di perenne insoddisfazione che segue quella dell'ebrezza iniziale di aver fatto centro. Niente di più difficile che all'ubriacatura iniziale dovuta a fattori puramente emozionali segua poi una delusione via via crescente, perché altri parametri rispetto al fondamentale che ha deciso l'acquisto risulteranno almeno parzialmente compromessi. E di compromesso in compromesso passano anni e si investono euro (spesso) inutili.

Tutto si risolverebbe se avessimo l'occasione di poter provare queste macchine nelle nostre case ed è quello che provo a fare io comprandole usate e via via sostituendo quelle che ritengo inadatte al MIO set. Ma è un'operazione limitata nelle possibili velleità, pericolosa (fregature sempre dietro l'angolo), lunga, onerosa e comunque dagli esiti incerti.

I negozianti, questo è certo, non sono più quelli di una volta ma anche perché giustamente si sono seccati di prestare materiale per poi regolarmente essere scavalcati nell'acquisto dall'ultima offerta speciale che compare sul web: quindi non possono certo essere biasimati se sono un po' restii a concedere ascolti fatti nella casa del potenziale acquirente. Ma immagino che qualcuno ci sia ancora e sono pronto a giurare che giustamente con questa politica faccia affari d'oro.

Tralascio poi volutamente la difficoltà cui si andrebbe incontro nel voler individuare qualcuno che possa fornire indicazioni oggettive sulle compatibilità in termini di impedenza e di caratteristiche soniche nell'accoppiamento diretto sorgente-finale. Do infatti per scontato che questi avrebbe dovuto fare "n" prove incrociando "n" apparecchi diversi, prima di poter consigliare una combinazione che vada davvero bene, evento piuttosto raro, a quanto ci è dato di sapere... :)
 
Ultima modifica:
sono d'accordo e aggiungo un paio di cose:
i dsp, intervenendo direttamente sul controllo del guadagno sicuramente modificano il messaggio sonoro, peggiorandolo. Poi che a qualcuno possa anche piacere è un'altra cosa, anche perché alcuni sono veramente fatti molto bene (yamaha e lexicon insegnano, in questo campo). Sicuramente i puristi -pure io che purista non sono- aborrano qualsiasi manomissione del segnale.
fabio visto che abbiamo un background simile -ho fatto il chitarrista, bassista, cantante e fonico all'occorrenza per una ventina d'anni, tutti a livello rigorosamente dilettantistico, se pur discreto- sai bene di cosa parlo. Quando si inserisce un qualsiasi multieffetto digitale fra una gibson sg del 68 e un VOX ac30 del 72, è impossibile non avvertire la differenza di armoniche a scapito della ricchezza del suono, anche con l'effetto in bypass.
Però è anche vero che il bello di questa passione è anche (almeno per me) quello di fare tutti gli esperimenti possibili immaginabili (anche i dsp, perché no?) per trovare quale sarà poi la catena definitiva (ammesso che esista).
Mi sa che siamo un po' OT...
 
Mi sa che mi sono spiegato male, non era questo che intendevo..
Esempio più pratico:
Redhot, cosa ti ha fatto preferire lo showcase all'eventuale pre precedentemente in tuo possesso? Supponiamo una serie di caratteristiche che il pre che avevi prima non aveva e che ora riscontri. Abbiamo però stabilito che ogni pre colora il suono a modo suo, in maniera molto personale, quindi stai comunque ascoltando qualcosa di "modificato" e non puro. Adesso immagina che ricollegando il tuo vecchio pre e selezionando un DSP proprietario scopri di ottenere lo stesso identico risultato che hai ora dallo showcase, non ti verrebbe qualche dubbio? In una condizione del genere è il DSP del tuo precedente pre ad essere eccezionale (visto che ti restituisce il suono come lo showcase) oppure può essere lo showcase che di natura ti restituisce un suono uguale ad un banale DSP? Come lo potresti stabilire visto che ogni marchio mette del suo nella resa sonora?

Se "0" è l'ipotetico numero a cui corrisponde la reale incisione magari lo showcase riproduce pompando la dinamica (sempre per esempio) a "+30" mentre l'altro pre invece diminuendola a "-30", risultati equidistanti dalla realtà dell'incisione ma distanti ben "60" punti l'uno dall'altro, 60 punti che ai tuoi orecchi sono un palese guadagno in dinamica: insomma diventa solo una questione di gusti personali e non più di ricerca di quello che dovrebbe essere il reale messaggio.
 
Su una cosa puoi star sicuro: è una questione di gusti.
Però solo fino a un certo punto.
Il pre che utilizzavo prima è un classé ssp-30, che posseggo ancora. Rispetto allo showcase è meno "dotato" in soundstage e dinamica (dal punto di vista cinematografico il krell è quasi esagerato, ma come si diceva è una questione di gusti) ma è più raffinato nel medioalto e nel dettaglio. preferisco il krell per due motivi: primo si sposa magnificamente col finale ml 23, infatti la serie 2x è notoriamente eufonica e un po' lenta nelle dinamiche; secondo riesce a far esprimere le mie 801 (dotate di una estensione in gamma bassa eccezionale, quasi inarrivabile) al meglio proprio dove il classé in qualche caso tentenna.
Se usassi un finale diverso per i miei gusti preferirei il classé, ma mia moglie mi impedisce di cambiare il levinson :p quindi...
Tutti i pre che ho provato sono ricchi di effetti (dsp?) più o meno validi, ma vuoi per pigrizia vuoi per pregiudizio non ci ho mai messo particolare attenzione nel valutarli, scartandoli dopo pochi minuti. Può darsi che su impianti meno prestazionali (non che il mio sia il re degli impianti, intendiamoci, ma si difende e a me piace cosi:cool: ) i dsp diano maggiori soddisfazioni.
 
Visto che mi è stato chiesto un parere lo esprimo, ma deve essere vista come una opinione personale, non come una verità fattuale: ritengo che nel momento in cui un preamplificatore mch sia utilizzato come ipotizzato dall'autore, ossia come mero controllo di volume con input ed output analogici, le differenze eventualmente udibili siano in termini di sottili sfumature, e che il più delle volte tale percezione sia più frutto della predisposizione dell'ascoltatore che non una effettiva differenza di proposizione sonora. Un confronto adeguato è complesso, non fosse che per le calibrazioni dei livelli, quindi non ne ho potuti accumulare a decine, ma sinora questo è quello che posso desumere sulla base della mia esperienza personale: quindi, prima di procedere ad un acquisto magari importante in termini di budget suggerisco molta cautela ed ascolti preventivi, possibilmente condotti senza sapere quale apparecchio sia in quel momento all'opera, in modo da giudicare proprio solo in base alle proprie percezioni.
Ciao,
Andrea
 
Non fa una grinza e quoto in toto.
Però un pre a valvole rispetto a uno a ss suona diverso, e per i finali la differenza è anche più marcata, quindi vale fino a un certo punto.
Io di ascolti in multich non ho un granché di esperienza, per cui non mi esprimo più di tanto in quel senso.
Mi limitavo a dire che i dsp non mi piacciono proprio perché tendono a falsare il messaggio sonoro, però non nascondo che un minimo mi incuriosiscono, anche perché si dice che con macchine molto "dotate" riescano a dare soddisfazioni. A me, ribadisco, non ne hanno mai date.
Credo che invece americanbulldog intendesse capire se esiste una specie di dsp che possa ricreare un suono "hi end" e in questo senso credo di poter affermare senza timore di essere smentito che è alquanto improbabile (ma è un eufemismo) che qualche diavoleria elettronica riesca a riprodurre decentemente un ascolto "hi-end" se la catena intera non ne è all'altezza. Tuttalpiù se è molto ben fatta riuscirà a danneggiarlo molto poco o per nulla.
 
....e no, vedi che avevo capito di non essermi spiegato :)
Non sono assolutamente alla ricerca di un DSP o diavoleria che alteri il suono, anzi, sto cercando di capire come si faccia a stabilire che quel pre è hi-end al di fuori di costo e pubblicità (più o meno occulta) se all'atto pratico (e mi riferisco al mio esempio riportato in entrambi i post precedenti) si dovesse evidenziare una similitudine con un pre entry level che però ha un DSP dalla resa simile o per assurdo identica. Alla fine i motivi sono più o meno sempre identici per cui nel forum viene evidenziata la maggiore qualità di una elettronica: maggior dettaglio, maggior dinamica, maggior tridimensionalità, ecc....ma se si dovesse scoprire che questa maggior dinamica, dettaglio e tridimensionalità si anno in quantità uguale attivando un processo interno al pre (tipo appunto un DSP), allora crolla la certezza di aver investito migliaia di euro in qualcosa considerata hi-end. Tutto questo perchè i pre, come i finali e le sorgenti colorano più o meno la riproduzione e io non voglio sentire un'esplosione di dinamica se in un film cade uno spillo o essere avvolto dalla tridimensionalità di un dialogo se il protagonista dello stesso film sussurra alla telecamera... quindi come faccio a capire cosa è più consono alla mia voglia di "riproduzione neutra" dell'incisione? Con il gusto personale? Ma questo è all'antitesi della definizione di hi-end!
 
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