lanzo ha scritto:
rischio la figuraccia ma ho una domanda su quei finali "digitali" che ho visto nello slideshow, eccezionalmente ridotti
in questa situazione, la qualità della volgare corrente 220, visto che il circuito si semplifica rispetto ai sistemi tradizionali, ha maggiore importanza?
siamo abituati a giudicare i finali in base ai trasformatori e ai condensatori, non é un segreto visto che al tav quasi tutti gli integratoni avevano lo chassis trasparente ...
mi piacerebbe scoprire che non ha nessuna importanza e che si tratta di un sistema totalmente rivoluzionario, in questo caso bisognerà che trovi qualche link della serie "for dummies" ..
Diciamo che è una caratteristica che riveste una importanza minore rispetto alle soluzioni di amplificazione tradizionale, pur avendo ancora un suo peso in termini di potenza sviluppabile.
L'ampli tradizionale attinge la sua richiesta di energia dall'alimentatore, e data la tipologia circuitale (sia per classe A che classe AB) è fondamentale avere delle precise caratteristiche di gestione dei finali (perdonate la semplificazione, ma è per spiegarsi in modo comprensibile), con una accorta livellazione ed un capace immagazzinaggio di energia (condensatori), visto che, per produrre 100 w, occorre immagazzinarne molti di più, dato il basso rendimento.
I finali digitali, invece, modulano la tensione di rete, sostanzialmente sagomandola sul segnale musicale: un analogismo che rende l'idea è quello di un tizio che, velocissimamente, apre e chiude con intervalli di tempo differenti un rubinetto dell'acqua, per avere in uscita dello stesso un flusso che "copia" il segnale musicale.
Resta il fatto che anche con i digitali, disporre di una rete stabilizzata e costante è certamente da preferirsi ad una linea con sbalzi di tensione.
Ciao,
Andrea
...Una scrivania pulita ed ordinata e` il primo sintomo di una mente malata...