Samsung Galaxy S8

Emidio Frattaroli, Franco Baiocchi 12 Ottobre 2017 Mobile

Il nuovo Samsung Galaxy S8 è uno smartphone che ci è piaciuto sotto molti punti di vista, per il design particolarmente riuscito, la costruzione robusta con finiture e materiali eccellenti, un'ottima fotocamere, comparto audio da sorgente high end e un display HDR spettacolare che può rivaleggiare con i migliori TV premium sul mercato

Ergonomia, display e hands on


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Il Samsung Galaxy S8 ha un design innovativo e molto accattivante; la finitura interamente di color nero, il suo rapporto d'aspetto non standard pari a 18,5:9 e il display dual edge conferiscono al terminale di casa Samsung un look differente da tutti i precedenti telefoni della serie S ed anche dai flagship dei competitor. Il telefono è compatto e sembra molto robusto e resistente, ben assemblato con materiali di ottima fattura; si tiene comodamente in una sola mano e la presa è ben salda, comoda e sicura; è facilmente gestibile in questa maniera grazie anche alla "modalità con una mano", configurabile nelle impostazioni, che permette la riduzione delle dimensioni dello schermo, trascinando il dito in diagonale da uno dei lati inferiori del display. Il rapporto d'aspetto di 18,5:9 è quasi a metà strada tra il 16:9 classico della TV e il 21,5:9 dei film moderni nel cosiddetto formato "scope" (alias 2,39:1, da non confondere con il "Cinemascope" che è evidentemente un'altra cosa). 


A sinistra un rendering di "Cut the Rope" in 16:9, a destra in 18,5:9.
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Risoluzione nativa e rapporto di aspetto non standard, avevano presentato un problema per le app scaricate da Google Play ed in particolar modo per alcuni giochi che non venivano visualizzati a schermo intero, presentando fastidiose barre nere in alto e basso nel display. Samsung ha comunque reso possibile, grazie ad un'opzione presente nelle Impostazioni, la scelta del formato desiderato per ogni software o gioco in maniera che le app possano adattarsi al display 18.5:9. Il risultato è duplice; in alcuni casi lo sfondo dei giochi viene "stirato" in  maniera da coprire l'intero display, con una modifica del rapporto d'aspetto e con una sostanziale diminuzione della risoluzione a causa dello scaling che viene operato, mentre gli elementi animati e in primo piano vengono renderizzati senza variazioni nel rapporto d'aspetto e nella risoluzione. In altri casi c'è invece uno zoom che fa perdere qualcosa lungo i lati più lunghi del quadro.


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La questione si fa interessante se analizziamo la qualità nelle operazioni di rendering. Partiamo dalla risoluzione nativa del display, pari a 2960 x 1440 punti; nel menu è possibile scegliere se operare un rendering anche a due risoluzioni differenti, ovvero 1480 x 720 oppure 2220 x 1080. Indipendentemente dalla risoluzione scelta per il rendering, in un secondo passaggio quest'ultima verrà comunque scalata "brutalmente" alla risoluzione nativa del display, quindi 2960x1440. Nel primo caso, ovvero partendo da un rendering di 1480 x 720 punti, lo scaling alla risoluzione nativa è particolarmente agile oltre che immune da artefatti di aliasing, visto che la risoluzione di "arrivo" è un multiplo di quella di partenza.

 
Visione di contenuti "flat" e "scope" nell'area 16:9 del Samsung S8
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Nella riproduzione di contenuti video, la situazione si fa ancora più interessante e complessa ed è necessaria una ulteriore analisi. Un video con risoluzione full HD, pari a 1920x1080 pixel, deve essere necessariamente "riscalato" alla risoluzione nativa del display. A questo punto si hanno due possibilità: la prima è riempire il display solo in senso verticale, quindi scalando a risoluzione di 2560 x 1440 punti e lasciando due bande nere ai lati del display. In questo caso l'area utile del display del Galaxy S8 avrebbe le stesse dimensioni di un display 16:9 da 5,15 pollici.

 
Visione di contenuti "flat" e "scope" sfruttando in larghezza l'intero display
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La seconda possibilità è di scalare il video full HD riempiendo completamente il display in larghezza, quindi passando da 1920 punti a 2960 punti, eliminando due bande orizzontali per complessivi 225 pixel. In questo secondo caso l'area virtuale del display Samsung avrebbe le stesse dimensioni in larghezza di un display da 5,95" in 16:9. Dai test che abbiamo effettuato, la maggior perdita di risoluzione c'è riempiendo completamente il display in larghezza, perdendo il 13,5% di informazioni, metà in alto e metà in basso. Qualora i contenuti fossero in 2,39:1 non c'è alcun problema per la perdita in alto e in basso e il consiglio ovviamente è quello di riempire il meraviglioso display del Galaxy S8 per tutta la sua larghezza; Le stesse considerazioni valgono per i contenuti cinematografici in formato "flat", ovvero in 1,85:1, in cui la perdita di informazioni è trascurabile ed è limitata a meno del 3,9 % (metà in alto e metà in basso). Per i contenuti in 16:9 la perdita di informazioni potrebbe essere sensibile.

 
In alto uno Huawei P10 con schermo in 16:9 da 5,1", in basso il Samsung Galaxy S8
a destra lo zoom con il Samsung e la perdita di informazioni in alto e in basso

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Entrambe le operazioni hanno un costo in termini di risoluzione e piccoli artefatti di aliasing, praticamente invisibili con la maggior parte dei contenuti video, anche in considerazione degli artefatti di compressione. Quando però i file riprodotti sono di qualità e con dettaglio elevato, la perdita di risoluzione è più evidente, in entrambi i casi. La maggiore qualità in termini di risoluzione si ottiene lasciando il rendering alla massima risoluzione, quindi 2960x1440. Scegliendo invece di renderizzare tutto a 2220x1080, si risparmia un po' di potenza di calcolo ma non si evita comunque lo scaling perché - lo ricordiamo - il display deve comunque essere riempito, poiché non è prevista la visione di contenuti in finestra pixel-by-pixel. 

  
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Samsung ha dedicato particolare attenzione alla sicurezza del dispositivo, infatti il Galaxy S8 ha ben tre metodi per lo sblocco: il primo viene effettuato tramite riconoscimento delle impronte digitali. Il lettore, però, non è disposto in posizione mediana, ma è spostato di lato, rendendo quindi meno agevole il funzionamento se si utilizza la mano destra e la lettura dell'impronta non è agevolata dalla errata posizione che può assumere il dito per raggiungere il lettore stesso. Il secondo metodo è tramite riconoscimento del volto grazie alla fotocamera frontale. Devo dire che ho avuto numerosi problemi per la registrazione del mio volto, forse a causa del pallore della pelle e solo con uno sfondo molto più scuro che ben contrasta con il viso sono riuscito a memorizzare i miei dati facciali. In realtà, come dice anche Samsung nelle sue avvertenze, questo è un metodo poco sicuro, in quanto il telefono può essere sbloccato da qualcuno o qualcosa che assomigli all'immagine, addirittura utilizzando un secondo smartphone con la fotografia del viso della persona memorizzato.

 
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Il terzo ed ultimo metodo è tramite riconoscimento dell'iride e i tentativi effettuati sono quasi sempre andati rapidamente a buon fine, ma tali autenticazioni biometriche hanno ancora numerosi problemi in quanto basta un'inezia, come indossare occhiali, un riflesso, illuminazione diversa dell'ambiente, movimento eccessivo dello smartphone durante la lettura, palpebre basse, ed il riconoscimento non è del tutto certo.  


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La fotocamera principale non è per nulla sporgente, bensì integrata completamente nel corpo del dispositivo garantendo una appoggio ben stabile dello stesso su superfici piane, ma la presenza del lettore di impronte digitali a lato è alquanto di nocumento poichè foriera di indesiderata sporcizia sul vetro della fotocamera stessa. Non ho capito questa scelta alquanto inopportuna. Altra cosa che esula dalla mia comprensione è dedicare un pulsante a Bixby, nuovo assistente vocale di Samsung, tasto per altro, come già detto, non più programmabile.

 

 

 

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