Skyfall

Redazione 02 Novembre 2012 Cinema, Movie e Serie TV

L'agente 007 torna sul grande schermo per festeggiare il cinquantesimo anniversario della serie più longeva della storia del cinema. Con Skyfall siamo a quota 23 film, con Daniel Craig ancora nei panni di James Bond dopo i precedenti Casino Royale e Quantum of Solace

Produzione e post produzione in 4K

Il direttore della fotografia, che abbiamo incontrato ad Amsterdam lo scorso settembre, è il bravissimo Roger Deakins, che avevamo già ammirato in alcuni lavori diretti dai frattelli Cohen (Non è un paese per vecchi, Fargo, Mister Hula Hoop) e più recentemente nel film di Andrew Niccol In Time, con Justin Timberlake. Nella sua lunga carriera, con più di 60 film in cui ha diretto la fotografia, Deakins è passato al digitale sono negli ultimi due film, In Time e Skyfall. Prima delle riprese di In Time, Roger Deakins ha effettuato la scelta di passare al digitale anche grazie ad un confronto tra pellicola e digitale. Durante l'incontro di Amsterdam, in occasione dell'IBC, Deakins ha riassunto i vantaggi del digitale in un maggior numero di informazioni e maggiore dinamica, oltre che più velocità e versatilità nella produzione e post produzione.

Per Skyfall, Deakins ha utilizzato per la maggior parte delle scene le nuove camere ARRI Alexa Studio, con mirino ottico. Inoltre, al contrario di quanto fatto per In Time in cui è stato scelto il formato Apple Pro-RES a risoluzione 2K, per Skyfall la produzione ha scelto il formato ARRI RAW, con risoluzione orizzontale di 2880 pixel. In seguito è stato effettuato un DI (Digital Intermediate) a risoluzione 4K su cui si è concentrato il resto della post-produzione. Per alcune scene aeree Deakins ha utilizzato invece una RED Epic anche se non conosciamo risoluzione e formato di registrazione.

Come obiettivi, Deakins ha scelto ottiche a lunghezza focale fissa Master Primes con cui ha lavorato in maniera egregia, preferendo una profondità di campo più ridotta (ma non ridottissima), soprattutto per le scene più scure in cui la massima apertura del diaframma è stata una scelta obbligata. Precisione della messa a fuoco e dettaglio, al netto della risoluzione nativa e del rumore (davvero pochissimo), sono davvero ottimi. C'è una scena in particolare, quella dell'ingresso in scena di Javier Bardem, in cui è possibile ammirare la precisione del fuoco che segue Silva per tutta la scena, da quando entra in lontananza e fino al primo piano.

La splendida fotografia è costellata di inquadrature ora ampie e ora più strette, ma senza esagerazioni anche nelle scene d'azione più concitate. Questa impostazione consente di godere appieno della visione del film anche in formato IMAX, quindi con un rapporto di riproduzione molto basso (in altre parole, seduti molto vicini allo schermo). Le uniche cose che non abbiamo gradito sono alcune inquadrature con camera a spalla e un piccolo ma fastidioso movimento del quadro, voluto sicuramente da Mendes, e una color correction un po' esasperata nel caratterizzare con il giallo-verde le riprese in Turchia.

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