Marten Oscar Duo

Marco Cicogna 01 Dicembre 2022 Audio

Una coppia di diffusori compatti di rango, con qualità costruttiva ai vertici della categoria, con driver generosi e una resa sonora non soltanto raffinata, ma anche concreta ed attendibile, a prescindere dalle dimensioni


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Non mi aspettavo la proposta di Emidio per la prova di una coppia di diffusori compatti di rango; un po' come me, anche il direttore di AV Magazine ama il 'suono corposo' ed avvolgente dei grandi diffusori, magari in una coinvolgente configurazione multicanale. Tuttavia le aspettative per una resa sonora non soltanto raffinata, ma anche concreta ed attendibile, c'erano tutte; a prescindere dalle dimensioni. Dobbiamo riconoscere che la complessa (e generosa) struttura sonora di un organo o di una grande orchestra (per non dire di un esuberante gruppo rock) non può essere ricostruita in toto attraverso un piccolo sistema di altoparlanti... A meno che non si aggiunga un subwoofer con un certosino bass-management, come dimostrato due anni fa al Roma Hi-Fidelity proprio da AV Magazine (ne abbiamo parlato in questo articolo).

Tuttavia, persino con un grande impianto, in un salotto domestico medio è ben difficile ricostruire una formazione sinfonica. Forma, dimensioni e trattamento acustico dell'ambiente d'ascolto rappresentano infatti l'ultimo anello della catena di riproduzione, concreto e limitante al pari della qualità della sorgente discografica e degli stessi componenti. In queste situazioni i sistemi di altoparlanti da supporto rappresentano - se ben posizionati - la soluzione più efficace per la ricostruzione di un soudstage credibile, oltre che un compromesso più che accettabile dal punto di vista timbrico, in grado di dare anche parecchie soddisfazioni. Del resto i parametri importanti come timbro, articolazione espressiva e scena sonora possono essere estratti al meglio dalla registrazione. Per di più si osserva che un 'semplice' due vie da stand potrà essere gestito validamente da amplificazioni non necessariamente (molto) potenti o costose.

 
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Mi rendo conto che in poche righe queste considerazioni restano generiche, ma si tratta di considerazioni ben sperimentate e verificate nelle concrete installazioni degli appassionati. Ovviamente nel settore dei due vie da stand esiste un universo di prodotti con elementi piuttosto diversi tra loro, a partire da sistemi economici adatti a neofiti senza pretese, sino a diffusori che rappresentano, nel loro ambito, oggetti di assoluto riferimento. La qualità nel nostro ambito prescinde dalle dimensioni e certamente il risultato sonoro per le nostre macchine da musica non si misura 'un tanto al chilogrammo'. Ciò premesso, Marten realizza diverse gamme di sistemi di altoparlanti alcuni dei quali appartengono ai vertici della produzione audio 'High-End'. L'azienda si permette persino di realizzare in proprio driver di avanzata tecnologia, un fattore di pregio non consueto anche tra i migliori costruttori. S'intende che la tecnologia sviluppata per i modelli alto di gamma in modo intelligente può essere fatta ricadere a pioggia anche sui modelli più semplici e più abbordabili.


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Più volte ho avuto modo di ascoltare importanti modelli da pavimento del costruttore svedese in configurazioni autorevoli nelle più importanti fiere audio. Approfitto dell'occasione per rivedere insieme a voi alcune delle immagini che Emidio ed io abbiamo raccolto negli ultimi anno in eventi audio del calibro del CES di Las Vegas e della High End di Monaco. Come vedete Marten si è puntualmente ben distinta. Qualche anno fa affrontavo con piacere l'impegno di una prova del sistema da pavimento Mingus Quintet. Risultati davvero lusinghieri. Il primo incontro con le Mingus era stato in occasione di una mostra audio. Mi ero intrufolato inosservato in una elegante sala audio e non mancava ovviamente la solita musica da audiofili, per i miei gusti un po' limitante. Ma quei diffusori apparivano ben costruiti, interessanti nella loro emissione anche con la musica che di solito mi lascia indifferente.


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Poco dopo un piccolo miracolo. Si avvia il sublime 'Passacaglia' di Bach, un brano per organo che prende slancio sulle note del basso di pedaliera che introduce il tema sul quale il sommo musicista costruisce un edificio sonoro mirabile. Non siamo, s'intende, a St Sulpice a Parigi o nel Duomo di Vienna. Ci troviamo piuttosto in una sala d’albergo e si tratta pur sempre di un impianto due canali, per quanto raffinato. Eppure qualcosa mi colpisce subito nella modulazione di questo basso, nell'articolazione espressiva del grande organo, nella resa asciutta e al tempo stesso piena e generosa del gioco timbrico dei registri. Una di quelle occasioni in cui ti convinci che anche una fiera audio possa essere musicalmente appagante e focalizzare l'attenzione sui prodotti di qualità. 


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Quel sistema è importante, costa oltre 40.000 Euro e rappresenta - pensate - soltanto un gradino mediano nella formidabile piramide della casa. L'arrivo nella mia sala del modello Oscar Duo mi predispone allora per la verifica di un diffusore compatto di qualità; alcune settimane di utilizzo mi confermano che a questo livello anche un sistema da supporto sa essere musicalmente attendibile. Del resto l'ancora giovane azienda non sta con le mani in mano. Fondata nel 1998 da Leif Mårten Olofsson ha radici musicali se vogliamo ben più lontane con il nonno Josef Olofsson costruttore di violini.

Quello che sul finire degli anni Settanta è ancora un hobby di famiglia si tgrasforma con il lancio del sistema Mingus una importante realizzazione professionale. Non a caso proprio del Mingus si realizzeranno se non ricordo male ben cinque edizioni successivamente rinnovate. Resta nella denominazione dei diversi modelli il chiaro omaggio al jazz di tradizione, con i nomi di Coltrane, Mingus, Parker, Oscar, Heritage e Django che oggi troviamo nell'ampio catalogo.


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Caratteristiche dichiarate:

Tipo: Diffusore due vie da supporto in bass reflex
Altoparlanti: Tweeter a cupola da 1'' in ceramica, midwoofer da 7'' con cono in ceramica
Crossover: del secondo ordine con frequenza di taglio a 2.500 Hz
Risposta in frequenza: 37Hz–20kHz ±3dB
Sensibilità: 86dB/2.83V/m
Impedenza: 6 Ohm nominali, 3.1 Ohm minimo
Potenza massima: 150 Watt RMS
Dimensioni: 200mm H × 400mm W × 320mm
Peso: 13 Kg
Finiture: Piano Black, Bianco e Noce Matte
Prezzo suggerito: 6.500 Euro la coppia, IVA inclusa
Info: www.audioplushiend.it


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Oscar Duo è dunque un due vie in reflex che impiega un mid basso da 7 pollici con cono rinforzato in ceramica e un tweeter da 1 pollice sempre con membrana ceramica. La scelta di questo materiale, un elemento distintivo di Marten, trova giustificazione nell'elevato fattore di smorzamento, leggerezza associata a rigidità, risposta meccanica priva del fenomeno del 'break-up', complessiva riduzione della distorsione. L'ottimizzazione del mid-woofer risiede anche nel controllo dell'emissione posteriore. Mentre è elevata in assoluto la sensibilità dei singoli driver, in questo progetto l'efficienza si attesta invece su un valore semplicemente 'medio' di 86 dB, che consente di ottenere un decadimento progressivo in gamma bassa.

In questo modo, a dispetto delle dimensioni, la risposta utile dichiarata in lato basse frequenze giunge a un sorprendente valore di 37 Hz ovviamente 'in ambiente' e a fronte di un corretto posizionamento. Il cross-over seleziona l'incrocio tra le due vie a 2,5 Khz con una pendenza di 12 dB/ottava. Particolarmente valida la dotazione dei componenti del filtro, mentre le connessioni interne sono affidati a cavi della svedese Jorma Design, i terminali di connessione sono una singola coppia di WBT Nextgen. Mobile compatto, solido, acusticamente inerte, con pareti in laminato spesse 25 cm, rinforzato all'interno.

Risulta funzionalmente coerente ed esteticamente gradevole, per un peso complessivo (per ciascun diffusore) di ben 13 Kg. Un prodotto per la musica che risulta facilmente inseribile nel salotto elegante senza per forza volerne fare un oggetto di arredamento, aspetto questo che mi lascia spesso perplesso e talvolta sospettoso. Disponibili diverse livree, ovviamente. La casa propone dei supporti (dedicati e concepiti proprio per gli Oscar Duo), venduti separatamente e per la verità piuttosto costosi,  così come le griglie a copertura dei driver (ove si decidesse di utilizzarle), che si acquistano a parte. 


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Gli ascolti sono stati effettuati con il mio impianto 'stabile'; giradischi EAT C-sharp con testina  Ortofon 2M Black, unità Phono a tubi EAT E-Glo Petit, lettore multiformato Oppo 205, preamplificatore AM Audio PX-6 Reference e finale AM Audio MT-6 Reference (questi già provati su AV Magazine in questo articolo). Diciamo subito che la potenza di oltre 150 Watt per canale in configurazione due canali del mio finale AM Audio sono stati più che adeguati per il mio stile d'ascolto talvolta 'esuberante'. Ancora una volta appare evidente che la potenza (buona) non è mai troppa. La capacità di gestire diversi generi musicali con disinvoltura è un punto di forza di queste Marten.

Proprio l'aspetto di correttezza timbrica, ovvero la capacità di riproporre con correttezza il tessuto armonico (colore, se vogliamo) di voci e strumenti, si apprezza sia nell'ascolto immediato che più ancora nel prosieguo della valutazione. Talvolta si punta il dito su stili sonori personali ed impostazioni acustiche ritagliate su misura per appassionati che hanno poca dimestichezza con la musica dal vivo. Tuttavia nemmeno gli audiofili più 'puri e duri' possono ignorare che corrette scelte progettuali e livelli costruttivi senza compromessi sono il primo passo per realizzare un prodotto musicalmente attendibile. L’estro e l’improvvisazione, per quanto eventualmente accompagnati da buoni propositi, non bastano per imporsi su un mercato che (per fortuna) è sempre più attento e preparato.

Sto completando in queste settimane una serie di ascolti comparati delle suites per orchestra di Bach, un repertorio, quello della musica barocca con strumenti originali, poco audiofilo e tuttavia ostico per il sistema di altoparlanti. Mi concentro sul brano più celebre, ovvero l'Aria dalla terza suite che tutti abbiamo imparato a conoscere sin da ragazzi (nel suo arrangiamento vocale) come sigla del mitico programma 'Quark'. Mi convinco che Marten Oscar Duo non suonano in chiave riduttiva o minimalista, semmai risultano complete ed equilibrate, energiche se occorre, ma soprattutto coerenti nel timbro e nella ricostruzione scenica. Per la qualità intrinseca dei driver utilizzati, certamente, ma soprattutto perchè in questa azienda c'è qualcuno che ha saputo scegliere una impostazione attendibile.

Non vogliono strafare, non drammatizzano e non tendono a privilegiare talune parti della gamma audio. Appare molto buono l’incrocio tra il mid-woofer e tweeter, componenti decisamente pronti nella risposta che mantengono con ogni genere sonoro una naturale sensazione di freschezza ed articolazione, senza mancare quel minimo di calore nell'intorno del medio-basso  che appartiene alle sensazioni della musica acustica dal vivo. Viene allora offerto il pathos di grandi ed impegnative esecuzioni. Per la cronaca ascoltate anche voi questa esecuzione del Concerto Copenhagen. 

Persino con la mia Nona di Beethoven di riferimento (Solti, Decca in un doppio vinile che appartiene alla storia del disco) il tratto strumentale è netto e preciso, i contorni ampi ma non per questo evanescenti, il timbro complessivamente chiaro ma pregno di sostanza e di materia sonora. L’impostazione timbrica è chiara, precisa e trasparente nella gamma centrale. Mette in evidenza i pregi del software ben confezionato, ad esempio il DSD nativo, ma anche riconosce i limiti di quelle incisioni più datate e meno articolate nel timbro e nella dinamica.


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Al resto contribuisce come sempre l'impostazione dell'amplificazione, ma qui posso contare sul sound concreto e persino grintoso di AM Audio, in una configurazione che ovviamente conosco molto bene. In quanto a posizionamento le nostre (che preferirebbero probabilmente i loro supporti dedicati), ma ho ottenuto un buon equilibrio nella transizione tra medio-basso e bbasso e una presentazione ampia e profonda della scena sonora utilizzando i miei supporti AM Audio in legno e marmo, pesanti ed inerti, e una distanza di qualche decina di centimetri dalla parete di fondo. Il mio ambiente non è molto ampio ma ha pareti portanti da 70 cm e un soffitto con travi, distanziate in modo volutamente irregolare, ampie librerie a giorno. Gestisce ogni genere di diffusori che riesca a far passare dalla porta di ingresso, oltre al mio pianoforte, s'intende.  

L'ascolto della ampia discografia 'di riferimento', dal pop al jazz alla musica per piccole formazioni strumentali classiche e moderne fa apprezzare nel pieno della gamma udibile anche le informazioni sui toni profondi che contribuiscono al realismo delle dimensioni virtuali dell'orchestra, e allo stesso tempo fornendo spessore ai grandi strumenti come l’organo ed il pianoforte, con l'esclusione della sola primissima ottava. Questo senso di autorevolezza inizia da un basso che si fonde in modo elegante al fondamentale registro medio-basso, senza ispessimenti dai toni goliardici che potrebbero entusiasmare semmai ad un primo ascolto.

Trovo senza sforzarmi a cercare i dischi più 'adatti' quelle sonorità rassicuranti che mi fanno amare questo lavoro, un timbro rispettoso del colore di ciascuno strumento, un senso di piacevolezza elegante che mai dovrebbe mancare. Tuttavia si coglie il senso di un progetto moderno e attuale nella precisa articolazione delle sfumature dinamiche, nel rendere con dettaglio le rifiniture armoniche degli archi, nel sottolineare le frasi più complesse del pianoforte, senza limitazioni di repertorio. La gamma media è presente e concreta, allo stesso tempo trasparente. Le Ouverture di Rossini come proposte con vivacità dall'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna (Mariotti alla direzione, etichetta Pentatone) risultano naturali e dunque godibili per la coerenza degli archi e il colore centrato dei fiati, resi con solidi toni fondamentali e una apprezzabile concretezza nell'emissione.

Il carattere degli Oscar Duo risulta in effetti più mozartiano che bruckneriano, nel senso che ovviamente si prestano a fornire una completa piacevolezza più con le partiture classiche che non con le gigantesche strutture orchestrali tardo romantiche. Mi chiedo semmai quanti audiofili ascoltano Bruckner per non dire Shostakovich. E anche qui, non è che vi siano controindicazioni o limiti assoluti. Semmai  l'indicazione è quella di usare intelligenza e sensibilità per non chiedere ad un sistema compatto (e ad un ambiente domestico di proporzionale volume), di ricreare le sensazioni del finale della Quinta di Shostakovich ascoltata dalla prima fila del 'settore 7' dell'auditorium di Roma. Per quello, se volete e ne abbiamo già detto nello speciale disco del mese dedicato appunto a questa sinfonia (un facile approccio per gli audiofili alla musica del Novecento), indicando che la potete ascoltare nella stagione sinfonica della nostra orchestra di Santa Cecilia. E non ditemi che non vi avevo avvisato in tempo. 

Con il jazz acustico-elettrico di Telarc, mi lascio andare senza imbarazzi nella dinamica del SAC di 'Hiromi'. L’impatto del basso qui è ben dosato e non posso che prendere atto che il mid-foofer Marten non solo 'regge' il gioco, ma confeziona un quadro sonoro di interessante suggestione.  Avvicinando i diffusori alla parete di fondo si acquista un impatto 'controllato' che con questo genere mi sembra godibile, sempre restando articolato e privo di code. Transienti brucianti, alte frequenze fresche e vivaci sino ai limiti opportuni di un ascolto domestico. Per chi volesse un quadro jazz più acustico e certamente più vicino alla vocazione musicale delle piccole Marten suggerisco il veloce ascolto dell'ultima traccia dell'ormai ben noto trio della talentuosa Mabuchi registrato in DSD nativo dalla californiana Yarlung Records. Ne abbiamo parlato proprio su AV Magazine in una rubrica dedicata alle buone incisioni. Qui l'ascoltiamo, s'intende, in stereo con un risultato che concretizza pianoforte, basso e batteria nel mio ambiente senza affanni e soprattutto con una densità sonora e presenza ammirevoli. 

A proposito di musica in DSD multicanale. Non vorrei andare fuori tema, ma i Marten Oscar Duo si sono trovati volenti o nolenti inseriti nella mia catena che è inevitabilmente multicanale. Non voglio e non posso (anche per motivi di spazio) diluire il brodo, ma ho potuto sperimentare sia la configurazione 2.1 in abbinamento ad un valido subwoofer amplificato (taglio ottimale a 40/50 Hz con impressionanti risultati), sia in una configurazione 5.1. Ovviamente la miscellanea di marchi non mi consente un'analisi giornalisticamente attendibile, ma è certo che nessuno vieta di sistemi compatti di rango di intervenire come voce principale in una catena multicanale dalle elevate pretese musicali. Un sistema di altoparlanti per audiofili esigenti che merita ed esige un ascolto approfondito. Chi ha un buon orecchio musicale saprà di conseguenza cogliere anche il valore intrinseco di questo diffusore.

Buon ascolto

Sistema di altoparlanti Marten Oscar Duo
Prezzo: 6.500 euro IVA inclusa
Costruttore: Marten
Flöjelbergsgatan 18
431 37 Mölndal
Gothenburg, Sweden

Distributore per l'Italia:
Audioplus HiEnd, Via Crispi, 77
63074 San Benedetto del Tronto (AP)
Tel: 0735 575014 - www.audioplushiend.it

 

Commenti (1)

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  • AlbertoPN

    05 Dicembre 2022, 08:07

    Grazie Marco per la lunga ed approfondita recensione.
    Devo dire che ho tecnologicamente un debole per i trasduttori Accuton (https://accuton.com/en-home) dato che mi intrigano proprio per tutto l'R&D che hanno alle spalle, ed anche perché li ho sempre sentiti suonare dal bene al benissimo, in vari contesti di impianti e di Brand che li utilizzano.
    Fra questi Merten è forse quello che preferisco (non ho mai approfondito l'italianissima Albedo: https://www.albedoaudio.com/ che però mi incuriosisce parecchio), anche se Tidal o Ayon Audio non sono da meno.
    Certo le casse svedesi non costano poco (la super top di gamma mi sembra sfiori addirittura i 500K euro), col mio sogno proibito che sfiora i 100k (http://www.audioplushiend.it/in-ven...%202-NUOVO/3091) e che quindi rimarrà un sogno per sempre ma probabilmente potrei riuscire a prendere queste Oscar Duo approfittando di qualche congiuntura astrale favorevole.

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