Supertest OLED 4K Panasonic Z95B

Nicola Zucchini Buriani 23 Dicembre 2025 4K e 8K

Il TV Panasonic Z95B sfida i giganti del mercato OLED puntando sul nuovo pannello Primary RGB Tandem, su un nuovo design e su un sistema di dissipazione del calore totalmente rinnovato


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Z95B rappresenta la seconda generazione di Fire TV OLED di Panasonic ed è anche l’ammiraglia del marchio nipponico. Il diretto predecessore, la serie Z95A che ho recensito qui, mi aveva convinto per l’elevata qualità dell’immagine, pur non essendo esente da difetti.

Z95B arriva con premesse molto interessanti: una piattaforma Smart TV più matura, una gestione del tone mapping rivista e soprattutto un pannello aggiornato, che ho già avuto modo di testare sul G5 di LG e che alza in modo sensibile l’asticella delle prestazioni.

L’altro grande motivo di interesse è il confronto con gli altri OLED top di gamma attualmente sul mercato, a partire proprio dal già citato LG G5 e dal Sony Bravia 8 II. Il nuovo Panasonic saprà tenere testa a una concorrenza così agguerrita?

 

Sommario

 

Caratteristiche e design


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Il modello che ho ricevuto da Panasonic è quello da 55 pollici, ma sono disponibili anche le versioni da 65 e 77 pollici, tutte con la medesima dotazione. Qui emerge la prima differenza rispetto alla generazione precedente: il 77 pollici montava un pannello diverso e non a caso veniva commercializzato come Z93A e non come Z95A.

A colpire l’occhio è il design: Panasonic non lo ha stravolto, ma sapientemente rinnovato, sfruttando i profondi cambiamenti apportati all'interno dello chassis. Le linee sono più moderne e gradevoli, a cominciare dallo spessore ora uniforme, reso possibile da una scocca progettata da zero per ospitare ThermalFlow, il nuovo sistema di dissipazione del calore. Il principio è semplice: si sfrutta l’effetto camino per aspirare aria fresca dalla parte inferiore ed espellere quella calda in alto.


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Questa revisione strutturale ha imposto anche altri interventi, come il riposizionamento del woofer posteriore. Una griglia in tessuto riveste il lato inferiore, i bordi e la parte superiore del televisore, conferendo un aspetto premium e molto curato. Il logo Panasonic non è più collocato centralmente in basso, ma si trova in prossimità dell’angolo sinistro, risultando più discreto. Rimane invece invariata la base: un piedistallo circolare che consente la rotazione dello schermo.

Il pannello è un OLED WRGB di ultima generazione prodotto da LG Display. Si tratta di un Primary RGB Tandem, con risoluzione Ultra HD e una frequenza di aggiornamento fino a 144 Hz. Come tutti gli schermi WRGB, la luce bianca viene generata da un sandwich di emettitori organici con strati sovrapposti; un filtro sullo schermo permette di ottenere i colori primari (rosso, verde e blu) più il bianco, utilizzato per fornire uno spunto extra di luminanza (ma solo sul bianco).


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La tecnologia Primary RGB si distingue dalle precedenti implementazioni perché passa da tre a quattro strati emissivi:

  • OLED di terza generazione: tre strati (blu, giallo, blu)
  • Primary RGB Tandem: quattro strati (rosso, blu, verde, blu)

Questo cambiamento è fondamentale perché aumenta significativamente l’efficienza luminosa, portando il picco di luminanza a un massimo di 4.000 nit su finestre ridotte e per tempi limitati. In questo contesto la tecnologia MLA (le micro-lenti che equipaggiavano lo Z95A) non serviva più e infatti non è più presente.


La struttura dei pixel
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Z95B supporta tutti i principali formati di HDR: HDR10, HDR10+ Adaptive, HLG e Dolby Vision IQ. Come di consueto per le ammiraglie Panasonic, la sezione audio è curata da Technics con la seguente configurazione:

  • Speaker frontali da 70 W
  • Speaker laterali da 15 W x 2
  • Speaker superiori da 15 W x 2
  • Woofer posteriore da 30 W con doppio radiatore passivo

L’uscita cuffie può essere riconfigurata come uscita subwoofer, una soluzione semplice per rinforzare la risposta sulle basse frequenze. La presenza di canali dedicati all’espansione laterale e verticale del suono consente l’implementazione di numerose funzioni avanzate, tutte affidate alla tecnologia 360° Soundscape Pro.


Il woofer posteriore e i due radiatori passivi
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Attraverso le funzioni Space Tune e Sound Focus è possibile sfruttare il beamforming per indirizzare con precisione il suono verso punti o zone specifiche dell’ambiente. Il televisore è compatibile con Dolby Atmos, ma non supporta le tracce DTS, nemmeno in passthrough tramite HDMI.

Il processore video integrato è l’HCX Pro AI MK II, che gestisce elaborazioni avanzate come 4K Remaster (per dettaglio e nitidezza) e Gradation Smoothing (per migliorare le sfumature). La parte Smart è affidata a un SoC MediaTek MT9205 (Pentonic 700) basato su piattaforma Fire TV, con supporto ad AirPlay, Prime Video Calibrated Mode e Ambient Mode.


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Sul fronte connessioni troviamo quattro porte HDMI: due HDMI 2.0b e due HDMI 2.1, compatibili con segnali Ultra HD fino a 144 Hz, Auto Low Latency Mode, Variable Refresh Rate, G-Sync e FreeSync Premium. Una delle porte HDMI 2.1 supporta anche eARC. Tutte le impostazioni legate al gaming sono gestite tramite l'interfaccia dedicata Game Control Board. Lo Z95B è inoltre Calman Ready: si può interfacciare con il software per la calibrazione di Portrait Displays, che supporta la calibrazione automatica e anche la creazione di 3D LUT.

Il telecomando in dotazione è pressoché identico a quello dello Z95A: piacevole da impugnare e con una buona ergonomia. Convincono meno i materiali, che non appaiono propriamente premium né in linea con la classe del prodotto, così come l’assenza della retroilluminazione.

 
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Caratteristiche dichiarate

  • Modello: TV-55Z95BEG (Panasonic Z95B)
  • Diagonale: 55"
  • Risoluzione: Ultra HD, 3840 x 2160 pixel
  • Pannello: OLED Primary RGB Tandem
  • Frequenza di aggiornamento: fino a 144 Hz
  • Picco di luminanza: circa 2.400 nit
  • Tipo HDR: HDR10+ Adaptive, HDR10, HLG, Dolby Vision IQ
  • Tipo audio: Dolby Atmos, 360° Soundscape Pro, circa 160 W totali (7 canali + woofer)
  • SoC: MediaTek Pentonic 700
  • Processore: HCX Pro AI Processor MK II
  • Ricevitore: Penta Tuner (satellite DVB-S2, terrestre DVB-T2, via cavo, IPTV / TV to IP), HEVC 60p
  • App: Fire TV integrata con Netflix, Prime Video, Disney+, Apple TV+, YouTube e altro (interfaccia Fire TV Premium in Europa) na.panasonic.com
  • Ingressi: 2x HDMI 2.0b e 2× HDMI 2.1 (tutte con VRR, ALLM, FreeSync, G-SYNC, una con eARC)
  • Uscite: 1x uscita audio digitale ottica
  • Uscita cuffie: Sì, commutabile a subwoofer
  • Calibrazione bianco: 2 + 14 punti
  • Calibrazione gamma: Sì
  • Calibrazione colore: 6 assi (saturazione, tinta, luminosità per primari e secondari)
  • USB: 3× USB (3.0 x 1, 2.0 x 2)
  • Wi-Fi: Sì
  • LAN / Bluetooth: Sì / Sì
  • Telecomando: Sì
  • Consumo: Non dichiarato
  • Dimensioni (L x A x P): 1.227 x 764 x 52 mm senza base, 1.227 x 787 x 348 mm con base
  • Peso: 19 kg senza base, 23,5 kg con base
  • Prezzo suggerito: circa 2.999 euro

 

Misure e calibrazione

 
Scala dei grigi e gamut in modalità Normale SDR
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Una volta completata la configurazione di base, il TV propone immediatamente la modalità Normale che, come accade spesso con le impostazioni di fabbrica, non rende giustizia alle reali potenzialità del prodotto. È presente una dominante blu facilmente riconoscibile e la soglia di errore risulta piuttosto elevata.

Le modalità più corrette tra quelle disponibili sono le seguenti:

SDR e HDR

  • Ambiente luminoso: Professionale 1

  • Ambiente oscurato: Filmmaker o Professionale 2

Dolby Vision

  • Ambiente luminoso: Dolby Vision IQ

  • Ambiente oscurato: Dolby Vision Scuro

 
Scala dei grigi e gamut in modalità Filmmaker SDR
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Qualche precisazione è necessaria. Tutte le modalità dispongono delle funzioni automatiche per la gestione della luminosità e del bilanciamento del bianco, raggruppate sotto la voce Sensore ambientale. La regolazione della luminosità è quasi sempre attiva di default, mentre quella sul bilanciamento del bianco no.

 
Color checker e saturazioni in modalità Filmmaker SDR
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Se le condizioni ambientali variano molto (luce naturale diretta di giorno, illuminazione artificiale la sera, con temperature colore differenti), si può valutare di tenerle attive. In caso contrario, consiglio di affidarsi alle regolazioni di base delle modalità suggerite.

 
Scala dei grigi in modalità Normale e Filmmaker HDR con Clipping a 2.000 nit
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Le differenze tra Filmmaker e Professionale 2 sono praticamente inesistenti: cambia solo qualche funzione attiva o attiva in più o in meno, ma sono un paio di spunte nel menu. Io ho scelto di affidarmi alla Filmmaker, come sempre misurata e testata con il Calman Calibration Software di Portrait Displays.

 
Mappatura toni HDR in modalità Dinamico con MaxCLL a 1.000 nit e Normale con MaxCLL a 4.000 nit
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La calibrazione di fabbrica è eccellente, come si può notare osservando i grafici. Sulla scala dei grigi il DeltaE medio è pari a 0,5, un valore estremamente basso (l’errore diventa facilmente percepibile dall’occhio umano solo oltre 3) che però non deve trarre in inganno.


Livello di illuminazione 100
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Osservando il gamma si notano infatti alcune imperfezioni: il TV chiude leggermente sulle basse luci (al 5%) e apre un po’ troppo sulle alte (al 95%). Tradotto in termini meno tecnici, significa che Z95B tende a scurire eccessivamente le parti immediatamente sopra il nero e, al contrario, a schiarire leggermente quelle appena sotto il bianco.

 
Color match e color checker in modalità Filmmaker HDR
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La resa cromatica è molto buona: in nessuno dei grafici l’errore supera la soglia di 2,1, con una media che si attesta sotto 1. Si tratta di risultati tutt’altro che comuni per una taratura di fabbrica. Il passaggio dalla gamma dinamica standard (SDR) all’HDR conferma tutti i limiti della modalità Normale, così come la bontà della Filmmaker, che non presenta dominanti evidenti e mantiene il DeltaE massimo a 2,6.

 
Saturazioni BT.2020 e DCI-P3 in modalità Filmmaker HDR
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Anche qui la fedeltà dei colori è molto alta, con un errore medio inferiore a 2 che sale a 2,69 soltanto nel ColorMatch, il banco di prova più ostico e, non a caso, quello che riporta anche il DeltaE massimo più consistente (5,9). La copertura dello spazio colore BT.2020 raggiunge il 78,8% xy e l’82,3% uv, mentre per il DCI-P3 si sfiora il 100%.

 
Copertura BT.2020 e DCI-P3 in modalità Filmmaker HDR
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Prima di analizzare il picco di luminanza è necessario spiegare come funziona la Mappatura toni HDR del Panasonic, ovvero il modo in cui l’OLED adatta i contenuti che deve riprodurre - questa elaborazione è il tone mapping. Il marchio giapponese ha adottato soluzioni non convenzionali, articolate in tre modalità: Dinamico, Normale e Clipping.

 
Picchi di luminanza in SDR e HDR
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Le modalità Dinamico e Normale leggono i metadati presenti nella sorgente per determinare il comportamento del tone mapping. L’informazione chiave è il MaxCLL (Maximum Content Light Level), che indica il massimo livello di luminanza presente all’interno del contenuto (come film o serie TV).

 
Saturazioni a bassa luminanza in SDR e HDR
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In queste due modalità, Z95B limita la luminanza massima in base al MaxCLL, mantenendo però un livello minimo sotto il quale non scende. Questa sorta di “pavimento” è impostato intorno ai 1.000 nit: con contenuti masterizzati ad esempio a 500 nit, il televisore raggiunge comunque poco più di 1.000 nit, e lo stesso avviene con quelli masterizzati a 1.000 nit.

 
Scala dei grigi e gamut in modalità Filmmaker SDR calibrata
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Quando il MaxCLL sale a 1.500 o 2.000 nit, il TV segue il metadato con precisione, mentre se si arriva a livelli molto alti, come ad esempio 4.000 nit, si sblocca la piena luminanza del pannello. La modalità Normale adotta un roll-off morbido oltre i 1.000 nit: scurisce progressivamente mentre si avvicina al picco. Dinamico esegue invece un roll-off netto, seguendo perfettamente il riferimento.

 
Color checker e saturazioni in modalità Filmmaker SDR calibrata
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Clipping si comporta in modo diverso: consente di impostare manualmente una soglia, fino a 2.000 nit, per definirne il funzionamento. Con l’impostazione di default (2.000 nit) si raggiunge il picco massimo di cui il pannello è capace. In assenza di metadati nella sorgente, viene sempre utilizzata la piena luminanza disponibile.


Scala dei grigi in modalità Filmmaker HDR calibrata
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I valori misurati con il TV “sbloccato” sono i seguenti:

  • Schermata 1%: circa 2.366 nit
  • Schermata 2%: circa 2.371 nit
  • Schermata 5%: circa 2.363 nit
  • Schermata 10%: circa 2.359 nit
  • Schermata 25%: circa 1.417 nit
  • Schermata 50%: circa 657 nit
  • Schermata 75%: circa 418 nit
  • Schermata 100%: circa 321 nit

 
Color match e color checker in modalità Filmmaker HDR calibrata
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In gamma dinamica standard si superano invece i 300 nit a pieno schermo. Il Dolby Vision si posiziona su livelli simili a HDR10: la modalità Scuro è leggermente meno precisa, con un DeltaE massimo di 3,2. La calibrazione del Panasonic è piuttosto semplice grazie ai numerosi strumenti disponibili nei menu.

 
Saturazioni BT.2020 e DCI-P3 in modalità Filmmaker HDR calibrata
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Il bilanciamento del bianco è regolabile a 2 o 14 punti: ai classici passi del 10% si aggiungono il 5% e tre ulteriori livelli (0,5%, 1,3% e 2,5%), pensati per ottimizzare i primissimi gradini della scala dei grigi, fondamentali per la resa delle scene più scure.

 
Copertura BT-2020 e DCI-P3 in modalità Filmmaker HDR calibrata
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È presente anche la regolazione del gamma, un’altra rarità che aiuta a sistemare molto facilmente le imperfezioni della linearità in SDR. Bisogna solo prestare attenzione ai menu: sono meno invasivi rispetto alla generazione precedente, ma in SDR possono ancora alterare leggermente le misurazioni. Per questo è sempre consigliabile verificare le correzioni senza l'interfaccia a schermo.

 
Dolby Vision Scuro di default e calibrato
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A taratura completata, le prestazioni sono eccellenti: il gamma è perfettamente lineare e l’errore scende a livelli impercettibili, com un DeltaE di 0,2. Anche i colori sono estremamente fedeli, con un errore medio sotto 1 e un massimo di 1,31, ben al di sotto della soglia visibile.

 
Color checker e saturazioni in modalità Dolby Vision Scuro calibrata
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Lo stesso vale per HDR10: sulla scala dei grigi il DeltaE massimo è pari a 1 e il TV segue la curva EOTF con grande precisione, senza schiarire o scurire l’immagine. Attenzione però alla voce Livello di illuminazione, che deve restare a 70 per garantire la massima accuratezza: spingerla a 100 enfatizza la luminosità su tutti i mezzitoni. Può essere utile di giorno, per contrastare la luce naturale, ma pregiudica la fedeltà.


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Le misure sui colori sono nel complesso eccellenti, con l’unica eccezione del ColorMatch, dove gli errori di luminanza (legati al tone mapping) arrivano fino a 5,91. In tutti gli altri casi il DeltaE resta ampiamente sotto 2. La copertura dello spazio BT.2020 è del 78,57% xy e 81,61% uv, mentre il DCI-P3 è a un’incollatura dal 100%. Chiudo con la taratura del Dolby Vision, molto simile a HDR10: DeltaE massimo di 1,8 e medio di 0,8 sulla scala dei grigi, mentre sui colori non si supera mai il 2.

 

La prova di visione


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Gli ingegneri Panasonic hanno applicato allo Z95B la stessa filosofia che era alla base dello Z95A e di tutti i top di gamma del recente passato: la ricerca della massima fedeltà. L’immagine tende a essere il piùtrasparentepossibile, replicando il contenuto originale senza conferirgli una colorazione propria, cioè evitando di alterarlo in qualsiasi modo.

Ci sono però alcune piccole eccezioni, a cominciare dall’upscaling dei segnali a risoluzione standard e HD. Qui Panasonic ha scelto di abbracciare in parte le tendenze del mercato, avvicinandosi ai rivali Sony e LG. Durante lo shoot-out tra TV del 2024, avevamo notato come lo Z95A fosse visibilmente più morbido rispetto agli altri, tanto che avevamo scelto di alzare la nitidezza per diminuire il divario.


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Quest’anno il marchio giapponese ha preso una strada diversa, applicando di base una maschera di contrasto che aumenta la nitidezza, avvicinandosi alla resa offerta da Sony Bravia 8 II e dal G5 di LG. La differenza emerge ancora in alcuni dei dettagli più fini, come nei primi piani di Scarlett Johansson in Lucy. Il Sony Bravia 8 II ricostruisce leggermente meglio lo stacco tra i capelli più chiari e quelli più scuri, donando più profondità alla scena, come abbiamo visto durante lo shoot-out di AV Magazine 2025.

Z95B è meno incisivo: pur con un’impostazione più “aggressiva” rispetto al predecessore, non ha perso del tutto la sua natura più morbida e naturale. Per i puristi segnalo che, con sorgenti HDMI, si può disattivare completamente ogni elaborazione attivando la voce “Pure Direct” nel menu con le impostazioni per gli ingressi. In questo modo si ottiene lo stesso risultato visto sullo Z95A, che avevo definito simile a un’immagine dal sapore quasi analogico: una descrizione che, a mio avviso, calza a pennello ancora oggi.


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Va precisato che la qualità dell’upscaling è comunque ottima. Le sfumature segnalate non devono far pensare a un quadro poco dettagliato: semplicemente esistono prodotti che puntano su un maggiore impatto visivo, mentre Panasonic mette al primo posto l’alta fedeltà, limitando l'elaborazione del segnale. Uno dei primi aspetti che ho controllato è la precisione nella gestione delle sfumature. Z95A non era perfetto sotto questo profilo, come avevo notato in una sequenza di No Time to Die.

Nelle scene girate a Matera, c’è un primo piano del retro di un’auto dove il colore della carrozzeria sembra uniforme, ma vira in realtà tra vari toni di azzurro/celeste. Il modello 2024 mostrava accenni di banding, con transizioni brusche che si traducevano in bande di colore. Z95B è più preciso, ha eliminato queste imprecisioni rendendo i passaggi più graduali. Il merito va al pannello e alla sua messa a punto: confrontandolo con il Bravia 8 II (che è un QD-OLED), si nota quanto sia migliorata la pulizia del Panasonic.


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Restano però alcune differenze nel rumore sulle basse luci. Gli OLED WRGB devono fare i conti con il chrominance overshoot, ovvero bagliori improvvisi generati dall'attivazione involontaria del sub-pixel bianco. È un comportamento che tende a emergere con maggiore frequenza sui contenuti compressi e di qualità inferiore. Per limitarlo, LG Display ha introdotto nelle ultime generazioni una tecnica di dithering che sullo Z95B si manifesta sotto forma di sottili linee oblique. È lo stesso comportamento dell'LG G5 ed è il motivo per cui il QD-OLED Sony risulta leggermente più pulito. Questo vale però più sul piano teorico: il dithering si nota solo da distanze estremamente ravvicinate, direi entro gli 80 centimetri su un 55 pollici

In condizioni d’uso reali non lo si vedrà praticamente mai; ciò che si nota è invece l'ottima gestione dei bagliori, controllati meglio rispetto a Z95A, che adottava soluzioni diverse. Anche la funzione “Correzione gradazione” ha fatto qualche passo avanti. Serve a ottimizzare le sfumature e a ripristinare parte della qualità persa nei contenuti più compressi. L’efficacia è aumentata rispetto al passato, anche se non siamo ancora al livello della “Gradazione uniforme” di Sony. Il mio consiglio è di lasciarla attiva al minimo: attenua il banding senza effetti collaterali evidenti. Da evitare invece l’impostazione Massimo, che leviga eccessivamente l’immagine e sacrifica molti dettagli. Margini di miglioramento restano invece per il Dolby Vision, che in alcune scene scure risulta un po’ meno pulito, con un banding leggermente più visibile.


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Le immagini in movimento sono gestite molto bene: per i film è sufficiente impostare l'Intelligent Frame Creation (IFC) su "IFC accurata", che non aggiunge fotogrammi né altera la fluidità originale. È l’opzione ideale per i puristi, mentre chi preferisce un intervento più marcato può scegliere tra varie modalità preimpostate o la Personalizzata, che consente di regolare separatamente fluidità e riduzione della sfocatura. In ogni caso è bene procedere con cautela: interventi leggeri sono ben tollerati, ma aumentando troppo i parametri il rischio di generare artefatti diventa concreto.

Mi ha stupito in positivo il Clear Motion (Black Frame Insertion), che aggiunge fotogrammi neri (alternati alle immagini) per aumentare il dettaglio percepito nei rapidi movimenti. Solitamente lo sconsiglio perché riduce drasticamente la luminosità, introduce uno sfarfallio fastidioso (flickering) e forza la frequenza a 60 Hz. Panasonic è però riuscita ad attenuare alcuni di questi limiti. In gamma dinamica standard non c’è il consueto crollo della luminosità, che viene compensata dall’elettronica.


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Anche lo sfarfallio è meno fastidioso: il quadro è molto più stabile e rilassante.Personalmente continuo a preferire altre soluzioni, ma non la boccio: vale la pena provarla per capire se incontra i propri gusti. Chiusa la parentesi sull'elettronica, resta da capire come tutta questa precisione nel trattamento del segnale si traduca nell'uso reale, a cominciare dall’angolo di visione. Se da un lato il pannello garantisce ottimi risultati anche da posizioni decentrate, dall'altro non è del tutto esente da limiti.

La luce generata dal pannello deve infatti attraversare il filtro WRGB, un passaggio che ne condiziona la diffusione e determina una distribuzione non perfettamente uniforme: spostandosi oltre i 30–40 gradi dal centro dello schermo, l’immagine tende a virare progressivamente verso il verde. Il trattamento antiriflesso è praticamente identico a quello del predecessore: è lucido, ma efficace nel ridurre i riflessi diretti.


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Z95B riesce però a mantenere un nero più profondo, perché l'assenza delle micro-lenti elimina quel velo luminoso che era invece presente sullo Z95A. Lo strato progettato per convogliare la luce verso lo spettatore finiva infatti per catturare anche quella ambientale, innescando riflessioni interne che sollevavano il nero percepito. Le scene scure sono del resto il punto di forza di questo TV: il passaggio dal nero ai primi livelli della scala dei grigi è graduale e preciso, ed è qui che emerge con chiarezza la fedeltà di cui il TV è capace.

In sequenze come lo spazio stellato di Gravity o le scene di Pan - Viaggio sull’isola che non c’è ambientate nelle grotte, tutti i dettagli rimangono perfettamente leggibili. I concorrenti diretti, come LG G5 e Bravia 8 II, si avvicinano molto, ma non riescono a estrarre dalla sorgente la stessa densità di informazioni con pari precisione. Z95B vince la sfida anche con lo Z95A, che sulle basse luci mostrava a volte una dominante rossa, ad esempio in Star Wars: Il risveglio della Forza, nella scena in cui Rey si siede al posto di comando del Millennium Falcon. La parte in ombra del sedile alla sua destra assumeva una tinta rossastra che non avrebbe dovuto esserci. Z95B ne è completamente privo.


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I pannelli Primary RGB Tandem portano in dote una gamma dinamica che non è mai stata così ampia: la luminanza è aumentata di quasi il 50% in HDR e del 40% in gamma dinamica standard. I valori sono in linea con quelli che ho misurato sul G5, che condivide lo stesso pannello. Il modello LG arriva però a circa 400 nit in gamma dinamica standard, risultando ancora più adatto agli ambienti fortemente illuminati. Questa maggiore riserva luminosa non viene sfruttata per abbagliare lo spettatore, ma per adattare più efficacemente i contenuti, anche quelli più complessi.

È qui che entra in gioco il tone mapping, che su Z95B segue logiche in parte diverse dal passato. Come abbiamo visto nel capitolo sulle misure, Panasonic prevede tre modalità di funzionamento, due delle quali non spingono sempre il pannello al massimo della luminanza disponibile. Non è una soluzione molto intuitiva ma ha una sua logica. Le modalità Normale e Dinamico possono servire con contenuti fino a circa 1.000 - 1.500 nit per ottenere una migliore saturazione dei colori, anche nei picchi più alti.


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Gli OLED WRGB tendono a sbiadire in quelle situazioni, perché per utilizzare la piena potenza luminosa è necessario il contributo del sub-pixel bianco, che proprio perché è bianco diluisce il colore. È lo svantaggio che questa tecnologia paga storicamente rispetto ai QD-OLED. Qui entrano in gioco le varie modalità per la Mappatura toni HDR: Normale e Dinamico si tengono una riserva quando i metadati indicano che i picchi non richiedono tutta la dinamica del pannello.

In queste condizioni, il contributo del sub-pixel bianco resta molto più contenuto e i colori mantengono la loro saturazione. In altre parole, si sacrifica un po’ diforza bruta” (la quantità di luce emessa) per guadagnare in fedeltà cromatica. Cosa cambia tra le modalità Normale e Dinamico? Normale preserva tutti i dettagli nelle parti più luminose (gli specular highlight), scurendo un po' l’immagine vicino ai picchi.


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Dinamico privilegia invece un APL (Average Picture Level) più alto possibile, mantenendo quindi una luminosità mediamente maggiore, ma a costo di comprimere qualche dettaglio nei picchi più alti. Clipping, se impostato al massimo (Soglia clipping 2.000), si comporta in modo simile a Dinamico, ma sfrutta sempre tutta la gamma dinamica del pannello senza limitare la luminanza.

Nonostante il nome possa far pensare a un taglio netto di ogni informazione sopra i 2.000 nit, anche in Clipping - che solitamente significa bruciare le immagini in un bianco indistinto - il tone mapping segue logiche analoghe a Dinamico: il focus è sulla luminosità media più elevata, sacrificando a volte qualche dettaglio negli specular highlight. Tutte le modalità offrono comunque risultati eccellenti: hanno sfumature ben precise ma sempre coerenti con i principi cardine del TV, equilibrio e fedeltà.


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Lo si nota chiaramente nei contenuti più complessi: le fiamme e i riflessi sulle cromature in Mad Max: Fury Road, il sole intenso in Pan o Shark - Il primo squalo, e anche nel disco test di Spears & Munsil, dove la sequenza con i cavalli sullo sfondo innevato mantiene un’ottima leggibilità anche nella versione a 10.000 nit. Z95B riesce nel difficile compito di ricreare un quadro luminoso, dettagliato e con un’ottima profondità. Lo avevo detto per il G5 e lo ribadisco ancora: questo livello di prestazioni non è un semplice miglioramento, è una vera e propria rivoluzione.

Anche l’audio è di ottimo livello. Il sistema 360° Soundscape Pro offre un buon equilibrio e raggiunge volumi elevati, adeguati anche a stanze di dimensioni generose. I dialoghi sono chiari e la resa del Dolby Atmos è convincente, a patto di eseguire la calibrazione automatica per adattare il suono all’ambiente.


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Le funzioni di gestione del campo sonoro rappresentano un valore aggiunto reale: la possibilità di indirizzare il suono verso specifiche aree della stanza è una caratteristica unica. L’unico limite riguarda l’estensione delle basse frequenze, presenti ma non profondissime. Il mio consiglio è di aggiungere un subwoofer esterno: si collega tramite l'uscita cuffie, modificandone il funzionamento nel menu.

Sul fronte Smart TV non ci sono novità sostanziali. Il processore MediaTek è lo stesso dello scorso anno e anche le funzioni restano in gran parte invariate. Panasonic ha lavorato soprattutto per smussare alcune asperità, come i menu troppo invasivi citati nel capitolo sulle misure. Le prestazioni sono buone, anche se durante la navigazione nei menu capita di avvertire qualche piccola incertezza, mai però durante la riproduzione dei contenuti.


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L’interfaccia utente rimane l’aspetto meno convincente. È frammentata tra il menu delle impostazioni del televisore e quello di Fire TV. Per regolare l’immagine, ad esempio, si utilizza il tasto con l’ingranaggio sul telecomando; per accedere alle opzioni degli ingressi HDMI, invece, è necessario passare dalla Home, spostarsi sull’icona delle impostazioni e seguire un percorso diverso. Non la definirei un’esperienza particolarmente fluida o intuitiva.

Chiudo con il gaming: Z95B offre tutto ciò che serve per giocare ad alti livelli. La risposta ai comandi è rapidissima: l’input lag è di circa 9 millisecondi a 60 Hz e scende a circa 5 millisecondi a 120 Hz. La barra dedicata alle funzioni gaming è pratica e semplice da utilizzare. L’unico appunto riguarda il Variable Refresh Rate, che occasionalmente può causare sfarfallii, soprattutto nelle scene scure. È però un limite comune a tutti gli OLED.

 

Conclusioni


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Panasonic si conferma ancora una volta tra i migliori produttori di TV OLED. Z95B assicura prestazioni eccellenti e se non lo definisco il migliore in assoluto, è solo perché decretare un vincitore in ogni situazione è impossibile. Devo però dire che in questo caso ci andiamo davvero molto vicino.

Il nuovo pannello Primary RGB Tandem fa la differenza, tanto che anche il divario con i QD-OLED è stato ridotto: i colori mantengono la giusta saturazione con picchi di luminanza più alti rispetto alla generazione precedente (Z95A). Per pareggiare un Sony Bravia 8 II c’è ancora strada da fare, ma il cambio di passo è evidente.

La ricerca della massima fedeltà e la versatilità offerta dall’HDR, con le tre opzioni per la Mappatura toni HDR, lo rendono probabilmente la scelta migliore per i cinefili che vogliono replicare esattamente la visione artistica dei registi. Spicca in particolare la gestione magistrale delle basse luci: le scene scure sono ricche di dettagli.


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A convivere meno sono anzitutto la presenza di due ingressi HDMI 2.1, che in realtà scendono a uno soltanto se si collega un sistema audio esterno tramite eARC. Manca inoltre il supporto ai formati DTS, un peccato vista la qualità del sistema audio integrato.

Anche Fire TV ha ancora bisogno di qualche limatura: è migliorato, soprattutto a livello di interfaccia, ma non è ancora un sistema perfettamente coeso; si nota ancora il distacco tra la parte TV vera e propria e quella ereditata dalle chiavette di Amazon. Il rapporto qualità-prezzo è abbastanza buono, considerando i prezzi che si possono spuntare online e la dotazione molto ricca.

La pagella secondo Nicola Zucchini Buriani: voto finale 9,0

  • Costruzione: 9,0
  • Versatilità: 8,5
  • Menu e taratura: 9,0
  • Prestazioni in SDR: 8,8
  • Prestazioni in HDR: 9,4
  • Riproduzione audio: 7,5
  • Rapporto Q/P: 7,5

Per maggiori informazioni: sito ufficiale Panasonic

 

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