Shoot-out: PMC Twenty.22
Il carico acustico in linea di trasmissione e l'impostazione decisamente monitor caratterizzano le PMC Twenty.22 che rappresentano tutto il carattere del giovane produttore inglese che si distingue per la buona qualità degli altoparlanti, una costruzione impeccabile e l'ottimo progetto di base
LAB: le misure di laboratorio
La risposta in frequenza del diffusore inglese da un lato mette in mostra tutte le caratteristiche della linea di trasmissione come concepita dal progettista, ovvero con una estensione non enorme ma con una pendenza molto dolce, e dall’altro ci conferma come si tratti del diffusore più sensibile dei quattro. In verità le differenze tra il diffusore più sensibile, ovvero questo ed il meno sensibile, ovvero la Sonus FaberAuditor M, vale 1,7 decibel, una differenza appena notata nei test di ascolto, grazie anche ad andamenti della dispersione abbastanza diversi. Possiamo vedere che nella ripresa in asse la gamma altissima sale fino a sette decibel rispetto alla sensibilità media, ma c’è da dire che la ripresa fuori asse eseguita a 45° mostra un andamento quasi complementare così che in ambiente possiamo contare su un discreto bilanciamento timbrico, almeno per sale mediamente ben trattate.
Il modulo dell’impedenza ci fa vedere la frequenza di massima emissione della linea di trasmissione posta a circa 45 Hz, ed un secondo minimo a circa 130 Hz dovuto all’interazione tra il volume alle spalle dell’altoparlante e la linea stessa. Nonostante la presenza di ben tre picchi di modulo a bassa frequenza notiamo una rotazione di fase abbastanza blanda, tanto che la massima condizione di carico è poco inferiore ai minimi di impedenza. A 34,7 Hz l’amplificatore vede un carico di 4,44 ohm resistivi contro i 5,5 ohm del minimo di modulo misurato in gamma mediobassa.
Nella misura delle distorsioni armoniche eseguite in regime dinamico e per pressioni crescenti notiamo una delle tracce di questo diffusore riconducibili alla prestazione musicale, ovvero a quello che poi si sente quando si ascolta musica.
Notiamo infatti che a fronte di distorsioni molto ben visibili in gamma bassa soprattutto ai bassi livelli di pressione fa da riscontro indicativo una prestazione costante e molto contenuta delle armoniche dispari, anche a 95 decibel di pressione media.
Notiamo in particolare nel grafico eseguito a 90 decibel come la gamma media sia praticamente svuotata di tutte le armoniche, spostate allo 0,1 % (-60 dB) da 1000 a 5000 Hz, praticamente in tutto l’intervallo di incrocio. Aumentando il livello notiamo la risalita in questo intervallo di frequenza una risalita della terza armonica che comunque si mantiene a valori molto bassi, inferiori all’uno per cento. In questo stesso grafico notiamo anche come a bassa frequenza la terza armonica si riduca rispetto alle misure precedenti. In buona sostanza, secondo me, questo diffusore mantiene abbastanza bene lo stesso comportamento timbrico all’aumentare del livello del segnale di ingresso.
La risposta al gradino di tensione (step response) ci fa vedere che i due altoparlanti sono in fase tra di loro. A ben vedere questo andamento mostra che nonostante la leggera inclinazione del pannello frontale e probabilmente anche a causa della bassa frequenza di incrocio il picco di emissione del woofer si mantiene appena discosto da quello veloce del tweeter. Possiamo anche notare il decadimento deciso del woofer dopo il picco, decisamente più veloce di tutti gli altri diffusori classicamente accordati in reflex.
La Waterfall infine lascia ampi spazi vuoti nel tempo con la gamma mediobassa da primato e qualche leggera risonanza sul tweeter visibile comunque ad un livello molto basso. Anche in questo caso, ragionando nello sviluppo delle prestazioni nel tempo siamo di fronte alla migliore prestazione del gruppo.