Test: Subwoofer XTZ SUB 10.17 e 12.17

G.P. Matarazzo 02 Maggio 2016 Diffusori

Ecco due subwoofer: il primo con woofer da dieci pollici e l'altro, più grande, che utilizza un woofer da dodici pollici. Sono entrambi abbastanza strani, sono accordati in un sistema altrettanto atipico ma estremamente versatile. Due subwoofer che funzionano davvero bene. Il prezzo? Basso molto interessante.

Lab: le misure dei due subwoofer

 


Per quanto abbiamo visto finora la sessione misure si preannuncia ben articolata, viste le numerose possibilità di taratura e variazioni della risposta offerte dai due subwoofer.

 

 
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La prima rilevazione è quella della risposta al variare della posizione della manopola del crossover elettronico. Ho effettuato questa misura dapprima escludendo del tutto il crossover, e poi ho utilizzato le tre posizioni caratteristiche, ovvero con la manopola ruotata al massimo (160 Hz), con la manopola in posizione mediana (70 Hz) ed infine con la manopola del taglio in frequenza spostata al minimo (40 Hz). La misura è stata fatta in configurazione cassa chiusa, ovvero con entrambi i condotti ben tappati. Come possiamo notare nei due grafici di risposta è presente un primo filtro passa basso che anche a crossover disinserito opera una prima frequenza di incrocio a circa 200 Hz, con una pendenza di attenuazione di quasi 14 decibel per ottava. Sia nel modello con il 10 pollici che nel modello maggiore non possiamo non notare la buona precisione nell’effettivo taglio acustico. Questa qualità non è da poco, perché nella media dei subwoofer misurati è quanto meno raro ottenere una buona precisione. Sono sicuro che nelle fasi di messa a punto iniziale la precisione delle indicazioni ci sarà molto utile. In entrambi i modelli possiamo vedere come la frequenza effettiva in condizioni anecoiche sia posta tra i 22 ed i 23 Hz, effettivamente notevole. Il crossover elettronico impone una pendenza appena maggiore di 24 decibel ad ogni raddoppio della frequenza o, come si dice, di 24 dB per ottava. Possiamo notare in entrambi i grafici che la sola frequenza di incrocio di 40 Hz produce una pendenza iniziale più blanda, dovuta alla risposta non filtrata dei woofer e dalla vicinanza del taglio alla frequenza a -3 dB.

 
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La seconda misura è stata effettuata sui condotti di accordo facendoli funzionare, ovviamente uno alla volta. Non inganni la grande similitudine di risposta tra i due condotti di dimensioni molto differenti. Nella realtà della filtratura sono entrambi ben influenzati sia dall’equalizzazione per allineare la gamma bassa che dalle dimensioni ridotte dei due volumi a disposizione per il carico. Nella misura effettuata sul subwoofer di dimensioni maggiori va notato come il condotto più corto alla fine generi una spuria ben catturata dal campo vicino a 330 Hz ma ininfluente ai fini della risposta acustica.

 
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Questa misura vi mostra invece come cambia la risposta utilizzando i condotti uno alla volta, tutti insieme oppure occludendoli completamente. In entrambi i sub notiamo come l’apertura contemporanea di entrambi a fronte di una velocità del flusso d’aria ridotta al minimo comporti uno slittamento verso le frequenze più alte e come l’occlusione dei due condotti conduca, a fronte di una pressione leggermente minore, ad una risposta più estesa ed, ovviamente, meno pendente. Mentre nel Sub12 non c’è variazione sostanziale della pressione a parità di tensione di ingresso nel Sub10 notiamo un innalzamento di circa 4 decibel tra 40 e 50 Hz, sia col condotto corto che con quello lungo. A chi mi farà notare che la pendenza della cassa chiusa non è di 12 decibel per ottava rispondo sin d’ora che quella è l’azione del filtro passa alto. 

 
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Questa misura mostra le differenze tra i due tipi di equalizzazione partendo come per tutte le misure, dalla risposta in cassa chiusa. Come possiamo vedere dai grafici l’equalizzazione EQ1 abbassa un po’ il livello delle frequenze più profonde  per adattare il subwoofer ad un ambiente magari non proprio idoneo, mentre la EQ2 sembrerebbe pensata per aumentare il punch sul sonoro dei film di azione. Quest’ultimo tipo di equalizzazione, ancorché meno simpatica da guardare e valutare su un grafico si rivela, all’atto pratico molto aggressiva e tutto sommato anche ben indovinata nel comportamento che assumono entrambi i subwoofer all’atto pratico. L’altra eq può tornare utile, magari, quando il sub è troppo vicino ad una parete. 

 
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Alla fine delle misure troviamo la distorsione armonica in regime impulsivo. Solitamente eseguiamo delle misure di distorsione partendo da una pressione media inferiore, ma nel caso dei due subwoofer sotto test avremmo rischiato di non vedere alcuna armonica di ordine superiore. La misura che ho fatto ad 80 ed 85 deciBel infatti mostrava nel primo caso, ad 80 dB,  solo un po’ di seconda armonica e nel secondo, ad 85 dB solo la seconda ed un po’ di terza armonica, appena più visibile nel modello col 10 pollici. Ho pensato allora di innalzare il livello a 90 e 100 dB per vedere il comportamento di tutte le componenti e per evidenziale l’unico sottoprodotto di una equalizzazione abbastanza spinta: la non linearità. Va notato, e lo ripeto spesso, che si tratta della distorsione che si genera pilotando il subwoofer con diversi cicli di sinusoide, una condizione che nella pratica è poco rispettata. Come possiamo vedere dai grafici a 90 decibel di pressione media il subwoofer da 10 pollici sembra soffrire appena un po’ di più rispetto al 12 pollici nel valore raggiunto da tutte le componenti armoniche, e la cosa ovviamente non ci meraviglia più di tanto, visto che a parità di pressione sonora emessa ha una escursione maggiore il woofer che ha una superficie emissiva inferiore. I due grafici comunque sono simili, con tutti i valori che precipitano a percentuali bassissime appena superati i 30-35 Hz. In banda passante infatti notiamo solo sul dieci pollici un picco di seconda armonica che comunque non raggiunge lo 0,7%, valore comunque basso in assoluto. Nello stesso intervallo di frequenze il 12 pollici supera appena lo 0,3%, valore estremamente basso. Le armoniche superiori, salvo alle bassissime frequenze sono invisibili. 

 
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Innalzando il segnale di ingresso di 10 deciBel l’inviluppo delle varie componenti armoniche non cambia pur con il valore che ovviamente aumenta. Notiamo come con il sub che utilizza il 10 pollici la seconda armonica salga al 32% mentre la terza si avvicini al 5,6%, valori che in assoluto sono elevati ma che nel contesto di una frequenza quasi infrasonica siano poco significativi. Tanto più che tra i 30 ed i 40 Hz si ridiscende in una zona da “zerovirgola”per tutte le componenti. Il picco di seconda armonica visto prima raggiunge infatti un modestissimo 0,8%. La terza armonica in gamma mediobassa risale allo 0,1%, una distorsione quasi nulla. Passando al 12 pollici il quadro sostanzialmente non cambia, con la seconda armonica appena più lenta a smaltirsi e la terza armonica ancora decisamente bassa. Le armoniche superiori fanno la loro comparsa, ma sono comunque confinate alla base del grafico. Vi ricordo che a queste frequenze un subwoofer di soli dieci anni fa, i cosiddetti “gommoni” avrebbero proposto valori almeno dieci volte tanto.

 

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